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Università e baroni: ecco come avvengono certe selezioni

17 de Janeiro de 2018, 5:43 , por Blog di Beppe Grillo - | No one following this article yet.
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Appuntamento giovedì 18 gennaio 2018, ore 18.30 al Museo del Patrimonio Industriale, sala auditorium, via Della Beverara 123, Bologna, per la presentazione del Programma Università del MoVimento 5 Stelle. Partecipano Michela Montevecchi, Gianluca Vacca, Francesco D’Uva, Luigi Gallo e Alessandro Di Battista.

di Pierpaolo Sileri

Sono chirurgo ricercatore e professore aggregato Roma Tor Vergata dal 2008. Nel 2015 è stato fatto un concorso presso il nostro Dipartimento, per passare di ruolo a professore associato. Questo concorso è stato fatto senza un bando, praticamente con una preassegnazione verso un vincitore indicato. Per questa ragione abbiamo proposto, perché c'è un mio collega Giuliano Gruner in un'altra branca quella del diritto amministrativo, che si trovava nella stessa condizione e abbiamo presentato due separati ricorsi al TAR.

Il mio ricorso al TAR è stato vinto e dopo la vittoria sono iniziati diversi problemi nell'ambito dell'università e anche nel ambito dell’ospedale dove lavoro. Con varie minacce hanno cercato di bloccare la mia carriera in tutte le maniere, questo mi ha portato a fare denunce sia amministrative che penali. Quelle penali sono procedute molto velocemente perché i magistrati hanno immediatamente intuito quello che accadeva, dopo gli avvisi di garanzia per il nostro Rettore, professor Novelli genetista di fama nazionale e internazionale, è arrivata una richiesta di rinvio a giudizio per istigazione alla corruzione e tentata concussione.

Al di là delle conseguenze penali in questi di questi atti, il vero problema è il meccanismo con il quale vengono fatte le chiamate all'università. E’ un meccanismo probabilmente in molti casi, non voglio dire tutti i casi, perché immagino ci siano realtà diverse in Italia e non come la nostra, di tipo baronale in cui viene scelto un successore in base a favoritismi, logiche di potere.

Chi ne è fuori da queste logiche di potere avrà un accesso limitato o nullo, Questo fa si che nell'università invece di avere un qualcosa di meritocratico, nel tempo si arrivi a qualcosa di mediocratico, cioè il livello culturale si abbassa, il livello di insegnamento si abbassa, i risultati dell’intera università si abbassano, la gente fugge via. Qualcuno fugge localmente, qualcuno all'estero. Ecco che abbiamo la fuga dei cervelli. Che finché sono cervelli di 45 anni come me, francamente poco male, perché in fin dei conti abbiamo ancora venti di professione prima di andare in pensione. Il vero problema è per i ragazzi di 25 anni, quei poveri ragazzi che fanno tutto il percorso universitario e si trovano a 25 anni senza reali opportunità. Spesso sfruttati e sottopagati e alla fine inevitabilmente qualcuno cede al sistema e cade, qualcuno lascia e qualcuno abbandona l’Italia.

Ecco questo è qualcosa che non deve avvenire, ancor peggio in Medicina e Chirurgia quello che fugge è uno specializzato. Cioè fugge quando ha raggiunto i 31, 32 anni, dopo che lo Stato ha investito fondi per la sua formazione. Cioè stiamo parlando di 25mila, 30mila euro all'anno, perché la specializzazione è pagata dallo Stato, quindi in cinque anni sono 130mila euro che lo Stato butta. Ricercatori che fuggono all’estero dove portano conoscenza, innovazione, e poi le altre Nazioni si fregiano dei nostri studiosi e dei loro risultati.

Credo che questo sia il danno maggiore, un danno ancora più evidente quando un rettore di un’università importante, un rettore che è uno scienziato, una persona che ha fatto e fa ricerca che minaccia delle persone, dei professori.

E’ questo il vero punto, non è il problema penale che verrà dimostrato io immagino, ma la di là di questo il problema che qualcuno sopra di te utilizza la propria forza il proprio potere per soffocare chi è sotto. Ci sono registrazioni impressionanti di minacce in merito. Se io prendo una persona e la maltratto e la minaccio che gli rovino la carriera è qualcosa che non deve essere fatto.

A me è stato detto di andare via,
ed io ho fatto un concorso in un’altra sede. Oggi leggo dai giornali che fui bloccato in quel concorso, una sorta di persecuzione, in un’altra sede. Ho presentato un esposto anche per questo caso.

Quello che ho vissuto io, che ha vissuto Giuliano Gruner e tanti altri come noi che ci siamo organizzati in un’associazione Trasparenza e Merito, è una situazione abbastanza diffusa su tutto il territorio nazionale, da nord a sud.

La ministra Fedeli che abbiamo incontrato ha cercato almeno a parole e spero anche con i fatti, stiamo aspettando ancora un segno deciso, un cambiamento di rotta, di indicare una strada affinché vi siano concorsi più trasparenti, concorsi accessibili a tutti quelli che ne hanno diritto.

Chi si avvantaggia di tutto questo? Il popolo chiaramente, pensate ad un medico che arriva al tavolo operatorio che ha meriti veri e che è arrivato lì solo per il suo lavoro e non perché ha portato una borsa a qualcuno. E’ una selezione naturale, sono passaggi fondamentali ma si parla sempre delle stesse cose. Avevo 18 anni quando sono entrato all’università e se ne parlava, oggi a 45 anni è sempre la stessa situazione.

Forse è ora che venga data una scossa per cambiare. Questo deve partire dal Governo, che se non fa nulla tra 5 anni ne parleremo ancora. E’ il momento di dare una svolta ora, la ministra Fedeli ci ha garantito che avrebbe fatto una dichiarazione, una dichiarazione che ancora non abbiamo visto. E’ evidente che una dichiarazione di un ministro, del Presidente del Consiglio, di un membro del Governo è una dichiarazione che può dare indirizzo, può anche far paura a chi è un barone a chi usa il potere in questa maniera e alla stessa maniera dare coraggio a chi vuole denunciare, a chi non ha i mezzi economici per portare avanti queste denunce, perché sarebbe il segnale che il Governo è con loro. E’ ora di cambiare il sistema.

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