Gehe zum Inhalt

Blogoosfero verdebiancorosso

Full screen Einen Artikel vorschlagen

Disinformatico

September 4, 2012 21:00 , von profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Arriva Windows 10, cosa c'è da sapere

October 3, 2014 7:00, von Unbekannt - 0no comments yet

Pochi giorni fa Microsoft ha presentato Windows 10, ma non lo troverete in negozio: è un'anteprima tecnica, perché il prodotto finale verrà commercializzato nei primi mesi del 2015. Verranno soddisfatte le speranze di chi sentiva la mancanza del menu Start e di un'interfaccia più simile a quella dei Windows “classici” (95, 98, ME, XP, 7).

Microsoft promette un sistema operativo unico e applicazioni che funzioneranno su tutti i dispositivi, dai computer classici ai sistemi embedded, e reagirà diversamente in base alla configurazione del dispositivo: per esempio, sui computer il cui schermo è staccabile e usabile come tablet Windows 10 proporrà di cambiare interfaccia per diventare più adatto all'uso touch quando lo schermo è sganciato dalla tastiera e tornerà a un desktop tradizionale, predisposto per l'uso tramite tastiera, quando lo schermo si riaggancia.

Se vi interessa sperimentare l'anteprima di Windows 10, potete scaricarla (anche in formato ISO virtualizzabile) presso questa pagina di Microsoft.

Come mai è stata saltata la versione numero 9? La spiegazione ufficiale è che Windows 10 è talmente innovativo che meritava un salto di numero come segnale d'innovazione; la spiegazione non ufficiale ma tecnicamente plausibile è che molti sviluppatori di applicazioni usano un metodo un po' pigro per controllare su che versione di Windows sta girando la loro applicazione: invece di chiedere “sei Windows 95?” e “sei Windows 98?”, chiedono “sei Windows 9qualchecosa?”, col rischio di scambiare Windows 9 nuovo di pacca per un vetusto Windows 95/98.


Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Addio all'indice di Yahoo, ricordo di com'era Internet prima dei motori di ricerca

October 3, 2014 6:22, von Unbekannt - 0no comments yet

Tanti, tanti anni fa il nome Yahoo! era un acronimo: stava per Yet Another Hierarchical Officious Oracle. A gennaio del 1994, due studenti della Stanford University, Jerry Yang e David Filo, avevano creato un catalogo dei siti di Internet e un paio di mesi dopo lo avevano denominato Yahoo! (con il punto esclamativo).

A quei tempi non c'era ancora Google e non c'erano i motori di ricerca efficienti come li conosciamo oggi: se volevi trovare qualcosa su Internet dovevi chiedere agli amici oppure consultare una directory, ossia un catalogo di siti organizzato per temi. Yahoo! era quindi una risorsa preziosissima per gli internauti.

Il problema di fondo dei siti-catalogo, tuttavia, era che non erano mai sufficientemente aggiornati: Internet cresceva in modo esplosivo e neppure un esercito di catalogatori umani sarebbe riuscito a tenere aggiornati siti come Yahoo!; l'avvento di Google soppiantò definitivamente la catalogazione manuale, ma Yahoo! ha mantenuto attivo, finora, il proprio servizio di directory presso https://dir.yahoo.com.

Ma l'azienda Yahoo! (che da allora è diventata una grande società che offre moltissimi prodotti e servizi informatici) ora sta sfrondando drasticamente i rami secchi ed è quindi venuto il momento di dire addio anche al suo sito-catalogo. L'annuncio ufficiale della prossima chiusura segnala che il servizio resterà attivo fino al prossimo 31 dicembre dopo vent'anni di onorato servizio: c'è ancora tempo, insomma, per andare a visitare un pezzo della storia di Internet.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Firechat, l'app anticensura che funziona anche quando non c'è rete

October 3, 2014 6:09, von Unbekannt - 0no comments yet

I manifestanti pro-democrazia che stanno occupando molte strade principali di Hong Kong stanno usando estesamente la tecnologia per eludere la censura delle autorità. In particolare, ha suscitato parecchio interesse l'adozione massiccia di un'app, Firechat (per Android e iOS, gratuita), che ha la particolarità di funzionare anche dove la connessione alla rete cellulare o Wi-Fi è inaccessibile perché bloccata da tentativi di censura o saturata dal numero enorme di dispositivi che tentano di usarla contemporaneamente in un'area ristretta.

Firechat permette infatti di scambiare messaggi di testo e immagini creando una rete locale di tipo mesh, a maglia molto fitta e priva di un centro, che interconnette direttamente i vari dispositivi via Wi-Fi e/o Bluetooth presenti in un luogo, senza aver bisogno di un access point o di un'antenna della rete cellulare. Questo significa che le comunicazioni funzionano anche in assenza di rete convenzionale e sono difficili da monitorare.

La caratteristica di funzionare senza appoggiarsi a una rete altrui è preziosa non solo in situazioni di sorveglianza politica (non è la prima volta che Firechat viene usata in queste circostanze), ma anche in generale in luoghi affollati, come concerti, conferenze o altri raduni dove moltissimi utenti cercano di collegarsi simultaneamente, oppure in luoghi privi di copertura cellulare: in pratica i telefonini diventano dei walkie-talkie.

L'installazione è piuttosto semplice: vengono chiesti alcuni dati personali (un indirizzo di mail e l'accesso ai dati contenuti nel dispositivo e alla geolocalizzazione) e non viene chiesta una password. Una volta scelto un nome utente, si può cominciare a usare l'app per comunicare con utenti generici (Everyone) o soltanto con quelli che si trovano nel raggio di qualche decina di metri (Nearby). Le comunicazioni vengono suddivise in forum (chiamati firechat, ossia “chiacchierate intorno al focolare”) e tutti i messaggi sono pubblici e senza crittografia, per cui è opportuno fare attenzione a non trasmettere informazioni compromettenti. Per evitare abusi è inoltre possibile bloccare o segnalare gli utenti molesti.

Come funziona? Ho fatto qualche prova con i miei dispositivi (un mix di Android e iOS) e i risultati non sono stati molto brillanti: passando tramite la normale rete Wi-Fi o cellulare i messaggi vengono scambiati istantaneamente senza problemi, ma l'interconnessione diretta fra dispositivi, che dovrebbe essere il punto di forza di Firechat, non ha voluto saperne di funzionare, né fra dispositivi Android (4.2 e 4.3), né fra dispositivi iOS 8; l'app Android è andata ripetutamente in crash sul mio Samsung Galaxy S3. Manca inoltre un'indicazione chiara dell'uso della funzione mesh. Provatela anche voi e ditemi se siete più fortunati o se è il caso di provare app alternative come per esempio Serval (per Android).


Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Se avete un server OpenVPN, occhio a ShellShock; collezione di attacchi dimostrativi

October 3, 2014 3:40, von Unbekannt - 0no comments yet

In alcune configurazioni i server OpenVPN sono vulnerabili alla falla ShellShock. Lo segnala Hacker News; qui c'è il codice dimostrativo. Altre info sono su The Register.

Più in generale, Kevin Mitnick segnala l'esistenza di un archivio di proof of concept basati su ShellShock.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Se avete un server OpenVPN, occhio a ShellShock

October 2, 2014 20:46, von Unbekannt - 0no comments yet

In alcune configurazioni i server OpenVPN sono vulnerabili alla falla ShellShock. Lo segnala Hacker News; qui c'è il codice dimostrativo. Altre info sono su The Register.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Tags zu diesem Artikel: disinformatico attivissimo