Ir para o conteúdo

Blogoosfero verdebiancorosso

Voltar a Disinformatico
Tela cheia Sugerir um artigo

Twitterremoto, decima puntata: cambio di nome, Tweetdeck solo a pagamento, neonazisti riattivati e tanto altro

16 de Agosto de 2023, 10:11 , por Il Disinformatico - | No one following this article yet.
Visualizado 39 vezes
Ieri sera mi è arrivata la classica goccia che fa traboccare il vaso: come preannunciato, Tweetdeck, l’interfaccia Web che rendeva usabile e utile Twitter, pardon X, è stata chiusa agli utenti non paganti. Da ieri, digitando tweetdeck.twitter.com si viene rediretti su twitter.com/i/premium_sign_up, dove c’è l’invito ad abbonarsi a Twitter/X a pagamento.

Senza Tweetdeck mi è impossibile monitorare le notizie su Twitter/X come ho fatto per anni, trovando tantissime informazioni preziose che ho poi condiviso con voi. L’interfaccia Web per gli utenti non paganti è inutilizzabile, con il suo obbligo di refresh manuale, e il limite al numero di post che si può leggere è un disastro.

Tutto questo è aggirabile, lo so, ma a un certo punto gli ostacoli sono talmente tanti che finisce la pazienza e si lascia perdere. Oltretutto Mastodon sta crescendo bene e lì trovo moltissimi degli account che seguivo su Twitter/X.

Potrei pagare l’abbonamento e risolvere tutto, certo. Mi terrei un pubblico piuttosto ampio (circa 416.000 follower), e le allerte antibufala e gli avvisi di sicurezza arriverebbero a più gente (visto che Twitter/X, limita la diffusione dei tweet degli utenti non paganti). 

Ma mi fa ribrezzo l’idea di alimentare economicamente questa progressiva, inesorabile enshittification di un servizio che una volta era così prezioso e utile ma che ormai è diventato la piattaforma personale di propaganda di un Elon Musk sempre più paranoico e dissociato dalla realtà, che è arrivato a bloccare anche i suoi follower più leali (come Fred Lambert) al minimo sentore di dissidenza intanto che proclama di essere un paladino della libertà di espressione.

Riassumo qui le principali gocce dello stillicidio:

  • 24 luglio: Twitter cambia nome e diventa semplicemente X. Il rebranding è molto parziale, con un logo improvvisato e con un’interfaccia piena di riferimenti al vecchio nome. Concetti e parole che ormai fanno parte della storia di Internet, come tweetare, sono stati gettati dalla finestra e non hanno un rimpiazzo: come si dirà mandare un messaggio su X? "Xare"? (Gizmodo).
    Il cambio di nome non tiene conto delle regole dell’App Store di Apple, che non consente nomi di app con meno di tre lettere, e quindi viene respinto da Apple; nei giorni successivi viene trovato un accordo (Ars Technica).
    Il logo di Twitter viene smontato dalla facciata del quartier generale dell’azienda a San Francisco, bloccando il traffico per i lavori senza nessuna misura di sicurezza e senza aver notificato le autorità, che interrompono lo smontaggio a metà. Sul tetto dell’edificio viene invece montata in fretta e furia una gigantesca X iperluminosa, anche qui senza i relativi permessi, e viene rimossa dopo le lamentele dei vicini abbagliati e le preoccupazioni per la sua precarietà (Gizmodo; Ars Technica).
  • 26 luglio: X intima agli inserzionisti di spendere almeno 1000 dollari al mese se vogliono mantenere il proprio status di “verificato” su X (Engadget).
  • 26 luglio: l’Indonesia blocca X.com, il sito di Musk ora legato a Twitter/X, perché il nome richiama i siti pornografici e viola le leggi locali contro la pornografia e il gioco d’azzardo (Gizmodo).
  • 26 luglio: Twitter toglie senza preavviso l’account @X all’utente che l’aveva aperto nel 2007, Gene X Hwang (Engadget; Ars Technica).
  • 2 agosto: pagare per usare X è talmente impopolare che X rende possibile nascondere il “bollino blu” che indica un utente pagante (Ars Technica). Tweetdeck diventa XPro (Engadget).
  • 7 agosto: X toglie e prende per sé, senza preavviso, il nome di account @music a chi lo aveva creato 16 anni fa e lo aveva fatto crescere fino ad avere oltre 500.000 follower (Overclock3d).
  • 15 agosto: X ha rallentato intenzionalmente e selettivamente di cinque secondi il caricamento di alcuni siti di notizie e social network linkati nei post su X. Sembra che si tratti dei siti che non vanno a genio a Musk: per esempio Reuters, New York Times, Mastodon, Facebook, Threads e Bluesky. In pratica X fa perdere tempo ai propri utenti pur di danneggiare i concorrenti e i siti di notizie che criticano Musk. Se un sito è lento a caricarsi, gli utenti facilmente smettono di aspettare e vanno altrove; inoltre quando un sito si carica lentamente, Google ne abbassa il ranking (Engadget; Gizmodo; Hacker News).
  • Sono stati ripristinati su X gli account precedentemente bannati di numerosi neonazisti, disinformatori seriali, antisemiti, antivaccinisti, misogini e omofobi (Washington Post), come Kanye West (BBC), o di persone che hanno diffuso immagini di abusi su bambini, come Dom Lucre (Gizmodo; BoingBoing).
    A luglio 2023, Twitter/X ha pagato oltre 20.000 dollari a Andrew Tate, un influencer agli arresti domiciliari in Romania con l’accusa di stupro, traffico di esseri umani e associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento sessuale di donne. Il pagamento è legato alla nuova formula di monetizzazione pubblicitaria di Twitter, che paga gli utenti abbonati se i loro tweet sono popolari e veicolano pubblicità (BoingBoing).
    Intanto si accumulano gli studi che indicano che le parole di odio su X sono in continuo aumento (Bloomberg (paywall); Ars Technica; Gizmodo).
    Anche Elon Musk diffonde teorie complottiste sui vaccini tramite X (BBC); quando il suo post viene segnalato e corretto dagli utenti con una nota pubblica, Musk fa rimuovere la nota (Gizmodo).
    A fine 2022, Musk aveva diffuso su Twitter accuse infondate di pedofilia rivolte a Yoel Roth, ex direttore del trust and safety di Twitter. Roth era stato costretto ad abbandonare di corsa la propria casa in seguito alle minacce di morte scaturite da queste accuse (Gizmodo).
    Sempre a fine 2022, gli inserzionisti hanno scoperto che le loro pubblicità comparivano accanto a tweet che promuovevano contenuti di abusi su minori (Gizmodo; Reuters via Business Insider); il fenomeno persiste anche a luglio 2023 (Engadget; Media Matters).

