Il Delirio del Giorno: “nella fisica poi ognuno è libero di credere ciò che vuole”
mayo 17, 2018 4:06Riporto integralmente, senza punteggiatura aggiunta, un commento arrivato il 15 maggio scorso:
stati uniti d'America si sono sempre vantati di essere il paese che ha investito miliardi di dollari per la sicurezza nazionale è tu con queste foto mi vuoi far credere che al pentagono sia caduto un aereo con foto che provano solo di un foro di diametro 5 metri con dimesioni di un aereo altezza piu' apertura alare maggiori ,inoltre voglio vedere chi possa essere cosi un bravo pilota a sorvolare a raso terra a quelle velocità con ripida discesa e rapida virata per non parlare poi delle torri gemelle studiare un pò di fisica sarebbe meglio vai a vedere di altri incidenti aerei che sono caduti su edifici confronta ciò che è rimasto poi ne trai le conclusioni eviva la sicurezza falle nella sicurezza telecamere sequestrate per non far vedere nulla e nascondere la verità STUDIare effetto venturi capire cosa succede a pochi metri dal suolo alla velocita di 700-800 KM-ORARI un aereo la verità di quel famoso 11 settembre era nei nostri occhi ma si voleva credere solo cio che dicevano i mas media e il governo americano convincerci che erano dei martiri io questo lo chiamo INGANNO GLOBALE è gli americani in queste cose sono molto bravi come attori ripercorrendo la storia di ciò che hanno fatto non c'è da stupirsi per capire ciò che è successo bisogna conoscere bene la fisica gli effetti del fuoco il potere di calore che ha il cherosene ,non fonde putrelle d'acciaio è sopratutto in brevissimo tempo mi fermo qui tanto questo non cambiera la vostra idea ma nemmeno io questa è la mia linea di fatti che i miei occhi hanno potuto vedere con la conoscenza sia nel mondo aeronautico che nella fisica poi ognuno è libero di credere ciò che vuole almeno in questo c'è ancora la libertà
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Incidente mortale in Tesla in Svizzera: analisi sul posto
mayo 16, 2018 3:22NOTE: An English version of this article is available here.
Un conducente tedesco di 48 anni è morto nello schianto della sua Tesla Model S sull’autostrada A2/E35 in Canton Ticino il 10 maggio scorso. I soccorritori non hanno potuto estrarlo dall’auto, che è andata completamente distrutta nel violento incendio scoppiato dopo l’incidente. Lo schianto ha attirato una notevole attenzione da parte dei media locali e ha suscitato nell’opinione pubblica preoccupazioni sulla sicurezza delle auto elettriche in generale e delle Tesla in particolare.
Condivido queste preoccupazioni molto personalmente, perché sono proprietario di un’auto elettrica (non una Tesla, ma una ben più modesta Peugeot iOn) e, cosa più importante, vivo vicino al luogo dell’incidente e percorro spesso proprio quel tratto di autostrada.
I fatti di base
L’incidente è avvenuto a queste coordinate sull’autostrada A2/E35 vicino al Monte Ceneri, sulla carreggiata diretta verso nord, intorno alle 15.30 locali del 10 maggio. Non risultano coinvolte altre auto.
Questa è una schermata annotata di Google Maps che mostra la zona: il nord è in alto e la carreggiata diretta verso nord è la parte inferiore dell’autostrada; il traffico diretto a nord scorre da sinistra verso destra. La strada a due corsie con due sensi di marcia nella porzione inferiore della schermata è la strada cantonale (che non è coinvolta).
Tunnel exit indica l’uscita del tunnel dal quale proveniva l’auto; Accident occurred on this lane indica la corsia nella quale è avvenuto l’incidente. Scusatemi se le scritte sono in inglese, ma non ho avuto tempo di preparare una versione italiana.
L’incidente è avvenuto poco dopo l’uscita da una galleria (quella indicata in basso a sinistra nella schermata qui sopra), su un tratto di autostrada sul quale sono in corso dei lavori e quindi il traffico diretto verso nord viene diviso in due corsie da uno spartitraffico: la corsia di sinistra è sulla carreggiata diretta a sud, mentre quella di destra rimane sulla carreggiata diretta a nord.
