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Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Perdita di liquido da una Soyuz attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale. Situazione molto delicata, nessun pericolo immediato

16 de Dezembro de 2022, 21:26, por Il Disinformatico

Pubblicazione iniziale: 2022/12/15 10:13. Ultimo aggiornamento: 2022/12/15 22:50.

Da alcune ore una delle navicelle russe Soyuz attraccate alla Stazione Spaziale Internazionale sta perdendo un liquido imprecisato. La perdita è all’esterno della Stazione, non all’interno. Non c’è pericolo imminente per gli astronauti e cosmonauti a bordo della Stazione, ma la situazione è piuttosto preoccupante.

A leak appeared in the external cooling system of the #SoyuzMS22 which is currently docked to the ISS about two hours ago, while Dmitry Petelin and Sergey Prokopiev were preparing for a spacewalk. The EVA is postponed again (for the second time). pic.twitter.com/SCiGneGWYa

— Katya Pavlushchenko (@katlinegrey) December 15, 2022

I russi hanno annullato l’attività extraveicolare che avevano in programma e che era già nelle sue fasi preliminari (i due cosmonauti, Dmitry Petelin e Sergey Prokopiev, avevano già indossato le tute e iniziato la depressurizzazione dell’airlock); le loro comunicazioni sono, in perfetto stile sovietico, estremamente reticenti. Roscosmos si è limitata a dichiarare che l’EVA è stata “annullata per ragioni tecniche” (il comunicato in russo è qui su Telegram). La NASA e l’ESA stanno monitorando indipendentemente la situazione e si stanno coordinando con Roscosmos per gestirla.

La perdita viene ora ispezionata tramite le telecamere esterne della Stazione e quelle montate sul braccio robotico europeo.

ERA now appeared extending toward Rassvet, possibly to help with imaging the leak aboard Soyuz MS-22, which is docked to Rassvet: pic.twitter.com/MjEWXTuX3D

— Anatoly Zak (@RussianSpaceWeb) December 15, 2022

Il controllo missione russo ha dato ordine di fotografare la perdita ma di non aprire le coperture dei finestrini numero 4 e 7 (che dovrebbero essere sul modulo russo Zvezda e sono probabilmente contaminate). Anatoly Zak riassume la situazione qui (paywall).

Per quello che si sa finora, la perdita proviene dal sistema di raffreddamento della Soyuz MS-22 ed è stata notata intorno alle 4 del mattino di oggi, ora italiana. La navicella è attraccata al modulo russo Rassvet. Nelle immagini si è visto un tubo flessibile spezzato che oscillava. Le cause della rottura non sono note; non si può escludere un danno da impatto (micrometeoriti o detriti spaziali). I russi hanno lavorato per tentare di chiudere le valvole dei circuiti della Soyuz ma la perdita continua.

Soyuz-MS leak is in this area. Yet to be identified. pic.twitter.com/glfIVPrH7S

— Space Shuttle Almanac (@ShuttleAlmanac) December 15, 2022

A questo punto la navicella è probabilmente compromessa e non potrà essere utilizzata per il rientro sulla Terra di equipaggi. In tal caso, due cosmonauti russi e uno statunitense (Francisco Rubio) non hanno un veicolo di rientro; l’unico altro veicolo in grado di rientrare attualmente attraccato alla Stazione è la capsula Dragon, che può trasportare al massimo quattro persone, mentre a bordo della Stazione ce ne sono attualmente sette. 

È ragionevole presumere che la Soyuz in avaria verrà sganciata e fatta rientrare tramite comando a distanza e dalla Terra verrà lanciata una Soyuz sostitutiva teleguidata (senza equipaggio a bordo). È meno probabile che possa essere lanciata una Dragon.

Qualunque sia il liquido che viene disperso, tenderà ad aderire alle superfici esterne della Stazione. Anche una patina di semplice ghiaccio d’acqua non è una situazione desiderabile, soprattutto se si deposita sui tanti sensori e strumenti esterni della Stazione.

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Intorno alle 16.40 è stato segnalato che la zona della perdita verrà ispezionata usando il Canadarm, il grande braccio robotico della Stazione. 

