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Disinformatico

September 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

“Europa Report”: per fare buona fantascienza basta la scienza. Senza mostri

July 27, 2013 10:05, by Unknown - 0no comments yet

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “peggystu*”.


Vi tolgo subito un dubbio che mi hanno posto in molti a proposito di Europa Report: no, non ci sono mostri. Non ci sono astronauti cattivi. Non c'è un computer malvagio (anche se le citazioni di 2001 Odissea nello spazio ci sono). Non ci sono viaggi interstellari con motori più veloci della luce. Non ci sono deus ex machina. C'è un pericolo molto più reale e angosciante, che permea tutto il film: l'ostilità indifferente, eterna e inesorabile dell'universo.

Non scambiate Europa Report per un thriller: vi terrà in tensione fino alla fine, certo, però il suo tema di fondo è un altro. Lo troverete ben espresso nelle ultime parole del film, per cui non ve lo anticipo in dettaglio, ma è un messaggio pieno del sense of wonder (lo stupore per il meraviglioso) della (fanta)scienza più classica, con una risposta eloquente alla domanda ricorrente in ogni esplorazione ad alto rischio: vale la pena di correre tutti questi rischi? Sì, ne vale assolutamente la pena.

La premessa del film è semplice: ai giorni nostri, una missione spaziale si dirige verso Europa, satellite di Giove, sotto la cui crosta ghiacciata la scienza ipotizza da tempo che ci siano oceani liquidi e ci sia forse vita. L'equipaggio ha il compito di raccogliere e analizzare campioni del suolo per vedere se contengono tracce di questa vita sommersa, portati in superficie attraverso le spaccature della crosta ghiacciata. Ma qualcosa va storto.

Il film è claustrofobico: la sensazione dei tediosissimi mesi di viaggio, da trascorrere rintanati in una minuscola bolla di vita artificiale, senza barare con trucchi fantascientifici come l'ibernazione, è trasmessa molto efficacemente. Inoltre Europa Report è girato quasi interamente usando le telecamere fisse di bordo, quasi documentaristicamente, e anche questo contribuisce molto al realismo e all'immedesimazione. Niente armi laser, niente esplosioni nello spazio. La musica, di Bear McCreary (Battlestar Galactica), sostiene bene la tensione.

Il problema classico delle scene in assenza di peso, croce di qualunque film di questo genere, è risolto elegantemente senza ricorrere a spiegazioni magiche, ma con un abitacolo rotante, simile a una centrifuga.

Gli esterni e gli interni sono molto realistici e senza concessioni all'estetica: sembrano presi di peso dalla Stazione Spaziale Internazionale. E nelle riprese all'esterno, durante le passeggiate spaziali, non c'è rumore e non ci sono stelle. Neppure Kubrick se l'era sentita di rinunciarvi, ma Europa Report lo fa. E funziona, perché trasforma lo spazio da un firmamento in un abisso.



Il bello di un'ambientazione contemporanea e realistica come questa è che rende subito ben chiaro allo spettatore che non può aspettarsi soluzioni miracolose o soccorsi a sorpresa: se qualcosa va male, va male sul serio, ed è facile che qualcosa vada male anche per una banalità. E questa premessa nel film rende angosciante anche una semplice passeggiata spaziale (il problema capitato recentemente a Luca Parmitano nella realtà, poi, è un esempio arrivato a fagiolo).

Se devo proprio trovare qualche pecca nelle ambizioni di iper-realismo di Europa Report senza anticipare nulla della trama, ho trovato poco realistiche le escursioni senza cavi di soccorso, senza dispositivi di propulsione d'emergenza come un SAFER (usato oggi sulla ISS) e/o in solitario, e il problema delle radiazioni intorno a Giove è risolto con un po' di disinvoltura; la larghezza di banda per la trasmissione dei dati dal veicolo spaziale, poi, è decisamente esagerata. E a naso la velocità di rotazione della centrifuga mi pare un po' bassa per produrre un effetto simile alla gravità terrestre. Ma sono dettagli sui quali sono ben disposto a chiudere un occhio, perché il film nel suo complesso merita davvero. Se non altro per la sua lezione su come si può fare un buon film a basso budget e si può fare buona fantascienza usando soltanto la realtà.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



“Europa Report”: per fare buona fantascienza basta la scienza. Senza mostri

July 27, 2013 10:05, by Unknown - 0no comments yet

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “peggystu*”.


Vi tolgo subito un dubbio che mi hanno posto in molti a proposito di Europa Report: no, non ci sono mostri. Non ci sono astronauti cattivi. Non c'è un computer malvagio (anche se le citazioni di 2001 Odissea nello spazio ci sono). Non ci sono viaggi interstellari con motori più veloci della luce. Non ci sono deus ex machina. C'è un pericolo molto più reale e angosciante, che permea tutto il film: l'ostilità indifferente, eterna e inesorabile dell'universo.

Non scambiate Europa Report per un thriller: vi terrà in tensione fino alla fine, certo, però il suo tema di fondo è un altro. Lo troverete ben espresso nelle ultime parole del film, per cui non ve lo anticipo in dettaglio, ma è un messaggio pieno del sense of wonder (lo stupore per il meraviglioso) della (fanta)scienza più classica, con una risposta eloquente alla domanda ricorrente in ogni esplorazione ad alto rischio: vale la pena di correre tutti questi rischi? Sì, ne vale assolutamente la pena.

