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Disinformatico

September 4, 2012 21:00 , von profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Violati gli account Twitter di Tesla Motors ed Elon Musk; Teslamotors.com inaccessibile

April 25, 2015 20:20, von Il Disinformatico

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Stanotte ignoti hanno preso il controllo degli account Twitter autenticati di Tesla Motors (@teslamotors) e dello stesso Elon Musk (@elonmusk). Gli aggressori hanno pubblicato dei tweet contenenti un numero di telefono di una persona, con l'invito a chiamare il numero per ricevere una Tesla gratis. A giudicare dallo scambio di messaggi e da alcuni commenti, sembra che si tratti di una sorta di ripicca verso l'utente di cui è stato pubblicato il numero, fatta allo scopo di bombardarlo di telefonate di persone che gli chiedono una Tesla in regalo.

Gli account sono tornati alla normalità, ma in questo momento chi visita il sito Teslamotors.com da un browser si trova rediretto su una pagina parodistica piuttosto grossolana.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Sulla Stazione Spaziale c'è un videoproiettore HD. E stasera ci guardano “Gravity”, ambientato sulla Stazione

April 25, 2015 18:40, von Il Disinformatico

Poco fa l'astronauta Scott Kelly ha pubblicato su Twitter questa foto:


#Movie night in micro #Gravity aboard #ISS on our new HD projector which we use for conferences, tech software, etc.. pic.twitter.com/Mhb03U3alz
— Scott Kelly (@StationCDRKelly) 25 Aprile 2015


A meno che si tratti di una battuta (Kelly ha un senso dell'umorismo molto particolare), sulla Stazione hanno da poco un videoproiettore HD, che usano per le videoconferenze e per il software tecnico ma anche, stasera, per vedersi un film. E che film guardano, gli spiritosi? Gravity, ambientato in parte anche sulla Stazione stessa.

L'immagine di Gravity scelta da Kelly non è casuale: è Sandra Bullock (no, non è Samantha Cristoforetti, anche se la somiglianza è notevole) che fluttua nella Stazione, e il corridoio che ha intorno è una replica di quello dove gli astronauti stanno proiettando il film.

Stasera, insomma, a 400 chilometri di quota e a 28.000 chilometri l'ora, c'è chi si guarda un film ambientato sulla Stazione Spaziale... sulla Stazione Spaziale. Un po' come guardare Titanic su un transatlantico, Lo squalo mentre si è a mollo in mare, Doctor Who dentro un TARDIS, Il Gladiatore dentro il Colosseo o L'aereo più pazzo del mondo durante un volo in aeroplano. Decisamente meta.

Qualcuno, lassù, si sta divertendo.
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Android attiva il Wi-Fi anche quando l’utente lo disattiva. Per localizzarlo meglio

April 25, 2015 18:07, von Il Disinformatico

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Un paio di giorni fa stavo azzerando un telefonino Android e installando la versione aggiornata del sistema operativo quando ho notato questa schermata informativa, in particolare il suo terzo paragrafo. Cito:

“Per migliorare l'accuratezza della posizione e per altri scopi, consentire al servizio di localizzazione di Google e alle altre applicazioni di eseguire una ricerca delle reti Wi-Fi disponibili nelle vicinanze, anche quando il Wi-Fi è disattivato.”

Da questa frase sembra di capire che se accettate quest'opzione, Android in realtà non spegne affatto la sezione Wi-Fi del telefonino quando toccate l'icona di attivazione e disattivazione nelle impostazioni. Questo comportamento corrisponde a quanto descritto in questa pagina dell'assistenza di Google:

“Scansione sempre disponibile. Attiva questa opzione per consentire alle app di cercare reti Wi-Fi anche quando il Wi-Fi non è attivo. Questa funzione viene utilizzata principalmente per migliorare i servizi di localizzazione quando il Wi-Fi non è attivo.”

Credete di aver spento il Wi-Fi, ma in realtà è ancora acceso di nascosto. Piuttosto ingannevole; ci sarebbe anche da chiedersi quanto quest'attività nascosta incida sul consumo di batteria, problema perenne degli smartphone. È interessante, inoltre, il fatto che questa ricerca delle reti Wi-Fi viene usata principalmente per localizzarvi: sapendo quali reti Wi-Fi sono visibili al telefonino, chi ha una mappa mondiale dei nomi delle reti, come per esempio Google, può sapere dove siete anche a GPS spento.

