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Disinformatico

September 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Lezioni di Internet

November 3, 2014 20:55, by Unknown - 0no comments yet

Questo è quello che ho tweetato poco fa.

disinformatico
Lezioni di Internet: quando si Googla "MPEG", fare estrema attenzione a non digitare "MPREG". Not. Safe. For. Work.
03/11/14 23:21


Qualche minuto più tardi:

disinformatico
Ora avete foto di uomini gravidi nella cache del vostro browser.
03/11/14 23:28


E qualche istante più tardi:

disinformatico
Dimenticavo: la lezione di Internet di oggi era intitolata "Cos'è il social engineering?"
03/11/14 23:28


A volte il folletto che c'è in me scappa e prende il sopravvento. Scusate.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Com’è installare Linux su un computer a caso oggi?

November 2, 2014 21:27, by Unknown - 0no comments yet

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “alanati” e “nikber*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Pochi giorni fa ho comprato un laptop (un Acer Aspire E 11 con Windows 8.1) praticamente a caso: i miei unici criteri sono stati il prezzo (era in offerta a meno di 300 franchi, circa 250 euro) e le dimensioni (mi serviva molto piccolo, per cui ho preso un 11,6" con un touchpad generosamente dimensionato per le mie mani da elefante). L'ho comprato perché mi serve un ultraportatile sacrificabile da portare sempre in borsa con me.

Scrivo molto e il copia-e-incolla è un compagno continuo di digitazione (specialmente quando sto traducendo) e quindi mi serve qualcosa che abbia una vera tastiera, non un tablet, e un copia-e-incolla efficiente. Inoltre a questi prezzi sono anche disposto a sopportare la natura schizofrenica di Windows 8.1, che non ha ancora deciso se vuole essere un sistema operativo a quadratoni di Mondrian oppure fare un'operazione nostalgia mantenendo una grafica anni Novanta che conforta l'utente di lungo corso.

Ho provato a installarvi Linux, anche per vedere quanto è facile (o difficile) farlo oggi rispetto ai tempi eroici di Da Windows a Linux e ottenere una macchina funzionante e funzionale (perlomeno per i miei scopi principali: scrivere, andare online, fare presentazioni) senza dover passare ore a leggere recensioni e tutorial per scoprire quali computer sono perfettamente compatibili con Linux. Avrei preferito trovare un laptop con Linux preinstallato a un prezzo abbordabile, ma è tuttora un miraggio. Questi sono i miei appunti di viaggio linuxiano.

Aggiornamento: visti i commenti iniziali alla prima stesura di questo articolo, ribadisco che si tratta di appunti di viaggio, non di un esperimento scientifico rigoroso. Evitate dunque le flame war, se potete.


L'importanza dei preliminari


Come primo passo, naturalmente, faccio un backup del Windows preinstallato, caso mai vada storto qualcosa durante l'installazione di Linux (o se per caso decido di reinstallarvi Windows). Rimpiango i tempi in cui veniva fornito un DVD d'installazione di Windows, ma oggi i lettori DVD sono assenti in quasi tutti i netbook e ultrabook, e Microsoft (come del resto Apple) si guarda bene dall'offrire un supporto d'installazione o recovery più moderno, tipo una scheda SD o una penna USB, che graverebbero sul costo del laptop. Sul laptop c'è l'utility apposita fornita da Acer (Recovery Management), che include la possibilità di creare un backup dell'installazione di fabbrica su una penna USB da almeno 16 GB.

Intanto che effettuo il backup, scarico la ISO di Linux Ubuntu 14.04.1 LTS a 64 bit. Poi la masterizzo su un DVD usando l'utility integrata in Windows (molto semplice e pratica – un netto passo avanti rispetto al passato).




Installazione vera e propria


Collego un lettore di DVD esterno USB al laptop e vorrei fare semplicemente boot dal DVD, ma questo è un laptop moderno, e quindi ha l'UEFI e il Secure Boot, per cui devo entrare nel setup. Ma come si fa? Una rapida Googlata mi dice che devo spegnere completamente il laptop (non basta fare un riavvio di Windows) e poi riaccenderlo premendo (non continuativamente) il tasto F2 mentre c'è il logo Acer sullo schermo, oppure da Windows fare Shift-Restart - Troubleshoot - Advanced Options - UEFI Firmware settings - Restart.

