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Disinformatico

septiembre 4, 2012 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Oggi alle 15.30 conferenza (online) sul lunacomplottismo

abril 14, 2020 8:52, por Il Disinformatico

Oggi alle 15:30 sarò in diretta sul canale Youtube dell’Istituto Ciampini-Boccardo di Novi Ligure per parlare della storia dello sbarco sulla Luna, con chicche, curiosità e (inevitabilmente) complotti reali e immaginati.

È uno degli appuntamenti del progetto didattico “Spazio alla Conoscenza 2.0”, approvato e seguito dal MIUR.

È un piacere particolare parlare dell’avventura della Luna proprio mentre ricorre il cinquantenario della missione Apollo 13, che avrebbe dovuto portare sulla Luna il terzo equipaggio (dopo Apollo 11 e Apollo 12) ma fu interrotta drammaticamente da uno scoppio avvenuto durante il viaggio d’andata. Tutto si risolse per il meglio, ma l’incidente rese molto chiaro quanto fossero pericolose queste esplorazioni del cosmo.

Ho già incorporato qui sotto il link per assistere alla videoconferenza, che si terrà mentre io mi trovo a Lugano, collegato in streaming tramite Google Meet. Speriamo che la tecnologia ci assista.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Da un protagonista di un dramma spaziale di 50 anni fa, un bel pensiero per il dramma presente: Fred Haise, Apollo 13

abril 13, 2020 5:56, por Il DisinformaticoGrazie all’amico Luigi Pizzimenti, c’è un nuovo videomessaggio di Fred Haise, pilota del Modulo Lunare della drammatica missione Apollo 13 di cui cade in questi giorni il cinquantenario, proprio mentre il mondo è alle prese con una catastrofica emergenza tutta sua. Le sue parole sono particolarmente calzanti e ricche di ispirazione.

Message from my friend Fred Haise Apollo 13 Lmp. #Apollo13 pic.twitter.com/RY2kWYbzev

— Luigi Pizzimenti (@LuigiPizzimenti) April 11, 2020


Hello, my name is Fred Haise. This week we’re coming up on Saturday, April 11th, the fiftieth anniversary of the launch of Apollo 13. Some semblance of today, Apollo 13 was planned to be the third landing on the moon, but we ran into problems. We had a sudden unexpected explosion to deal with, and rather than follow our normal plan, trained mission plan we had, we had to do a lot of things different. We had to do workarounds. We had to be able to accommodate a different way of doing things, to handle the situation, that enabled us to get home.

Somewhat similar, the world now is facing this unusual happening to deal with, this challenge of a virus that has affected across the world many many countries. We similarly have been asked, and have to do, things differently than normal. We are expected to do things we’d just soon not do, that are inconvenient. But it's key that we follow that that has been worked out by experts, that will help relieve the problem, and follow the rules, the new rules if you will, of how we live our life day-to-day.

We’re blessed with having the smart people at work to try to create a serum that will solve the problem. We have the help of many workers in the health industry and people who are ensuring we have supplies. But we have to be able to accommodate, to be versatile and deal with this situation.

I wish all of you well, particularly Luigi, who is a good friend of mine in Italy, I've been to Italy many times, people are very friendly and outgoing. I have always enjoyed my visits there. And I know this is hard to do, to stay at home as much as we’re being asked to do, but that's what it takes to solve this problem. I wish all well, and stay safe.

In traduzione:

Buongiorno, mi chiamo Fred Haise. Questa settimana ci avviciniamo a sabato 11 aprile, cinquantesimo anniversario del lancio di Apollo 13. Con una certa analogia alla situazione odierna, Apollo 13 doveva essere il terzo allunaggio, ma ci imbattemmo in alcuni problemi. Ci trovammo a dover affrontare uno scoppio imprevisto e improvviso, e invece di seguire il nostro piano normale, il piano di missione per il quale ci eravamo addestrati, dovemmo fare molte cose in maniera differente. Dovemmo adottare soluzioni di ripiego. Dovemmo essere capaci di adeguarci a un modo differente di fare delle cose, per gestire la situazione, che ci permise di tornare a casa.