Oggi pomeriggio mi sono recato sul posto e ho percorso in auto esattamente la stessa strada e la stessa corsia del conducente della Tesla, andando costantemente a 78 km/h (21.6 m/s) grazie al cruise control. Il limite locale è di 80 km/h. La telecamera era fissata al mio parabrezza e non l’ho azionata mentre guidavo (l’ho fatta partire prima). La segnaletica e la posizione delle barriere possono essere state alterate rispetto al giorno dell’incidente. Non ho notato grandi segni d’impatto sui guard-rail e ho visto pochissimi segni di frenata.
Questa è una cronologia sommaria del mio video, con i calcoli di distanza:
- 0:08 Primo cartello stradale (sulla destra) che avvisa del cambio di corsia imminente.
- 0:30 Secondo cartello stradale (sulla destra) che avvisa del cambio di corsia; indicazione del limite di velocità di 80 km/h (in alto), a ripetizione del limite già indicato all’ingresso della gallieria. Notate quanti conducenti non stanno rispettando il limite di velocità.
- 0:41 Doppio cartello stradale indicante il limite di velocità (a destra e a sinistra).
- 0:51 Cartello stradale indicante il limite di velocità all’uscita dalla galleria.
- 0:57 La strada si biforca con una chicane. Si notano i segni a V gialli messi dagli agenti di polizia che hanno effettuato i rilievi dopo l’incidente. La distanza dall’uscita della galleria è di circa 150 metri (6 secondi a 78 km/h).
- 1:01 La strada si raddrizza.
- 1:04 L’asfalto nuovo, le righe bianche diagonali sulla corsia di destra e l’assenza di alcuni pannelli verdi sul guard-rail di destra indicano che è questo il punto in cui l’auto si è fermata ed è bruciata. Il luogo è a circa 160 metri dalla biforcazione della strada.
- 1:35 Segno di bruciatura diagonale sulla corsia, forse non correlato all’incidente visto che si trova a ben 820 metri dall’uscita della galleria (38 secondi a 78 km/h). Può darsi che l’auto sia stata spostata qui successivamente.
Secondo il rapporto iniziale della polizia pubblicato nei media locali (Tio.ch), la Tesla si sarebbe rovesciata e sarebbe stata diretta a sud. Ma le foto dell’auto in fiamme mostrano chiaramente che il suo B-pillar, ossia il suo montante centrale (quello fra le portiere), era ancora verticale e indicano che l’incidente si è verificato in una corsia diretta a nord.
Ho ricevuto in via riservata altre foto che mostrano chiaramente che l‘auto non era capovolta durante le fasi iniziali dell’incendio e che la coda dell’auto era rivolta nel senso di marcia. Sembra quindi che il rapporto iniziale di polizia sia sbagliato in merito al cappottamento e alla direzione di viaggio.
Una persona testimone oculare degli eventi ha riferito in via riservata che l’auto procedeva ben al di sopra del limite di velocità locale, ha colpito lo spartitraffico fra le due corsie ed ha iniziato a carambolare, girando su se stessa e spezzandosi nella parte frontale.
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Credit: Tio.ch/Rescue Media. La direzione di marcia è verso destra. |
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Credit: Lettore Tio.ch. La direzione di marcia è verso destra. |
La Tesla aveva attivo l’Autopilot?
Al momento non si sa se la funzione di guida assistita dell’auto denominata Autopilot fosse attiva o no.
A prima vista, le circostanze dello schianto (lavori in corso, con segnaletica orizzontale potenzialmente ingannevole, ottima visibilità e tempo meteorologico perfetto) farebbero pensare a un incidente causato da un eccesso di fiducia nelle funzioni di mantenimento di corsia dell’Autopilot. Tuttavia quando ho percorso la chicane con la mia auto (ben più piccola di una Tesla Model S) a poco meno del limite massimo di velocità locale ho notato che la manovra richiedeva molta attenzione, come potete vedere nel mio video, nonostante il fatto che la chicane sia stata ammorbidita dopo l’incidente, e quindi lo schianto potrebbe anche essere stato causato semplicemente dalla velocità eccessiva alla quale la Tesla (ben più larga della mia auto) veniva a quanto pare condotta.
Credo sia quindi imprudente, per ora, incolpare l’Autopilot o il conducente. Considerato che una persona ha perso la vita, a mio avviso la questione va trattata con cautela e rispetto.