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La NASA ha pubblicato un post sulla situazione, che traduco qui sotto:

Mercoledì 14 dicembre è stata rilevata una perdita esterna proveniente dal veicolo spaziale Soyuz MS-22 di Roscosmos, attraccato al modulo Rassvet sulla Stazione Spaziale Internazionale. Si sospetta che la fonte della perdita sia il circuito esterno di raffreddamento del radiatore della Soyuz.

La squadra del Controllo Missione di Roscosmos a Mosca ha posticipato la passeggiata spaziale pianificata per mercoledì sera da parte di due cosmonauti, allo scopo di valutare la situazione e i dati provenienti dal veicolo Soyuz. Nessuno dei membri dell’equipaggio a bordo della stazione spaziale è stato in pericolo e tutti hanno svolto le attività normali per tutto il giorno.

Roscosmos sta monitorando attentamente le temperature del veicolo spaziale Soyuz, che restano entro i limiti accettabili. NASA e Roscosmos continuano a coordinare le immagini esterne e i piani di ispezione per assistere nel valutare l’ubicazione della perdita esterna. Sono in atto dei piani per un’ispezione aggiuntiva dell’esterno della Soyuz usando il braccio robotico Canadarm2 della Stazione.

La perdita è stata rilevata per la prima volta intorno alle 7:45 p.m. EST del 14 dicembre, quando numerosi sensori di pressione nel circuito di raffreddamento hanno dato letture basse. In quel momento i cosmonauti Sergey Prokopyev e Dmitri Petelin si stavano preparando ad effettuare una passeggiata spaziale. I cosmonauti non sono usciti dalla stazione spaziale e nessun membro dell’equipaggio è stato esposto al refrigerante che veniva disperso.

Il veicolo spaziale Soyuz MS-22 ha trasportato nello spazio l’astronauta della NASA Frank Rubio e i cosmonauti di Roscosmos Sergey Prokopyev e Dmitri Petelin dopo il lancio dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan il 21 settembre.

L’equipaggio a bordo della stazione ha completato le normali attività giovedì, compresa la partecipazione a ricerche e indagini scientifiche e la configurazione di strumenti in previsione di una attività extraveicolare statunitense pianificata per lunedì 19 dicembre. Gli specialisti stanno sviluppando dei piani robotici in preparazione per la passeggiata spaziale di lunedì per ottimizzarli al meglio per le prossime attività della stazione e per l’ispezione della Soyuz.

Un’attività extraveicolare di Roscosmos pianificata per il 21 dicembre è stata rinviata indefinitamente mentre la squadra continua la sua investigazione del veicolo spaziale Soyuz.

Verranno forniti ulteriori aggiornamenti man mano che si renderanno disponibili i dati.

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Aggiornerò questo articolo qui man mano che ci saranno notizie concrete. Anche Astronautinews.it sta facendo la cronaca della situazione.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


Fusione nucleare, le minchiate incredibili scritte da Repubblica, Corriere, ANSA e La Stampa. Non c’è altro modo sincero di definirle

14 de Dezembro de 2022, 14:31, por Il Disinformatico

Pubblicazione iniziale: 2022/12/13 21:57. Ultimo aggiornamento: 2022/12/14 18:30.

A proposito dell’annuncio odierno del raggiungimento di una tappa importante verso uno sfruttamento pratico della fusione nucleare, Repubblica, il Corriere, ANSA e La Stampa hanno pensato bene di informare i loro lettori deliziandoli con quella che posso solo definire come una compilation di minchiate. Non è volgarità: è una descrizione meramente tecnica dei fatti. 

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Jaime D’Alessandro scrive su Repubblica (link intenzionalmente alterato; copia permanente) che

"192 laser hanno riscaldato a oltre cento milioni di gradi un nucleo, che ha richiesto mesi per essere costruito, ad una velocità superiore a quella della luce..."

