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#Bancopoli: nessuno è innocente, risarcite i risparmiatori tagliandovi lo stipendio parlamentare

16 de Dezembro de 2017, 11:57 , por Blog di Beppe Grillo - | No one following this article yet.
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di Luigi Di Maio

Il caso Boschi è la punta di un iceberg che sconvolgerà la Seconda Repubblica dalle fondamenta come Tangentopoli ha sconvolto la Prima. E la boschi sarà il simbolo di questo collasso. Il motivo è semplice: oggi come allora l’intera classe politica è responsabile. Se nel 1992 è stato smascherato il sistema incestuoso delle tangenti tra partiti e grandi imprese, oggi sta venendo a galla il rapporto malato tra i partiti e il sistema bancario, a vantaggio esclusivo dei partiti, di qualche grande imprenditore e sulla pelle di centinaia di migliaia di risparmiatori. I fari sono puntati sulla Boschi, che nessuno ha idea di dove candidare (idea: candidatela in un collegio all'estero, in un paradiso fiscale), ma tutti sono colpevoli.

Nessun parlamentare del Pd, di Forza Italia e della Lega può sentirsi innocente di fronte a questo disastro sociale ed economico. Decenza vorrebbe che i parlamentari di questi partiti responsabili e in particolare modo quelli del Pd si tagliassero parte del proprio stipendio parlamentare per finanziare un fondo a favore dei risparmiatori truffati. La prima a dare l’esempio dovrebbe essere proprio la Boschi. È il minimo che possano fare essendo loro i colpevoli. E non è una cosa difficile da fare visto che noi lo facciamo da 5 anni per finanziare le imprese.

Il sistema, come spesso accade, crolla quasi all’improvviso. In soli tre anni abbiamo assistito a 7 crac bancari, e tutte e 7 le volte le banche sono state ripulite, spesso con soldi pubblici, mentre azionisti e obbligazionisti perdevano tutto o quasi. Stiamo pagando il fallimento di un intero sistema due volte: prima da risparmiatori e poi da contribuenti, come dimostra il fondo per le banche da 20 miliardi di euro che Gentiloni ha creato nelle prime settimane del suo governo. E la sensazione è che il peggio debba ancora venire.

In tutto questo il Partito Democratico ha colpe gravissime, come dimostra l’enorme conflitto di interessi che emerge dal caso Etruria-Boschi. Ma nessuno è innocente. Come dimenticare che le due banche venete da poco ripulite con 5,2 miliardi di soldi pubblici sono fallite sotto gli occhi dei governanti leghisti? Come scordare che Verdini, il jolly dei partiti, ha distrutto il Credito Cooperativo Fiorentino e ha ricevuto 7 milioni di euro da Veneto Banca garantiti da Berlusconi? E i fallimenti della vigilanza bancaria, infarcita di uomini di tutti i partiti? Non dimenticheremo nemmeno che il sostegno al governo da parte di Forza Italia in questi anni è stato fondamentale. Spesso indirettamente, tramite Verdini, ma qualche volta anche direttamente, come nel caso del voto favorevole al fondo da 20 miliardi per le banche. Non è un caso che il partito di Berlusconi oggi tenga un profilo basso, quasi inesistente, sulla vicenda Boschi.

Il sistema ha girato a meraviglia per anni. Le banche, spesso gestite da uomini vicini ai partiti, erogavano finanziamenti privi di adeguate garanzie a pochi imprenditori di grossa taglia, i partiti chiudevano un occhio e ricevevano in cambio il sostegno mediatico ed economico degli stessi imprenditori privilegiati. Il caso di MPS, la banca del Pd, è emblematico: tra i grandi debitori dell’istituto troviamo naturalmente De Benedetti, con i 600 milioni di euro prestati a Sorgenia e in gran parte non restituiti, e anche le coop rosse, rappresentate dall’Unieco di Reggio Emilia, oltre a decine di grandi imprenditori che non restituiranno mai quanto hanno ricevuto.

Quando la crisi finanziaria ha colpito a morte i bilanci di molte banche, facendo esplodere il bubbone dei crediti deteriorati, il marcio è venuto a galla, ma il sistema ha provato a difendersi scaricando i costi sui risparmiatori. Ad oggi, dopo 7 crac bancari, oltre 400 mila risparmiatori tra azionisti e obbligazionisti subordinati sono rimasti vittima di questo meccanismo infernale. È ora di fermarlo. Una volta per tutte.

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