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Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Intelligenza artificiale trova algoritmi di sort più veloce

8 de Junho de 2023, 6:42, por Il Disinformatico

Deepmind, il centro di ricerca sull’IA di Google, ha annunciato di aver trovato nuovi algoritmi di sort più veloci di quelli conosciuti finora grazie all’intelligenza artificiale e specificamente grazie al deep reinforcement learning. Il risultato è pubblicato su Nature.

Il sort è una funzione usatissima quotidiamente da miliardi di persone senza neanche rendersene conto. Qualunque elenco ordinato, dalla rubrica dello smartphone all’anagrafe nazionale, è generato e aggiornato tramite questa funzione. Avere un sort più veloce significa offrire un servizio migliore con consumi energetici minori (perché la potenza di calcolo richiesta è minore).

Google ha reso open source questi nuovi algoritmi. Una volta tanto, una buona notizia dal fronte turbolento dell’intelligenza artificiale. Tutti i dettagli, in forma divulgativa, sono in questo post di Deepmind.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


ANTEPRIMA Podcast RSI - Strane mail dagli Illuminati, droni assassini e... Massimizzatori di Fermagli

8 de Junho de 2023, 5:46, por Il Disinformatico
logo del Disinformatico

ALLERTA SPOILER: Questo è il testo di accompagnamento al podcast Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera che uscirà questo venerdì presso www.rsi.ch/ildisinformatico.

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[CLIP: Il T-800 (Schwarzenegger) spiega la rivolta di Skynet, da Terminator 2 - Il Giorno del Giudizio (1991). Notate la pronuncia terribile di “stealth” e l’uso della parola inventata “automizzati” nel doppiaggio italiano]

L’idea che cedere il controllo delle armi militari all’intelligenza artificiale non possa che finire male è un cliché della fantascienza almeno dai tempi di Wargames o di Terminator, film che ormai hanno più di qualche decennio sulle spalle, eppure pochi giorni fa ha fatto il giro del mondo la notizia che un test militare statunitense avrebbe affidato il controllo di un drone armato a un’intelligenza artificiale, che pur di completare la propria missione non avrebbe esitato a uccidere il proprio operatore, che la frenava. Uccidere virtualmente, s’intende, ma la vicenda ha comunque creato allarme e apprensione perché è stata raccontata molto maldestramente a vari livelli.

Vale la pena di chiarirla per levare eventuali residui di panico ma anche perché contiene un’idea molto importante per qualunque applicazione basata sull’intelligenza artificiale, con scopi militari o civili. Stranamente, questa idea ha a che fare con le fabbriche di fermagli, ed è uno degli argomenti della puntata del 9 giugno 2023 del Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie e alle storie strane dell’informatica, insieme a questa vicenda del drone assassino (virtuale) e a un’indagine su una bizzarra campagna di spam che vi propone di entrare a far parte degli Illuminati per avere “potere, fama e gloria”. Ma cosa succede se si risponde all’invito?

Sono Paolo Attivissimo, e dopo la sigla vi racconterò cosa hanno scoperto in proposito gli investigatori di sicurezza informatica.

[SIGLA di apertura]

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


Bitdefender spiega cosa c’è dietro l’assurdo spam degli Illuminati

7 de Junho de 2023, 12:13, por Il Disinformatico

Avete ricevuto anche voi messaggi da sedicenti rappresentanti degli Illuminati che vi invitano a far parte della loro congrega segreta di controllo del mondo e vi promettono in cambio “potere, fama e gloria”? Se vi è capitato, probabilmente li avete cestinati immediatamente come spam, come ho fatto anch’io, e magari avete pensato “ma chi vuoi che abbocchi a una cosa così palesemente assurda?” e sareste curiosi di sapere esattamente cosa succede a chi risponde a questi deliri cospirazionisti.

Gli esperti di sicurezza informatica della società specializzata Bitdefender hanno avuto la stessa curiosità: anche loro hanno ricevuto molte segnalazioni di mail di questo genere ai primi di maggio e quindi hanno deciso di indagare, contattando questi presunti membri degli Illuminati. Il risultato delle loro ricerche è piuttosto inaspettato e rivela il movente di questa nuova campagna di spam.

In un articolo pubblicato pochi giorni fa in inglese e disponibile anche in italiano, i ricercatori hanno documentato la vastità di questa attività truffaldina, notando che le mail di presunto invito erano rivolte principalmente a utenti degli Stati Uniti (nel 62% dei casi), Australia (11%), Regno Unito e Germania (7%), ma anche Sudafrica, Irlanda, Repubblica Ceca e Slovacchia e in misura minore Danimarca, Austria, Svizzera, Croazia, Spagna e Italia. Questo non vuol dire che i truffatori pensano che gli utenti più allocchi siano in questi paesi; più probabilmente, visto che la campagna è prevalentemente condotta in inglese, i criminali hanno scelto i paesi nei quali la conoscenza dell’inglese è più diffusa.

