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Disinformatico

septiembre 4, 2012 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

MySpace si è perso dodici anni di dati degli utenti. Le gioie del cloud

marzo 26, 2019 6:25, por Il Disinformatico

Questo articolo è il testo del mio podcast settimanale La Rete in tre minuti su @RadioInblu, in onda ogni martedì alle 9:03 e alle 17:03. Questa puntata può essere ascoltata qui.


Domanda a bruciapelo: dove sono le vostre foto di famiglia? Ne avete una copia di scorta, o fate quello che fanno quasi tutti, ossia avete quelle vecchie ammassate in una scatola da qualche parte in casa e quelle recenti nello smartphone? Non per menare gramo, ma avete già pensato cosa fareste se vi si guastasse lo smartphone o lo perdeste? Riuscireste a recuperare tutti i vostri ricordi digitali? Pensateci un momento.

Ormai è diventato normale affidarsi al cloud, ossia all’archiviazione dei propri dati presso un fornitore di servizi, sia per lavoro sia nella sfera privata. Gli smartphone archiviano quasi sempre automaticamente una copia dei dati presso i cloud di Google, se avete un telefonino Android, o di Apple, se avete uno smartphone di questa marca. Ma è importante ricordarsi una regola fondamentale: il cloud è il computer di qualcun altro. E quel qualcun altro non sempre ha a cuore i vostri ricordi più cari quanto li avete voi.

Lo hanno scoperto di recente, con amarezza, gli utenti di MySpace. Per chi non se lo ricorda, MySpace, nato nel 2003, era diventato il social network più popolare nella seconda metà degli anni duemila. Nel 2006 era addirittura più visitato di Google. Aveva centinaia di milioni di utenti e tantissime funzioni all’epoca innovative, come il caricamento di canzoni, e permetteva di elencare ben otto amici speciali nel proprio profilo. Nel 2009 fu travolto, come tanti altri, da Facebook.

Ma MySpace esiste ancora, anche se è quasi dimenticato, e milioni di persone vi hanno depositato i propri dati per anni. Foto, pensieri, ricordi, musica. Sembravano al sicuro, nel cloud. Finché un bel giorno, quei “computer di qualcun altro” hanno avuto un problema. Pochi giorni fa MySpace ha annunciato che a causa di un aggiornamento tecnico non riuscito ha perso irrimediabilmente tutte le foto, i video e i file audio caricati dagli utenti fino al 2015. Dodici anni di dati. Si stima che solo le canzoni perdute siano circa cinquanta milioni.

MySpace ha chiesto scusa per il disagio, come si dice sempre in questi casi, e ha consigliato agli utenti di ricorrere alle copie di scorta personali per recuperare i propri dati. La cosa suona parecchio ironica, visto che a quanto pare MySpace non aveva pensato di approntare una copia di scorta dei dati dei clienti prima di imbarcarsi nell’aggiornamento poi fallito.

La vicenda ha messo in luce uno dei limiti del cloud: certo, è meglio di niente, e ci sono fornitori di servizi cloud estremamente professionali e affidabili, ma alla fine se depositiamo i nostri dati nel computer di qualcun altro quei dati dipendono dalla competenza e dalle decisioni di quel qualcun altro.

Il consiglio degli esperti è quindi di usare il cloud come deposito facilmente accessibile, ma di avere comunque una copia personale, locale, dei propri dati. Spesso è sufficiente un buon disco rigido, scollegato da Internet, al sicuro da aggiornamenti tecnici mal riusciti e da eventuali virus e attacchi informatici. Magari protetto da una password e depositato a casa di un amico fidato. Pensateci.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Puntata del Disinformatico RSI del 2019/03/22

marzo 22, 2019 17:36, por Il Disinformatico

È disponibile lo streaming audio della puntata del 22 marzo del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera.

La versione podcast solo audio (senza canzoni, circa 20 minuti) è scaricabile da questa sezione del sito RSI (link diretto alla puntata) oppure qui su iTunes (per dispositivi compatibili) e tramite le app RSI (iOS/Android); questa settimana non c’è la versione video.

Buon ascolto!

