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September 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Quiz: quanto siete geek? Provate a riconoscere queste tute spaziali

October 4, 2018 13:10, by Il Disinformatico

Oggi esce il libro autobiografico di Samantha Cristoforetti, Diario di un’apprendista astronauta, ed è stata pubblicata dal Corriere della Sera un’intervista di Martina Pennisi a Sam:

Oggi esce il libro di @AstroSamantha.

Ne abbiamo parlato su @7Corriere: cosa sta facendo, le mete realistiche e gli obiettivi delle sue prossime missioni, come vede l’Italia da fuori (staccandosi dall’attualità, dà una risposta da appendere al frigo) e molto altro.

Grazie. pic.twitter.com/Fg80frB6Dp
— Martina Pennisi (@martinapennisi) October 4, 2018


Se riconoscete le due tute sullo sfondo senza googlare, siete davvero geek: siatene orgogliosi.

Se non le riconoscete, potete usare gli strumenti di Internet per trovare la soluzione. Pubblicherò man mano qui qualche aiutino.

Aiutino 1. Non sono tute spaziali vere: provengono da due produzioni di fantascienza distinte.

Aiutino 2. Una è stata usata due volte; l'altra una sola.

Aiutino 3. Una ha circa 40 anni; l'altra circa 10.

Aiutino 4. In una delle produzioni, l’attore protagonista si chiama quasi come l’astronauta fotografata in primo piano.

Aiutino 5. Non c’entrano 2001: Odissea nello Spazio, Spazio: 1999, Thriller di Michael Jackson, Urania, Ultimatum alla Terra, UFO.


La soluzione


Ecco come ho risolto io: una tuta, quella di sinistra, essendo io un Trekker di lungo corso, l’ho riconosciuta subito, ma l’altra mi lasciava perplesso. Ho immesso la foto in Tineye ed è emerso l’originale presso Getty Images: l’autore della fotografia è Tristan Fewings, e la foto risale all‘1 giugno 2017, quando fu scattata presso la mostra Into the Unknown: A Journey Through Science Fiction al Barbican Centre di Londra, come spiega la descrizione della foto su Getty Images.

Armato di queste informazioni, ho cercato dei video della mostra e ho trovato questo, che a 1:40 mostra le tute e parla di Leonard Nimoy in Star Trek e Sam Rockwell in Moon. Le informazioni sono confermate da questa recensione.

A questo punto è stato facile verificare cercando immagini di entrambi. Questo è Moon (2009), che mostra la tuta di destra:

Credit: The Prop Gallery.

Un’altra foto molto chiara è qui, tratta proprio dalla mostra londinese.

La tuta di sinistra proviene da Star Trek: Il Film (1979): la indossa Spock verso la fine del film, quando va a “incontrare” V'ger, e la si vede in piccolo indossata da alcuni astronauti all’inizio.





Alcuni solutori hanno detto che era la tuta usata nel secondo film, ossia Star Trek: L’Ira di Khan, ma hanno ragione solo in parte. Infatti la tuta del primo film fu effettivamente riutilizzata per il secondo, ma nella foto pubblicata dal Corriere manca la maniglia pettorale che c’è nel secondo film, come si vede qui sotto:



Per cui quella nella foto dietro Samantha Cristoforetti è la tuta del primo film. Sì, sono pignolo, trekker e geek fino a questo punto e ne sono fiero. E voi, come ve la siete cavata?


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Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Elettrica Renault a 9000 euro? Non proprio

October 4, 2018 7:03, by Il Disinformatico

Molti lettori mi stanno segnalando un articolo di Repubblica (copia su Archive.is) a firma di Vincenzo Borgomeo, che parla di un’auto elettrica Renault, la K-ZE Concept, che Costerà poco (9000 euro), avrà una forma alla moda (Suv) e un'autonomia QB, quanto basta come dicono gli chef con il sale (250 km). Addirittura “Si ricarica come un cellulare a una normale presa di corrente”.

