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Disinformatico

September 4, 2012 21:00 , von profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Aggiornamenti per Windows, MacOS e Adobe

October 5, 2018 0:33, von Il Disinformatico

Credit: Wikipedia.
È stagione di aggiornamenti: Apple ha rilasciato MacOS 10.14, denominato Mojave, con varie novità come il dark mode (immagine qui accanto), mentre Microsoft sta iniziando a distribuire il cosiddetto October update di Windows 10.

Non c’è particolare fretta di installare nessuno dei due; anzi, nel caso dell’aggiornamento di Windows vengono segnalati alcuni problemi, per cui è meglio aspettare.

Invece se siete ancora utenti di Adobe Flash vi conviene aggiornarlo subito, perché Acrobat e Reader per Mac e Windows hanno ben 85 falle, di cui 47 critiche. L’annuncio dell’aggiornamento è qui insieme agli aggiornamenti scaricabili.


Fonti aggiuntive: Sophos, Ars Technica.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Raffica di tentativi di truffa che abusano di nomi di aziende svizzere

October 5, 2018 0:01, von Il Disinformatico

Sono in circolazione vari attacchi informatici basati sullo stesso meccanismo psicologico: i truffatori fingono di essere un’azienda o un’organizzazione svizzera conosciuta e autorevole per conquistarsi la fiducia delle vittime e convincerle a cliccare su un link o aprire un documento.

GovCERT.ch, servizio gestito dalla Centrale d'annuncio e d'analisi per la sicurezza dell'informazione MELANI della Confederazione Svizzera, avveisa infatti che circola una mail che si spaccia per una comunicazione del servizio ferroviario RailService delle Ferrovie Federali Svizzere ma in realtà contiene un trojan molto conosciuto, Retefe, che tenta di infettare i computer di chi lo apre e viene usato per intercettare le transazioni bancarie online. La raccomandazione è di non aprire gli allegati e di cancellare il messaggio.

Actuellement des fraudeurs envoient des faux e-mails au nom des CFF @RailService, contenant le cheval de Troie e-banking "Retefe", ceci dans le but d'infecter les ordinateurs des citoyens de la Suisse romande. N'ouvrez pas les pièces jointes, mais supprimez les courriels. pic.twitter.com/tPgwJ6AOKr
— GovCERT.ch (@GovCERT_CH) 4 ottobre 2018



GovCERT segnala anche altri truffatori, che diffondono mail nelle quali si spacciano per la polizia cantonale di Zurigo e fingono che ci siano delle violazioni legali nel sito del destinatario. Anche qui si consiglia di non aprire i messaggi e di cancellarli senza leggerli.

Bitte teilen - Warnung vor falschen Mails mit Absender Kantonspolizei

Seit kurzem sind mehrere Spam-Mails mit dem Absender Kantonspolizei von einem unbekannten Urheber versendet worden. Wir empfehlen, die Mails nicht zu öffnen und ungelesen zu löschen. pic.twitter.com/AVvXXoNYL9
— Kantonspolizei Zürich (@KapoZuerich) 4 ottobre 2018


Nel mirino dei truffatori ci sono anche UBS e Postfinance: in questo caso il messaggio che viene ricevuto dalle vittime reca il logo dell’azienda e dice che la carta di credito della vittima è stata bloccata perché non è stata confermata e che bisogna cliccare sul pulsante incluso nel messaggio per effettuare la conferma, altrimenti ci saranno da pagare 84.99 franchi. Ma non è vero nulla: il pulsante porta a un sito-trappola che presumibilmente cerca di convincere la vittima a immettere i dati della propria carta ma è già stato segnalato e viene bloccato dai principali software di protezione.

Anche qui, la cosa migliore da fare è cestinare il messaggio.



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Amazon e la traduzione automatica

October 4, 2018 23:00, von Il Disinformatico

Si fa un gran parlare di intelligenza artificiale e di comprensione del linguaggio umano da parte dei computer, ma nel caso di Amazon sembra proprio che intelligenza e soprattutto comprensione siano andati a fare una passeggiata e non siano più tornati.

Amazon.it è infatti ricco di traduzioni assolutamente assurde di prodotti, presumibilmente perché le descrizioni vengono scritte in inglese e poi tradotte automaticamente senza però tenere conto dei doppi significati di alcune parole inglesi.

Prendete per esempio la parola cock. Significa sia gallo, sia fallo (in realtà la traduzione precisa del secondo significato è un po’ più volgare, ma lascio a voi immaginarla). E quando Amazon deve tradurre un ciondolo a forma di gallo, che cosa sceglie il traduttore automatico?

