È quello che è successo in Sud Africa: i dati di una trentina di milioni di cittadini, con nomi, cognomi, indirizzi, reddito stimato, cronologia occupazionale e molto altro, compreso l’identificativo unico di 13 cifre usato dall’amministrazione pubblica sudafricana, è finito misteriosamente online, come segnala Troy Hunt di HaveIBeenPwned.com. Un archivio di circa 27 GB, perfetto per furti d’identità su vasta scala e già smerciato fra i truffatori della Rete.
I dettagli della fuga di dati, paragonabile per gravità a quella recente di Equifax che ha interessato circa 140 milioni di americani e molti cittadini europei, sono su Iafrikan.com e indicano che i dati sono stati sottratti a una delle grandi aziende che doveva custodirli. Se volete dare un’occhiata senza pericolo, gli header descrittivi dell’archivio sono qui su Pastebin.com.
Ancora una volta, insomma, le aziende che dovrebbero proteggere i nostri dati sensibili, sfruttabili per truffe e crimini di ogni genere, si sono dimostrate incapaci di farlo. Non c’è insomma da stupirsi se poi il cittadino perde fiducia nell’informatizzazione delle amministrazioni pubbliche e dei servizi.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.