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Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Facebook, l’app ora vuole fare telefonate senza chiedere all'utente

29 de Abril de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “marco.forn*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Poco fa ho visto sul mio cellulare Android la notifica della disponibilità di una versione aggiornata dell'app di Facebook. Sono andato a controllare le novità di questa versione e ho trovato quello che vedete nello screenshot qui accanto: ora l'app vuole il permesso di “chiamare numeri di telefono senza il tuo intervento”.

No, giovane Zuckerberg: scordatelo. Non ti darò mai il permesso di fare telefonate che pago io senza il mio intervento. Vedere quest'avviso e disinstallare l'app dal telefonino è stato un tutt'uno. Adieu.


Aggiornamenti


11:30. Traduco integralmente la schermata (ho il cellulare settato in inglese per evitare gli orrori di traduzione delle versioni localizzate delle app):

Servizi che ti costano soldi

NOVITÀ: Chiamare direttamente numeri di telefono

Consente alla app di chiamare numeri di telefono senza il tuo intervento. Questo può portare a chiamate o addebiti inattesi. Si noti che questo non consente all'app di chiamare numeri d'emergenza. Le app ostili possono costarti dei soldi facendo chiamate senza la tua conferma.

Magari la novità non è inquietante come sembra e va chiarita con un avviso un po' meno drammatico e ambiguo, ma se mi devo basare soltanto su questa info sembra che si tratti di telefonate vere e proprie (non VOIP) che possono partire senza alcun mio intervento o consenso, per cui proprio non vedo ragione di permettere questo genere di automatismo a Facebook.



Pezzo di un aereo dirottato trovato vicino alle Torri Gemelle?

28 de Abril de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Sono al Festival del Giornalismo, per cui ho poco tempo per occuparmi della notizia, ma ho pubblicato su Undicisettembre un articolo che fa il punto di quello che si sa finora sul presunto ritrovamento a New York di un carrello appartenente a uno degli aerei dirottati e schiantatisi contro le Torri Gemelle l'11 settembre 2001.

Aggiornamento: sono rientrato al Maniero Digitale e segnalo che un sondaggio indica un ulteriore calo del complottismo undicisettembrino negli Stati Uniti: ci crede l'11% degli elettori (prima erano il 14%), e comunque si tratta di tesi “soft”, nelle quali non ci sono demolizioni segrete o aerei fantasma, ma semplicemente il governo USA avrebbe saputo delle intenzioni dei dirottatori e abbia lasciato che il loro piano andasse in porto. I dettagli sono in questo mio articolo.

Aggiornamento (2013/04/30): il presunto carrello è stato identificato come una parte dei meccanismi dell'ala di un aereo di linea.



La pericolosa illusione della democrazia diretta digitale

27 de Abril de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “msalmi86”.

Stordito dalla tecnologia.
Se siete fra coloro che credono che la democrazia diretta, realizzata tramite Internet, sia la soluzione a tutti i problemi del mondo, porto dal Festival del Giornalismo una dose di realtà che vi consiglio di assumere, perché la democrazia diretta digitale rischia di essere lo strumento perfetto per la dittatura e la manipolazione.

Questa è, a mio avviso, una delle idee più interessanti emerse dal panel “Hacktivismo e sorveglianza digitale: le rivoluzioni combattute in rete” di Fabio Chiusi (blog ilNichilista), Arturo Filastò (Centro Hermes), Giovanna Loccatelli (giornalista e scrittrice) e Dlshad Othman (attivista siriano), il cui video è su Youtube. Guardatevelo tutto per i dettagli, ma il concetto di fondo è questo (eventuali imprecisioni nella sintesi sono mie): ci sono movimenti politici che vedono nell'uso di Internet la chiave per sovvertire il sistema e istituire una democrazia diretta, snella ed efficiente, priva delle storture e corruzioni della democrazia rappresentativa.

L'idea è nobile, ma come tante idee nobili è lontana dalla realtà pratica, perché gli attuali strumenti informatici sono troppo vulnerabili e gli utenti sono troppo incompetenti per usarli in modo sicuro. Per cui chi volesse sabotare queste iniziative avrebbe il gioco tremendamente facile, non solo per bloccarle ma addirittura per usarle a proprio favore.

Supponiamo che un governo voglia introdurre la DDD (democrazia diretta digitale). Si può pensare seriamente che un voto elettronico, implementato sui PC appestati di virus e vulnerabilità degli utenti, sia sicuro più di un voto cartaceo al seggio? Si può pensare che chi ha ancora difficoltà a capire come si compila una scheda elettorale, fa fatica a non farsi fregare la password di Facebook e chi, peggio ancora, non ha alcuna dimestichezza con i computer possa seriamente destreggiarsi fra software di autenticazione del voto, sicurezza fisica del dispositivo informatico e sistemi di garanzia dell'identità delle sue opinioni postate nelle discussioni? No, vero?

