Jobs voleva a tutti i costi fare una demo reale, facendo telefonate, ascoltando musica e navigando su Internet, e mostrando sul megaschermo della sala quello che si vedeva sul touchscreen del prototipo, ma fu un rischio enorme: lo smartphone perdeva le chiamate, crashava o semplicemente si spegneva spontaneamente. Se si inviava una mail e poi si navigava in Rete, tutto bene: ma se queste operazioni venivano fatte in ordine inverso, erano guai. Tutti i componenti erano troppo instabili e nuovi. C'erano soltanto cento prototipi. Jobs provò la presentazione per cinque giorni.
Fu necessario barare: l'indicatore di segnale fu riprogrammato per indicare sempre e comunque cinque tacche, perché in caso di crash e riavvio della sezione radio il pubblico avrebbe visto il calo improvviso di segnale. La sezione WiFi dell'iPhone era così instabile che i tecnici dovettero collegare di nascosto delle prolunghe d'antenna per compensare le variazioni di segnale in sala, e per tenere libera la frequenza WiFi (in modo che nessuno del pubblico potesse involontariamente usarla e interferire) fu necessario impostare l'access point come se fosse in Giappone, usando quindi frequenze non permesse negli Stati Uniti. Fu persino portato in loco un ripetitore mobile della rete cellulare, per garantire un segnale potente.
La presentazione fu un successo, grazie agli sforzi acrobatici dei tecnici. E il resto, come si suol dire, è storia.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.
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