Va sottolineato che il conducente è tenuto ad essere vigile in ogni momento durante l’uso dell’Autopilot, come ribadito più volte nel manuale dell’auto e sul suo display ogni volta che viene abilitato l’Autopilot.
Perché un incendio così violento?
L’attenzione dei media si è concentrata sull’intensità inconsueta del rogo. Secondo quanto riportato da Ticinonews, i Pompieri di Bellinzona hanno dichiarato che “l’urto violento delle batterie agli ioni di litio ha verosimilmente causato un fenomeno denominato thermal runaway, ovvero un rapido e inarrestabile aumento della temperatura”.
Si tratta di una caratteristica ben nota di tutte le auto elettriche: per esempio, durante le riprese di The Grand Tour, il noto incidente di Richard Hammond a bordo di una Rimac Concept One ha innescato un incendio catastrofico.
Ovviamente questo fenomeno causa preoccupazione in qualunque proprietario di auto elettrica, me compreso. Ma va considerato che anche le auto a benzina possono bruciare in modo molto drammatico: dopotutto trasportano una quantità non trascurabile di carburante altamente infiammabile dentro un serbatoio. Alcune case costruttrici di auto a benzina sono state costrette a richiamare i propri veicoli a causa del pericolo d’incendio (è successo per esempio a Lamborghini). Ecco qualche esempio di incendio automobilistico non elettrico.
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Non è un’auto elettrica (Lamborghini). |
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Neanche questa è elettrica (McLaren). |
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Auto a benzina. |
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Altra auto a benzina. |
In altre parole, qualunque veicolo a motore può incendiarsi. Gli incendi delle batterie tendono a essere più intensi e più difficili da spegnere di quelli innescati dai carburanti, ma comunque il rischio di un incendio violento esiste sempre a prescindere dal propulsore. È per questo che in molti paesi è consigliato o obbligatorio avere a bordo un estintore. È un concetto che dovrebbero tenere sempre presente tutti gli automobilisti, non solo quelli elettrici.
Intrappolato dalle porte automatiche della Tesla?
Questo incidente mortale in Svizzera ha suscitato anche un’altra preoccupazione, che riguarda specificamente le Tesla: la Model S ha portiere con maniglie retrattili e un complesso sistema di apertura elettronica motorizzata. Questo sistema ha forse ostacolato eventuali tentativi di estrarre il conducente? È ipotizzabile lo scenario agghiacciante secondo il quale l’uomo sarebbe stato solo tramortito dallo schianto ma sarebbe rimasto intrappolato dentro l’auto, incapace di uscirne con le proprie forze e senza che i soccorritori potessero aprire le portiere prima che l’abitacolo venisse divorato dalle fiamme?
Tesla dichiara che le maniglie della Model S si estraggono automaticamente e le portiere si sbloccano se un evento innesca l’attivazione di uno degli airbag (Model S Emergency Response Guide, pagina 23: “When an airbag inflates, Model S unlocks all doors, unlocks the trunk, and extends all door handles”).
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Una Model S sottoposta a crash test mostra le maniglie estratte. |
Tuttavia questo non è sempre vero, perlomeno secondo questi video di crash test (per esempio a 2:30 e 2:54):
Le portiere posteriori hanno inoltre un meccanismo manuale di rilascio tramite un cavo situato sotto la parte anteriore dei sedili posteriori, come descritto nella stessa pagina del manuale. Tutti i conducenti di una Tesla dovrebbero informarsi bene su queste procedure d’emergenza. Ci sono inoltre delle guide specifiche per vigili del fuoco e soccorritori.
Tuttavia questi meccanismi d’emergenza possono funzionare soltanto se le portiere non sono troppo danneggiate o deformate da potersi aprire.
Non è chiaro, al momento, il motivo per cui il conducente coinvolto in questo incidente svizzero non è stato estratto dall’auto.
Adesso che si fa? Strategie mitiganti
Comprensibilmente, molti conducenti di auto elettriche sono scossi da questo incidente. Lo sono anche molte persone che stanno valutando l’idea di passare a un’auto elettrica.