Queste mail di invito, secondo i ricercatori di Bitdefender, arrivano principalmente dalla Nigeria (40%), dal Sudafrica (16%), dagli Stati Uniti (14%), dai Paesi Bassi (13%), dall’Argentina e dal Brasile (5% ciascuno).

Le mail di invito a far parte degli Illuminati sono un classico di Internet, ma quando i ricercatori hanno risposto a questi messaggi recenti hanno notato una novità nella tecnica usata dai truffatori: nell’invito c’è la proposta di contattare personalmente il sedicente “Gran Maestro” degli Illuminati tramite un numero di telefono, invece di farlo via mail come consueto. Un approccio decisamente più personale e coinvolgente.

Per esempio, una di queste mail truffaldine diceva (tradotta in italiano):

La invitiamo a unirsi all’organizzazione degli Illuminati per avere ricchezza, fama e influenza. Per maggiori dettagli contatti direttamente le informazioni seguenti. WhatsApp: +39 3[omissis]39.

Un numero con prefisso telefonico italiano.

Altre mail di invito avevano testi più ricchi di sfumature. Eccone una delle tante, tradotta in italiano:

Sulla base dei criteri di affiliazione degli Illuminati, noi riteniamo che lei sia di grande interesse e possieda buona padronanza della destrezza manuale e della competenza accademica. Pertanto la consideriamo come la classe che sarà la piattaforma per la quale avrà modo di incontrare le persone facoltose che possono portarla alla ricchezza, al potere, alla fama e alla gloria. Consiglio vivamente che lei si unisca a noi negli Illuminati. Unendosi a noi diventerà ricco e vivrà la vita che desidera. Accetta l’offerta? Se sì, aggiunga il gran maestro tramite WhatsApp +3069[omissis]19.

I ricercatori hanno deciso di contattare questi numeri, che erano stati usati per creare account Whatsapp Business negli Stati Uniti, in Italia e in Grecia, per vedere cosa sarebbe successo. Mi raccomando: non provateci. Gli esperti l’hanno fatto con tutte le precauzioni e protezioni che sanno usare, ma un utente comune rischierebbe di avere problemi già solo per aver dato il proprio numero di telefono a dei criminali professionisti. La cosa migliore da fare, se ricevete mail di questo tipo, è semplicemente cestinarle. Non contengono virus e non sono pericolose dal punto di vista informatico, neanche se le avete aperte per leggerle.

Gli specialisti di Bitdefender, dice il comunicato stampa, “sono riusciti a parlare con diversi individui, tra cui un “LordshipMaster” dalla Grecia, un Gran Maestro negli Stati Uniti, che presumibilmente si fa chiamare Kurt, e Anthony, un altro reclutatore degli Illuminati che ha affermato di risiedere, attualmente, a Roma.”

Le conversazioni si sono svolte tramite messaggi diretti su WhatsApp, principalmente in inglese, ma “è diventato chiaro che gli interlocutori non erano madrelingua” perché commettevano “diversi errori grammaticali” e usavano “espressioni non corrette”, attingendo a una serie standard di testi e anche video. Promettevano per esempio “stipendi mensili di 200.000 dollari e oltre, una nuova casa, appuntamenti con le più importanti celebrità, un talismano magico e l’accesso gratuito al Bohemian Grove – un club d’élite su invito.”

Veniva poi proposto di compilare un modulo di adesione decisamente surreale, con simbologie sataniste e timbri “Top secret” che solo una persona supremamente ingenua o vulnerabile potrebbe considerare plausibili:

Credit: Bitdefender.
Credit: Bitdefender.

Secondo i ricercatori, la trappola scatta a questo punto: il modulo chiede di fornire informazioni personali, e queste informazioni permettono ai truffatori di “commettere reati di furto d’identità”, perché i dati personali richiesti includono “nome e cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono, occupazione, patrimonio, indirizzo email, stato civile, età e una foto recente”. Sorprendentemente, non viene fatta nessuna richiesta di denaro, come capita invece normalmente in questo genere di truffa. 

