Immaginate due superpotenze militari che si puntano addosso a vicenda missili nucleari pronti a devastare le città l'una dell'altra. Ora immaginate che queste due superpotenze, attraverso una serie di accordi diplomatici e di bizzarre coincidenze e circostanze, concordino di effettuare la prima missione congiunta nello spazio. Un veicolo americano incontrerà un veicolo russo. Nemici acerrimi sulla Terra, amici (almeno di facciata) nel cosmo.
I tecnici e gli astronauti delle due superpotenze dovranno collaborare, superando le barriere della lingua, delle tecnologie e del segreto militare. Nessuna vuole rivelare troppo all'altra e ciascuna sa che l'altra tenterà di tutto per rubare segreti, eppure devono riuscire a volare insieme nello spazio, in un balletto ipertecnologico condotto a 28.000 chilometri l'ora, in un ambiente che non perdona, dove i margini per le indecisioni e le cortesie della diplomazia non esistono.
Tutto questo, e molto altro, fu Apollo-Soyuz. Oggi probabilmente non avremmo una Stazione Spaziale Internazionale, assemblata insieme da russi e americani con il contributo europeo e canadese, se non ci fosse stata quella missione.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.
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