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ANTEPRIMA Podcast RSI - Palloni-spia e open source intelligence

February 16, 2023 6:28 , by Il Disinformatico - | No one following this article yet.
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ALLERTA SPOILER: Questo è il testo di accompagnamento al podcast Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera che uscirà questo venerdì presso www.rsi.ch/ildisinformatico.

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Foto di fonte civile del pallone cinese, probabilmente elaborata con tecniche di intelligenza artificiale per aumentarne la risoluzione. Credit: Tyler Schlitt Photography/LiveStormChasers.com.

[CLIP: Arrival]

La complicata vicenda del presunto pallone-spia cinese avvistato sopra gli Stati Uniti e poi abbattuto, e dei vari oggetti aerei rilevati successivamente, sembra il classico caso di versioni governative contrastanti e impossibili da verificare oggettivamente, di cui ci viene chiesto di fidarci, visto che tutti i dati e i rottami sono in mano ai rispettivi governi e gli oggetti viaggiano in una regione della nostra atmosfera praticamente inaccessibile ai velivoli civili.

Ma c’è una tecnologia informatica che può perlomeno aiutarci a diradare la nebbia delle opposte versioni: si chiama open source intelligence, ed è l’argomento della puntata del 17 febbraio 2023 del Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie e alle storie strane dell’informatica. Io sono Paolo Attivissimo, e in questa puntata arriveremo, con un pezzo di pallone-spia, fino alla Luna.

[SIGLA di apertura]

Il primo febbraio 2023 dei passeggeri di un volo di linea negli Stati Uniti avvistano un grande oggetto sferico ad altissima quota. Lo stesso giorno Larry Mayer e Chase Doak, rispettivamente un ex redattore e un fotoreporter del giornale Billings Gazette, nello stato del Montana, incuriositi dalla notizia di un’improvvisa chiusura dello spazio aereo intorno alla città di Billings dalla quale prende il nome il quotidiano, scrutano il cielo e avvistano quell’oggetto, lo fotografano con dei potenti teleobiettivi e pubblicano online le loro riprese. Le loro sono le prime immagini pubbliche di quello che verrà poi identificato come un pallone d’alta quota partito dalla Cina.

Il giorno successivo, il Dipartimento della Difesa statunitense annuncia che era al corrente da diversi giorni della presenza, nei cieli degli Stati Uniti, di quello che definisce un pallone-spia da ricognizione di probabile origine cinese, che si trova a circa 18 chilometri di quota, ben al di sopra delle normali quote di volo degli aerei commerciali, in una fascia dell’atmosfera raggiungibile solo da alcuni velivoli militari. Il 3 febbraio la Cina dichiara che l’oggetto è invece un suo aeromobile civile, usato principalmente per la ricerca meteorologica, che le correnti hanno deviato dalla rotta prevista.

Il 4 febbraio il pallone viene abbattuto da un missile lanciato da un caccia F-22 Raptor dell’aeronautica militare statunitense e i suoi rottami vengono recuperati dalla marina militare nell’Oceano Atlantico.

Good Morning America 🇺🇸. Original Owner of this #Viral Content Here! Cropped 4K Footage 🦶 🎥🎬 of moment of impact of the #ChineseSpyBalloon being shot down. For licensing info…Please contact Brett Adair at Brett@LiveStormsMedia.com . He has RAW 4K and will be glad to assist. pic.twitter.com/Q13szg4im3

— Casual Photoholic (@RealPhotoholic) February 5, 2023

Il giorno precedente i militari statunitensi e colombiani avevano annunciato la presenza di un altro pallone da ricognizione sopra l’America Latina, di cui la Cina riconosce la paternità. Inizia così una serie di avvistamenti (e abbattimenti) di oggetti volanti ad altissima quota in varie parti del mondo, accompagnati da vivaci scambi di accuse di sorvoli fra i vari paesi coinvolti.

Molti dei dettagli di questa serie di vicende vengono forniti a scatola chiusa da fonti militari dei rispettivi paesi coinvolti. Sembra impossibile, per i cittadini comuni, verificare quei dettagli di oggetti irraggiungibili. Ma è qui che entra in campo la cosiddetta OSINT, abbreviazione di open source intelligence.