Contenete il vostro entusiasmo: non so da dove Borgomeo abbia preso quel prezzo, ma per quel che mi risulta il prezzo europeo non è stato ancora dichiarato pubblicamente. Il comunicato stampa completo di Renault è qui su InsideEVs.com.

Non solo: l’autonomia dichiarata è misurata secondo lo standard NEDC (fonte: Renault), che è totalmente irrealistico e va cautelativamente ridotto: un’auto che dichiara 250 km NEDC di solito nella realtà sta sotto i 200 km di autonomia. In altre parole, “quanto basta” soltanto per un uso come auto per brevi tragitti. Con un’autonomia del genere, è più una seconda auto da città che un vero sostituto dell’auto tradizionale.

Per quel che mi risulta, non sono state rilasciate le specifiche tecniche di quest’auto, per cui non si sa qual è la capienza della sua batteria, l’elemento più costoso e cruciale di qualunque auto elettrica: Renault dice solo che la carica rapida (secondo quale standard, non si sa) richiede 50 minuti per arrivare all’80% e la carica al wallbox richiede “meno di 4 ore”. Su questi dati si può ipotizzare una capienza di circa 40 kWh. Considerato che una batteria oggi costa spesso più di 150 dollari al kWh, una batteria da 40 kWh costerebbe 6000 dollari. Quindi se questa mia rapida spannometria è esatta, pare davvero difficile un prezzo finale all’utente di 9000 euro, anche se l’auto è basata sulla Kwid a benzina già esistente.

Infine, dire che un’auto si ricarica “come un cellulare a una normale presa di corrente” è fuorviante: qualunque auto, per caricarsi in tempi umanamente ragionevoli, deve assorbire parecchia energia per molte ore, e questo può causare surriscaldamenti negli impianti non perfettamente a norma. Non è come collegare un telefonino a una prolunga.


Fonte aggiuntiva: Electrek. Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
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Gazzetta del Mezzogiorno: “spada laser alla Star TRECK”. Era meglio tacere

October 3, 2018 6:10, by Il Disinformatico

“Facciamo considerazioni 'precise'”, scrive Enrica Simonetti sulla Gazzetta del Mezzogiorno oggi. Dopo aver scritto che ci sono le spade laser in “Star TRECK”. Sì, con la C e la K. Lo scrive non sul sito, ma nella versione cartacea. Quella seria.

Spiegone per giornalisti:

1. Ci sono due saghe di fantascienza/fantasy strafamose. Una è Star TREK, quella con l'astronave Enterprise, il capitano Kirk e il signor Spock (quello che chiamate sempre "dottor Spock", confondendolo col celebre pediatra). Niente spade laser.

2. Poi c'è Star WARS, quella con Luke Skywalker, Darth Vader, la Forza, la Principessa Leia. Lì hanno le spade laser. Entrambe le saghe esistono da decenni e hanno milioni di fan. Io sono uno di questi fan.

3. Ora, da fan e da giornalista, vi chiedo una cortesia: se non siete capaci di tenere a mente questa semplice distinzione fra Star WARS e Star TREK...

...NON CITATELI.

4. Ma se non siete capaci di distinguere fra cose semplici come Star TREK e Star WARS (sono otto lettere, santo cielo), come possiamo fidarci di voi quando ci raccontate politica, economia, scienza o altre cose un tantinello più complesse?


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Appuntamenti falsi in Google Calendar, una possibile soluzione

October 3, 2018 5:26, by Il Disinformatico

Qualche giorno fa ho trovato nel mio Google Calendar un appuntamento falso: un soggiorno a un Holiday Inn vicino a Nizza per domani e dopodomani, che non ho prenotato e che non ho in programma.

Calendar mi dice che “l’evento è stato creato automaticamente da un’email”, ma se clicco su quest’informazione non vengo portato alla mail creatrice. Non è un grande aiuto.