Sembra che ci sia almeno una lezione amara da imparare: andiamo tutti in giro su veicoli altamente infiammabili, non importa se vanno a elettroni o a carburante. Veicoli che nonostante i migliori sforzi dei progettisti addetti alla sicurezza non riusciranno a proteggerci se verranno sottoposti a impatti sufficientemente catastrofici. Questo è un concetto al quale tutti cerchiamo di non pensare.
Dovremmo trattare le nostre automobili con maggiore rispetto per le loro limitazioni, e forse valutare alcune semplici precauzioni per ridurre il rischio di trovarci in una situazione catastrofica: velocità più bassa, maggiore attenzione, apprendimento delle basi della gestione delle emergenze, un estintore e un attrezzo per tagliare le cinture di sicurezza e sfondare i finestrini, nel caso in cui i soccorritori esperti non siano subito a disposizione.
Naturalmente i soccorsi vanno sempre lasciati ai professionisti, ma in emergenza può essere utile conoscere alcune procedure di base, come quelle presentate in questi video. Tenetevi al sicuro.
Fonti: Incendio sul Ceneri: "Ecco perché è stato così violento", Ticinonews; Tesla collabora con la polizia ticinese, Tio.ch; Auto in fiamme sul Ceneri, morto il conducente, Tio.ch; Rogo A2, batterie in causa, Rsi.ch; "Ecco perché ha preso fuoco velocemente", Gdp.ch; Un sorpasso azzardato, poi lo schianto, Tio.ch.
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Fatal Tesla crash in Switzerland: a local report
mayo 15, 2018 16:20by Paolo Attivissimo
A 48-year-old German driver died in the crash of his Tesla Model S on the A2/E35 highway on May 10. Rescuers were unable to extract the driver and the car was completely destroyed by the fire that followed the accident. The crash has attracted considerable media attention locally and raised concerns about the safety of electric cars in general and Teslas in particular.
I share those concerns on a very personal level, as I own an electric car (not a Tesla, but a much more modest Peugeot iOn), live locally and travel often on that same stretch of highway.
The basic facts
The accident occurred at this location on the A2/E35 highway on the northbound roadway (I’m using US English terms) around 3:30 pm local time.This is an annotated Google Maps screenshot of the area: north is up and the northbound roadway is the lower one of the highway, with northbound traffic traveling left to right. The two-way road below is the state road (strada cantonale).
The crash site is just after a tunnel (bottom left in the screenshot above), where road work is currently being carried out and therefore the northbound traffic is split: the left (overtaking) lane is diverted onto the southbound roadway, while the northbound right lane stays on the northbound roadway.
I took this video today, traveling exactly along the same route and lane used by the Tesla driver. I traveled at exactly 78 km/h (21.6 m/s), using cruise control to maintain speed. The camera was fixed to my windscreen and was not operated by me. Road signs and barrier placement may have been changed slightly since the day of the accident. There are no large impact marks on the guardrails and there are few signs of skid marks.
Quick timeline and distance references:
- 0:08 First road sign (on the right) warning of lane change ahead.
- 0:30 Second road sign (on the right) warning of lane change; 80 km/h (50 mph) speed limit overhead (it’s a reminder; speed limit is already 80 km/h before entering the tunnel). Notice how many drivers are disregarding the speed limit.
- 0:41 Twin speed limit signs at roadside (left and right).
- 0:51 Speed limit sign at tunnel exit.
- 0:57 Road divides with an S-turn. Notice yellow chevrons placed by police survey agents after the crash. Distance from tunnel exit is about 150 meters (6 seconds at 78 km/h).
- 1:01 Road straightens.
- 1:04 Fresh tarmac, diagonal white lines on the right lane and missing green markers on right guardrail suggest that this is where the car came to a stop and burned. This location is about 160 meters from where the road divides.
- 1:35 Diagonal burn mark on lane, possibly unrelated to accident, since it is 821 meters from tunnel exit (38 seconds at 78 km/h). The car may have been moved here.
According to the initial police report published in local media (Tio.ch), the car overturned and was traveling south. However, photographs of the car on fire clearly show its B-pillar (the vertical part of the car body between the front and rear doors) standing upright and the location of the accident is the northbound roadway.
Other photographs, provided to me confidentially, show the car clearly not overturned in the initial stage of the fire and with its rear end in the direction of travel. It would appear that the initial police report is incorrect regarding these two details.
