
C'è parecchia confusione, anche tra le fonti solitamente attendibili, riguardo una notizia annunciata ieri: la Russia avrebbe intenzione di separare la propria parte della Stazione Spaziale Internazionale (evidenziata nel riquadro giallo qui accanto) e usarla per costruirne una tutta sua. Così dicono, per esempio, Engadget e Phys.org (che cita la Associated Press), RussianSpaceWeb e Spaceflightnow (che usa una frase ambigua).
Ma la notizia è sbagliata e nasce probabilmente da un errore di traduzione o comprensione di questo annuncio in russo dell'Agenzia Spaziale Federale russa. La Russia ha intenzione di costruire una propria stazione spaziale usando sì i moduli progettati o costruiti per la Stazione Spaziale, ma non quelli già installati: soltanto quelli ancora da lanciare nello spazio.
L'equivoco è chiaro se si guarda l'elenco dei componenti citati dall'annuncio russo: il MLM (modulo laboratorio multifunzione), l'UM (modulo nodale) e il NEM (modulo di alimentazione e ricerca scientifica) non fanno parte dei moduli russi presenti attualmente sulla Stazione. Sono stati progettati per farne parte in futuro, ma sono ancora a terra e ancora da costruire (il MLM, per esempio, è in costruzione da oltre un decennio, con vari rinvii e problemi tecnici).
C'è anche da considerare che la futura stazione russa sarebbe collocata su un piano orbitale differente (64.85 gradi contro i 51.6 della ISS), e un trasloco dei moduli russi esistenti implicherebbe quindi un cambio di piano orbitale, che di solito ha costi di propulsione insostenibili. Inoltre i moduli russi esistenti della ISS sono già vicini alla fine della propria vita operativa di progetto (per esempio, Zarya è in orbita dal 1998, Zvezda dal 2000), per cui sarebbe economicamente insensato riutilizzarli.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.