Lo fa, oltretutto, in un virgolettato, che attribuisce a un fisico del Lawrence Livermore National Laboratory, Marvin Adams, che fra le altre cose è vicedirettore per i programmi della Difesa degli Stati Uniti. Qui non si può parlare di refuso, bufala, svista o baggianata. Detta come va detta: è una minchiata, e di dimensioni irresponsabilmente apocalittiche perché messa in bocca come virgolettato a un fisico autorevolissimo, che quindi il lettore ha il diritto di presumere che parli con competenza. È una minchiata che fa inorridire chiunque abbia una conoscenza scientifica di base.  

Screenshot per gli increduli:

Marvin Adams non ha detto nulla di nemmeno vagamente assimilabile a quella cretinata sulla “velocità superiore a quella della luce” durante la conferenza stampa di presentazione del risultato scientifico, che potete vedere qui sotto. Adams parla da 11:44 a 15:30.

Ho chiesto a D’Alessandro quale sia la sua fonte e quale sia il testo originale e sto aspettando una sua risposta. Ringrazio @andbrusa che mi ha segnalato l’articolo di Repubblica.

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Ma questa non è l’unica minchiata incredibile scritta dai giornali su questa notizia scientifica. C’è anche quest’altra (link intenzionalmente alterato; copia permanente), segnalata da Beatrice Mautino (@divagatrice) e attribuita da Federico Rampini a Claudio Descalzi, “chief executive dell’Eni”. Tenetevi forte:

La fusione «è il contrario della fissione», sottolinea, ricordando che questa nuova tecnologia «non genera radioattività, non produce scorie». Ha costi bassi, usa come materia prima l’acqua «pesante», cioè non distillata: anche quella di mare. E la consuma in piccole quantità, «da una bottiglia può generare 250 megawatt in un anno». 

Il Corriere ci spiega che l’acqua pesante è acqua non distillata. Sapevatelo. Intere generazioni di studenti di fisica vengono travolte dal gastrospasmo. Probabilmente a loro non resterà la forza di notare l’ulteriore minchiata, che normalmente spiccherebbe ma di fronte a quella sull’acqua pesante sbiadisce totalmente come un peto in un uragano: i megawatt al posto dei megawattora.

Rituale screenshot per i minchiatascettici:

Fra l’altro, per il suo articolo Rampini ricicla pari pari un intero blocco di testo tratto dal suo libro Il lungo inverno. A sinistra il testo intero dell’articolo di Rampini per il Corriere; a destra quello del libro dello stesso Rampini:


In sostanza, Federico Rampini ha dato al Corriere una pagina del suo libro riconfezionandola come articolo. È la nuova frontiera dell’ottimizzazione del giornalismo: Ctrl-C, Ctrl-V, ecco fatto.

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Su La Stampa, invece, un articolo non firmato (link intenzionalmente modificato; copia permanente) ci spiega il vero risultato straordinario dei fisici statunitensi: secondo il giornale, sono riusciti a far stare una mezza palla da basket dentro una capsulina che sta in un cilindro grande come quello mostrato dal fisico Marvin Adams durante la conferenza stampa. Questa:

La Stampa scrive infatti: “192 laser giganti della National Ignition Facility del laboratorio californiano hanno bombardato un piccolo cilindro delle dimensioni di metà di una palla da basket, contenente un nocciolo di idrogeno congelato.” E ancora: “Marv Adams, vice amministratore per i programmi di difesa della 'National Nuclear Security Administration', ha fornito una descrizione dell'esperimento che ha segnato la svolta sulla fusione nucleare. Tenendo in mano un cilindro, il dirigente ha spiegato che dentro c'era una piccola capsula sferica con un diametro pari a metà di quello di una palla da basket.

Ennesimo screenshot per gli increduli:

La stessa assurdità è stata scritta da ANSA (link intenzionalmente alterato; copia permanente), che arriva a contraddirsi da sola:

[...] i laser sono stati puntati su un contenitore cilindrico forato e lungo alcuni millimetri, dice all'ANSA Fabrizio Consoli, responsabile del laser per la fusione Abc dell'Enea. Il minuscolo cilindro racchiude a sua volta una capsula sferica dal diametro di tre o quattro millimetro [sic] [...] Tenendo in mano un cilindro, il dirigente ha spiegato che dentro c'era una piccola capsula sferica con un diametro pari a meta' di quello di una palla da basket.