One eyewitness reported confidentially that the car was traveling well above the local speed limit, hit the lane divider and went into a spin, splitting at the front.
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Credit: Tio.ch/Rescue Media. Travel direction is to the right. |
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Credit: Tio.ch reader. Travel direction is to the right. |
Was the Tesla on Autopilot?
Currently it is not known whether the car’s driver assistance feature known as Autopilot was active or not.
At first glance, the circumstances of the crash (road works with possibly confusing surface markings, excellent visibility and weather) would seem to suggest a crash induced by excessive reliance on Autopilot’s lane-following functions. However, when I drove through that very narrow S-curve with my car (much smaller than a Tesla Model S) at just below the speed limit I found it rather demanding, as you can see in the video, even though the S-curve had been made less sharp after the accident, so perhaps the crash may have just been caused by the excessive speed at which the Tesla (a much wider car) was reportedly being driven.
Therefore, it is unwise, at this point, to blame Autopilot or the driver. In view of the loss of life, I believe that the matter should be treated with caution and respect.
It should be stressed that the driver is required to be vigilant at all times during Autopilot use, as stated repeatedly in the car’s manual and on the car’s display every time Autopilot is enabled.
Why the raging fire?
Media attention has focused on the unusual intensity of the fire. As reported by Ticinonews, the Fire Brigade of Bellinzona stated that “the violent impact of the lithium ion batteries probably caused a phenomenon known as thermal runaway, i.e., a rapid and unstoppable increase in temperature”.
This is a well-known characteristic of all electric cars: for example, during the filming of The Grand Tour, Richard Hammond’s notorious accident in a Rimac Concept One triggered a catastrophic fire.
This is clearly a concern to all electric car owners, such as myself. However, it should be noted that petrol cars, too, can burn very dramatically: they are, after all, carrying a substantial amount of highly flammable fuel in a tank. Some petrol car makers have been forced to issue recalls due to the risk of fire (for example Lamborghini). Here are a few examples of non-electric car fires.
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Not an electric car (Lamborghini). |
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Also not an electric car (McLaren). |
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A petrol car. |
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Aother petrol car. |

In other words, any engine-driven vehicle can catch fire. While battery fires tend to be more intense and harder to extinguish, the risk of a raging fire is always present, regardless of the power source. That is why many countries require or recommend having a fire extinguisher on board. All drivers should bear this in mind.
Trapped inside by Tesla’s automatic doors?
This Swiss accident, with its fatal outcome, has prompted another concern, which specifically involves Teslas: the Model S has retractable door handles and a complex power-driven door opening system. Did this system hinder any attempts to extract the driver? Chillingly, was the driver incapacitated by the crash but unable to exit the car, or to be pulled out of it by rescuers, before the vehicle cabin was consumed by fire?
Tesla claims that Model S door handles are extended automatically if an event triggers airbag inflation, as explained in the Model S Emergency Response Guide, page 23: “When an airbag inflates, Model S unlocks all doors, unlocks the trunk, and extends all door handles”.
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A crash-tested Model S presents its door handles. |
However, this is not always true, at least according to these crash tests (for example at 2:30 and 2:54):
Rear doors also have a mechanical release cable located just below the rear seats. All Tesla drivers should get acquainted with these emergency procedures, and there are specific guides for firefighters and first responders.
These emergency mechanisms, however, can only function if the doors are not too damaged and distorted to open.
It is unclear at present why the driver in this Swiss accident was not extracted from the car.
So now what? Mitigation strategies
Understandably, many electric car drivers are shaken by this accident, and so are many people who are considering a switch to an electric car. It seems there is at least one bitter lesson to be learned: whether electric or fuel-driven, we are all riding on highly flammable vehicles, which despite the best efforts of safety designers will fail if they are subjected to sufficiently catastrophic impacts. That is something we all tend to push to the back of our minds.
We should treat our cars with more respect for their limitations and perhaps consider a few simple precautions to reduce the risk of finding ourselves in a catastrophic situation: lower speeds, greater attentiveness, emergency training, a fire extinguisher, and a belt-cutter/window-breaker tool, just in case professional rescuers aren’t immediately available.
Rescue should always be left to professionals, of course, but in an emergency it may be useful to know some basic procedures, such as the ones presented in these videos. Be safe.
