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September 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Il Messaggero: “Il freddo di questi giorni allontana i timori sul riscaldamento globale”. Poi arriva la rettifica. O quasi

January 6, 2019 11:16, by Il Disinformatico

Ieri Il Messaggero ha scritto “Il freddo di questi giorni allontana i timori sul riscaldamento globale - Neve anche al Sud: l’inverno che rassicura”.

Tanti, fra cui il CICAP, hanno chiesto chiarimenti, anche perché l’articolo era sostanzialmente corretto e parlava solo di meteorologia, senza riferimenti al clima.

Oggi è arrivata questa rettifica, che lascio a voi giudicare: “Nella prima pagina di sabato, nell'occhiello della foto sul gelo al Sud, purtroppo è saltato un "non" prima di "allontana i timori sul surriscaldamento globale", cambiandone così il senso. Ce ne scusiamo con i lettori. Ma evitiamo #polemicheinutili @manumas78”.

Nella prima pagina di sabato, nell'occhiello della foto sul gelo al Sud, purtroppo è saltato un "non" prima di "allontana i timori sul surriscaldamento globale", cambiandone così il senso. Ce ne scusiamo con i lettori. Ma evitiamo #polemicheinutili @manumas78 pic.twitter.com/AMsMNvFG6f
— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) January 6, 2019



Peccato che sia stato necessario ricorrere alle “polemiche inutili” per ottenere questa rettifica.

Silenzio del Messaggero, invece, su quell’“inverno che rassicura”.


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Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Gazzettino, Il Mattino, Leggo: muore Bre Payton, “conduttrice antivaccini”. Che non era antivaccinista

January 6, 2019 10:48, by Il Disinformatico

Numerose testate (Gazzettino, Il Mattino, Leggo) dicono che Bre Payton, morta a 26 anni, era una “conduttrice antivaccini” statunitense che “Non solo rifiutava di sottoporsi a vaccini, ma faceva anche propaganda attiva contro la loro somministrazione”. È falso.

Siamogeek ha provato a cercare le dichiarazioni antivacciniste attribuite a Bre Payton. Non ne ha trovate. Ha cercato i “diversi editoriali” nei quali, secondo queste testate, la Payton “spiegava che «i vaccini sono opera del diavolo» e che «bisogna combattere con tutti i mezzi le campagne di vaccinazione statali contro la pertosse [...]»”. Non ne ha trovati.

Forza, Gazzettino, Il Mattino, Leggo: fateci vedere questi “editoriali”. Oppure rettificate i vostri articoli. Grazie.


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Una volta per tutte: perché dire “lato oscuro” della Luna è non solo sbagliato, ma ingannevole

January 6, 2019 8:27, by Il Disinformatico

L’emisfero lunare non visibile dalla Terra, fotografato dagli astronauti della missione Apollo 16.
 

Ultimo aggiornamento: 2019/01/06 11:25.

Il recente atterraggio della sonda cinese Chang'e-4 sull’emisfero lunare non visibile dalla Terra ha risollevato, specialmente a livello giornalistico, la questione dell’uso di “lato oscuro” per identificare questa parte della Luna.

Lo dico ancora una volta con sentimento: non esiste un lato oscuro della Luna: anche la faccia della Luna che non vediamo viene illuminata dal Sole periodicamente (a parte alcuni crateri polari). Esiste una faccia nascosta, nel senso che non la possiamo vedere dalla Terra, ma non un lato oscuro.

Usare “lato oscuro”, per qualunque motivo, è ingannevole. Fa pensare che la Luna abbia una parte permanentemente buia. Quindi è meglio smettere di usarlo, per chiarezza. Tutto qui. Perché le conseguenze, altrimenti, sono queste: il telegiornale RAI che dice che “la luce della sonda illumina il lato oscuro della luna”, forse per giustificare il fatto che le immagini mostrano che la sonda è atterrata sul lato oscuro eppure c’è luce. No, non credo proprio che sia stata una metafora.

