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Disinformatico

September 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Cerchi nel grano, davvero impossibili per gli esseri umani?

June 29, 2018 6:47, by Il Disinformatico

Credit: Tio.ch.
Qualche giorno fa sui giornali svizzeri è uscita la notizia di un cerchio nel grano comparso in un campo a Uster (Canton Zurigo). Secondo quanto riportato dai media, alcune persone, compreso il proprietario del campo, identificato solo come Hanspeter S*, ritengono che non possa essere opera umana.

“Non può averlo fatto l’uomo”, titola Tio.ch. Ma in realtà si tratta di un bel “cerchio” piuttosto semplice da realizzare. Lo so, perché ne ho fatti anch’io, e anche di più complessi, sotto la guida di un maestro di questa arte, Francesco Grassi del CICAP.

Francesco spiega le proprie tecniche e la storia decisamente curiosa dei cerchi nel grano nel suo libro Cerchi nel grano - Tracce di intelligenza (Edizion STES) e periodicamente offre una dimostrazione pratica di come si creano queste formazioni.

Quest’anno ha coinvolto i partecipanti al corso Cicap per investigatori dell’insolito nella costruzione di un cerchio decisamente complesso in Italia, a Virle (Piemonte), realizzato in una notte, fra il 16 e il 17 giugno, coordinando una ventina di persone e con il consenso del proprietario del campo. Questo è il risultato:

Cascina Geronima/Virle 2018, new #cropcircle in Italy made by Francesco Grassi and his team at Giuseppe Chiaretta's farm, Cascina Geronima, Italy, #piedmont. This crop circle had been created during the night between June 16 and June 17 2018. Thanks to Giuseppe Chiaretta (Cascina Geronima). Pictures © Francesco Grassi. Francesco Grassi made this artwork during the night between June 16 and June 17 2018 with his team: Antonio Ghidoni Rodolfo Rolando Stefano Bardelli Ennio Legrottaglie Federico Lino Monica Mautino Davide Bellettini Roberto Camisana Matteo Carancini Vanni De Luca dilens_dilenzia Matteo Gentini Paolo Marelli Graziella Morace Piersilvio Oglio Lorenzo Paletti Matteo Pierini Francesco Sblendorio Rosita Sormani Annalisa Tuccia Carlo Ungarelli Max Vellucci Alberto Zaffaroni Thanks for enjoying my #art.
Un post condiviso da Francesco Grassi (@francesco.grassi66) in data: Giu 19, 2018 at 8:00 PDT


Potete seguire Francesco Grassi anche su Twitter (@francescograssi).
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Telecamere via Internet vulnerabili, alcune mandano da sole i video a qualcun altro

June 29, 2018 6:42, by Il Disinformatico

Non è la prima volta che parlo di telecamere IP vulnerabili perché mal configurate dagli utenti che non ne cambiano le ridicolissime password predefinite o vendute con falle di sicurezza che permettono a un intruso di intercettare le immagini trasmesse. Un esempio classico arriva dalla Shenzhen Gwelltimes Technology Co., Ltd, un’azienda che produce telecamere da connettere a Internet vendute con vari marchi (tipo FREDI) e ricche di falle imbarazzanti.

Le password predefinite sono “123” e l’app Yoosee consente di gestire le telecamere senza dover cambiare queste password; le telecamere sono numerate in sequenza, per cui un aggressore può sfogliarle tutte semplicemente cambiando un numero nel link pubblico. I risultati sono inevitabili, come racconta Jamie Turman, una madre della South Carolina: ignoti hanno preso il controllo della sua telecamerina IP, usata per tenere d’occhio il figlio Noah, spiando la donna e seguendola mentre si spostava nella stanza del bambino. Si è accorta che la telecamera cambiava posizione, puntando esattamente la zona dove lei regolarmente allattava il figlio.

Questo tipo di intrusione, però, richiede che un intruso si dia da fare per trovare le telecamere vulnerabili e le violi. Ci sono marche che fanno di più: la Swann Security ha messo in commercio una di queste telecamere che manda spontaneamente i video agli sconosciuti, senza che loro debbano fare nulla.