Per chi non vuole sottoporsi al tracciamento commerciale (da distinguere da quello effettuato dagli operatori cellulari, dalle forze dell'ordine o dai servizi di soccorso), spegnere il GPS non basta. Ma a quanto pare non basta neppure spegnere il Wi-Fi del telefonino, se si accetta quest'opzione al primo avvio del telefonino: cosa che è facile dimenticarsi di aver fatto. Voi vi ricordate cos'avete scelto?

Se volete verificare la vostra impostazione, seguite queste istruzioni alla voce Modifica delle opzioni avanzate.
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Impressionante successo del phishing: abboccano in troppi

April 24, 2015 12:52, von Il Disinformatico

Molti pensano che gli attacchi informatici siano frutto di chissà quali astuzie, ma in realtà gran parte delle incursioni ha successo per via dell'impreparazione delle vittime anche nei confronti delle tecniche d'attacco più banali e classiche.

Un rapporto dell'operatore cellulare statunitense Verizon, intitolato Data Breach Investigations Report, ha analizzato con l'aiuto di esperti del settore ben 80.000 incidenti di sicurezza e 2000 intrusioni in vari paesi del mondo. Fra i tanti dati presentati dal rapporto spicca il numero di attacchi basati sul phishing (l'invio di mail false che simulano mittenti attendibili e includono allegati ostili o link a siti che imitano le pagine d'immissione password dei siti più diffusi): i due terzi dei casi di spionaggio informatico è riconducibile a questa tecnica elementare.

Infatti un'analisi di 150.000 mail di phishing ha indicato che il 23% dei destinatari apre questi messaggi-trappola e l'11% apre anche gli allegati. Il tasso d'ingenuità è insomma inquietante, specialmente in ambienti di lavoro e di governo che trattano dati sensibili e informazioni vitali.

Non solo: in media, dal momento in cui viene inviata una bordata di messaggi-trappola al momento in cui la prima vittima abbocca passano ottantadue secondi, e il 50% delle vittime apre gli allegati o clicca sui link-trappola in meno di un'ora, ossia prima che i responsabili dei sistemi informatici possano intervenire sul problema.

L'unico modo per contenere questo bagno di sangue è educare gli utenti a diffidare dei messaggi che invitano a cliccare su un link o ad aprire un allegato, anche se sembrano provenire da mittenti attendibili. Se sono sgrammaticati o non sono personalizzati, è meglio cestinarli direttamente; un controllo degli allegati con un antivirus aggiornato è sempre consigliabile, e i link vanno esaminati per vedere se portano a siti diversi da quelli dichiarati.

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Quanto guadagna Facebook sui dati che gli regaliamo?

April 24, 2015 6:53, von Il Disinformatico

Il rendiconto del primo trimestre 2015 di Facebook pubblicato due giorni fa segnala incassi più che positivi per il re dei social network, forte di 1,44 miliardi di utenti attivi mensilmente e di 936 milioni attivi giornalmente (il 17% in più rispetto al 2014): solo nei primi tre mesi di quest'anno ha intascato oltre 3,5 miliardi di dollari, uno in più rispetto all'anno scorso. I guadagni, invece, sono leggermente in calo da 642 a 512 milioni di dollari.

Quasi un quinto della popolazione del pianeta, insomma, è su Facebook, e gli utenti che vi accedono tramite dispositivi mobili sono 1,25 miliardi mensili. Numeri impressionanti che sembrano smentire i profeti di sventura che parlano di un social network fuori moda: lo sarà forse tra i giovanissimi, maggiormente attratti da Instagram o da WhatsApp (che comunque fanno parte della galassia di proprietà di Facebook). Ma i giovanissimi hanno meno soldi da spendere degli adulti, per cui un invecchiamento della popolazione del social network non è un problema.

I ricavi pubblicitari di Facebook sono infatti in ascesa spettacolare: 3,32 miliardi di dollari, il 46% in più rispetto all'anno precedente. Quasi i tre quarti di questi ricavi arrivano dai dispositivi mobili, che sono sempre più centrali nelle attività del social network in blu.

Proprio per i dispositivi mobili arriva (per ora solo negli Stati Uniti e solo per Android) una nuova app, Hello, che si aggancia all'identificazione del chiamante sui telefonini, visualizza i post più recenti di chi sta chiamando e permette di bloccare gli indesiderati.

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