Batteri “alieni”, quando la bufala è targata NASA
December 13, 2014 18:53Questo articolo era stato pubblicato inizialmente su Wired.it, dove ora non è più disponibile, per cui lo ripubblico qui.
Macché. Durante la conferenza stampa è emerso che si trattava semplicemente della scoperta che un batterio terrestre, denominato GFAJ-1, riesce a vivere anche in ambienti privi di fosforo (elemento essenziale per la vita) e ricchi di arsenico (elemento considerato tossico). Anzi, secondo i ricercatori GFAJ-1 è in grado di usare l'arsenico al posto del fosforo nel costruire il proprio DNA, cosa ritenuta finora impossibile. Di conseguenza, i criteri utilizzati fin qui per definire gli ambienti favorevoli alla vita (e quindi i pianeti abitabili) andrebbero riscritti. L'astrobiologia c'entra soltanto di striscio.
Un batterio nostrano che si comporta in modo bizzarro non è un granché, ma è sufficiente per ispirare titoli come “La Nasa: ci sono alieni sulla Terra” (Repubblica) e per scatenare le fantasie degli ufologi creduloni (“La scoperta potrebbe provare la teoria che esistono creature-ombra in parallelo agli esseri umani”, Segnidalcielo.it). Del resto l'annuncio è firmato NASA e l'articolo che ne descrive i dettagli compare sulla prestigiosa rivista Science (A Bacterium That Can Grow by Using Arsenic Instead of Phosphorus). Credervi parrebbe ragionevole.
Ma c'è una regola ricorrente nelle indagini antibufala e nella valutazione dell'attendibilità di una notizia che vale anche quando ci sono di mezzo NASA e Science: affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie, a prescindere da chi fa le affermazioni in questione. Se un ricercatore competente (non un dilettante) scrive che la vita può fare a meno di un elemento ritenuto indispensabile come il fosforo e sostituirlo con l'arsenico incorporandolo addirittura nel proprio DNA e usandolo per crescere, vale la pena di ascoltarlo, ma questo non significa che non gli si debba fare le pulci. È come sostenere che si può costruire una casa usando purè di patate al posto del cemento: anche se lo afferma un esperto, gli si chiede comunque una dimostrazione pratica e si cerca di ripetere i suoi esperimenti. Fidarsi è bene, verificare è meglio.
È quello che sta succedendo ora con l'annuncio sensazionale della NASA: altri ricercatori qualificati stanno esaminando l'articolo pubblicato da Science e stanno trovando lacune serie ed errori metodologici gravi (ne parlano in dettaglio Marco Cagnotti, Nature, la microbiologa Rosie Redfield, gli esperti intervistati da Slate e Discover Magazine, tanto che Nature ha pubblicato una replica). È molto probabile che il povero batterio non prosperi affatto con l'arsenico ma semplicemente sopravviva nonostante l'arsenico. In tal caso, la NASA e Science avrebbero indubbiamente pubblicato una bufala.
Non sarebbe un fallimento del metodo scientifico, visto che sarebbe proprio questo metodo a snidare i propri errori, ma sarebbe comunque un imbarazzo memorabile: un “al lupo, al lupo” astrobiologico. E anche se saltasse fuori che i ricercatori della NASA hanno ragione, l'annuncio è stato fatto in maniera ingannevole, creando un'attesa esagerata che poi è stata delusa, per cui anche in questo caso la bufala c'è.
La morale della storia è che quando c'è di mezzo la scienza, è meglio non fidarsi dei titoloni sensazionalisti, neanche quando sono targati NASA, ma conviene lasciare che la ricerca faccia il proprio corso e superi il vaglio critico degli esperti. Fino a quel momento, specialmente quando viene tirato in ballo un argomento emotivamente coinvolgente e ad alto rischio di bufala come la vita extraterrestre, sarebbe opportuno tenere bassi i toni e non diffondere notizie non confermate. Altrimenti E.T., a furia di essere invocato invano, potrebbe decidere di non venirci mai a trovare davvero.
Sei giorni di buio a Natale? No, è una bufala
December 13, 2014 15:10No, la NASA non ha annunciato sei giorni di buio continuato nei giorni prima di Natale. È una bufala che avevo già smontato qui tempo fa e catalogato nella Bufalopedia. Se la diffondete, dimostrate soltanto di essere creduloni e inaffidabili, oppure di voler fare sensazionalismo sul nulla per mancanza di meglio. Qualunque riferimento a giornalisti e ufologi è puramente casuale.