Screenshot per gli ormai rassegnati:

Come è possibile scrivere una minchiata del genere quando le dimensioni del cilindro sono lì da vedere e dimostrano che è palesemente impossibile che ci stia dentro mezza palla da basket? Semplice: basta non pensare. E basta non rendersi conto che Marv Adams ha detto “half the diameter of a BB”. Non ha detto “basketball”. “BB” è il pallino di una pistola a pallini (BB gun); l’acronimo deriva da una specifica taglia di pallini, chiamata appunto BB, che misura circa mezzo centimetro, ma in inglese il termine “BB” indica genericamente un pallino che abbia grosso modo queste dimensioni.

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Questi sono i giornali, e i giornalisti, che hanno la pretesa che noi li paghiamo affinché loro ci informino su cosa succede nel mondo. E la giostra delle minchiate si ripete, puntuale, a ogni notizia anche solo vagamente legata alla scienza. L’idea di far scrivere gli articoli a qualcuno che sappia cosa sta dicendo, a quanto pare, è troppo rivoluzionaria. Questo non è un errore momentaneo: è una prassi redazionale.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


SpaceX vende dei Falcon 9 riutilizzabili: sono i modelli preassemblati in scala 1:100

13 de Dezembro de 2022, 18:51, por Il Disinformatico

Ho scoperto che nel negozio online di SpaceX c’è un bel modello del Falcon 9 con capsula Crew Dragon in scala 1:100, alto 65 centimetri, che sarebbe perfetto da abbinare al mio modello del Saturn V nella stessa scala. Fra l’altro, è un modello volante lanciabile (è fatto dalla Estes, che lo vende qui) ma è anche da esposizione (viene fornito con un piedistallo). Costa caruccio: 150 dollari più tasse e spese di spedizione.

Il modello è preverniciato e già dotato di decal; solo la capsula è staccabile e le zampe non sono apribili (si romperebbero troppo facilmente in caso di lancio). Ne trovate una recensione su Collectspace.com, che offre il 10% di sconto usando il codice IN-COLLECTSPACE sul sito della Estes, ma la Estes non spedisce in Europa.

Ho già fatto per voi le simulazioni di acquisto: sul sito di SpaceX, che spedisce anche in Europa, i prezzi complessivi (comprendenti la spedizione verso la Svizzera, i dazi e le tasse) sono i seguenti:

  • Svizzera:
    un esemplare 233 dollari;
    due esemplari 218 dollari ciascuno (435.77 dollari in tutto);
    tre esemplari 237 dollari ciascuno (711.31 dollari in tutto).
  • Italia:
    un esemplare 260.56 dollari
    due esemplari 235.78 dollari ciascuno (471.57 dollari in tutto);
    tre esemplari 251.87 dollari ciascuno (755.63 dollari in tutto).

Conviene insomma organizzarsi in coppie e far spedire in Svizzera, se potete (io ho già piazzato il mio secondo esemplare). 

Fra l’altro, Everyday Astronaut offriva un modello del Falcon 9/Crew Dragon in scala 1:100 con capsula, primo stadio e secondo stadio staccabili e zampe apribili, ma a un costo decisamente più alto (375 dollari più tasse e spese) e comunque è esaurito e non si sa quando tornerà disponibile.

Inoltre Estes offre anche modelli lanciabili del Saturn V e dell’SLS, ma in scala 1:200, e un New Shepard di Blue Origin in scala 1:66. E su Amazon si trovano anche un Falcon 9/Crew Dragon (88 euro), un Falcon 9 lanciasatelliti (86 euro) e anche questi stessi Falcon 9 insieme a un Falcon Heavy (207 euro), tutti però in scala 1:233 (non lanciabili).

