Intelligenza artificiale rende tridimensionale una foto 2D
January 17, 2019 22:44Si parla molto, ultimamente, di riconoscimento facciale e di analisi dei volti tramite sistemi di intelligenza artificiale: di solito in toni distopici, evocando il timore di sorveglianze automatiche inesorabili. Ma stavolta segnalo un caso di intelligenza artificiale decisamente positivo e innocuo: una pagina Web alla quale si può dare in pasto una qualunque foto che mostri il volto di una persona e ottenerne in pochi istanti una versione tridimensionale, come mostrato qui sotto:
This open-source AI can reconstruct a 3D face from a single picture!— Emma Hollen (@Emma_Hollen) 7 gennaio 2019
Obivously, I *had* to try it on @ProfFeynman's face 🤓https://t.co/ePmirK4ABY pic.twitter.com/v0bdJuJsmT
È sufficiente visitare questa pagina dell’Università di Nottingham, nel Regno Unito e dargli una propria foto oppure scegliere una di quelle predefinite: in pochi istanti verrà generata una versione 3D del viso (esclusi i capelli).
Il software non si limita ad applicare la foto a un modello generico di volto 3D: se provate la foto predefinita della donna che ha la bocca spalancata, la rende tridimensionale in modo corretto.
Funziona anche con le foto scattate di profilo, ma non con quelle nelle quali il volto è sottosopra, e (pecca gravissima) non funziona con i volti di gattini.
Non fermatevi alle foto preimpostate, che potrebbero essere state precalcolate e ritoccate: usate una foto scelta da voi.
Il software è liberamente scaricabile e si basa su questa ricerca. Buon divertimento.
Cina, prime piante sulla Luna, ma sono già morte
January 17, 2019 21:53Ultimo aggiornamento: 2019/01/15 21:15.
A bordo della sonda cinese Chang’e-4, sulla faccia nascosta della Luna, c’è un piccolo esperimento biologico sigillato, i cui semi di cotone stanno germogliando, come si può vedere nell’immagine qui sotto, rilasciata dall’Università di Chongqing.
L’esperimento contiene anche colza, patate, arabidopsis, moscerini della frutta e lievito. Si spera che produrrà il primo fiore cresciuto su un altro mondo. Tuttavia, segnala Xinhua, per ora non ci sono segni di crescita delle altre forme di vita portate a bordo.
La seguente immagine, datata 12 gennaio e pubblicata da GBtimes, mostra invece l‘esperimento di controllo sulla Terra e non una fase successiva della crescita del germoglio lunare come avevo riportato inizialmente basandomi proprio su GBTimes, il cui articolo è stato rettificato dall’Università di Chongqing. Rettifico anche il mio.
Anche queste immagini si riferiscono all’esperimento di controllo.
2019/01/15 21:15
Secondo questo tweet di Andrew Jones di Planetary.org che cita un articolo di China News, i semi, il lievito e le uova di moscerini della frutta sono stati esposti a temperature inferiori a -50°C a causa di una mancanza di energia e si sono congelati; si decomporranno quando inizierà il giorno lunare presso il sito in cui si trova la sonda. Questo, aggiunge Emily Lakdawalla, era il loro destino previsto. Una fine ingloriosa per le prime piante e i primi insetti arrivati sulla Luna. Lo spazio non perdona.
Chang'e-4 mini biosphere update: The seeds, yeast & fruit fly eggs have been subjected to temperatures below -50°C due to lack of power, are frozen & will decompose once lunar daytime begins in Von Kármán crater, according to this Chinese article. #ChangE4 https://t.co/GqgdrAjYTZ pic.twitter.com/EchlebFrrB— Andrew Jones (@AJ_FI) January 15, 2019
Fonti: Alan Wong, CGTN, GBTmes/China Daily.
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Il 10-Year Challenge è un complotto? Improbabile. Ma il sospetto la dice lunga
January 17, 2019 21:51Da qualche giorno è scoppiata la mania di pubblicare nei social network (Facebook, Twitter, Instagram) una propria foto attuale accanto a una di dieci anni fa e accompagnarla con l’hashtag #10YearChallenge. Solo su Instagram sono circa tre milioni le immagini con questo hashtag.
