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Disinformatico

September 4, 2012 21:00 , von profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Dropbox e la cache da 40 gigabyte su disco

October 6, 2013 19:42, von Unbekannt - 0no comments yet

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “c.bocc*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Disco pieno. Su un MacBook Air, che ha un disco a stato solido da 128 GB, può capitare. Quello che non mi aspettavo è l'origine del riempimento: la cache di Dropbox, che aveva assunto la ragguardevole dimensione di 40 gigabyte. In una cartella nascosta, oltretutto, per cui non avrei mai scoperto la causa dell'intasamento se non avessi usato Disk Inventory (utility gratuita sostenuta dalle donazioni).

Una cache gigantesca del genere mi è capitata probabilmente perché ho un Dropbox da 100 gigabyte, che però non sono tutti occupati e non sono neanche tutti condivisi sull'Air, quindi magari a voi non capiterà mai. Ma vi segnalo comunque l'episodio, caso mai dovesse capitarvi o semplicemente se volete dare un'occhiata alle dimensioni della vostra cache Dropbox su un Mac: andate nel Finder e (con il menu Go) scegliete di andare alla cartella ~/Dropbox/.dropbox.cache. Visualizzatela, cancellatene il contenuto e sarete a posto, come descritto nell'help di Dropbox (solo in inglese).

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Dropbox e la cache da 40 gigabyte

October 6, 2013 13:39, von Unbekannt - 0no comments yet

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “c.bocc*”.

Disco pieno. Su un MacBook Air, che ha un disco a stato solido da 128 GB, può capitare. Quello che non mi aspettavo è l'origine del riempimento: la cache di Dropbox, che aveva assunto la ragguardevole dimensione di 40 gigabyte. In una cartella nascosta, oltretutto, per cui non avrei mai scoperto la causa dell'intasamento se non avessi usato Disk Inventory (utility gratuita sostenuta dalle donazioni).

Una cache gigantesca del genere mi è capitata probabilmente perché ho un Dropbox da 100 gigabyte, che però non sono tutti occupati e non sono neanche tutti condivisi sull'Air, quindi magari a voi non capiterà mai. Ma vi segnalo comunque l'episodio, caso mai dovesse capitarvi o semplicemente se volete dare un'occhiata alle dimensioni della vostra cache Dropbox su un Mac: andate nel Finder e scegliete di andare alla cartella ~/Dropbox/.dropbox.cache. Visualizzatela, cancellatene il contenuto e sarete a posto, come descritto nell'help di Dropbox (solo in inglese).

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Rememberthe13th, la NASA ha un mega-annuncio per il 13 novembre o 6 ottobre? Non penso proprio

October 4, 2013 19:24, von Unbekannt - 0no comments yet

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “sporting3” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Mi sono arrivate parecchie segnalazioni di un sito, rememberthe13th.com, che annuncia che la NASA avrebbe “effettuato una scoperta storica che scuoterà l'intero pianeta”. L'annuncio era inizialmente previsto per il 13 novembre (donde il nome del sito) ma è stato anticipato al 6 ottobre, come potete leggere nello screenshot qui accanto.

Tutta la cosa puzza di patacca, o di marketing virale, lontano un miglio:
  • Il sito mostra il logo NASA, ma la NASA non usa domini .com; essendo un ente federale statunitense, usa il suffisso .gov;
  • In questo momento, grazie alla monumentale idiozia di un branco di imbecilli che si credono politici ma sarebbero molto più a loro agio nella gabbia delle scimmie a tirarsi cacca, tutti i siti NASA sono offline;
  • il dominio è stato registrato il primo ottobre scorso, e non a nome della NASA ma attraverso una società panamense;
  • Stranamente, quando si copia e incolla il contenuto testuale del sito, si ottiene in coda questa stringa: - See more at: http://www.rememberthe13th.com/#sthash.LbS1soOb.dpuf, che decisamente non è nello stile NASA;
  • C'è chi segnala che dopo aver affidato al sito un indirizzo di mail vi ha ricevuto dello spam.
La cosa è piuttosto intrigante perché l'uso del logo NASA è vietato a chiunque non sia dipendente NASA o ai siti non-NASA (“These images may not be used by persons who are not NASA employees or on products (including Web pages) that are not NASA-sponsored”). Chi ha fatto questo sito, se non è stato autorizzato, potrebbe pentirsene.

Per ora è tutto quello che so. In teoria dopodomani si dovrebbe chiarire tutto, per cui a mio avviso non vale la pena spendere tempo in ulteriori indagini. Direi, soprattutto, di non preoccuparsi che ci possano essere annunci catastrofici dietro questo preavviso.