La tecnica di contatto personale usata dai truffatori può sembrare decisamente laboriosa per ottenere dati che sarebbe possibile rastrellare facendo un cosiddetto scraping, ossia una campagna automatizzata di raccolta dei dati pubblicati volontariamente dagli utenti sui social network, ma forse qui entra in gioco l’autoselezione delle vittime: i truffatori creerebbero apposta messaggi e modulistica sfacciatamente implausibili, in modo che rispondano solo le persone ingenue o fragili, che sono i bersagli più facili da colpire e non sapranno come gestire un furto di identità o un reato commesso usando i loro dati personali.

I ricercatori si sono anche un po’divertiti: hanno scritto a uno dei truffatori che avevano ricevuto anche un altro invito a far parte degli Illuminati e hanno chiesto al truffatore se conosceva il mittente di questa seconda proposta. Il primo truffatore ha risposto con parole involontariamente azzeccatissime:

Voglio che lei sappia che ci sono molti impostori ovunque su Internet che fingono di essere agenti ma non lo sono. Voglio che lei blocchi le loro mail e li ignori.
Una volta tanto, sono perfettamente d’accordo con il consiglio del truffatore. Si tratta di raggiri crudeli, che vanno semplicemente eliminati come spam, cogliendo magari l’occasione per parlarne anche con colleghi, amici e familiari che potrebbero essere vulnerabili a questo tipo di lusinga.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


Apple Vision Pro, 3500 dollari ma (per ora) mancano dati tecnici utili

6 de Junho de 2023, 4:52, por Il Disinformatico
La curatissima immagine introduttiva fa sembrare minime le dimensioni del Vision Pro...

... ma la realtà delle necessità tecniche mostra una storia parecchio differente.

Ieri Apple ha presentato il Vision Pro, il suo dispositivo indossabile per realtà aumentata o mista (attenzione: non virtuale, che è una cosa differente). Molti hanno avuto un sussulto per il suo prezzo, che parte da 3500 dollari, ma va ricordato che i concorrenti di questo prodotto non sono i visori per realtà virtuale di Oculus o simili: sono Hololens e Magic Leap, che hanno prezzi paragonabili.

La distinzione fra realtà aumentata/mista e realtà virtuale è fondamentale: nella realtà virtuale, tutto quello che si vede è generato dal software. Nella realtà aumentata, invece, il dispositivo mostra una visuale del mondo reale, sulla quale viene sovrapposta e integrata un’immagine di oggetti sintetici che si muovono, interagiscono e cambiano prospettiva come se fossero fisicamente reali. Un componente meccanico complesso o un paziente chirurgico possono essere mostrati virtualmente, sovrapposti al banco di lavoro o al tavolo operatorio, e se ci si sposta l’immagine ruota e trasla di conseguenza.

Normalmente questo effetto viene ottenuto inserendo nel dispositivo uno schermo semitrasparente che copre una parte del campo visivo e il resto dell’ambiente reale viene mostrato semplicemente per trasparenza. Questo ha il difetto di generare oggetti virtuali che hanno un “effetto fantasma”, ossia sono semitrasparenti e non danno una sensazione di solidità. Inoltre l’illusione è limitata a una porzione ridotta del campo visivo, per cui gli oggetti virtuali vengono brutalmente troncati se superano i margini dello schermo.

Nel caso del Vision Pro, invece, da quel che s’è capito nella presentazione, particolarmente povera di dati tecnici, il display mostra una rappresentazione digitale del mondo esterno acquisita attraverso le telecamere e i sensori e vi sovrappone gli oggetti virtuali. Questo ha il grande vantaggio di dare solidità a questi oggetti, rendendo molto più naturale la loro integrazione. Niente effetto fantasma e niente troncamento.

L’abbondanza di telecamere esterne serve anche per un’altra distinzione importante di Vision Pro rispetto ai dispositivi analoghi: l’assenza di controller (o perlomeno la loro mancanza nei kit di base). Qui l’utente non è tenuto a impugnare qualcosa con dei bottoni che facciano da telecomando e indicatore di posizione delle mani: le telecamere riconoscono direttamente le mani e rispondono ai gesti. Questo, se funziona bene, è molto più naturale ed estremamente utile per chi deve usare questi dispositivi per fare qualcosa con le proprie mani (per esempio intervenire su un macchinario o un paziente avendo davanti agli occhi tutte le informazioni essenziali).

Apple ha cercato in tutti i modi di mostrare il Visio Pro minimizzandone le dimensioni e gli ingombri (la foto frontale qui sopra fa sembrare che sia poco più di un occhiale da sci, ma non è così e c’è pure un pacco batterie esterno) e offrendo le solite immagini cool di gente strafiga, straricca e spensierata, ma questo è un prodotto orientato principalmente alle applicazioni tecniche e industriali (e a qualche appassionato di tecnologie con più soldi che buon senso), come appunto Hololens e Magic Leap.