@disinformatico TG1 13.30: "La luce della sonda illumina il lato oscuro della luna" 😱 https://t.co/6CHcKPGcsK
— Roberto Mastri (@RobertoMastri) 3 gennaio 2019


C’è chi difende l’uso di “lato oscuro” perché “oscuro” ha anche l’accezione figurata di “nascosto”. Ma usare “lato oscuro" perpetua la percezione errata che ci sia una specifica porzione della superficie lunare che è sempre illuminata e una che è sempre al buio. Non è così. Già solo per questo, a mio parere, è infinitamente meglio usare direttamente “nascosto”: disambigua e rende chiaro che si sta parlando dell'emisfero lunare non visibile dalla Terra. Perché confondere la gente usando “oscuro” quando c’è un aggettivo molto più preciso e descrittivo?

C’è chi dice che “oscuro” è giusto, perché va inteso nel senso di “ignoto”. No. abbiamo mappe complete e dettagliatissime dell’intera superficie lunare da oltre 50 anni. La faccia della Luna non visibile dalla Terra è perfettamente conosciuta; non è affatto ignota.

C’è chi obietta che con “lato oscuro” si intende quella parte variabile della superficie lunare che in un dato momento non è illuminata dal Sole. Ma c’è un problema di fondo: siamo abituati a pensare (erroneamente) che la Luna non ruoti su se stessa perché rivolge sempre la stessa faccia verso di noi. La percepiamo come fissa e divisa in due parti: quella che vediamo e quella che non vediamo. Per questo l’espressione “lato oscuro della Luna”, nella sua accezione comune, non indica una zona variabile della superficie, ma una zona fissa: quella non visibile dalla Terra. Non indica quella che in un dato momento è al buio.

C’è chi obietta che “lato oscuro” è una licenza poetica. Stiamo parlando di astronomia, non stiamo facendo poesia spicciola. La licenza poetica lasciamola ai Pink Floyd.

Ma allora cosa diciamo? Semplicemente “faccia nascosta”.O, se vogliamo essere ancora più precisi ma leggermente prolissi, “faccia nascosta alla Terra” o “faccia non visibile dalla Terra”, come suggerito dai commenti a questo articolo.



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Ci sono più persone che credono alle streghe che scienziati che negano i cambiamenti climatici

January 6, 2019 0:05, by Il Disinformatico

Ieri ho avuto l’ardire di tweetare semiseriamente che la percentuale di scienziati che nega l'esistenza dei cambiamenti climatici è inferiore a quella delle persone che credono alle streghe. È arrivato il solito climalterato a chiedermi di dimostrarlo, per cui ecco i dati. Non si sa mai che possano tornare utili ancora per ricordare una regola importante: il fatto che esista una piccola percentuale di esperti che negano una tesi non significa che quegli esperti abbiano per forza ragione.

Percentuale di scienziati che nega l’esistenza dei cambiamenti climatici di origine umana: non più del 9% (Skepticalscience.com).



Aggiungo un elenco NASA degli enti scientifici che dichiarano che il riscaldamento globale (antropico o meno) è reale.

Altri dati tratti dalle ricerche citate da Wikipedia:





Percentuale di americani che credono all’esistenza delle streghe: 21% (Gallup, 2005).



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Instagram, quando bastano un selfie e un numero per finire molestati

January 5, 2019 15:37, by Il Disinformatico

Alcuni nomi, luoghi e dati di questa storia sono stati alterati per riservatezza.

Che pericolo ci sarà mai a postare un normale selfie su Instagram? Se sei una giovane ragazza, il pericolo c’è eccome, e Instagram non fa praticamente nulla per proteggerti.

Marta (non è il suo vero nome) è una ragazza svizzera minorenne che, come tante persone della sua età, pubblica dei selfie su Instagram: foto normali, nulla di sconveniente. Ha un account pubblico.

Mi ha chiamato chiedendo aiuto perché qualcuno aveva preso uno dei suoi selfie, aveva creato un account Instagram basato sul suo nome e cognome, e aveva messo nel profilo il suo numero di telefonino con le parole “Scopo gratis”, “Sono una zoccola” e altre volgarità.