Supponiamo, per contro, che un governo (o un aspirante dittatore) voglia sabotare un tentativo di adozione della DDD. Diffondere un trojan che infetti i PC dei partecipanti al movimento per la DDD sarebbe una passeggiata: basterebbe mascherarlo, che so, da serie di foto della presidente del consiglio in tenuta da nudista (lo so, lo so, l'idea non è originale). A quel punto rubare l'identità di un utente, magari non di un semplice elettore qualunque, ma di un esponente importante di un movimento politico, e postare a nome suo nei forum idee sballate ma credibili che lo screditino sarebbe quasi automatico. Paradossalmente, il sistema di autenticazione pensato per garantire l'identità online sarebbe quello che autenticherebbe (apparentemente) le parole di suicidio politico del leader. Tutti i membri del movimento si fidano della DDD perché l'ha proposta il Caro Leader. Ergo, se il Caro Leader dice qualunque cretinata usando la DDD, dev'essere davvero lui che la dice.

Sovvertire il risultato di un voto effettuato con gli attuali strumenti di DDD sarebbe altrettanto banale: lo stesso trojan potrebbe votare al posto dell'elettore o trasmettere al “seggio” digitale un voto falsificato (man in the middle). Faccio fatica a vedere un sistema di voto elettronico affidabile se implementato su macchine trojanizzabili, con sicurezza fisica nulla e adoperate promiscuamente per scaricare pornazzi e giochini pirata. Basta guardare il disastro del voto elettronico negli Stati Uniti, che pure usava macchine dedicate (ma non per questo meno trojanizzabili dal fabbricante).

Al tempo stesso, sono ragionevolmente sicuro che esista la possibilità tecnica di creare un sistema di DDD matematicamente inespugnabile, open source e quindi ispezionabile, con autenticazione e integrità garantita anche su hardware e sistemi operativi insicuri. Ma chiunque pensi che un netbook con su Windows Vista possa magicamente trasformarsi nell'urna della democrazia del terzo millennio con una spruzzatina di software è vittima di una faciloneria paragonabile a quella di chi crede che basti una pallina di plastica magica per fare a meno dei detersivi.

Il vero problema della fuga in avanti rappresentata dal sogno della DDD è che queste tecnologie, quand'anche venissero realizzate, avrebbero milioni di talloni d'Achille: gli utenti, che si farebbero fregare in mille modi e appiccicherebbero su un Post-It la password del documento Word nel quale hanno salvato la propria chiave crittografica privata (e la password sarebbe, ovviamente, password o 12345678). La DDD è fattibile, a mio avviso, solo se oltre al software perfetto si riesce a costruire un elettorato informaticamente sofisticato e culturalmente preparato a concetti come identità digitale, autenticazione e sicurezza.

Ma a quel punto, se tutti gli elettori fossero così illuminati, usare la DDD, l'alzata di mano, la scheda elettorale di carta o un dado a venti facce sarebbe probabilmente irrilevante, perché sarebbero dei semidei. E i semidei non hanno bisogno di votare su cosa fare. Sanno già cosa fare e lo fanno.

Mi rendo conto che di questi tempi alcuni potrebbero considerare questo articolo come una mia rarissima e perigliosa scorribanda nella palude della politica, ma a me interessa solo l'aspetto informatico della questione. Ho sentito parole che hanno messo in chiaro che la democrazia diretta digitale è attualmente, per ragioni prevalentemente informatiche, un'utopia per sempliciotti idealisti, e questa mi sembra una lezione importante a prescindere dai singoli balletti maldestri degli aspiranti salvatori megalomani di un qualunque paese. E ho pensato che fossero parole interessanti da condividere, così come metto in guardia contro la faciloneria di affidare tutti i propri dati personali a Facebook. Tutto qui.



Carrello di un aereo dirottato trovato vicino alle Torri Gemelle?

26 de Abril de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Sono al Festival del Giornalismo, per cui ho poco tempo per occuparmi della notizia, ma ho pubblicato su Undicisettembre un articolo che fa il punto di quello che si sa finora sul presunto ritrovamento a New York di un carrello appartenente a uno degli aerei dirottati e schiantatisi contro le Torri Gemelle l'11 settembre 2001.



Carrello alle Torri Gemelle?

26 de Abril de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Sono al Festival del Giornalismo, per cui ho poco tempo per occuparmi della notizia,  ma ho pubblicato un articolo che fa il punto di quello che si sa finora.  Lo trovate. qui.



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