L’open source informatico, quello per intenderci del software libero, di Linux e di tante applicazioni a codice sorgente aperto, non c’entra nulla. Open source intelligence significa, grosso modo, acquisizione di informazioni da fonti aperte, ossia pubblicamente disponibili, in contrapposizione alle fonti segrete o riservate. E l’avvento di Internet ha fatto crescere enormemente la quantità e la qualità di queste fonti aperte, come per esempio Google Earth, gli archivi digitali dei giornali e delle pubblicazioni specialistiche, gli avvisi aeronautici e marittimi, le informazioni in tempo reale su meteo e traffico aereo e marittimo, e anche le foto e i video pubblicati online dai social network.

Se si applicano le tecniche di open source intelligence al caso del presunto pallone-spia cinese emergono risultati interessanti e soprattutto indipendenti, che danno un’idea chiara del potere investigativo di questi metodi aperti a tutti.

OSINT e palloni

Prima di tutto, ci sono varie immagini e riprese video nitide del pallone effettuate direttamente da civili in vari momenti e luoghi. Uno dei primi avvistatori non militari, il già citato Chase Doak del Billings Gazette, descrive dettagliatamente le condizioni di ripresa del suo video, indicando l’ora e il teleobiettivo usato e avendo cura di includere nella ripresa anche la Luna per consentire un confronto delle dimensioni apparenti dell’oggetto.

[CLIP: Doak che parla]

Queste informazioni, insieme all’angolazione e alla quota, consentono di stimare indipendentemente le dimensioni effettive dell’oggetto, che coincidono con quelle dichiarate dal Dipartimento della Difesa statunitense: un pallone con un diametro di una settantina di metri, sotto il quale è appesa una struttura allungata con otto pannelli e vari altri apparati, documentata con qualità eccezionale da fonti civili come Tyler Schlitt di LiveStormChasers.com.

Sempre partendo da dati pubblici, come le proprietà fisiche dei gas più leggeri dell’aria (elio o idrogeno) e dal diametro del pallone, si può dedurre la sua capacità di carico e quindi il peso degli apparati che trasporta: all’incirca 900 chilogrammi, ossia molto di più del normale carico di qualunque pallone meteorologico.

Dalle dimensioni degli otto pannelli visibili nelle foto pubbliche, se si ipotizza che siano pannelli fotovoltaici, si può stimare la quantità di energia generata e quindi disponibile per gli apparati di bordo: alcune valutazioni prudenti indicano almeno circa 1 kW di potenza: un valore decisamente superiore a quello normalmente disponibile per i palloni meteo.

Semplici calcoli, inoltre, permettono di determinare che alla quota di volo di 18 chilometri un pallone dotato di antenne riceventi per la raccolta di segnali radio avrebbe avuto una portata di circa 250 chilometri in ogni direzione; quindi anche una rotta approssimativa, dettata principalmente dalle correnti aree, avrebbe permesso di sorvolare e sorvegliare un’ampia fascia di territorio.

Si può poi attingere alle fonti aperte anche per scoprire che i palloni in realtà possono scegliere in che direzione farsi portare, perché possono cambiare quota e quindi sfruttare le correnti diversamente orientate che sono presenti alle varie altitudini. E i dati meteo globali sulle correnti permettono di ricostruire all’indietro la rotta del pallone con buona approssimazione e determinare che effettivamente è partito dalla Cina.

Ricostruzione del percorso del pallone cinese e della sua portata osservativa. Le stelline indicano gli avvistamenti da parte di civili. Fonti: TheIntelFrog / Statista.

Infine, le fonti storiche pubblicamente disponibili permettono di consultare e confrontare i documenti tecnici di un altro genere di pallone ad alta tecnologia concepito per raccogliere segnali radio e ritrasmetterli: non per spionaggio, ma per motivi commerciali. Nel 2013, infatti, Google aveva avviato il progetto Loon per portare Internet nelle zone rurali e remote del mondo tramite trasmettitori appesi a palloni riempiti di elio con un diametro di circa 15 metri che avrebbero volato a quote fra 18 e 25.000 metri, le stesse del pallone cinese, reggendo circa 10 chilogrammi di apparecchiature e pannelli solari da 100 watt. Il progetto Loon dimostrò che era possibile mantenere un pallone fisso sopra una zona specifica semplicemente variando la sua quota in modo da sfruttare le correnti, ma è stato chiuso nel 2021.