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Aggiornamento: sulla scorta dei commenti arrivati dopo la pubblicazione iniziale di questo articolo, preciso per scrupolo che il lancio di razzi è pericoloso se non effettuato da persone addestrate che rispettino le procedure e le precauzioni del caso ed è regolamentato severamente. Anche l’importazione dei propulsori è altrettanto regolamentata. Informatevi bene prima di cacciarvi nei guai.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


Podcast RSI - 50 anni di Pong; intelligenza artificiale che scrive temi e articoli; ladri informatici che rifiutano di attaccare

12 de Dezembro de 2022, 15:07, por Il Disinformatico
logo del Disinformatico

È disponibile subito il podcast di oggi de Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, scritto, montato e condotto dal sottoscritto: lo trovate presso www.rsi.ch/ildisinformatico (link diretto) e qui sotto.

Le puntate del Disinformatico sono ascoltabili anche tramite feed RSS, iTunes, Google Podcasts e Spotify.

Buon ascolto, e se vi interessano il testo integrale e i link alle fonti di questa puntata, sono qui sotto.

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[CLIP: Audio di Pong]

Questi suoni sintetici, secchi e semplici, sono inconfondibili per chiunque abbia qualche anno sulle spalle e si ricordi il debutto dei primi giochi elettronici: sono quelli di Pong, il mitico ping-pong elettronico, che in questi giorni compie ben cinquant’anni. Oggi, invece, siamo alle prese con l’intelligenza artificiale e con le sue sorprese continue, mentre dall’Asia arriva una storia di ransomware decisamente bizzarra, in cui i criminali informatici si rifiutano di attaccare una compagnia aerea con una giustificazione molto insolita.

Sono questi gli argomenti della puntata del 9 dicembre 2022 del Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie dal mondo dell’informatica. Benvenuti. Io sono, come al solito, Paolo Attivissimo.

[CLIP: Sigla di apertura]



50 anni di Pong, ma con sorpresa

Alla fine di novembre del 1972, cinquant’anni fa, fu rilasciato uno dei videogiochi più famosi di sempre: Pong. La sua storia merita di essere raccontata in una maniera adatta al mezzo secolo di informatica che ci separa dai quei timidi primi passi nell’intrattenimento digitale. Ascoltatela con attenzione.

Pong è stato uno dei primi videogiochi mai realizzati ed è diventato rapidamente un successo commerciale negli anni '70. Fu ideato e sviluppato da Atari, una delle più grandi società di videogiochi dell'epoca. Nolan Bushnell è stato il fondatore di Atari e quindi uno dei principali sviluppatori di Pong. Bushnell fu anche il principale promotore di Pong, che fu pubblicizzato con successo attraverso manifesti e pubblicità televisive.

Pong era un semplice gioco basato sulla racchetta e sulla pallina, in cui i giocatori dovevano spostare le proprie racchette per colpire la pallina e impedire all'avversario di segnare un punto. Nonostante la sua semplicità, Pong divenne presto un fenomeno di massa, con milioni di persone che giocavano nei bar, nei locali e nelle sale giochi di tutto il mondo.

Bushnell ebbe l'idea di creare un videogioco basato sulla racchetta e sulla pallina dopo aver giocato a un gioco simile su una macchina da bar. Bushnell e il suo team di sviluppatori lavorarono per mesi per creare il prototipo di Pong, che fu poi testato in alcuni locali per valutarne l'appeal. Dopo aver apportato alcune modifiche, Pong fu finalmente lanciato sul mercato e divenne un successo commerciale senza precedenti.

Pong fu anche il primo videogioco a essere distribuito per console per il mercato domestico, aprendo la strada a un'intera generazione di giochi per la televisione. Con il suo successo, ha segnato l'inizio dell'era dei videogiochi e ha contribuito a creare un mercato che oggi è valutato in miliardi di dollari.

Anche se Pong è stato superato dalla tecnologia moderna e dai giochi più complessi di oggi, rimane un pezzo importante della storia dei videogiochi e continua a essere apprezzato da molti appassionati di tutte le età.

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Vi è sembrata una descrizione un po’ fiacca, ripetitiva e priva di dettagli? Beh, considerate però che è stata scritta in pochi secondi e senza alcuna fatica da parte mia: infatti l’ha generata interamente un software di intelligenza artificiale. Adesso capite perché vi ho chiesto di ascoltarla con attenzione. Se non ve l’avessi detto, ve ne sareste accorti?