Twitter non era un paradiso neanche prima di Musk, ma adesso è diventato una fogna impresentabile e inutilizzabile. Per cui faccio una breve comunicazione di servizio: non scrivetemi pubblicamente su Twitter/X, non vi leggerò (vedrò solo i messaggi diretti, ma con molto ritardo). La finestra di Twitter che ho tenuto sempre aperta sul mio monitor per più di un decennio non funziona più. Pubblicherò ancora qualche tweet per annunciare eventi e per segnalare notizie importanti o bufale, ma la mia interazione con Twitter sarà sostanzialmente inesistente. Non elimino l’account per non buttare via sedici anni di messaggi e per non rendere illeggibili le tante conversazioni belle e le (meno numerose) discussioni accese alle quali ho partecipato. Ma per quel che mi riguarda, Twitter è morto. Riposi in pace, se può.

Sono attivo, invece, su Mastodon, dove il mio account è https://mastodon.uno/@ildisinformatico, leggibile da chiunque, gratis, senza limitazioni o filtri e senza pubblicità ficcate in gola. Ho circa 8600 follower, pochi rispetto ai 400.000 su X, ma è un inizio. Meglio pochi ma buoni. E in effetti su Mastodon, almeno per ora, si respira un’aria differente: gli hater sono quasi inesistenti, i contenuti sono di altissimo livello e tutti possono editare i propri post senza dover pagare abbonamenti a personaggi discutibili.

Iscriversi a Mastodon è facile come aprire una casella di mail ed è gratuito: ho scritto una miniguida apposita (https://attivissimo.blogspot.com/2022/11/podcast-rsi.html). Se non sapete chi seguire per cominciare, provate con la mia lista di account che seguo: https://mastodon.uno/@ildisinformatico/following. Ci vediamo là, se volete.

Prevengo l’inevitabile domanda: si può criticare Elon Musk e al tempo stesso apprezzare Tesla e SpaceX per i loro meriti tecnici. Sono aziende separate gestite in maniere separate, e a capo di SpaceX e Tesla ci sono persone capaci. A capo di Twitter no. Certo, in teoria Musk potrebbe tentare di dare direttive idiote o suicide anche a queste aziende, ma ci sono leggi (specialmente a tutela dei consumatori, nel caso delle auto) che lo rendono poco conveniente se non punibile. In ogni caso, sta diventando difficile, se non imbarazzante, avere o pensare di avere una Tesla.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

Fonte: http://attivissimo.blogspot.com/2023/08/twitterremoto-decima-puntata-cambio-di.html