Nota: ho tentato anche di fare un'installazione dual boot, ma ho fallito miseramente. Nel Setup c'è (in Main) l'opzione di abilitare il menu di boot premendo F12, ma se la abilito mi offre solo l'opzione di fare boot con Windows. Nel Setup c'è anche la voce Boot, che permette di cambiare il Boot priority order, mettendo il DVD al primo posto. Non serve a niente: parte sempre Windows. Grazie tante. In teoria Ubuntu è in grado di gestire il Secure Boot, ma sembra che sia preferibile disabilitarlo se voglio fare un dual boot. Ma quella carognetta del Setup non mi permette di disabilitare il Secure Boot: l'opzione c'è, ma non è selezionabile. E adesso? Dopo un po' di tentativi scopro che diventa selezionabile solo se è stata impostata nel Setup una password di supervisore. Adorabile. Nel Setup disabilito quindi il Secure Boot e cambio la sequenza di boot, mettendo il DVD al primo posto. Salvo e riavvio. Riparte comunque Windows. Grrr. Provo Shift-Restart - Use a Device - boot da EFI DVD/CDROM. Niente. Per questo ho deciso di purgare Windows dal computer.


Nel Setup, vado nella sezione Boot e cambio il boot mode da UEFI a Legacy. Faccio un riavvio, rientro nel Setup, scelgo la sequenza di avvio (prima il DVD, poi il disco rigido interno), riavvio ancora e... ta-daa! Ubuntu si avvia dal DVD. Finalmente un segnale di vita.


Il guaio è che l'installazione non prosegue oltre la schermata che vedete nella foto qui sopra. Il computer resta inerte. Vado a fare altre cose, sperando che il computer stia in realtà macinando per installare il sistema operativo (mi mancano tanto le lucette di attività del disco di una volta), ma quando torno lo trovo ancora così, in coma.

Spengo e riaccendo, nella migliore tradizione di The IT Crowd, faccio di nuovo boot dal DVD, e accade il miracolo: parte Ubuntu, che mi propone un'installazione di prova o definitiva. Opto per la definitiva e scelgo l'interfaccia in italiano.

Decido di non scaricare gli aggiornamenti durante l'installazione e di installare il software di terze parti (principalmente per il decoder MP3). Non voglio complicare le cose: vediamo se s'installa, tanto per cominciare.

Decido poi di cancellare il disco e di cifrare l'installazione. A questo punto arrivano le richieste tipiche di qualunque sistema operativo: il fuso orario, la lingua della tastiera (nel mio caso, Svizzera francese standard), il nome utente, il nome del computer, la password dell'utente, la cifratura della cartella personale. A differenza di Windows, Ubuntu non mi chiede insistentemente di attivare un account nel cloud di nessuno. Al termine dell'installazione mi chiede un riavvio e basta. Mi dice di togliere il DVD e premere Invio: lo faccio, ma non succede nulla.

Spengo e riaccendo brutalmente: parte Ubuntu, che mi chiede la password di cifratura e poi si blocca. Spengo e riaccendo di nuovo: stavolta va meglio e arrivo alla schermata di login. Il Wi-Fi viene rilevato e mi collego alla rete senza problemi. Mi chiede di aggiornare il supporto per le lingue e poi installo gli aggiornamenti di tutto il resto del software.

Sembra tutto a posto! Firefox e LibreOffice sono già installati e funziona anche Flash per i video. Anche l'audio va. Almeno questo è cambiato rispetto al passato, quando scheda video e audio andavano configurate a mano.



Ma c'è un problema. Quando cerco di spegnere il computer facendo uno shutdown ordinato, Ubuntu si pianta. Quando lo spengo premendo il tasto di spegnimento (non ho altra scelta) e poi lo riaccendo, rimane piantato due volte su tre. Questo è semplicemente inaccettabile, per cui l'esperimento finisce qui (Aggiornamento: c'è un lieto fine). Ve lo racconto com'è andato, senza peli sulla lingua e senza pretese di stabilire un principio generale (qualche mese fa ho messo Ubuntu su un mio vecchio netbook Samsung senza il minimo problema), e ripristino Windows. Sono un sostenitore dei principi del software libero e senza lucchetti, ma c'è un limite al numero di ore che posso spendere per far funzionare un software. No, mi correggo: per cercare di farlo funzionare e poi fallire.