In maniera piuttosto simile, il mondo oggi affronta questo evento insolito da gestire, questa sfida di un virus che ha colpito molti, molti paesi in tutto il mondo. A noi, analogamente, è stato chiesto di fare, e dobbiamo fare, le cose in maniera diversa dal normale. Ci si attende che facciamo cose che preferiremmo non fare e che sono scomode. Ma è essenziale che seguiamo quello che è stato elaborato dagli esperti, che ci aiuterà ad alleviare il problema, e che rispettiamo le regole, le nuove regole se volete, di come viviamo la nostra vita quotidiana.

Abbiamo la fortuna di avere persone intelligenti che lavorano per cercare di creare un siero che risolva il problema. Abbiamo l’aiuto di tanti operatori sanitari e di persone che garantiscono che riceviamo gli approvvigionamenti. Ma dobbiamo essere capaci di adeguarci, di essere versatili e di gestire questa situazione.

Auguro ogni bene a tutti voi, in particolare a Luigi, che è un mio caro amico in Italia. Sono stato in Italia tante volte, la gente è molto amichevole e aperta. Le mie visite in Italia mi sono sempre piaciute tanto. E so che è difficile farlo, è difficile restare a casa tanto quanto ci viene chiesto di fare, ma è quello che è necessario fare per risolvere questo problema. Auguro a tutti ogni bene, e state al sicuro.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


Il Paul Scherrer Institut svizzero calcola le impronte ecologiche complessive dei vari tipi di auto

abril 13, 2020 3:51, por Il Disinformatico


Il Paul Scherrer Institut (PSI) ha pubblicato un estratto di una sua ricerca sull’impronta ecologica complessiva delle automobili a benzina, diesel, a gas naturale, a celle a combustibile ed elettriche, prendendo in considerazione l’intero ciclo di vita dei veicoli, dalla produzione allo smaltimento, e anche la costruzione delle strade e la produzione del rispettivo carburante.

Il testo è alle pagine 10-20 del numero 1/2020 della rivista del PSI (in tedesco), dedicato interamente alla mobilità del futuro. La ricerca èfortemente calata nel contesto svizzero, per cui non è detto che i suoi risultati siano applicabili anche ad altri paesi.

Traduco qui la parte di testo che spiega il grafico mostrato qui sopra. Spero di non aver sbagliato troppo: il mio tedesco è parecchio arrugginito. Segnalatemi le correzioni nei commenti.

L'"impronta ecologica" delle automobili

In uno studio su larga scala del PSI, i ricercatori Brian Cox e Christian Bauer hanno confrontato l'impatto ambientale delle automobili dotate di vari propulsori. È stato più impegnativo di quanto potesse sembrare a prima vista. Oltre alle emissioni di sostanze inquinanti durante il funzionamento, è stato necessario tenere conto delle emissioni prodotte durante la fabbricazione di ciascun veicolo. A seconda della durata di un'auto, rappresentano circa la metà dell'impatto ambientale complessivo.

Il grafico mostra parte dei risultati dello studio. Viene mostrato l'impatto ambientale di vari tipi di auto, sulla base dei dati tipici dei veicoli del 2018. Le linee dietro le auto mostrano la rispettiva "impronta ecologica"; la loro lunghezza corrisponde alle emissioni totali di gas serra del rispettivo veicolo, espresse in emissioni di CO2 (in grammi) per chilometro guidato, e gli altri gas climalteranti sono stati convertiti in equivalenti di CO2. Accanto ai dati attuali, il grafico mostra anche una previsione: i ricercatori hanno calcolato quali valori saranno probabilmente raggiunti nel 2040. Ciò dimostra, per esempio, che si possono prevedere più risparmi con le auto a gas naturale del futuro che con le auto a celle a combustibile.

Per ogni tipo di auto, per il 2018 viene mostrata anche la composizione delle emissioni di gas serra: la dimensione della nuvola a sinistra indica le emissioni proporzionali durante la costruzione del veicolo e la proporzione delle strade su cui guiderà. Oltre alla fabbricazione della carrozzeria, si tiene conto anche del propulsore, del serbatoio o rispettivamente della batteria e della costruzione e manutenzione della strada. La nuvola situata proprio dietro allo scarico, invece, rappresenta i gas di scarico diretti durante il viaggio e le emissioni comportate dalla produzione e dal trasporto del rispettivo carburante: benzina, gasolio o elettricità per l'auto elettrica. Questo dimostra che i veicoli elettrici sono meno rispettosi dell'ambiente rispetto ai motori a benzina in produzione, ma che questo è più che compensato nel funzionamento dalla mancanza di gas di scarico diretti.