Anche se molti si stanno divertendo con questo gioco, altri hanno cominciato a diffondere una tesi di complotto: il 10-Year Challenge consentirebbe a Facebook e Instagram (che è di proprietà di Facebook) di acquisire coppie di foto del volto della stessa persona a una distanza di tempo ben precisa, allo scopo di addestrare meglio i sistemi di riconoscimento facciale dei social network e consentire loro di indovinare come cambia il viso quando si cresce o si invecchia.
C’è chi, come Nicholas Thompson di Wired, ipotizza che il 10-Year Challenge sia stato creato intenzionalmente dai gestori dei social network a questo scopo.
Di prove, però, non ce ne sono e Facebook ha risposto a Thompson smentendo tutto. Forse l’aspetto più interessante è la popolarità di questa tesi, insieme alle reazioni degli utenti alla smentita. La disinvolta fiducia nei confronti di Facebook e in generale della raccolta massiccia di dati personali che ha caratterizzato gli anni del boom dei social network sembra essersi perlomeno incrinata, a furia di episodi come Cambridge Analytica e le tante fughe di dati personali dovute alla scarsa attenzione dei gestori dei social network.
Repubblica e gli eurodecimali: 0,0011 è di più di 0,009 ed è “poco più di un centesimo”
January 17, 2019 18:01Produrre una moneta da un centesimo costa poco meno del suo valore: 0,00906 euro. Farne una da due è un po' più caro: 0,001136 (poco più di un centesimo).
Lo scrive Flavio Bini su Repubblica oggi. Nella sezione Economia. Li ho già avvisati, e so che mi leggono, ma la frase è ancora lì. Son piccolezze, ma una rilettura eviterebbe certi scivoloni.
Per gli increduli, ecco screenshot e copia permanente.
Fra l’altro, @GiantAnacond ha trovato i dati originali: 9,06 euro per 1000 monete da un centesimo e 11,36 euro per 1000 monete da due centesimi. Quindi un centesimo costa 0,00906 euro e la moneta da due cent costa 0,01136 euro.
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773 milioni di account rubati e messi online. Compreso (forse) uno mio. Ma quale?
January 17, 2019 13:48Ultimo aggiornamento: 2019/01/17 16:30.Il ricercatore di sicurezza Troy Hunt, noto per il suo servizio di allerta Have I Been Pwned, ha segnalato l’esistenza di un archivio, circolante in Rete, di circa 773 milioni di indirizzi di mail con relative password. Se volete sapere se il vostro indirizzo è in questo archivio, digitatelo (l’indirizzo, non la password) nella casella apposita di HIBP.
Attenzione: se il vostro indirizzo di mail risulta nell’archivio, non vuol dire necessariamente che è stato violato il vostro account di mail: vuol dire che è stato compromesso uno dei servizi ai quali vi siete iscritti usando quell’indirizzo.
La questione mi tocca personalmente, perché ho ricevuto anch’io un avviso da HIBP (screenshot qui accanto), visto che sono iscritto al suo servizio di allerta.
Il problema è che per quel che ho capito leggendo lo spiegone di Troy Hunt, HIBP non mi dice quale dei miei tanti account per servizi online che ho associato a quell’indirizzo di mail è stato violato.
Ho password differenti e molto robuste per ogni servizio, e ho l’autenticazione a due fattori dappertutto; può darsi che sia un falso allarme e l’archivio contenga dati vecchi (come è successo anche a Troy Hunt) o farlocchi per farne aumentare il volume e quindi l’apparente valore. Però mi piacerebbe togliermi il dubbio prima di cambiare tutte le mie password. Avete idee?
In ogni caso, vi consiglio di verificare se siete anche voi nell’archivio di credenziali rubate. Se poi avete dubbi su qualche password, c’è anche questa verifica per sapere se la password che usate è presente (anche se non associata a un vostro account) negli archivi di password di HIBP.
2019/01/17 16:30
Grazie a un lettore, G.V., ho avuto modo di sapere qual è la password associata al mio account di mail nell’archivio: è una sequenza di quindici cifre che non ho mai usato come password da nessuna parte. O è un hash bizzarro, oppure nel mio caso i dati contenuti nell’archivio non sono reali.
Fonte aggiuntiva: Ars Technica.
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