di Paola Taverna
Roma ha un problema da 5,4 miliardi di euro che nessuno aveva mai affrontato prima di noi. Dietro la piaga dell'azzardo non ci sono solo cifre spaventose ma anche storie di vittime di usura, mafie, dipendenza, famiglie e attività economiche in rovina, insomma un vero e proprio cancro per le politiche sociali ed economiche.
Grazie alla consigliera capitolina M5S Sara Seccia, che ha ottenuto i numeri dai Monopoli con un accesso agli atti, finalmente si inizia a fare totale trasparenza.
Dati dei Monopoli alla mano, nel 2016 nel Comune di Roma si è "azzardato" per 5,4 miliardi di euro. Ben 400 milioni di euro in più rispetto al 2015. Nel 2016, 1.7 miliardi sono stati bruciati nelle VLT-Videolottery, le slot machine elettroniche di nuova generazione, 1 miliardo nelle slot, 885,4 milioni di euro nel pericoloso azzardo online, 499 milioni nel Gratta e vinci, 360 milioni nel Lotto, 215 milioni nelle scommesse sportive a quota fissa, 74 nelle scommesse virtuali, 84 nel Super Enalotto.
Vi ricordate il caro vecchio Totocalcio che non faceva male a nessuno? Solo 974.814 euro nel 2016.
Per le 1.3 milioni di famiglie romane è una spesa media 3.980 euro lanno, 331 euro al mese. La spesa pro capite calcolando i cittadini maggiorenni aventi diritto al voto (sono 2,3 milioni) è di 2.363 euro lanno e 229 euro al mese. Se invece calcoliamo la spesa pro capite comprendendo anche i neonati e minori (che non azzardano certamente) la spesa pro capite è di 1.889 euro (157 euro mese). I dati diventano ancora più drammatici se compariamo il giro daffari dellazzardo con i consumi del 2016 del Lazio rilevati dall'ISTAT. Ogni famiglia nel Lazio spende 2.619 euro al mese in consumi, dei quali 329 euro mensili per cibo e bevande (alcolici inclusi). 329 euro in cibo e bevande contro i 331 nellazzardo!
Dei 5,4 miliardi di euro meno del 10% è andato allerario: 496,2 milioni di euro (496.271.206 per la precisione).
Non ingannino le vincite, gran parte di quanto vinto viene rigiocato nellazzardo in un drammatico cane che si morde la coda che danneggia leconomia reale e produttiva: il commercio e lindotto dellindustria. Ogni euro gettato nellazzardo è un euro tolto alleconomia produttiva e sana. Per tutelare la salute dei cittadini e difendere l'economia delle piccole e medie imprese romane a giugno il Comune di Roma ha approvato per la prima volta nella storia della Capitale un regolamento comunale che fissa distanze dai luoghi sensibili (chiese, scuole, etc) tra i 350 ed i 500 metri. Inoltre, sta per essere varata l'ordinanza per limitare gli orari dellazzardo!
Tra famiglie rovinate, commercio ed economia reale danneggiata intanto lazzardo legale diventa sempre di più la lavatrice delle mafie. Lo dicono magistrati e inchieste di mafia.
Basta!!!
E ora di mettere un freno a questa follia che da ormai 20 anni sta rovinando lItalia.
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