Sources: Incendio sul Ceneri: "Ecco perché è stato così violento", Ticinonews; Tesla collabora con la polizia ticinese, Tio.ch; Auto in fiamme sul Ceneri, morto il conducente, Tio.ch; Rogo A2, batterie in causa, Rsi.ch; "Ecco perché ha preso fuoco velocemente", Gdp.ch; Un sorpasso azzardato, poi lo schianto, Tio.ch.
Facebook pubblica finalmente gli standard interni per approvare o rimuovere contenuti
mayo 15, 2018 4:03Per esempio, nel 2013 Facebook bloccò l’intero profilo del museo francese Jeu de Paume perché aveva pubblicato una singola foto in bianco e nero di un nudo femminile parziale. Nello stesso periodo, invece, Facebook ritenne che fotografie di un cane trascinato dietro un’automobile fino a lasciare una scia di sangue sotto il suo corpo fossero conformi agli “standard della comunità”, nonostante le segnalazioni.
Per anni Facebook ha bloccato e rimosso arbitrariamente immagini di donne che allattano ma ha lasciato passare, e tuttora lascia passare, post nei quali si istiga all’odio e si promuove il bullismo. Facebook aveva risposto introducendo nuove regole nel 2015.
Ma ora Facebook promette di aver compiuto un passo avanti verso la risoluzione di questi problemi, pubblicando finalmente questi standard interni, validi “in tutto il mondo per tutti i tipi di contenuti”. Li trovate, tradotti anche in italiano, presso www.facebook.com/communitystandards (vengono visualizzati nella lingua che usate per Facebook).
Vale la pena di leggerli per tentare di capire quali sono i limiti, non sempre intuitivi, di quello che Facebook ritiene accettabile. Per esempio, il social network boccia le minacce, ma solo se sono personali e credibili; vieta le immagini di nudo dei bambini, postate spesso dai genitori con buone intenzioni; non accetta il bullismo, a meno che riguardi personaggi pubblici.
I discorsi di incitazione all’odio occupano una sezione particolarmente corposa di questi standard e vengono vietati se si tratta di attacchi diretti alle persone sulla base di “razza, etnia, nazionalità di origine, religione, orientamento sessuale, sesso, genere o identità di genere, disabilità o malattia” e se si tratta di discorsi violenti o disumanizzanti o di incitazione all’esclusione o alla segregazione.
Le immagini di violenza, invece, vengono gestite da Facebook aggiungendo “un'etichetta di avviso ai contenuti particolarmente forti o violenti in modo che non possano essere visualizzati dai minori di 18 anni”: chi le vuole vedere dovrà cliccarvi sopra intenzionalmente.
Secondo questi nuovi standard, è “permessa anche la pubblicazione di fotografie di dipinti, sculture o altre forme d'arte che ritraggono figure nude.” I musei possono tirare finalmente un sospiro di sollievo, insomma.
Un’altra novità importante è la prossima introduzione di una procedura di appello contro le decisioni dei valutatori di Facebook: se un post, una foto o un video viene rimosso perché considerato in violazione degli standard, questa decisione non sarà più definitiva, ma verrà offerta la possibilità di chiedere un riesame più approfondito da parte di un addetto in carne e ossa, in genere entro 24 ore; se il riesame riscontrerà che la rimozione era errata, i contenuti rimossi verranno ripristinati. Questa facoltà di appello varrà non solo per i contenuti rimossi, ma anche per quelli segnalati ma non rimossi.
Riuscirà Facebook a mantenere queste promesse? Lo scopriremo presto. Butac.it segnala che in queste ore sul social network circola un’accusa infamante nei confronti di Nadia Toffa, la conduttrice delle Iene, che (secondo quest’accusa) starebbe addirittura recitando, pagata dalle case farmaceutiche, per sponsorizzare le cure convenzionali contro il cancro. Secondo Facebook, in quale categoria rientra il complottismo che accusa per nome le persone in questo modo?
“Di chi sono i miei dati?” Ne parlo oggi alle 17 al Museo di Leventina
mayo 13, 2018 7:14Oggi alle 17 sarò a Giornico, al Museo di Leventina (link su Google Maps), per parlare di conservazione dei dati digitali per comuni mortali e delle censure inaspettate che emergono dalle normative sul diritto di copia. L’ingresso è libero.