Fonte: Amazon.it.

Fonte: Amazon.it.


Anche il termine inglese wire stripper (spelafili) viene sbagliato clamorosamente, diventando Spogliarellista cavi:

Fonte: Amazon.it.


E che dire del Cestino di stoccaggio di impiccagione creativo? Traduzione bislacca di Creative Hanging Storage Hanging Basket (to hang significa appendere ma anche impiccare). La descrizione include anche un magnifico Cremagliera dell’organizzatore, che deriva da tidy rack (rastrelliera per riordinare), come si nota cercando lo stesso prodotto su Amazon.de.

Fonte: Amazon.it.


C’è anche un elefante giocattolo che aveva decisamente un pessimo carattere:

— Ramin (@bsramin) 25 novembre 2017


Ma ora è stato corretto in un più rassicurante spavaldo.

Come mai Amazon non adotta per esempio un filtro che escluda le parole scurroli o perlomeno attiri l’attenzione di un verificatore umano quando le incontra? Bella domanda. Vorrei saperlo anch’io.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Archeoinformatica: Blastar, un videogioco del 1984 un po’ speciale

October 4, 2018 22:10, von Il Disinformatico

Blastar è un videogioco tipico degli anni Ottanta: un miscuglio semplificato di Space Invaders e Asteroid, con le astronavi degli alieni nemici che si spostano lateralmente sullo schermo e vanno colpite con i proiettili sparati dall’astronave del giocatore.

Fin qui niente di speciale; anzi, il gioco è primitivo anche per gli standard molto modesti di quell’epoca e non va confuso con il quasi omonimo Blaster per Atari. Ma se guardiamo l’età del suo creatore cominciano le sorprese: si trattava di un ragazzo di dodici anni che viveva in Sudafrica e che aveva imparato a programmare da solo leggendo un libro.

I suoi sforzi gli valsero 500 dollari, pagatigli dalla rivista PC and Office Technology che pubblicò il listato (la sequenza delle istruzioni di programmazione) affinché altri utenti potessero trascriverlo e caricarlo nei propri computer, come si usava allora: Internet era embrionale, non era aperta al pubblico e comunque nessuno aveva il modem per collegarvisi e i dischetti erano costosissimi, per cui ci si arrangiava trascrivendo i programmi a mano.

La sorpresa più grossa, però, arriva guardando il nome del ragazzino, stampato sulla rivista: Elon Musk.

L’immagine qui sopra è tratta dal libro di Ashlee Vance Elon Musk: Tesla, SpaceX, and the Quest for A Fantastic Future (2015), una cui edizione si può sfogliare qui su Issuu.com.

Che fine ha fatto quel gioco? È ancora disponibile: un ingegnere del software di Google di nome Tomas Lloret Llinares ha convertito il programma di Elon Musk in HTML5, creando una pagina Web nella quale potete giocare a Blastar con qualunque browser moderno.




Fonti aggiuntive: The Verge, Business Insider, Fortune, Wait But Why, Popular Mechanics.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Miniguida per scegliere un’auto elettrica. Oppure no

October 4, 2018 20:43, von Il Disinformatico

Le nuove restrizioni all’uso delle automobili diesel non recenti (per esempio in Lombardia) stanno spingendo o obbligando molti automobilisti a confrontarsi con la necessità di cambiare auto. Il divieto di circolazione dei veicoli diesel Euro 3 nei comuni sopra i 30.000 abitanti è una mazzata già in vigore, e nel 2020 toccherà agli Euro 4.

Alcuni lettori di questo blog stanno pensando di cogliere l’occasione per passare a un’auto elettrica o ibrida e mi hanno chiesto un parere, così ho preparato questa miniguida ai criteri che raccomanderei in una situazione del genere. Parto specificamente da questa domanda, che riassume un po’ tutti i dubbi di tanti altri lettori:

...a breve mi toccherà purtroppo rottamare una diesel Euro 3 causa blocchi in Lombardia. Al momento sto pensando a una Toyota Yaris ibrida come nuova auto. Può avere senso o con le (reali o apparenti) novità in arrivo nei prossimi 2-3 anni può essere meglio prendere una benzina economica da cambiare tra qualche anno? La Yaris alla fine costerebbe sui ventimila, caruccia ma con tante cose carine. Mi darebbe fastidio ritrovarmi con qualcosa di "vecchio" tra pochissimo tempo :-( Dalle info che hai cosa potrebbe convenire? C'è da dire che sarei più comodo con una ibrida che con una elettrica quindi il confronto sarebbe Yaris contro imminenti ibride e non contro imminenti elettriche pure. Grazie!