Mi affretto a dire che da qui in poi, invece, il testo di questo podcast è opera mia. Almeno quasi tutto.

Il software in questione si chiama ChatGPT ed è stato presentato pochi giorni fa, causando ilarità e al tempo stesso preoccupazione in chiunque scriva testi per lavoro. Ilarità perché è anche capace di spiegare la fisica quantistica in rima nello stile di Snoop Dogg, e preoccupazione perché se un software riesce a generare in qualche istante un testo passabile come quello che avete sentito, a cosa servono scrittori e giornalisti? E come faranno i docenti a capire se i loro studenti hanno davvero scritto il testo della loro ricerca o del loro tema ma hanno una prosa asciutta e poco talento oppure se lo sono invece fatto generare pigramente da un software?

[Nota: esistono dei rilevatori di output per GPT-2 che funzionano per ora anche con ChatGPT come strumenti antiplagio e antifrode, ma bisogna saperli installare e usare]

Potete provare ChatGPT gratuitamente: è sufficiente creare un account presso chat.openai.com e mettersi pazientemente in fila, perché sono moltissimi gli utenti che lo stanno provando e magari anche già usando per lavoro. Se avete fretta, c’è anche una versione a pagamento, che si chiama Playground.

Il suo funzionamento pratico è molto semplice; la complessità è tutta dietro le quinte. Come per i generatori di immagini che ho descritto in altre puntate di questo podcast, tutto parte da una breve frase, denominata in gergo prompt, che l’utente immette per dare istruzioni al software. Il bello di ChatGPT è che a differenza di molti software analoghi anche recenti, questo genera testi anche in italiano. È sufficiente che il prompt sia in italiano o, in generale, nella lingua nella quale volete ottenere il testo generato.

Per fargli generare quel blando riassunto della storia di Pong (che effettivamente compie cinquant’anni in questi giorni) gli ho semplicemente chiesto “Scrivimi la storia del videogioco Pong nello stile di un giornalista” e poi “Raccontami in dettaglio quale ruolo ebbe Nolan Bushnell nella creazione del videogioco Pong”. Il resto, ossia la struttura delle frasi e i riferimenti ad Atari, lo ha generato ChatGPT, direttamente in italiano. Io ho solo tolto qualche ripetizione.

[Date un‘occhiata allo spettacolare esempio di fuffa di marketing creato da Matteo Flora, nel tweet qui sotto:]

Analisi di Brand Equity e un esempio di strategia di Brand Equity scritte da #ChatGPT per il brand @barillagroup.
Ho visto cose peggiori scritte da persone vendute da aziende di consulenza in posizione Senior... pic.twitter.com/lIuPxyONf3

— Matteo G.P. Flora (@lastknight) December 7, 2022

ChatGPT è comunque ottimizzato per la lingua inglese, ed è in questa lingua che fornisce i risultati più strepitosi, generando riassunti, convertendo i titoli di film in emoji, generando poesie, filastrocche e recensioni di ristoranti, scrivendo trame di sitcom e racconti erotici, traducendo da una lingua a un’altra e da un linguaggio di programmazione a un altro, chiacchierando in maniera naturale ricordandosi anche le frasi precedenti della conversazione e fornendo molte altre funzioni che fino a pochi anni fa sarebbero state considerate impossibili per un software.

Per ora i testi generati da ChatGPT sono ancora riconoscibili da un lettore attento, e se state pensando di usarlo per scuola o per lavoro tenete presente che spesso si inventa dettagli inesistenti ma apparentemente plausibili [come nella descrizione di Pong, che contiene parecchi dettagli completamente falsi]. Ma questo software, e l’intero settore della generazione di contenuti tramite intelligenza artificiale, si sta evolvendo a velocità impressionante, tanto che il sito Stack Overflow, punto di riferimento per risolvere qualunque problema di programmazione, ha temporaneamente bandito le “soluzioni” generate da ChatGPT, perché sono troppo facili da generare e sono spessissimo sbagliate ma a prima vista molto credibili. Riconoscerle richiede un occhio esperto, e quindi i moderatori sono stati sopraffatti dall’ondata di soluzioni fasulle prodotte da ChatGPT.

