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Ma io i ricordi
non li amo. E so che il vino
aizza la memoria, e che
– lasciato in tavola il mazzo
ancora non alzato – quei tre
avrebbero fino all’alba
(all’alba che di via Palestro
fa un erebo) senza un perché
continuato a evocare
anime…Così come il mare
fa sempre, col suo divagare
perpetuo, e sul litorale
arena le meduse
vuote – le sue disfatte
alghe bianche e deluse.
Scostai la sedia. M’alzai
Schiacciai nel portacenere
la sigaretta, e solo
(nemmeno salutai)
uscii all’aperto. Il freddo
pungeva. Mille giri
di silenzio, faceva
la ruota del guardiano
notturno – la sua bicicletta.
Svoltai l’angolo. In fretta
scantonai nel cortile.
Ahi l’uomo – fischiettai –
l’uomo che di notte, solo,
nel gelido dicembre
spinge il cancello e – solo –
rientra nei suoi sospiri…
Giorgio Caproni
Livorno, 7 gennaio 1912 – Roma, 22 gennaio 1990
da “Congedo del viaggiatore…
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