Aggiornamento (2013/10/05 00:20): Secondo AndroidMalwareDump, l'indirizzo IP (192.111.149.82) indica che si tratta di un sito dedicato alla raccolta di indirizzi di mail e profili sui social network, che verranno poi bombardati di spam. Dietro ci sarebbe Adixy.com, “un sito che permette di acquistare ‘mi piace’ e condivisioni”. Da evitare, insomma.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Cosmonauti perduti, il libro che fa chiarezza uscirà il 14/10

October 3, 2013 7:19, von Unbekannt - 0no comments yet

Il libro di Luca Boschini sui cosmonauti perduti, che avevo letto in anteprima e preannunciato qualche mese fa con un concorso per crearne la copertina, uscirà il 14 ottobre prossimo. Se siete fra i partecipanti al concorso, contattate Luca o me per essere inclusi nella galleria di copertine che verrà pubblicata online.

Luca, l'autore, mi ha segnalato che il titolo definitivo sarà Il mistero dei cosmonauti perduti (sottotitolo Leggende, bugie e segreti della cosmonautica sovietica). Il libro avrà 472 pagine e sarà disponibile sia su carta a 14.90€ sia come e-book (a 4.99€).

La presentazione formale del libro si terrà dopodomani, sabato 5 ottobre, a Torino alle 16, presso la biblioteca civica Villa Amoretti in Corso Orbassano 200. L'evento è aperto al pubblico e ad ingresso libero ed è organizzato dal CICAP Piemonte in collaborazione con le Biblioteche Civiche Torinesi. I dettagli sono qui.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Torna l'auto ad aria, stavolta in Sardegna. Grande assente: l'auto ad aria

October 1, 2013 8:41, von Unbekannt - 0no comments yet

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “lorenza1”.

Ricordate Eolo/AirPod, l'auto ad aria? Se ne parla sempre come se fosse imminente. Dal 2001. La storia di questo veicolo è costellata di promesse e di fallimenti, non solo tecnici ma anche economici. Nel 2002 doveva essere costruita a Rieti: non è successo. Nel 2008 l'indiana Tata ha annunciato un accordo per la ricerca e la produzione, con vendite previste entro un anno: non s'è visto nulla. Nel 2009 Guy Negre, il progettista dell'auto, ha annunciato che il veicolo sarebbe stato in vendita nel Regno Unito entro tre anni: il 2012 è arrivato ed è passato senza che la promessa venisse mantenuta.

Adesso si parla dell'apertura imminente, entro la prossima estate, di uno stabilimento in Sardegna, nell’area industriale tra Ottana e Bolotana. La Nuova Sardegna ne parla in questo articolo, citando Pier Paolo Pisano, “responsabile della comunicazione di AirMobility, la società cagliaritana che da circa due anni ha contatti con Nègre per produrre la vettura”.

Pisano promette entro “dicembre, massimo gennaio 2014” la prima distribuzione dell'auto, costruita nello stabilimento francese della Mdi a Carros e annuncia che “a dicembre uscirà per il solo mercato indiano con un modello ad aria compressa, modificando un'auto che ha già in catalogo ma è a benzina”. Poi offre una descrizione dettagliata del “modello seriale” di fabbrica che “costituirà la base di future nano-fabbriche ‘clonate’ in tutto il mondo, secondo un modello economico simile al franchising”. Ma forse, prima di parlare di modelli economici e di clonazioni di nano-fabbriche, bisognerebbe avere un prodotto da fabbricare. Ed è qui il problema.

La Nuova Sardegna raccoglie le mie perplessità, basate su quelle dei tecnici, che sono le solite: la fisica indica che l'efficienza promessa avrebbe del prodigioso. Ma senza entrare in disquisizioni di fisica, c'è un fatto imbarazzante di fondo: a quanto mi risulta nessuno ha mai portato in giro una vettura ad aria compressa realizzata da Guy Negre per una prova estesa e indipendente, in condizioni realistiche, ed è riuscito a confermare l'autonomia e le prestazioni promesse. L'auto ad aria, per ora, è priva di qualunque riscontro.

Non è questione di malafede o di scetticismo ad oltranza. Si tratta semplicemente di chiedere quel che si chiede sempre di fronte a chi fa affermazioni straordinarie: dimostrate quello che dite, e ne saremo contenti insieme a voi. Fatecela provare. Ma fino a quel momento, visti i precedenti ampiamente documentati e visto che ci sono di mezzo soldi pubblici e privati e posti di lavoro, il dubbio è decisamente sensato. Tutto il resto è cortina fumogena. O forse, visto l'argomento, è aria fresca.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



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