Artisti, traduttori e autori di testi si sentono comprensibilmente minacciati e temono di restare senza lavoro, soppiantati da computer veloci e instancabili che producono a bassissimo costo materiale blando e superficiale ma comunque accettabile per molte situazioni anche professionali. 

Perché pagare un illustratore per una copertina di un libro, quando c’è Midjourney che la genera in un minuto e costa qualche centesimo? Perché pagare un cronista per descrivere una partita, quando c’è un software capace di farlo usando anche i cliché tipici del settore?

Ma il problema rischia di essere ben più grande. Con questi software, generare milioni di articoli falsi ma sufficientemente credibili da ingannare il lettore non esperto, ossia fabbricare fake news, costa incredibilmente poco. È la realtà stessa che rischia di essere annacquata fino a scomparire.

Se vi state chiedendo se questo scenario si possa evitare, per esempio tramite una riqualificazione del giornalismo, non siete i soli. Una risposta arriva dal tecnologo Dominic Ligot:

“man mano che i social media e l’intelligenza artificiale continuano a evolversi e diventano più prevalenti, il giornalismo dovrà adattarsi e cambiare per restare efficace e continuare ad avere importanza. Uno dei modi principali nei quali dovrà cambiare è l’inclusione di nuove tecnologie e nuove piattaforme nelle sue pratiche e nei suoi processi. Per esempio, i giornalisti dovranno imparare come usare gli strumenti dell’intelligenza artificiale e dei social media per identificare e verificare le fonti, per analizzare e interpretare grandi quantità di dati, e per produrre contenuti interessanti e coinvolgenti su misura per le preferenze ed esigenze del pubblico online.”

Parole convincenti, vero? Ma non sono di Dominic Ligot: lui le ha semplicemente fornite al pubblico. Avete indovinato: le ha fatte generare da ChatGPT.

Fonti aggiuntive: Ars Technica, BBC, The Verge, Cnet, AI4business.it.



50 anni di Pong (stavolta sul serio)

[Credit per l’immagine: Wikipedia/Chris Rand]

Lasciando da parte i riassuntini annacquati generati dall’intelligenza artificiale, sono effettivamente passati 50 anni dal 29 novembre 1972, quando la neonata azienda statunitense Atari Inc. presentò negli Stati Uniti il videogioco Pong.

Uno schermo rigorosamente in bianco e nero, due “racchette” disegnate sotto forma di semplici rettangoli che si potevano muovere solo lateralmente, una “pallina” che era in realtà un quadratino bianco, e degli effetti sonori elementari oggi fanno sorridere, ma all’epoca erano assolutamente rivoluzionari, specialmente nelle sale giochi affollate di apparecchi completamente elettromeccanici. Questa era elettronica, era il futuro.

Pong, però, non fu creato da Atari in senso stretto. Il primo ping-pong elettronico fu offerto dalla console di gioco Odyssey della Magnavox, sempre nel 1972; i due fondatori di Atari, Nolan Bushnell e Ted Dabney, imitarono il gioco della Magnavox creandone una versione per le sale giochi.

Un’idea assolutamente vincente: nel giro di due anni Atari vendette più di 8000 esemplari, che furono una miniera d’oro: il loro guasto più frequente era dovuto al fatto che il contenitore delle monete necessarie per giocare era strapieno.

Atari offrì una versione domestica di Pong solo nel 1975. Nel frattempo Magnavox aveva fatto causa ad Atari per aver copiato la sua idea, ma Atari raggiunse un accordo economico con l’azienda, diventando licenziataria del ping-pong elettronico originale.

Una chicca per nostalgici: se vi sembra di ricordare che Pong avesse un difetto, per cui la racchetta non arrivava fino all’angolo superiore dell’area di gioco ed era quindi impossibile fermare la pallina se finiva in quella zona, ricordate bene. Non eravate voi a sbagliare il movimento della racchetta.

Però non si trattava un guasto del singolo apparecchio: erano tutti così, e lo erano intenzionalmente. Il progettista di Pong, Allan Alcorn, aveva infatti scelto un circuito di controllo delle racchette che aveva un difetto intrinseco, e invece di perdere tempo cercando un modo di compensarlo lo lasciò nel gioco per renderlo più difficile e per limitare la durata delle partite.

