Dietro le quinte del video degli OK Go
junio 30, 2014 3:52 - no comments yetRicordate il video musicale degli OK Go pieno di effetti speciali fisici? È stato pubblicato un video che ne mostra gli effetti speciali fisici e la complessa coreografia da dietro le quinte. Affascinante.
Airpod, 13 anni di promesse mancate: l’auto ad aria è una bufala fino a prova contraria
junio 29, 2014 18:03 - no comments yetL'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.Sono ormai passati tredici anni (sì, tredici) da quando fu annunciata da Guy Negre l'auto ad aria che avrebbe rivoluzionato i trasporti. In questi tredici anni, per quel che mi risulta, nessuno l'ha mai vista funzionare come promesso. Abbiano pazienza gli imprenditori sardi che ora ne annunciano (di nuovo) l'imminente produzione, ma a questo punto la loro auto ad aria puzza proprio di bufala.
La Rai ha pubblicato oggi un articolo secondo il quale l'Airpod “sarà prodotta e distribuita a Bolotana (Nu) da Airmobility, una società di imprenditori sardi”. Ha scritto che “Tata Motors è in fase di predisposizione dei suoi modelli su tecnologia Mdi per il mercato indiano” e “la Sardegna si è candidata per la prima produzione europea del veicolo, prevista per il tardo autunno del 2014.”
Secondo l'articolo ci saranno “due versioni: motore 7 KW (guida con patente B) 80 km/h con autonomia di circa 120 km (circuito urbano); motore 4 KW (guida con patente A, motocicli) 45 km/h e stessa autonomia, entrambi dotate di un bagagliaio da 500 litri con incluso uno scomparto refrigerato da trenta litri.” L'Airpod “entrerà sul mercato con un modello base dal costo di 7.500 euro e sarà destinata al trasporto passeggeri... un pieno da 4 euro permette di percorrere 100 km alla velocità massima di 80 km/h... il rifornimento di aria compressa può avvenire tramite stazioni abilitate (2,5 minuti per un pieno) o presa di corrente domestica da almeno 10kw (3,5 ore per un pieno)”.
Sì, avete letto bene: per fare il pieno serve una presa di corrente da almeno 10 kW. Sa un tantinello di presa in giro, visto che in Italia il contratto domestico tipico è da 3 kW.
Non so voi, ma io dopo tredici anni senza mai vedere un veicolo funzionante come promesso (almeno 100 km con un pieno) mi sento legittimato a dire che l'Airpod è una bufala fino a prova contraria. Spetta ad Airmobility dimostrare che non lo è.
Se volete leggere tutta la storia di questa vicenda grottesca, leggete il mio articolo di approfondimento.
Disinformatico radiofonico 2014/06/28
junio 28, 2014 19:41 - no comments yetRituale appuntamento con il podcast scaricabile della diretta radiofonica del Disinformatico di ieri sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. Ecco i link ai temi trattati:
Amazon, consegna merci con droni: trovata pubblicitaria o intento reale?
Archeoinformatica: ma cosa vuol dire la sigla Wi-Fi?
Il capo della sicurezza dei mondiali di calcio rivela la password Wi-Fi
Uomo entra in Facebook. Sul computer della casa che sta svaligiando
Amazon, consegna merci con droni: trovata pubblicitaria o intento reale?
junio 28, 2014 19:36 - no comments yetA dicembre scorso ha suscitato scalpore la notizia che Amazon aveva intenzione di avviare la consegna dei propri libri e altri prodotti utilizzando dei droni che avrebbero volato automaticamente fino a casa del cliente. La consegna robotica avrebbe ridotto i costi e reso ancora più celere il servizio, recapitando addirittura entro mezz'ora dall'ordine online.L'annuncio, tuttavia, è in conflitto con le norme che regolano l'aviazione negli Stati Uniti. La FAA (Federal Aviation Administration), l'ente preposto a gestire tutto il traffico aereo statunitense, ha da poco pubblicato un documento nel quale specifica “la consegna di pacchetti alle persone in cambio di un compenso” fra gli esempi di attività non consentite dalla regolamentazione dei droni, il cui uso commerciale è vietato.
Amazon si è affrettata ad argomentare che il documento della FAA si limita a dire che l'uso commerciale di droni non è equiparabile a quello per hobby o ricreativo (cosa ovvia ma che andava puntualizzata formalmente). La FAA, da parte sua, ha ribadito che comunque ogni attività aerea commerciale richiede un'autorizzazione specifica e che al momento l'autorizzazione viene data soltanto a velivoli certificati e comandati da un pilota con brevetto; quindi niente aerei automatici. Finora soltanto due attività commerciali basate su droni hanno ricevuto quest'autorizzazione ed entrambe sono nell'Artico.
Sia come sia, l'annuncio di Amazon resta per ora principalmente una trovata geniale per far parlare dell'azienda: chi si aspettava di assistere presto allo spettacolo discutibile di recapiti aerei ronzanti dovrà attendere a lungo e forse per sempre. Regolamenti a parte, far volare e atterrare autonomamente un drone incustodito in aree densamente abitate non sembra un'idea molto pratica.
Fonti: Ars Technica, Bizjournals.
Il capo della sicurezza dei mondiali di calcio rivela la password Wi-Fi
junio 27, 2014 10:38 - no comments yetL'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
L'uomo nella foto qui accanto è Luiz Cravo Dorea, capo della sicurezza ai Mondiali in Brasile, ritratto nella sala controllo di uno stadio nel quale si disputano le partite. Ha commesso una gaffe classica di sicurezza che ha fatto sorridere gli informatici, compresi quelli che non seguono affatto il calcio.
La foto è stata pubblicata dal Correio Braziliense e poi ritirata, ma troppo tardi: l'immagine stava già facendo il giro del mondo su Twitter fra l'ilarità generale. Infatti sul megaschermo del centro di sicurezza campeggia questa dicitura:
Wifi Network: WORLDCUP
Password: b5a2112014
Presumibilmente la password è stata cambiata dopo la divulgazione, e non è la prima volta che questo genere d'incidente si verifica nei centri di sicurezza degli eventi sportivi (per esempio al Super Bowl di febbraio scorso), ma è un segno che le regole fondamentali della sicurezza non sono ancora state ben capite: se una password deve restare segreta, non la si mette su un megaschermo, e comunque in un centro di sicurezza (anche non sportivo, come questo nel Regno Unito) non deve essere permesso fare fotografie. Neanche allo scopo di farsi belli e di vantarsi delle dimensioni del proprio megaschermo.
Aggiornamento (13:40): La prima stesura di questo articolo indicava la società israeliana RISCO come responsabile del centro di controllo mostrato nella foto, come riportato da numerose fonti (per esempio Sophos, The Hacker News, Hackread, Giornalettismo, Il Secolo XIX), che indicavano inoltre che si trattava del centro di controllo dello stadio Arena Pantanal di Cuiaba, la cui sicurezza è appunto gestita da RISCO. Tuttavia un comunicato stampa della Risco Group Srl, ricevuto dopo la pubblicazione iniziale di questo articolo, dichiara l'estraneità di RISCO alla foto in questione e chiarisce che la foto è stata scattata nella sala controllo di un altro stadio, del quale RISCO non gestisce la sicurezza. In sintesi, RISCO non c'entra nulla con questa foto. L'articolo è stato aggiornato per rispecchiare questi nuovi dati.