Per usare questa nuova funzione si apre un documento con Google Docs, si va nel menu Strumenti e si clicca la voce Digitazione vocale. Un clic sull'icona del microfono e si può cominciare subito a dettare usando il microfono integrato nel computer, senza cuffie microfoniche speciali. Bello, ma funziona?
Dipende. Se l'ambiente in cui si detta è silenzioso e si scandiscono bene le parole, facendo finta di essere uno speaker da telegiornale, i risultati sono molto buoni, anche se bisogna superare l'imbarazzo di parlare a un computer e bisogna imparare a dettare la punteggiatura: per esempio, per andare a capo si deve dire “nuova riga”, non un più normale “a capo”.
A parte le applicazioni ovvie, il riconoscimento vocale di Google si presta anche alla trascrizione di lezioni, discorsi e dialoghi di film, a patto che non ci siano musiche o rumori di fondo, perché è indipendente dalla persona che parla. Normalmente, invece, i software di riconoscimento vocale hanno bisogno di essere calibrati sulla singola persona che li usa.
Questa nuova funzione di Google metterà in crisi i produttori di software specializzato, come Dragon? È improbabile, perché non c'è per ora la possibilità di personalizzare il vocabolario e c'è un filtro contro le parolacce che sicuramente salverà da imbarazzi involontari ma potrebbe essere limitanti per chi usa un linguaggio colorito. Inoltre la funzione richiede una connessione continua a Internet e manda tutto quello che viene detto a Google (l'analisi viene infatti svolta dai server di Google, non dal computer locale), per cui ci sono implicazioni di riservatezza non banali. Ma per una dettatura occasionale spiccia è sicuramente un'opzione interessante e a costo zero.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.