La premessa del film è semplice: ai giorni nostri, una missione spaziale si dirige verso Europa, satellite di Giove, sotto la cui crosta ghiacciata la scienza ipotizza da tempo che ci siano oceani liquidi e ci sia forse vita. L'equipaggio ha il compito di raccogliere e analizzare campioni del suolo per vedere se contengono tracce di questa vita sommersa, portati in superficie attraverso le spaccature della crosta ghiacciata. Ma qualcosa va storto.

Il film è claustrofobico: la sensazione dei tediosissimi mesi di viaggio, da trascorrere rintanati in una minuscola bolla di vita artificiale, senza barare con trucchi fantascientifici come l'ibernazione, è trasmessa molto efficacemente. Inoltre Europa Report è girato quasi interamente usando le telecamere fisse di bordo, quasi documentaristicamente, e anche questo contribuisce molto al realismo e all'immedesimazione. Niente armi laser, niente esplosioni nello spazio. La musica, di Bear McCreary (Battlestar Galactica), sostiene bene la tensione.

Il problema classico delle scene in assenza di peso, croce di qualunque film di questo genere, è risolto elegantemente senza ricorrere a spiegazioni magiche, ma con un abitacolo rotante, simile a una centrifuga.

Gli esterni e gli interni sono molto realistici e senza concessioni all'estetica: sembrano presi di peso dalla Stazione Spaziale Internazionale. E nelle riprese all'esterno, durante le passeggiate spaziali, non c'è rumore e non ci sono stelle. Neppure Kubrick se l'era sentita di rinunciarvi, ma Europa Report lo fa. E funziona, perché trasforma lo spazio da un firmamento in un abisso.



Il bello di un'ambientazione contemporanea e realistica come questa è che rende subito ben chiaro allo spettatore che non può aspettarsi soluzioni miracolose o soccorsi a sorpresa: se qualcosa va male, va male sul serio, ed è facile che qualcosa vada male anche per una banalità. E questa premessa nel film rende angosciante anche una semplice passeggiata spaziale (il problema capitato recentemente a Luca Parmitano nella realtà, poi, è un esempio arrivato a fagiolo).

Se devo proprio trovare qualche pecca nelle ambizioni di iper-realismo di Europa Report senza anticipare nulla della trama, ho trovato poco realistiche le escursioni senza cavi di soccorso, senza dispositivi di propulsione d'emergenza come un SAFER (usato oggi sulla ISS) e/o in solitario, e il problema delle radiazioni intorno a Giove è risolto con un po' di disinvoltura; la larghezza di banda per la trasmissione dei dati dal veicolo spaziale, poi, è decisamente esagerata. E a naso la velocità di rotazione della centrifuga mi pare un po' bassa per produrre un effetto simile alla gravità terrestre. Ma sono dettagli sui quali sono ben disposto a chiudere un occhio, perché il film nel suo complesso merita davvero. Se non altro per la sua lezione su come si può fare un buon film a basso budget e si può fare buona fantascienza usando soltanto la realtà.
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Il virus-truffa della falsa FBI acciuffa un criminale vero

July 26, 2013 9:36, by Unknown - 0no comments yet

Avete presente i vari virus truffaldini che bloccano il computer mostrando una schermata che sembra un avviso della polizia che afferma che l’utente è stato colto a scaricare da Internet materiale illegale e intima il pagamento di una multa? Circolano da anni e causano danni notevoli agli utenti che navigano senza protezioni adeguate. Ma a volte sono utili in maniere che forse i loro creatori non immaginavano.

Cosa succede, infatti, se un virus del genere blocca il computer di una persona che ha realmente scaricato da Internet contenuti altamente illegali? Qualcosa di speciale. Darwin vince. Sempre.
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Antibufala: le verdure mutanti di Fukushima

July 26, 2013 9:27, by Unknown - 0no comments yet

Stanno circolando sui social network e anche in alcuni siti di testate giornalistiche (ABC, Daily Mail, Yahoo Notizie, Panorama) numerose immagini che documenterebbero gli effetti dell’incidente nucleare di Fukushima sulle piante: pomodori deformi, cavolfiori giganti, rape e melanzane che sembrano mani, e altro ancora.

Tranquilli, la notizia è una bufala. I dettagli, se li volete, sono conditi e serviti qui su ReteTre.

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Attacco a Viber, accusato di spiare gli utenti

July 26, 2013 9:21, by Unknown - 0no comments yet

Pochi giorni fa è stato attaccato e violato uno dei siti di Viber, popolare servizio di messaggistica istantanea e telefonia via Internet che conta circa 200 milioni di utenti in tutto il mondo. L’attacco è stato rivendicato a nome dell’Esercito Elettronico Siriano con una pagina che accusava Viber di tracciare e spiare gli utenti e raccomandava agli utenti di disinstallare l’applicazione. Ma come stanno esattamente le cose? Ho qualche dettaglio qui.
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