Lo ha segnalato la BBC, e la Swann si è giustificata dicendo che due esemplari della loro telecamera sono stati fabbricati per errore con lo stesso identificativo e comunque gli utenti si sarebbero dovuti accorgere che qualcosa non quadrava quando la telecamera, durante il pairing, ha avvisato che era già abbinata a un account. Il problema dovrebbe essere stato circoscritto, ma la figuraccia probabilmente no.


Fonti aggiuntive: Engadget, Bleeping Computer, BoingBoing.

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Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



“Ma che male fa inoltrare una bufala?” In india porta al linciaggio di un innocente

June 29, 2018 4:00, by Il Disinformatico

Molti pensano che la cosa più giusta da fare, quando vedono un video che diffonde un allarme, sia inoltrarlo a tutti i propri amici perché non si sa mai, potrebbe essere utile. Ma è pericolosissimo. Dall’India arriva un esempio terribile di questo comportamento tanto diffuso quanto sbagliato.

In India è diventato virale un breve video che mostra, a prima vista, due persone in moto che rapiscono un bambino per strada. Ma in realtà si tratta di una ricostruzione fatta con attori e realizzata in Pakistan per sensibilizzare la popolazione al problema dei rapimenti di bambini.

La versione originale si conclude con un messaggio di prestare attenzione, tenuto in mano da uno dei finti rapitori, ma la versione che circola in India è stata tagliata da ignoti irresponsabili per togliere questa scena finale che rivela che si tratta di una finzione. Il risultato di questo taglio è che ora il video viene creduto vero dalla popolazione.

La polizia lo ha smentito ripetutamente, ma il video continua a circolare su WhatsApp insieme a messaggi che parlano di centinaia o migliaia di rapitori di bambini che sarebbero entrati in India. Questi falsi allarmi sono stati amplificati anche dalle TV locali, che non si sono prese la briga di compiere verifiche.

Il risultato terribile di questa psicosi di massa è che un uomo di 26 anni, Kaalu Ram, è stato ucciso dalla folla. Era a Bangalore, una delle più grandi e moderne città indiane, in cerca di lavoro. Alune persone del posto lo hanno accusato di essere un rapitore di bambini e lo hanno legato e trascinato per strada, dove uomini e donne l’hanno massacrato di calci, mentre altri riprendevano con i loro telefonini. Kaalu è morto mentre lo portavano in ospedale.

Se vi viene il dubbio che una psicosi del genere non possa succedere da noi, ho solo due parole da aggiungere: Blue Whale.


A grim reminder of what #disinformation can mean in practice & in what unexpected ways it can manifest.
It's not only #fakenews on Facebook - in some parts of the world lives are at stake.
Think critically, verify sources and don't trust everything you read!
(via @BBCIndia) pic.twitter.com/9fhPaqxutM
— EU DisinfoLab🇪🇺 (@DisinfoEU) 27 giugno 2018

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Identificare il titolare di una numerazione SMS breve in Svizzera

June 29, 2018 3:29, by Il Disinformatico

Se siete sulla rete cellulare svizzera e avete ricevuto degli SMS da numeri brevi (short number), lunghi da tre a cinque cifre, per esempio in relazione a offerte di oroscopi o abbonamenti a siti pornografici, probabilmente vi state chiedendo chi ve li stia mandando e magari vorreste contestarli o bloccarli.

In questo caso può essere utile consultare i siti dei principali operatori cellulari svizzeri, che hanno predisposto delle apposite pagine Web.

Quella di Salt consente la ricerca per numero breve o per nome del fornitore dei servizi via SMS e ne restituisce l’indirizzo e i recapiti telefonici, mail e Web insieme a un comodo riepilogo dei comandi standard da inviare per esempio per cancellarsi da un servizio.

La pagina di Swisscom permette la ricerca in base al numero, al nome o al merchant ID del fornitore (riportato nella vostra fattura, se siete abbonati ai suoi servizi) e fornisce tutti i recapiti e l’elenco dei comandi standard, insieme ai relativi costi.

La pagina di Sunrise consente la ricerca dei fornitori in base al numero, tramite un menu a tendina che ne elenca i nomi oppure in base alla categoria.

