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Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

La dissonante sinfonia della follia atomica

27 de Novembro de 2012, 22:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “alemarzaro”.

Questo video dell'artista Isao Hashimoto mostra in forma grafica, al ritmo di un mese al secondo, tutte le bombe nucleari fatte esplodere dal 1945 al 1998.


L'inizio è lento ma terribile, con quel singolo test ad Alamogordo seguito prontamente dalle due bombe su Hiroshima e Nagasaki. Poi il conteggio inizia pian piano a crescere e accelerare, dapprima ad opera esclusiva degli Stati Uniti. Poi si aggiungono le altre potenze nucleari. Verso gli anni Sessanta c'è un parossismo di esplosioni che rende bene la disinvoltura e la follia di quel periodo.

Se qualcuno stava osservando il nostro pianeta da lontano, avrà pensato bene che non era il caso di prendere contatto con dei selvaggi che giocavano coi fiammiferi dentro una tinozza piena di benzina.




L’universo ha uno scopo? Risponde Neil DeGrasse Tyson

26 de Novembro de 2012, 22:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “f.momon*”.

One Minute Physics ha pubblicato questo video che illustra la garbata e profonda risposta dell'astrofisico Neil DeGrasse Tyson alla domanda “L'universo ha uno scopo?”.


“Non ne sono sicuro. Ma chiunque esprima una risposta più definitiva a questa domanda asserisce di avere accesso a conoscenze che non hanno basi empiriche. Questo modo di pensare, sorprendentemente persistente, comune alla maggior parte delle religioni e ad alcune branche della filosofia, ha fallito pesantemente nei propri passati tentativi di capire, e pertanto predire, il funzionamento dell'universo e il nostro ruolo in esso.

Affermare che l'universo ha uno scopo implica che vi sia un risultato desiderato. Ma chi compierebbe l'atto di desiderare? E quale sarebbe questo risultato desiderato? Che le forme di vita basate sul carbonio siano inevitabili? O che dei primati senzienti siano l'acme neurologico della vita?

Ovviamente gli esseri umani non sono stati presenti per fare queste domande per il 99,9999% della storia del cosmo. Quindi se lo scopo dell'universo era creare esseri umani, allora il cosmo è stato vergognosamente inefficiente nel farlo. E se lo scopo ulteriore dell'universo era creare una culla feconda per la vita, allora il nostro ambiente cosmico ha un modo molto strano di manifestarlo. La vita sulla Terra, nel corso di oltre tre miliardi e mezzo di anni d'esistenza, è stata aggredita incessantemente dalle fonti naturali di caos, morte e distruzione. La devastazione ecologica inflitta dai vulcani, dai cambiamenti climatici, terremoti, tsunami, tempeste, e in particolare gli asteroidi-killer hanno causato l'estinzione del 99,9% di tutte le specie mai vissute qui.

E che dire della vita umana in sé? Se siete persone religiose, potreste dichiarare che lo scopo della vita è servire Dio. Ma se siete uno dei cento miliardi di batteri che vivono e lavorano in un solo centimetro del vostro intestino crasso, potreste invece affermare che lo scopo della vita umana è fornirvi un ambiente vitale buio ma idilliaco e anaerobico di materia fecale.

Pertanto, in assenza di arroganza umana, l'universo appare sempre più casuale. Ogni volta che gli eventi che si dice siano per il nostro bene sono altrettanto numerosi quanto gli altri eventi che ci ucciderebbero, l'intenzionalità risulta difficile, se non impossibile, da affermare. Quindi anche se non posso affermare di sapere con certezza se l'universo abbia o no uno scopo, le argomentazioni contrarie sono solide e percepibili da chiunque veda l'universo per quello che è e non per quello che vorrebbe che fosse.“


– Neil DeGrasse Tyson



Preservativi usati cinesi negli elastici per capelli? Bufala

26 de Novembro de 2012, 22:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “linus88”.

Ha ripreso a circolare, in particolare su Facebook (per esempio qui e qui),  la “notizia” che in Cina vengono venduti elastici per capelli fabbricati usando preservativi usati. A conferma viene citato un articolo del TGCom datato 2007.

Basterebbero però trenta secondi di Google per scoprire che la storia è una bufala: ne parlano da anni Snopes.com, UrbanLegends e Hoax-Slayer.

Sì, alcuni elastici per capelli fabbricati in Cina erano fatti con i preservativi. Ma si trattava di preservativi scartati, non usati. Scartati durante la lavorazione, non dopo essere stati utilizzati dagli acquirenti.

Per capire che la storia dei preservativi usati non si regge in piedi sarebbe bastato fermarsi a riflettere per un nanosecondo. Da dove verrebbero questi preservativi usati? Chi mai si prenderebbe la briga e avrebbe il pelo sullo stomaco di andare in giro a raccoglierli uno per uno dopo l'uso? Non è invece più credibile che una fabbrica di elastici per capelli usi gli scarti di produzione di una fabbrica di prodotti in lattice, risparmiando sui costi della materia prima?

Infatti un giornalista cinese ha indagato la faccenda e ha trovato che erano, appunto, scarti di lavorazione. La sua indagine risale al 2007. Cinque anni fa.

Complimenti, quindi, a tutti coloro (compresa l'agenzia AFP) che hanno diffuso questa bufala, che funziona splendidamente perché fa leva sulle emozioni forti: il disgusto e – diciamola tutta – il razzismo e la paura del diverso. Viene facile pensare “son cinesi, fanno qualunque sconcezza”. Se al posto dei cinesi ci fosse stata un'italianissima fabbrica di Bassano del Grappa, la storia non sarebbe stata altrettanto emotivamente credibile.



Manichini bionici e altre storie nel podcast di venerdì

25 de Novembro de 2012, 22:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Nella puntata del Disinformatico radiofonico di venerdì scorso, scaricabile come podcast qui, ho parlato dello skeuomorfismo, della primissima webcam nata per sorvegliare una brocca di caffè, delle licenze di Windows 8 regalate per errore da Microsoft, dei negozi che offrono autoritratti solidi grazie alle stampanti 3D e dei manichini bionici che sorvegliano e analizzano i clienti.



Doctor Who spiegato in poche parole

24 de Novembro de 2012, 22:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

“No, guarda, c'è una scatola blu. È più grande dentro che fuori. Può andare ovunque nel tempo e nello spazio e a volte va persino dove vorrebbero che andasse. E quando arriva, c'è dentro un tizio che si chiama Il Dottore e ci sarà qualcosa che non va e lui farà del suo meglio per sistemarla e forse ci riuscirà perché è un grande. Ora siediti, sta' zitto e guardati Blink.

– Neil Gaiman, alla WonderCon 2011, in risposta a
chi gli chiedeva di spiegare Doctor Who ai non iniziati.

Citazione originale e video: “No, look, there's a blue box. It's bigger on the inside than it is on the outside. It can go anywhere in time and space and sometimes even where it's meant to go. And when it turns up, there's a bloke in it called The Doctor and there will be stuff wrong and he will do his best to sort it out and he will probably succeed 'cause he's awesome. Now sit down, shut up, and watch 'Blink'.”



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