Le affermazioni del Dipartimento della Difesa statunitense, insomma, sono perlomeno coerenti con le fonti aperte pubblicamente disponibili. E l’open source intelligence non si limita certo a questi risultati: offre anche strumenti come Osintessentials.com, che è un sito che riunisce numerosissime risorse per la ricerca nei social network, nelle mappe digitali, nelle webcam e consente per esempio di calcolare la posizione del sole, e quindi l’orientamento delle ombre, in qualunque momento e in qualunque luogo del mondo: questo consente, per esempio, di verificare se una foto è stata realmente scattata nel posto e nel momento dichiarato.

Ma con la ricerca negli archivi aperti delle pubblicazioni scientifiche si può fare ancora di più: si può ricostruire la lunga storia dei palloni-spia, che ha uno stranissimo legame con l’esplorazione della Luna.

Sulla Luna col pallone (o quasi)

Quasi settant’anni fa, nel 1956, erano gli Stati Uniti a spiare la Cina e l’Unione Sovietica usando palloni-spia segreti: i satelliti-spia non esistevano ancora. Le loro dimensioni erano simili a quelle dei palloni cinesi di oggi, e la giustificazione presentata quando i sovietici protestarono per il sorvolo del loro territorio fu altrettanto simile: il governo americano disse che si trattava di palloni meteorologici adoperati per un progetto mondiale di raccolta di dati scientifici. La storia, insomma, sembra ripetersi, ma a parti invertite.

A bordo dei palloni del progetto Genetrix (oggi desecretato) c’erano infatti strumenti per nulla scientifici: c’erano grandi fotocamere molto sofisticate e sensibili che, trasportati dalle correnti stratosferiche, scattarono circa 10.000 fotografie dettagliatissime di vari milioni di chilometri quadrati di territorio russo e cinese, scoprendo numerose installazioni militari e nucleari segrete. Le foto venivano recuperate quando i palloni uscivano dal territorio russo-cinese e sganciavano i contenitori delle pellicole sulle quali erano state registrate le immagini.

Nel giro di poche settimane gli Stati Uniti lanciarono oltre 500 palloni-spia, ma il programma fu annullato appunto a causa delle proteste sovietiche e anche perché molti palloni furono abbattuti dai caccia o caddero in territorio russo, dove le preziose fotocamere top secret e le pellicole furono recuperate, rivelando la natura militare dei sorvoli statunitensi.

I sovietici esaminarono in dettaglio gli apparati di ricognizione americani, esattamente come gli Stati Uniti oggi esaminano i resti del pallone cinese che hanno abbattuto. Settant’anni fa, gli esperti russi si resero conto che gli americani avevano dovuto inventare una pellicola che resistesse al gelo e alle radiazioni presenti alle quote di volo di quei palloni. In Unione Sovietica non c’era nulla di paragonabile, ma i russi avevano bisogno di una pellicola di questo tipo per un loro progetto di ricognizione decisamente ambizioso.

E così il 4 ottobre 1959, tre anni dopo quella campagna di spionaggio stratosferico statunitense, i russi lanciarono nello spazio la sonda Luna-3, destinata a girare intorno alla Luna, sorvolarne la faccia invisibile dalla Terra e scattarne le primissime immagini. A bordo di quella sonda c’era una speciale fotocamera, dentro la quale c’era una striscia di pellicola non esposta recuperata dai palloni-spia americani abbattuti. Quella pellicola era perfetta per scattare immagini nello spazio nonostante gli sbalzi termici e le radiazioni di quell’ambiente.

La pellicola fu sviluppata a bordo della sonda con un sistema automatico, e le immagini furono trasmesse verso la Terra con una sorta di lentissimo fax. L’Unione Sovietica le presentò al mondo il 26 ottobre 1959 con grande clamore: oltre a essere una dimostrazione della supremazia russa in campo spaziale di quegli anni, le fotografie rivelarono inaspettatamente che la faccia nascosta della Luna era diversissima da quella visibile. Ovviamente né i russi né gli americani dissero che erano state scattate su pellicola rubata a palloni spia made in USA.

E questa è una storia che oggi si può raccontare grazie ai ricercatori di open source intelligence che hanno scandagliato pazientemente i documenti militari che all’epoca erano segreti e ora sono pubblicati online e accessibili via Internet. Chissà cosa troveranno questi ricercatori, fra qualche decennio, nei documenti che oggi sono top secret.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

Source: http://attivissimo.blogspot.com/2023/02/podcast-rsi-palloni-spia-e-open-source.html