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Pasty.link: come scaricare copie dei video in streaming

marzo 22, 2019 5:14, por Il Disinformatico

Se vi è mai capitato di vedere un video in streaming di cui vorreste tenere una copia permanente, per esempio per poterlo rivedere in seguito o perché temete che venga cancellato o modificato, un lettore (cloppj) mi segnala un sito molto utile a questo scopo: è Pasty.link.

Usarlo è abbastanza semplice: si copia il link del video in streaming che volete conservare e lo si incolla nella casella di Pasty.link. Il sito restituisce un link sul quale è sufficiente fare un clic destro (se siete a un computer) per scaricare il video.

Per esempio, se volete conservare per sempre una copia di questa perla del TG5, secondo la cui redazione (specificamente Susanna Galeazzi, autrice del servizio) la Luna dista “centinaia di migliaia di anni luce dal nostro pianeta”, andata in onda il 21 marzo scorso (ieri), potete visitare il sito del TG5, che ospita uno streaming del servizio, copiarne il link e incollarlo in Pasty.link. Otterrete questa schermata:






A questo punto vi basta un clic destro per salvare il video sul vostro computer.


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Facebook ha tenuto centinaia di milioni di password in chiaro. Per anni

marzo 22, 2019 4:50, por Il Disinformatico

Alcune centinaia di milioni di password degli utenti di Facebook sono state archiviate in chiaro, in formato cercabile da parte di oltre ventimila dipendenti dell’azienda, per anni: in alcuni casi fino al 2012, come segnala l’esperto di sicurezza Brian Krebs.

La falla di sicurezza è stata causata dagli stessi dipendenti di Facebook, che in barba a tutte le buone regole di prudenza hanno scritto delle applicazioni per uso interno che registravano le credenziali degli utenti e le salvavano nei server dell’azienda.

Facebook ha pubblicato un comunicato stampa ammettendo la falla e avvisando che invierà notifiche a “centinaia di milioni di utenti di Facebook Lite, decine di milioni di altri utenti Facebook e decine di migliaia di utenti Instagram”.

Conviene cambiare le proprie password di Facebook e Instagram per sicurezza, anche se non ci sono, al momento, indicazioni che possano far pensare che queste password siano state trafugate o trovate da terzi. Ma non è questo il problema: il problema è che Facebook dimostra ancora una volta di non prestare attenzione alle regole di base della sicurezza informatica.

In un momento in cui Facebook si sta offrendo come intermediario per gli acquisti tramite Instagram, dimostrare di non essere capace di gestire bene una cosa fondamentale come le password non incoraggia certo ad affidarle transazioni che riguardino carte di credito.
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Aiuto, la CIA mi vuole arrestare! Ma se pago si sistema tutto. Come no

marzo 22, 2019 4:29, por Il Disinformatico

Qualche giorno fa mi è arrivata da Peggy Nielsen, technical collection officer della CIA, la segnalazione che sono coinvolto come sospettato in un’indagine internazionale contro la pedofilia, che sta per arrivare all’arresto di oltre 2000 persone in 27 paesi. Gli arresti cominceranno l’8 aprile.

Peggy dice che ha allegato vari documenti che attestano la mia colpevolezza, però ha notato che sono “una persona facoltosa che potrebbe preoccuparsi per la sua reputazione” e così si offre di togliermi dalla lista delle persone da arrestare se le spedisco diecimila dollari in bitcoin entro il 27 marzo prossimo.

Naturalmente si tratta di una truffa: Peggy non lavora per la CIA ma è un impostore. Lo si nota dal fatto che la sua mail arriva da un indirizzo, peggynielsen@gov1.cia-govn.cf, che finge di essere quello della CIA ma è della Repubblica Centrafricana. Quindi non c’è nessun arresto imminente che riguarda me o le altre migliaia di persone che hanno ricevuto questa mail. E gli allegati sono fasulli (nel mio caso si tratta semplicemente di immagini del logo della CIA).

Il conto in bitcoin al quale inviare il denaro è al momento vuoto: questo indica che nessuno, finora, è cascato nella trappola. Speriamo che continui così.

Se ricevete questa mail, non vi preoccupate: cancellatela e basta. Soprattutto non pagate.


Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



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