Nel grafico:

Tank - serbatoio
Antrieb - propulsore
Strassenbau - costruzione delle strade
Karosserie - carrozzeria del veicolo
Batterie - batteria
Gesamt Herstellung - produzione complessiva
Gesamt Treibstoff - carburante complessivo
Herstellung und Transport von Treibstoff - produzione e trasporto di carburante
Emissionen aus dem Auspuff - emissioni dallo scarico
Brennstoffzelle - cella a combustibile
Erdgas - gas naturale


In sintesi, i valori in grammi di CO2 equivalente per chilometro di percorrenza per le auto del 2018 sono questi:

Auto elettrica: 122,2
Auto a celle a combustibile: 186,6
Auto a gas naturale: 199,4
Auto diesel: 233,8
Auto a benzina: 293,7

Le posizioni sfalsate dei punti di partenza delle linee sono un po’ ingannevoli, ma i numeri sono piuttosto chiari: già adesso, tenuto conto dell’intero ciclo di vita del veicolo, un’auto elettrica è la soluzione di gran lunga meno inquinante. Inquina di più durante la produzione, ma questo viene ampiamente compensato durante l’uso.

Sarebbe interessante avere tutti i dettagli di questo studio per capire quali criteri sono stati usati. Se qualcuno scopre come averli, me lo segnali nei commenti. Intanto cito alcuni dati presenti nelle altre pagine:
  • Il punto di pareggio fra auto elettrica e motori a combustione interna, in termini di impronta ecologica, avviene fra i 50.000 e i 100.000 chilometri percorsi.
  • Secondo l'ultimo microcensimento sulla mobilità nel 2015, ogni persona in Svizzera percorre in media 24.850 chilometri l'anno (compresi i viaggi all'estero), ossia 68 km/giorno; nella vita quotidiana percorre all’interno del paese quasi 37 chilometri al giorno, e la tendenza è in aumento.
  • Nelle auto diesel, il sistema AdBlue che riduce gli ossidi di azoto funziona efficacemente solo quando i gas di scarico superano i 200°C, e molto ossido di azoto viene rilasciato nei primi minuti di viaggio e nelle giornate invernali fredde; i ricercatori propongono di regolare l’iniezione di ammoniaca del sistema per ottimizzarlo e così ridurre fino al 90% le emissioni di ossidi di azoto.
  • Nelle batterie delle auto elettriche si mira a fare completamente a meno del cobalto, che è tossico, raro, costoso ed estratto in condizioni socialmente ed ecologicamente discutibili. Aumentando il nichel si aumenta l’autonomia dell’auto.
  • In Svizzera, il traffico causa circa un terzo di tutte le emissioni di gas serra, più dell’industria e del settore residenziale.
  • Sempre in Svizzera, la soluzione ottimale è l’auto elettrica perché l’energia elettrica proviene principalmente dall’idroelettrico e dal nucleare e il mix svizzero di elettricità genera poco più di 100 grammi di CO2 per kWh (tenendo conto anche delle importazioni di energia).
  • L’auto a cella a combustibile (a idrogeno) è penalizzata dalla provenienza dell’idrogeno utilizzato: se generato per elettrolisi usando energia solare, è molto favorevole al clima; se generato con l’attuale mix elettrico svizzero, è un po’ meno conveniente; se generato da gas naturale, è fortemente sfavorevole. 
  • Le auto a gas naturale usano in realtà gas di sintesi e consumano da 5 a 6 volte più elettricità delle auto elettriche nel bilancio complessivo di produzione del gas ed efficienza del motore. Tuttavia potrebbe avere senso se si usasse l’eccedenza di energia elettrica da fonti rinnovabili per generare il gas e lo si usasse anche come sistema di accumulo.


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50 anni fa iniziava l’odissea di Apollo 13

abril 11, 2020 10:14, por Il Disinformatico

La Luna e il relitto del Modulo di Servizio di Apollo 13. Dettaglio della foto AS13-59-8548.


L’11 aprile del 1970, esattamente cinquant’anni fa, partiva per la Luna la missione Apollo 13.