Attacco informatico ai casinò di Las Vegas
December 13, 2014 7:46È decisamente l'anno della guerra informatica a distanza per vendetta: dopo Sony Pictures, che è stata scoperchiata informaticamente da un attacco legato, a quanto pare finora, alla sua decisione di pubblicare un film che parla dell'assassinio del leader della Corea del Nord, ora è il turno di alcuni casinò di Las Vegas, in particolare il Sands, il Venetian e il Palazzo, che sono stati penetrati da un'intrusione informatica a gennaio scorso che è stato reso noto solo ora.
L'attacco ha installato nella rete informatica dei casinò un malware che ha cancellato il contenuto dei dischi rigidi, ha spento i server di posta e i centralini telefonici e portato alla paralisi tutti i servizi. Il movente dell'incursione sarebbe una dichiarazione di uno degli azionisti principali di questi casinò, Sheldon Adelson, che ha proposto un attacco nucleare all'Iran per convincere gli iraniani ad abbandonare il proprio programma atomico. Parole incaute e indelicate che sono arrivate alle orecchie di informatici iraniani ai quali, come dire, l'idea di essere nuclearizzati insieme alle proprie famiglie non va molto a genio.
Gli aggressori hanno attaccato dapprima la VPN di un casinò in Pennsylvania con un bruteforcing, poi hanno ottenuto nomi utenti e password e infine hanno trovato le credenziali di uno dei tecnici informatici senior, che hanno spalancato tutte le porte del bersaglio. A quel punto hanno usato 150 righe di Visual Basic per creare una bomba malware, che ha sovrascritto parti dei dischi rigidi dei computer infettati e poi li ha riavviati per dare il colpo di grazia.
L'Iran attacca i casinò di Las Vegas via computer
December 12, 2014 8:36È decisamente l'anno della guerra informatica a distanza per vendetta: dopo Sony Pictures, che è stata scoperchiata informaticamente da un attacco legato, a quanto pare finora, alla sua decisione di pubblicare un film che parla dell'assassinio del leader della Corea del Nord, ora è il turno di alcuni casinò di Las Vegas, in particolare il Sands, il Venetian e il Palazzo, che sono stati penetrati da un'intrusione informatica a gennaio scorso che è stato reso noto solo ora.
L'attacco ha installato nella rete informatica dei casinò un malware che ha cancellato il contenuto dei dischi rigidi, ha spento i server di posta e i centralini telefonici e portato alla paralisi tutti i servizi. Il movente dell'incursione sarebbe una dichiarazione di uno degli azionisti principali di questi casinò, Sheldon Adelson, che ha proposto un attacco nucleare all'Iran per convincere gli iraniani ad abbandonare il proprio programma atomico. Parole incaute e indelicate che sono arrivate alle orecchie di informatici iraniani ai quali, come dire, l'idea di essere nuclearizzati insieme alle proprie famiglie non va molto a genio.
Gli aggressori hanno attaccato dapprima la VPN di un casinò in Pennsylvania con un bruteforcing, poi hanno ottenuto nomi utenti e password e infine hanno trovato le credenziali di uno dei tecnici informatici senior, che hanno spalancato tutte le porte del bersaglio. A quel punto hanno usato 150 righe di Visual Basic per creare una bomba malware che ha sovrascritto parti dei dischi rigidi dei computer infettati e poi li ha riavviati per dare il colpo di grazia.
Facebook sta attivando la ricerca nel testo; occhio ai vecchi post
December 12, 2014 8:19Pochi giorni fa Facebook ha annunciato una novità che potrà creare un misto di piacere e disagio fra i suoi utenti: l'arrivo della ricerca di tutto il testo di tutti i post pubblicati. Comodissima per ritrovare quel post bellissimo di cui ci ricordiamo l'autore e qualche parola chiave, ma anche un incubo per chiunque abbia mai pubblicato qualcosa d'imbarazzante e confidava nel fatto che tutto si perdesse nell'oblio dell'irreperibilità.
La nuova versione dello strumento di ricerca Graph Search, che consentiva già una ricerca parziale, arriva dapprima negli Stati Uniti per gli utenti che adoperano Facebook in inglese sull'iPhone o su computer. Permetterà una ricerca per parole chiave su fotografie, post, video e link. La ricerca rispetterà le impostazioni di privacy dei vari post, per cui un contenuto condiviso con gli amici sarà cercabile soltanto dagli amici, e ovviamente tutti i contenuti pubblici saranno cercabili da chiunque.
Meglio, dunque, cogliere la pausa di fine anno per sfogliare i vecchi post, cercando magari nomi, frasi o parole che potrebbero risultare poco gradevoli agli occhi di un futuro partner sentimentale o datore di lavoro. Se vi imbattete in qualche post che preferireste dimenticare per sempre, cambiatene la privacy impostandola a “Solo io” per ridurne l'impatto oppure cancellatelo direttamente. Buona fortuna.