Per chi è totalmente digiuno di auto, descrivo brevemente i tipi principali di auto oggi disponibili (lasciando da parte il diesel, che ormai non ha futuro):

  • auto elettriche pure: al posto del serbatoio hanno una grossa batteria che aziona un motore elettrico e si caricano usando esclusivamente una presa elettrica domestica o una colonnina pubblica. Non consumano carburante.
  • auto a benzina: sono quelle tradizionali. Hanno solo un motore a pistoni, si riforniscono solo di benzina al distributore.
  • auto a metano o a GPL: hanno un motore a pistoni e un grosso serbatoio che contiene gas metano o GPL. In alcuni casi possono usare anche la benzina.
  • auto ibride: hanno un motore a benzina, che fa il grosso del lavoro di propulsione, e un piccolo motore elettrico alimentato da una piccola batteria, sufficiente a dare non più di una decina di chilometri di autonomia pura elettrica; finiti questi chilometri, subentra il motore a benzina, che spinge l’auto e intanto ricarica la batteria. Di solito il motore elettrico lavora da solo in città e alle basse velocità. La batteria può essere caricata soltanto facendo andare il motore a benzina.
  • auto ibride plug-in o PHEV: sono auto ibride la cui batteria è più capiente rispetto alle ibride semplici e consente di percorrere alcune decine di chilometri senza usare il motore a benzina. La batteria può essere caricata dal motore a benzina oppure collegandola a una presa elettrica domestica o a una colonnina pubblica.


1. Pensate solo a risparmiare?


Se il vostro obiettivo è solo risparmiare denaro, allora lasciate perdere auto elettriche piccole o compatte e fate bene i conti per quelle ibride. Personalmente adoro le auto elettriche, ma a conti fatti un’elettrica pura piccola o compatta costa così tanto di più rispetto a un’auto a benzina da non essere quasi mai economicamente conveniente. Anche se l’elettricità costa molto meno del carburante, servono da 100.000 a 300.000 km soltanto per arrivare a recuperare la differenza di prezzo fra una piccola/compatta elettrica pura e un’auto equivalente tradizionale. Eventuali sconti su bollo e assicurazione sono una goccia nel mare.

Per le grandi berline la situazione è ribaltata: una Tesla, per esempio, costa all’acquisto grosso modo quanto una BMW di prestazioni equivalenti ma poi costa molto, molto meno in termini di energia. Comprare una grande berlina elettrica è conveniente rispetto a un’equivalente a benzina. A patto, s’intende, di potersela permettere come prezzo d’acquisto.

Le piccole/compatte ibride (semplici o plug-in, ossia con batteria caricabile da una presa elettrica) vengono spesso vendute a prezzi uguali o pari a quelli dell’equivalente a benzina e consumano meno delle auto tradizionali equivalenti, per cui si risparmia sulla spesa di carburante. Per contro, sono inevitabilmente più complesse perché devono far convivere due motorizzazioni: quella elettrica e quella a pistoni. C’è il rischio che i costi di manutenzione di un’ibrida annullino i risparmi di carburante.

Se pensate (o dovete pensare) solo al risparmio, insomma, prendetevi un’auto a benzina semplice (non ibrida) e imparate a guidarla in maniera dolce, senza strappi e senza correre in autostrada: ridurrete drasticamente i consumi e quindi i costi di carburante e inquinerete meno. 10 km/h in meno in autostrada fanno davvero molta differenza sui consumi e poca sui tempi di viaggio.

Se avete nelle vicinanze un distributore di metano o GPL, potreste considerare anche un’auto che usa questi carburanti. Rifornirla costerebbe poco, ma può richiedere molto tempo perché i distributori sono rari e bisogna quindi raggiungerli e il tempo di rifornimento vero e proprio è significativo. Inoltre il prezzo d’acquisto è in genere leggermente superiore a quello delle auto a benzina. L’autonomia non è paragonabile a quella delle auto a benzina, ma è sufficiente per la maggior parte delle circostanze; inoltre si ha accesso alle ZTL e si circola anche durante i periodi di restrizione o blocco del traffico.