Morale della storia: l'Acer Aspire E11 non è una buona scelta per installarvi Linux, oppure installarlo è un'impresa superiore alle mie capacità e al tempo che posso dedicarvi. Sono passati quattordici anni da quando ho scritto Da Windows a Linux insieme a Odo, e siamo ancora a questo punto. Colpa mia, colpa dei produttori che usano soluzioni tecniche Windows-centriche, certo. Ma all'utente interessa poco di chi è la colpa. Interessa che lo strumento che acquista e sul quale deve lavorare funzioni.

E così Windows cheap and cheerful vince ancora, e quel MacBook Air da 11 pollici che mi guarda dal sito Apple e he costa, sì, tre volte quanto questo laptop Acer ma funziona (col suo OS X proprietario, ma funziona), improvvisamente non sembra più così assurdamente costoso. Il tempo è denaro, dannazione.



2014/11/02: Lieto fine a sorpresa


Dopo la pubblicazione iniziale di questo articolo, due commentatori (prima prez e poi indipendentemente giovbrunetti) hanno scovato la causa della magagna che mi aveva fatto esaurire la pazienza. Così ci ho riprovato, reinstallando da capo Ubuntu e poi modificando dal Terminale il file /etc/modprobe.d/blacklist.conf, aggiungendogli

blacklist dw_dmac
blacklist dw_dmac_core

e salvando il file. Dopo un riavvio a freddo, lo shutdown e l'avvio di Ubuntu funzionano perfettamente, per cui ora ho un minilaptop Linux e l'esperimento è passato dal fallimento al successo. Grazie!




2014/11/03: Successo? Un momento...


Ho gioito leggermente troppo presto: quando ho iniziato a scrivere un po' sul laptop, come sto facendo ora per aggiornare questo blog, mi sono accorto di una magagna bizzarra: i tasti freccia su, giù e destra non funzionavano, mentre quello verso sinistra reagiva correttamente. Questo avveniva in tutti i programmi, per cui era chiaramente un problema a livello di sistema operativo.

Una ricerca in Google mi ha permesso di trovare questa soluzione: digitare in un Terminale il comando

sudo dpkg-reconfigure keyboard-configuration

e poi selezionare Acer laptop come modello di tastiera. Piccolo problema: come faccio a selezionare se non funzionano i tasti freccia? Per fortuna ho scoperto che attaccando un mouse potevo muovere la selezione su e giù usando la rotella e poi digitare ripetutamente la lettera A fino a posizionarmi sulla voce che mi interessa.

Ho scelto anche le varie opzioni del layout e poi ho riavviato il laptop. Adesso i tasti freccia funzionano tutti.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



La roccia lunare italiana è finalmente in mostra al Museoscienza di Milano, inaugurata dall'ultimo uomo sulla Luna

November 2, 2014 19:40, by Unknown - 0no comments yet

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Vi ricordate della raccolta di fondi per creare lo spazio espositivo per la roccia raccolta sulla Luna dagli astronauti delle missioni Apollo e donata all'Italia più di quarant'anni fa? Avevo dato anch'io una mano partecipando a una giornata speciale al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, e finalmente la roccia è visibile al pubblico. È venuto ad inaugurarla nientemeno che l'astronauta Gene Cernan, ultimo uomo sulla Luna.

Questo è un video girato da Televisionet che mostra la sezione espositiva e (per qualche fugace istante) la roccia in questione:


Cernan, ospitato dallo sponsor Omega, ha guidato una replica dell'auto elettrica usata sulla Luna ed è stato “multato” dalla polizia locale:


Ho avuto il tempo di fare due chiacchiere con lui e chiedergli di raccontare cos'ha scritto nella polvere della superficie della Luna:


“Hai descritto molti aspetti del tuo viaggio sulla Luna, ma nel leggere la tua autobiografia The Last Man on the Moon, gli ho chiesto, “per me spicca un dettaglio: a un certo punto scrivi qualcosa nel terreno lunare. Ce lo racconti?”

Le iniziali di questa bambina
sono sulla Luna per sempre.
Cernan racconta con trasporto: “Avevo parcheggiato il Lunar Rover [l'auto lunare] prima di ripartire, dopo poco più di tre giorni sulla Luna... ho parcheggiato il Lunar Rover. Poiché l'unica cosa controllata da Terra – tutto il resto lo facevamo noi – era la telecamera, e volevano registrare il nostro decollo. Così ho parcheggiato circa tre quarti di miglio dietro al punto in cui si trovava il modulo lunare. Sono sceso dal Rover, e... non era stato pianificato, non ho idea di cosa mi abbia preso, ma ho scritto le iniziali di mia figlia, TDC, nella sabbia: Teresa Dawn Cernan.”

