Nello store erano infatti presenti due app truffaldine: Songs e Prized, ora rimosse, che sfruttavano la potenza di calcolo degli smartphone per effettuare di nascosto le complesse operazioni matematiche crittografiche che permettono di generare valuta digitale (come per esempio i bitcoin) in favore degli organizzatori del raggiro. La valuta era poi convertibile in denaro tradizionale.
Queste grandi elaborazioni, distribuite su un gran numero di dispositivi (Songs era stato scaricato da 1 a 5 milioni di volte e Prized era stato scaricato da 10.000 a 50.000 volte), hanno un problema fondamentale per gli utenti: fanno scaldare molto il processore dello smartphone e ne riducono drasticamente l'autonomia. Uno smartphone infettato da un'app di calcolo (o di mining di bitcoin) si scalda molto, esaurisce la propria batteria rapidamente e può effettuare numerose trasmissioni di dati che possono comportare salassi in bolletta. Questi fenomeni sono la chiave per rivelare se uno smartphone è infetto.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.







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