Il problema è che dalla curatissima presentazione di Apple mancano (se non mi sono perso qualcosa) due dati importanti: la risoluzione e l’angolo del campo visivo (oltre al peso, ma lasciamo stare). Ai giornalisti non è stato concesso di indossare il Vision Pro: anzi, non ci si poteva neppure avvicinare più di tanto. Apple ha parlato di risoluzione dicendo che è come avere un televisore 4K per ciascun occhio, ma queste sono parole di marketing: quello che serve sapere è il numero di pixel per grado. Se non è elevatissimo, l’illusione di realtà crolla rapidamente. E la stessa cosa succede se l’angolo del campo visivo è ristretto, e Apple ha parlato di schermi “grandi come francobolli”. Provate a mettervi un francobollo a pochi centimetri dagli occhi e ditemi quanto del vostro campo visivo ne viene coperto.

Finché non saranno disponibili questi dati, è difficile valutare il prodotto. L’unica cosa che si può ragionevolmente dire è che il video di Apple che mostra quello che in teoria si vede attraverso un Vision Pro è probabilmente una versione molto patinata di una realtà tecnica un po’ meno fantascientifica.

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Jet privato fuori controllo si schianta in USA. Echi dell’11 settembre

5 de Junho de 2023, 15:27, por Il Disinformatico

Ieri sei caccia F-16 della difesa statunitense hanno intercettato un jet privato che non rispondeva alle chiamate del controllo del traffico aereo e stava sorvolando Washington, D.C. Gli aerei militari sono intervenuti volando a velocità supersonica, producendo un boato che è stato udito in tutta la regione della capitale. Il jet privato, un Cessna Citation Bravo (N611VG), si è schiantato fra le montagne della Virginia sud-occidentale. Non ci sono sopravvissuti.

L’aereo era partito da Elizabethton, nel Tennessee, con destinazione New York, ma ha virato sopra Long Island e ha iniziato a volare direttamente verso Washington, attivando gli allarmi antiterrorismo e creando momenti di panico nella zona di Capitol Hill. I caccia del NORAD (North American Aerospace Defense Command) sono partiti dalla base militare Andrews nel Maryland (dove, per coincidenza, si trovava il presidente Biden), hanno intercettato il jet privato intorno alle 15.20 e hanno visto che il pilota non rispondeva ed era svenuto. I militari hanno seguito il jet fino a che si è schiantato circa mezz’ora dopo.

Il jet privato apparteneva a un’azienda intestata a John e Barbara Rumpel. I due non erano sull’aereo: a bordo, oltre al pilota, c‘erano una loro figlia, una nipotina di due anni e la sua tata.

L’incidente richiama subito alla memoria un episodio analogo avvenuto nel 1999, quando il jet privato sul quale si trovava il giocatore di golf Payne Stewart insieme ad altre quattro persone volò per migliaia di chilometri mentre tutti a bordo erano incoscienti a causa della depressurizzazione della cabina, che fece perdere i sensi al pilota e ai passeggeri, e si schiantò infine nel South Dakota.

Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, quell’incidente e la sua intercettazione da parte dei caccia statunitensi furono presentati dai sostenitori delle tesi di complotto come una prova che sarebbero bastati pochi minuti per intercettare i quattro aerei di linea dirottati dai terroristi l’11 settembre, e che siccome invece l’intercettazione era fallita era evidente che ci fosse stato un complotto interno agli Stati Uniti.

Un allora noto complottista, conteso dai programmi televisivi italiani, si inventò l’asserzione che “il tempo medio fra l'allarme e il decollo dei caccia è di circa sei minuti” e che “i caccia, viaggiando a velocità supersonica, possono raggiungere in pochi minuti l'aereo che non risponde più alle chiamate da terra” citando proprio l’incidente di Payne Stewart.

In realtà il Learjet 35 di Stewart fu intercettato solo dopo un’ora e venti minuti che l’aereo aveva smesso di rispondere alle comunicazioni radio, ma il noto complottista si dimostrò ancora una volta incapace di controllare persino i dati di base delle sue teorie, dimenticandosi dell’esistenza dei fusi orari (nei rapporti sull'incidente, l'orario di perdita dei contatti radio è espresso in EDT, ora legale della costa est, mentre l'orario di intercettazione è espresso in CDT, ora legale della fascia centrale degli Stati Uniti). Da allora si è disinvoltamente riciclato tentando di rifilare ai suoi seguaci altre corbellerie sfruttando le tragedie altrui.

 

Fonti: NORAD, FlightAware, NPR, ANSA, Reuters, Associated Press, The Daily Beast, TLspotting, Aviation-safety.net.

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