In dettaglio: caso mai le parole tutte maiuscole e l’uso del termine “SHOCK” nel titolo non ve l‘avessero fatto intuire, l’articolo è semplicemente un pistolotto acchiappaclic per promuovere un documentario sensazionalistico su un incidente aereo nel quale hanno perso la vita oltre duecento persone. Abbiate un po’ di rispetto, se vi ricordate ancora cosa vuol dire.
Il documentario intervista un “esperto di cyberdifesa”, Chris Roberts, che teorizza (senza alcuna prova) che l’aereo sia stato colpito da un attacco informatico. Roberts dice (anche qui senza alcuna prova) che un hacker si sarebbe potuto collegare al sistema di intrattenimento di bordo e da lì raggiungere i sistemi informatici che governano il carburante o i motori.
L’articolo dice che Roberts “ha usato questo metodo per hackerare aerei commerciali in volo fino a 20 volte”. Ma in realtà, andando a pescare gli articoli che parlano delle sue prodezze emerge che è solo lui a dire di averlo fatto. Non è in grado di dimostrarlo, e molti addetti ai lavori (fra i quali c’è Stefano Zanero) sostengono che è impossibile passare dal sistema di intrattenimento di bordo a quello di pilotaggio perché sono separati.
In altre parole, l’articolo è pura fuffa. Copiatelo a vostro rischio e pericolo.
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Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.