L'Internet Crime Complaint Center dell'FBI ha pubblicato un comunicato che fa il punto sul dilagare di questo crimine e in particolare sul successo – dal punto di vista dei criminali – di un ransomware specifico, denominato Cryptowall, che ha fatto la propria comparsa ad aprile scorso.
Sono ben 992 le vittime che hanno contattato l'FBI per lamentare di essere state attaccate da Cryptowall, con danni complessivi per oltre 18 milioni di dollari.
E questa è la proverbiale punta dell'altrettanto proverbiale iceberg, perché si presume che siano moltissime le vittime che non segnalano alle autorità di essere state prese di mira e di aver dovuto pagare il riscatto oppure di aver dovuto rinunciare per sempre ai propri dati lucchettati dai criminali.
I consigli dell'FBI per evitare questo tipo di attacco valgono in qualunque paese e sono piuttosto semplici e senz'altro meno costosi di un riscatto o di una bonifica della rete informatica aziendale: usare antivirus e firewall prodotti da società di sicurezza informatica di buona reputazione e tenerli aggiornati; fare sempre delle copie di sicurezza dei dati (custodite offline, fuori dalla rete informatica); attivare un software che blocchi i pop-up; disinstallare o limitare Flash; e soprattutto non cliccare su messaggi o allegati inattesi e non navigare con i computer di lavoro su siti non attinenti al lavoro.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.