Fonti: Britannica, Wikipedia.



Criminali dediti al ransomware si rifiutano di attaccare una compagnia aerea: è troppo insicura

[Credit per lo screenshot: DataBreaches.net]

L’esperto di sicurezza informatica Graham Cluley segnala una storia davvero insolita negli annali degli attacchi informatici di ransomware, quelli basati sul furto o blocco dei dati di un’azienda e sulla richiesta di denaro per non divulgarli o per sbloccarli.

A metà novembre 2022 la banda informatica nota come Daixin Team ha attaccato la compagnia aerea malese Air Asia, sottraendo i dati personali di cinque milioni di passeggeri e di tutti i dipendenti.

Per dimostrare di aver realmente compiuto il furto, i criminali hanno inviato al sito DataBreaches.net e alla compagnia aerea un campione dei dati: nomi, date di nascita, indirizzi, data di assunzione, domanda di recupero account, risposta alla domanda di recupero e altro ancora.

Secondo quanto riferiscono i criminali attraverso un portavoce (perché sì, le bande criminali informatiche oggi sono talmente organizzate da avere anche dei portavoce), Air Asia è entrata in trattativa, ma sembra che alla fine non abbia pagato alcun riscatto.

Tuttavia lo stesso portavoce della banda ha dichiarato che Daixin Team ha cifrato i dati sui computer della compagnia e ne ha cancellato anche le copie di backup, però si rifiuta di attaccare più a fondo Air Asia a causa della “organizzazione caotica della rete” e della “assenza di qualunque standard” che ha “causato l’irritazione del gruppo e il completo rifiuto di ripetere l’attacco. Dicono proprio così.

Il portavoce dei criminali ha aggiunto che “la rete interna era configurata senza alcuna regola e quindi funzionava malissimo” e che “la protezione della rete era molto, molto debole”. È probabilmente la prima volta che si parla di un attacco informatico sventato dalla troppa insicurezza della vittima.

È già umiliante per una compagnia aerea farsi rubare i dati dei clienti; sentire che i ladri sono talmente disgustati dalle carenze di sicurezza del bersaglio da rifiutarsi di attaccarlo ancora è lo schiaffo finale.

Air Asia non ha rilasciato dichiarazioni. E prima che pensiate che Daixin Team sia un gruppo di ladri di buon cuore, va detto che la banda ha dichiarato che intende comunque disseminare i dati dei passeggeri e dei dipendenti e pubblicare informazioni sulle vulnerabilità della rete informatica di Air Asia. Il suo rifiuto di attaccare più a fondo è probabilmente legato, molto più pragmaticamente, al rischio di toccare infrastrutture informatiche critiche come sistemi radar o di controllo del traffico aereo e causare incidenti aerei con conseguenze potenzialmente fatali che mobiliterebbero le risorse di polizia molto più di quanto lo faccia un tentativo di estorsione informatica.

In ogni caso, è improbabile che questa cautela dei criminali sia consolatoria o rassicurante per i passeggeri passati, presenti o futuri della compagnia aerea. E contare sulla pena o compassione dei ladri non è una strategia difensiva da imitare.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


Apollo 17, la cronaca di oggi (di 50 anni fa): la prima escursione lunare degli ultimi due astronauti a camminare sulla Luna

12 de Dezembro de 2022, 6:50, por Il Disinformatico

Ieri la capsula per equipaggi Orion ha completato il suo volo di prova intorno alla Luna senza portare a bordo astronauti, in preparazione per il ritorno di esseri umani sulla Luna, esattamente cinquant’anni dopo l’ultima presenza di astronauti sul suolo lunare. Apollo 17 Timeline ospita alcuni articoli di cronaca della stampa italiana dell’epoca (La Stampa, Il Corriere della Sera, Il Giorno e Stampa Sera) e il resoconto della prima EVA di Cernan e Schmitt.

I primi passi di Cernan sulla Luna, ripresi dalla cinepresa installata sul Modulo Lunare “Challenger”.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


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