Così ho cercato alcune parole chiave nei miei account di mail Google e ho trovato un messaggio di qualche giorno prima, nel quale un amico mi segnalava di aver ricevuto una mail di conferma di una prenotazione d’albergo che lui non aveva fatto ed era quindi quasi sicuramente truffaldina. La prenotazione del mio amico riguardava lo stesso Holiday Inn per le stesse date.

Presumo quindi che sia questa la mail che Google Calendar ha interpretato erroneamente. Se è così, un parsing che non tiene conto del fatto che la prenotazione è un inoltro di terzi è così scadente da essere del tutto inutile. Rischio di trovarmi in agenda tutti gli appuntamenti e gli incontri che mi mandano i lettori per sapere se sono truffe o meno.

Questo sembra essere un problema separato rispetto allo spam in Calendar che avevo raccontato ad agosto scorso.

La soluzione più probabile è disabilitare l’interpretazione automatica delle mie mail da parte di Google: nelle impostazioni di Calendar, ho scelto Eventi da Gmail e disabilitato Aggiungi automaticamente eventi da Gmail al mio calendario (una funzione descritta lapidariamente da Google qui e criticata dagli utenti per esempio qui). Mi è comparso l‘avviso Gli eventi non verranno più aggiunti automaticamente dalla tua email. Gli eventi aggiunti in precedenza da Gmail verranno rimossi e ho cliccato su OK.

Vediamo se funziona.


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Trovato un altro pianeta nano nel Sistema Solare, indizio di un grande pianeta esterno da scoprire

October 2, 2018 12:08, by Il Disinformatico

Qualche giorno fa (il 27 settembre) ho pubblicato questo tweet nella speranza di prevenire fantasie ufologiche a proposito di una scoperta astronomica ancora sotto embargo:

Preallerta antibufala: il 2 ottobre verrà annunciata una scoperta di carattere astronomico molto interessante. No, non c'entrano gli alieni e non si tratta di asteroidi in rotta di collisione.
— Paolo Attivissimo (@disinformatico) 27 settembre 2018


Quando viene diramata una notizia astronomica con preghiera di tenerla riservata fino a una carta data, c’è sempre il complottista di turno che si lascia andare a facili entusiasmi e dice che l’embargo dimostra che ci stanno tenendo nascosto qualcosa. Più semplicemente, si chiede l’embargo ai giornalisti in modo da coordinare l’uscita della notizia e dare tempo ai giornalisti di preparare gli articoli.

In questo caso l’embargo è stato tolto oggi alle 14 UTC e quindi sono usciti gli articoli che spiegano la nuova scoperta: si tratta di un pianeta nano del Sistema Solare, denominato 2015TG378 e soprannominato The Goblin, che è stato confermato dopo tre anni di osservazioni. L’annuncio è stato dato da Scott Sheppard, della Carnegie Institution for Science, coordinatore delle ricerche effettuate con il telescopio Subaru alle Hawaii. Il paper di annuncio si intitola A New High Perihelion Inner Oort Cloud Object.

Come spiega Astronomy.com, TG378 ha un diametro stimato di circa 300 km e orbita intorno al Sole una volta ogni 40.000 anni circa, con una traiettoria ellittica che non si avvicina mai al Sole più di Nettuno e si allontana fino a circa 2300 UA, cioè 2300 volte la distanza Terra-Sole, quindi 344 miliardi di km.

La scoperta è una botta di fortuna, in un certo senso, perché TG378 passa quasi il 99% della propria orbita a distanze tali da essere invisibile agli attuali telescopi.

Cosa più importante, la scoperta di TG378 è un altro tassello nel mosaico di dati che sembrano suggerire la presenza di un pianeta massiccio ancora da scoprire. I pochi pianeti nani transnettuniani che conosciamo sembrano orbitare come se fossero influenzati da un corpo celeste di grande massa.


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