“Le sue iniziali sono là.” prosegue l'astronauta. “Qualcuno mi ha chiesto quanto ci resteranno, e io ho risposto: per sempre. Non so quanto duri ‘per sempre’, ma non c'è vento e non c'è pioggia, non c'è nulla che possa  – eccetto la radiazione cosmica – che possa spazzare via quelle iniziali. Quanto a lungo resterà la bandiera? Quanto resteranno le mie impronte? Per sempre. A meno che qualcuno vada là e le cancelli.”

“Allora ti consideri il primo scrittore... lunare?” gli chiedo.

“Non l'ho mai considerato da questo punto di vista!” ride Cernan. “Sai, il mio obiettivo, in quel libro, era condividere con te le risposte a tutte le domande che so che hai, e sai tu quali sono. Volevo essere io che parlavo con te, e volevo che tu fossi là fuori con me durante la mia passeggiata spaziale di Gemini 9, a sentire quello che ho sentito io. Volevo che fossimo tu ed io sulla Luna, con lo sguardo rivolto alla Terra, in modo che tu potessi rispondere alla domanda ‘Che cosa si prova? Cos'hai pensato? Credi in Dio? Ti sei sentito più vicino a Lui?’ Questo era il mio scopo. Non so quanto mi ci sono avvicinato...”

“Moltissimo.”

“Non volevo che fosse un libro tecnico, come funziona questo o quello. Stupidate! Io volevo essere seduto qui a rispondere a tutte quelle domande insieme a te.”

“Ci sei riuscito. Missione compiuta”.

“Stanno facendo un documentario...”

“Sì...” rispondo, mostrando la cartolina presa tre giorni prima in Inghilterra all'incontro con il suo collega Fred Haise.

“Eccolo! Uscirà in primavera e ha avuto ottime recensioni fin qui.”

“Sì” confermo io “sono in contatto con Stephen Slater [uno dei realizzatori del documentario]. Posso chiederti di firmare?”, gli chiedo porgendogli la sua autobiografia, che spero prima o poi di poter tradurre in italiano. Cernan, con garbo, acconsente.

“Ottobre 2000...?” chiede lui.

“Quattordici” rispondo.

“Quattordici! Sai, a qualcuno devo aver scritto ‘2004’. Ho perso dieci anni di vita!”


Altre interviste raccolte dai colleghi:


Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Samantha Cristoforetti: perché si va nello spazio?

November 2, 2014 11:57, by Unknown - 0no comments yet

Godetevi questa mini-conferenza di Samantha Cristoforetti alla Maker Faire di Roma. È in inglese (e in un gran bell'inglese, fra l'altro), ma l'entusiasmo incontenibile e l'emozione per il privilegio di partire verso lo spazio tra ormai meno di un mese credo traspaiano anche a chi non parla questa lingua.

Menzione onorevole, inoltre, per le abbondanti citazioni di Star Trek e della Guida Galattica per Autostoppisti. Non so se il governo italiano se n'è reso conto, ma sta mandando nello spazio una vera geek. Buona visione.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Una giornata spaziale al Festival della Scienza di Genova

November 2, 2014 7:35, by Unknown - 0no comments yet

Pochi giorni fa sono stato ospite del Festival della Scienza di Genova insieme a Luigi Pizzimenti, curatore della sezione spazio del Museo del Volo Volandia (Varese, accanto all'aeroporto di Malpensa) e grande appassionato di astronautica.

Eravamo appena tornati da Pontefract, in Inghilterra, dove avevamo ritrovato Fred Haise di Apollo 13, per cui eravamo belli carichi di storia spaziale e siamo arrivati a Genova pronti a condividere la nostra passione in una conferenza-spettacolo intitolata Una giornata spaziale, che ha descritto lo svolgimento di una giornata tipica a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Ecco il video integrale della conferenza, ripreso da Alfonso Lucifredi. Purtroppo non era disponibile l'audio diretto dal mixer, per cui il rimbombo della sala rende difficile l'ascolto, ma se volete farvi un'idea di cosa abbiamo fatto e di cosa potremmo venire a raccontare dalle vostre parti, dategli un'occhiata.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



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