Doveva essere il terzo sbarco lunare di un equipaggio umano, ma lo scoppio di un serbatoio d'ossigeno due giorni dopo la partenza, mentre il veicolo era ancora in rotta verso la Luna, lasciò i tre astronauti (Jim Lovell, John Swigert e Fred Haise) a corto di ossigeno e di energia, costringendoli a un ritorno d’emergenza che tenne il mondo con il fiato sospeso e si concluse felicemente grazie alla preparazione, all'improvvisazione e alla tenacia di migliaia di tecnici e dipendenti della NASA.

Apollo 13 divenne “un disastro di grande successo”: un misto di geniale improvvisazione e di immensa preparazione tecnica permise di trasformare quella che sembrava una tragedia inevitabile in un salvataggio spettacolare, immortalato fra l’altro con notevole fedeltà nel bel film Apollo 13 di Ron Howard.

Avendo perso gran parte dell’ossigeno e dell’energia di bordo, e non sapendo in che condizioni fosse il motore principale del veicolo, fu deciso di usare la “scialuppa”, ossia il Modulo Lunare ancora collegato al veicolo principale, come unica fonte di energia e di propulsione.

A corto di aria e nel gelo della strettissima cabina, i tre astronauti dovettero proseguire nella propria traiettoria fino a girare intorno alla Luna per poi ricadere verso la Terra, usando i computer di bordo, il proprio sangue freddo e la propria enorme preparazione per gestire le crisi man mano che si presentavano (come adattare i filtri per l’anidride carbonica usando solo nastro adesivo, copertine di manuali e altri oggetti di bordo), sperando che i computer e gli impianti elettrici, spenti e intrisi di condensa, non andassero in corto circuito nel momento della riaccensione e orientando a mano il veicolo spaziale invece di dipendere dai computer per il rientro, sapendo che la tolleranza fra la vita e la morte era di due soli gradi.

Ricordo di aver seguito con apprensione, da bambino, quell’odissea. Non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei trovato ripetutamente faccia a faccia con due dei tre protagonisti, Jim Lovell (anche qui) e Fred Haise, e che ci saremmo incontrati per esempio da Starbucks, vicino alla NASA a Houston, per bere un caffé con Haise e farci spiegare da lui “come uno Shuttle sganciava un Boeing 747, non il contrario” (lui, dopo Apollo 13, fece il pilota collaudatore dello Space Shuttle). Incontri incredibili, resi possibili dalla passione e dalla determinazione di persone come Luigi Pizzimenti e tutta la squadra di Space Lectures.

Se volete seguire in tempo reale questa missione, c’è la dettagliatissima ricostruzione multimediale di Apollo 13 in Real Time, con tutte le foto, tutti i filmati, tutte le comunicazioni con gli astronauti e le conversazioni fra i tecnici a terra. Per l’anniversario, la NASA ha pubblicato un video, Apollo 13: Home Safe.



In italiano, Gianluca Atti, mia figlia Linda ed io abbiamo preparato Apollo 13 Timeline, con una serie di articoli che raccontano tutte le fasi della missione, gli articoli dei giornali italiani dell’epoca e link a ulteriori fonti di approfondimento.

Io farò un livetweet per ricordare le tappe salienti della missione. Si comincia oggi alle 14:58 italiane, con i preparativi per il lancio: il decollo è previsto per stasera alle 20:13.


Avvertenza: Qualunque commento che teorizzi che non siamo andati sulla Luna verrà cestinato. Per chi volesse levarsi i dubbi e conoscere un’avventura straordinaria, invece di abboccare alle cretinate dei complottisti, può scaricarsi gratis il mio libro Luna? Sì, ci siamo andati!


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Puntata del Disinformatico RSI del 2020/04/10 (in diretta dal Maniero Digitale)

abril 11, 2020 5:30, por Il Disinformatico

È disponibile la puntata di ieri del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, condotta da me insieme a Rosy Nervi restando in “distanziamento sociale”: io al Maniero Digitale e lei in studio. Non c’è streaming video.

Podcast solo audio: link diretto alla puntata.

Argomenti trattati: link diretto.

Podcast audio precedenti: archivio sul sito RSI, archivio su iTunes e archivio su TuneIn, archivio su Spotify.

App RSI (iOS/Android): qui.

Video: stavolta non c’è.

Archivio dei video precedenti: La radio da guardare sul sito della RSI.

Buon ascolto!
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