La ragazza aveva cominciato a ricevere numerose telefonate e molti messaggi su WhatsApp riguardanti quel profilo falso e la sua apparente offerta, e ovviamente si era agitata e spaventata. L’imbecille creatore del profilo forse pensava di fare uno scherzo divertente, una grande spiritosata, ma questa è molestia online; è cyberbullismo.

Le segnalazioni di Marta a Instagram, tramite l’apposita funzione Segnala dell’app di Instagram, non sono servite a nulla. Ho segnalato anch’io l’account fasullo, ottenendo solo questa risposta:

“Grazie per aver trovato il tempo di segnalare l’account di [omissis]. Sebbene analizzando l’account che hai segnalato per furto di identità abbiamo riscontrato che non viola le Linee guida della community, le segnalazioni come la tua rappresentano un aspetto importante che contribuisce a rendere Instagram una piattaforma sicura e accogliente per tutti”

Complimenti, Instagram. Vi segnalano un account nel quale sembra che una minorenne pubblichi il proprio numero di telefono e si offra per fare sesso, e per voi “non viola le regole della community”. E intanto il molestatore continua a tormentare la propria vittima, che non sa più a chi rivolgersi. Sospendere l’account segnalato in attesa di accertamenti no, vero?

Per chi si trovasse nella stessa situazione:

  • mandate un solo messaggio all’account fasullo, dicendogli che quello che sta facendo è molestia e cyberbullismo e quindi è denunciabile, e intimandogli di cancellare subito l’account, ma non dite altro e non dialogate;
  • chiedete agli amici di segnalare l’account fasullo: è possibile che tante segnalazioni possano attirare l’attenzione dell’assistenza di Instagram;
  • non limitatevi a cliccare su Segnala nell’app, ma consultate (preferibilmente usando un computer, non il telefonino) la sezione Account che fingono l’identità di altre persone o entità di Instagram: troverete un questionario da compilare, al quale allegare “una foto chiara che ti ritrae con il documento di identità accettato in mano”;
  • i documenti accettati sono per esempio: certificato di nascita, patente di guida, certificato di matrimonio, documento di identità ufficiale diverso dalla patente di guida (per esempio una carta d’identità nazionale), passaporto;
  • deve essere la persona impersonata a inviare la segnalazione, dal proprio account;

  • In alcuni casi la polizia può intervenire autorevolmente: Instagram spiega qui che “in caso di pericolo imminente per un bambino o rischio di morte o serio danno fisico a una persona, un rappresentante delle forze dell'ordine può inviare una richiesta usando il sistema di richieste online per le forze dell'ordine su facebook.com/records. In Svizzera, per esempio, c’è il Gruppo Visione Giovani della Polizia Cantonale.

In questo caso, oltre a consigliare a Marta di parlare della situazione con i propri genitori (cosa difficile, lo so) e guidarla nel raggiungere il modulo di segnalazione, ho provato inoltre a scrivere un tweet pubblico ad Adam Mosseri, Head di Instagram, riassumendo la situazione:


@mosseri Swiss journalist here. Young girl is being harassed on Instagram by someone impersonating her, posting her photos, name and phone number and offering free sex. She's being phoned by harassers. Reported multiple times. Ignored. Is this how you help your users?

Non so se è stato merito del tweet, della segnalazione dettagliata con documento d’identità fatta da Marta o di un ripensamento da parte del molestatore, ma alla fine l’account fasullo è scomparso.

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Tutto è bene quel che finisce bene, ma purtroppo questa storia ripropone un problema spesso trascurato: più cose personali pubblichi, più è facile che qualcuno ne abusi. E i social network non offrono strumenti di difesa efficaci e rapidi.

È triste doverlo fare, ma mi tocca dare un consiglio: tenete privati i vostri account Instagram se ci mettete cose personali, anche se vi sembrano innocue. Una ragazza avrebbe il diritto di farsi vedere in pubblico senza essere molestata, ma a causa degli imbecilli allupati deve prendere delle precauzioni.

A proposito di imbecilli: il primo di tutti sei tu, quello che ha creato l’account falso. Ma anche gli altri che hanno telefonato a una quattordicenne cercando sesso non sono migliori. Tormentare una ragazzina vi fa sentire grandi? Sì, grandi coglioni. Fate pena.


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