Per maggiori informazioni su questi servizi SMS/MMS (SMS premium) c’è inoltre una pagina apposita dell’Ufficio Federale delle comunicazioni (UFCOM) che include il codice di comportamento di questi fornitori di servizi.

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Fake news e false citazioni

June 28, 2018 4:06, by Il Disinformatico

Credit: Bufale e Dintorni (2013).
“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”. È una frase che avete sicuramente letto o sentito tante volte. È una citazione celebre, ma di chi? Provate a pensarci un momento.

Intanto ve ne propongo un’altra, che circola moltissimo su Internet in questo periodo: “Quando un governo non fa gli interessi del popolo bisogna cacciarlo con pietre e bastoni”. Chi l’ha detta?

Se avete attribuito la prima frase al gerarca nazista Joseph Goebbels e la seconda a Sandro Pertini, aspettate a darvi una pacca sulla spalla: come tanti altri internauti, siete vittime anche voi di una particolare forma di fake news, ossia le fake quote, che in italiano sono le citazioni false. Le frasi in questione, infatti, non sono mai state pronunciate dai personaggi storici ai quali vengono così spesso attribuite erroneamente.

La tecnica della falsa citazione consiste nell’attribuire a una persona autorevole o molto conosciuta il concetto che si vuole esprimere e che normalmente sarebbe impresentabile, ma che se viene espresso tramite quel personaggio storico o celebre diventa subito sdoganabile e anzi rimane impresso e rafforzato nella propria efficacia.

Per esempio, se la frase sulle bugie ripetute che diventano verità viene attribuita a Goebbels, tristemente noto per la sua gestione della propaganda nazista, si ammanta di credibilità, vista che l’ha pronunciata un esperto del settore; un esperto in negativo, ma pur sempre un esperto. Se la citazione sui governi da cacciare con pietre e bastoni viene attribuita a una figura storica e politica come quella del presidente della Repubblica Pertini, diventa inattaccabile e immune a qualsiasi critica.

Le citazioni falsamente attribuite, insomma, funzionano molto bene, specialmente nei social network, dove la concisione è fondamentale e circolano sotto forma di meme, ossia di un’immagine del personaggio accompagnata da una didascalia che riporta la citazione. Materiale facile da produrre e condividere e adatto a qualunque social network.

Verificare l’autenticità di una citazione celebre non è affatto facile, anche perché digitarla in Google non fa altro che evocare i tantissimi siti che la riportano. Bisogna esplorare gli archivi storici, che spesso non sono disponibili via Internet.

Nel caso della citazione di Pertini, per esempio, è stato necessario interpellare direttamente la Fondazione Sandro Pertini, che ha rilasciato una smentita formale.

Per la frase di Goebbels occorre esaminare immensi archivi in tedesco, non certo facilmente accessibili. Una mia ricerca sommaria indica che una forma alternativa di questa citazione fu usata dall’Office of Strategic Services statunitense, non da Goebbels, per descrivere il profilo psicologico di Hitler:

“His primary rules were: never allow the public to cool off; never admit a fault or wrong; never concede that there may be some good in your enemy; never leave room for alternatives; never accept blame; concentrate on one enemy at a time and blame him for everything that goes wrong; people will believe a big lie sooner than a little one; and if you repeat it frequently enough people will sooner or later believe it.

Fonte: CIA.gov, pag. 46 del PDF.

Di conseguenza conviene partire dal presupposto che ogni citazione sia falsa fino a prova contraria: se non ne viene indicata la fonte e la data precisa e verificata, è probabilmente apocrifa e quindi è meglio non usarla per sostenere le proprie argomentazioni, che se sono buone possono benissimo reggersi senza queste grucce d’argilla.

È amaro constatare che la regola falsamente attribuita a Goebbels si confermi vera: è in effetti “l’esempio perfetto di come una bugia ripetuta mille volte, diventi la verità”, come nota il sito Bufale un tanto al chilo che l’ha indagata.

Come diceva Abramo Lincoln, insomma, non bisogna mai fidarsi ciecamente degli aforismi trovati su Internet. E se l'ha detto Lincoln, sarà vero. Giusto?
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