2. Volete soprattutto inquinare meno?


Se il vostro obiettivo principale è inquinare meno, perché sentite le fitte della vostra coscienza ecologica ogni volta che annusate i gas di scarico di qualcun altro (o i vostri) e non volete essere come loro, allora rassegnatevi: essere ecologici tramite un’auto elettrica o ibrida vi costerà caro.

Ci sono tre requisiti da rispettare:
  1. Siete disposti a spendere per il vostro ideale? Una piccola o compatta elettrica o ibrida PHEV (ossia plug-in con autonomia elettrica decente di 30-50 km) vi costerà migliaia di euro in più di un’auto equivalente a benzina, a meno che accettiate di comprare un’elettrica di seconda mano (però in tal caso dovrete confrontarne il prezzo con un’auto tradizionale usata). Dovrete inoltre mettere in preventivo il costo della presa di ricarica domestica, che è indispensabile.
  2. Siete anche disposti ad accettare alcuni piccoli compromessi nella libertà di movimento? Le attuali auto elettriche piccole o compatte hanno autonomie sufficienti per viaggi brevi ma richiedono pianificazione per quelli lunghi (oltre 150-300 km; dipende dal modello) e hanno tempi di ricarica domestica lunghi (che non sono un problema se potete ricaricare durante la notte).
  3. Avete la possibilità di mettere una presa elettrica a norma nel vostro posto auto e di attivare un contratto di fornitura adeguato? Per non subire il disagio dei tempi lunghi di ricarica, l’auto elettrica va caricata durante la notte in garage, così ogni mattina parte sempre con il “pieno”. Un contratto da 3 kW (lo standard italiano) potrebbe non bastare a caricare l’auto e alimentare contemporaneamente gli altri apparecchi di casa.
Se non potete soddisfare anche uno solo di questi requisiti, lasciate perdere, altrimenti scoprirete troppo tardi che l’auto elettrica/ibrida PHEV non fa per voi perché i suoi disagi sono eccessivi. Valutate se potete cambiare le vostre abitudini in modo da inquinare meno, per esempio adottando una bici elettrica o usando i mezzi pubblici oppure acquistando un’auto a metano o GPL (con tutte le limitazioni e i vantaggi descritti sopra).


3. Avete una situazione particolare?


Tutto quello che ho scritto qui sopra può non valere se siete un caso particolare. Per esempio, non avete problemi di soldi e potete permettervi un’auto da 80.000 euro o più? Allora potrete godervi già subito tutti i piaceri e vantaggi delle auto elettriche (Tesla, Jaguar, Audi, Mercedes, Porsche e simili): silenziosità a bordo, accelerazione bruciante, accesso libero alle zone a traffico limitato, indipendenza dai blocchi del traffico, auto preriscaldata d’inverno e preraffrescata d’estate, parcheggi dedicati (se caricate durante la sosta), autonomia più che sufficiente anche per grandi viaggi, rete di ricarica capillare e risparmio sulla spesa di carburante.

Oppure avete la possibilità di caricare gratuitamente? Per esempio, il vostro posto di lavoro offre la carica alle auto oppure dalle vostre parti ci sono colonnine gratuite? Allora raggiungereste il punto di pareggio di un’auto elettrica piccola o compatta molto prima del normale e potreste risparmiare non solo con una grande berlina elettrica ma anche per esempio con una Nissan Leaf, una Renault Zoe, una Hyundai Kona o una Kia Niro EV. Avreste i benefici dell’elettrico che ho citato senza il salasso del prezzo d’acquisto stratosferico. Si tratta comunque di auto da 26.000 - 38.000 euro, quindi fate bene i conti, e non hanno una rete di ricarica dedicata, quindi pianificare i viaggi lunghi è importante. Ma potrebbero essere una soluzione accettabile.

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Questo bilancio sommario cambierà inevitabilmente negli anni a venire, man mano che il costo di produzione delle batterie scenderà (nel 2010 era a 1000 dollari per kWh, ora è intorno ai 200; fonte) e diminuiranno i disagi di ricarica grazie all’aumento del numero e della potenza delle colonnine (anche in Italia). Ma per evitare delusioni è meglio mettere in chiaro che chi compra un’auto elettrica oggi e per i prossimi 2-3 anni è ancora nella fase pionieristica e quindi deve prepararsi ad accettarne gli inconvenienti oltre che i vantaggi ancora per qualche anno.

Aggiornerò man mano questa miniguida con nuovi dati e con i vostri suggerimenti.



Fonte aggiuntiva: Automobile.it;  Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



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