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Apple presenta la sua nuova gamma di sonniferi

septiembre 10, 2015 7:59 , por Il Disinformatico - | No one following this article yet.
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Ieri Apple ha presentato i nuovi Watch e iPhone, un Apple TV potenziato, e un iPad gigante con tastiera e stilo. Saranno disponibili tra poco, costeranno un botto, e saranno come al solito i migliori di sempre. Come tutte le altre volte, ma stavolta con più sonniferi: è stato il Keynote più noioso della storia delle presentazioni Apple. Di novità reali, rivoluzionarie, manco l'ombra.

Ecco, vi ho appena fatto risparmiare due ore della vostra vita e tutto il tempo che avreste passato a leggere le recensioni dei prodotti Apple che appestano in queste ore tutti i siti dell'universo conosciuto. Recensioni che sono la fase finale di un ciclo acchiappaclic che frutta un pacco di soldi pubblicitari ai siti e li trasforma in grancasse promozionali per Apple: qualche settimana prima del Keynote si pubblicano gli articoli di ipotesi su come saranno i nuovi prodotti; poi si pubblicano quelli sulle indiscrezioni su come saranno; poi si mette online la raffica di articoli su come sono realmente. E intanto il contatore dei clic corre.

Posso dirlo una volta per tutte? Sono un utente Apple da anni, uso Mac come laptop e computer fisso, e non me ne frega niente delle ipotesi, delle indiscrezioni e delle congetture su come potrebbero essere i prossimi prodotti Apple. Chiamatemi quando si sa come sono realmente e piantatela di fare le puttane di Apple.

Tanto per dirvi a che livelli di ridicolo inconsapevole siamo arrivati, ieri è stato presentato l'iPad Pro, che è un iPad più grande, al quale si abbinano una tastiera e uno stilo. Risoluzione spettacolare, estetica al top, certo, ma lasciatemi scappare uno sbadiglio cosmico. Eppure Apple l'ha annunciato come se fosse stata la Terza Tavola della Legge portata da Mosé. E il pubblico ha applaudito entusiasta.

Ma guardate questa vignetta di Joel Watson, che risale al 2012, e se siete fanboy di Apple, datevi una ridimensionata.


Ballmer: Lo chiamiamo Surface [“superficie”].

Pubblico: Buuuuu! Il tuo iPad fa schifo.

Ballmer: Non è un iPad! È un Surface.

Pubblico: Succhiami la superficie! Quella del mio uccello!

Ballmer: Ha un supporto estraibile e anche un portabicchiere.

Pubblico: Il tuo iPad fa schifo lo stesso.

Ballmer: Ehi, amico, vaffanculo! Abbiamo messo una tastiera direttamente nella copertina! Tra tre anni, quando Apple ce lo copierà, voi stronzi penserete che sono dei geni.

Pubblico: Facci il ballo della scimmia!

WWDC 2015 – Tim Cook: Lo chiamiamo Smart Cover Touch, e crediamo che lo amerete.

Pubblico: Lo avete inventato voi!

Tim Cook: Sì, sì, lo abbiamo inventato noi.

Più seriamente, temo che l'iPad Pro sia un nuovo passo in avanti nella strategia di Apple per eliminare definitivamente il computer, nel senso di personal computer, quello sul quale siamo liberi di far girare le applicazioni che vogliamo, e spingerci sempre di più verso dispositivi chiusi, sui quali possiamo eseguire soltanto le applicazioni che vuole Apple, il cui modello di business è sempre più quello della Gillette: non vendere dispositivi per la produttività personale, ma vendere dispositivi che inducano i clienti a comperare servizi. Naturalmente servizi venduti da Apple.

E questa strategia va benissimo a molti degli altri attori coinvolti: pirateria del cinema? Non è più un problema, se su un iCoso gira soltanto il media player con DRM (sistemi anticopia) e i video senza DRM vengono bloccati o degradati. Adblock che blocca le pubblicità invadenti? Eliminato, basta non approvarlo nell'App Store.

Circolazione di documenti scottanti? Non è più un rischio, se sull'iCoso girano soltanto le applicazioni di lettura documenti benedette da Apple (che magari chiamano Cupertino per informare su chi ha letto cosa e quando e dove l'ha fatto).

Comunicazioni riservate che impensieriscono inquirenti o governi, come quello americano o britannico? Problema risolto: tanto sull'iCoso girano solo le app di messaggistica approvate e con chiave di decifrazione centralizzata. Considerate, tanto per fare un esempio, che WhatsApp scambia i messaggi cifrandoli nella versione Android, mentre in quella iOS sono in chiaro.

Un dispositivo digitale non aperto, sul quale si possa esercitare un controllo ferreo, conviene a tanti. Era l'aspirazione alla base del contestatissimo Palladium/Trusted Computing di Microsoft, ai tempi in cui Microsoft era il colosso monopolista e Apple si presentava come la paladina del libero pensiero. Come si cambia.

Ma per arrivare al controllo bisogna eliminare il personal computer, troppo libero, troppo aperto, troppo flessibile e riprogrammabile. Per farlo non servono leggi o sequestri: basta disabituare gli utenti. Pian piano e con il sorriso.

Guardate i giovani di oggi: sanno usare un iPhone perché l'hanno da sempre. Per loro passare a un iPad è naturale: stesse icone, stessa interfaccia, stessa filosofia. Passare a un PC o a un Mac, per loro che non ne hanno mai usato uno, è uno sforzo di apprendimento massiccio (santo cielo, chi usa iOS non vede neppure il filesystem e trova alieno il concetto di cartella, figuriamoci path e directory, o di salvare i dati): perché dovrebbero farlo, ora che c'è un super-tablet che ha una tastiera e un dispositivo di puntamento di precisione? L'iPad è un complemento al computer; l'iPad Pro è un sostituto. Un Mac o un PC, per chi ha oggi undici o dodici anni e non ha memoria di come fosse il mondo prima degli iCosi, sono inutilmente macchinosi e arcaici come lo è per me una macchina per scrivere.

Dal loro punto di vista, per quale motivo questi giovani cresciuti a pane e iOS dovrebbero faticare per imparare a usare un PC o un Mac, con tutte le sue bizzarrie e infettabilità, specialmente adesso che c'è un iPad da 13 pollici con tastiera che fa le stesse cose di un PC/Mac senza tutte le complicazioni di un PC/Mac? Un iPad, se non viene sottoposto a jailbreak, è una piattaforma che non s'infetta, si aggiorna automaticamente, salva i dati automaticamente nel cloud. E alla maggior parte della gente rinunciare alla libertà di installare quello che si vuole in cambio di una maggiore sicurezza e semplicità (e dei dati personali) va benissimo.

Ricordate Cory Doctorow e il suo monito sulla guerra in atto contro il computer universale? Provate a rileggere le sue parole di qualche anno fa e chiedetevi, senza inutili complottismi, se aveva ragione.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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