L'uomo era stato arrestato a novembre del 2014 nell'ambito di una retata internazionare di utenti di Blackshades. Sui suoi computer sono state trovate immagini di persone “impegnate in attività sessuali su Skype o davanti ai propri computer”, spiega il comunicato della National Criminal Agency britannica. Il guardone ha ammesso di aver usato Blackshades per monitorare le webcam altrui e i loro schermi, carpendone password e contenuto delle mail, e di aver trascorso da cinque a dodici ore al giorno in quest'attività ossessiva.

Difendersi da questi molestatori non è difficile: spesso basta un buon antivirus aggiornato che controlli tutto quello che viene scaricato, abbinato all'abitudine di non scaricare e installare applicazioni provenienti da chissà chi e soprattutto a un coperchio per la webcam, che la copra quando non è in uso. Passi semplici, che però si è poco motivati a fare. Magari mostrare la faccia di questi guardoni, come ha fatto la National Criminal Agency, è un buon incentivo a darsi da fare per non farsi fregare.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.