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Disinformatico

September 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Le foto “temporanee” di Snapchat non sono temporanee. Ma che sorpresa

October 15, 2013 20:36, by Unknown - 0no comments yet

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “multijog”.

Sarebbe anche ora di piantarla di chiamarli “nativi digitali”, questi giovani d'oggi. Come se avessero chissà quale naturale, istintiva dimestichezza con il funzionamento degli aggeggi digitali. Certo, cliccano icone colorate e pigiano bottoni, ma con pochissime eccezioni non sanno un bel nulla dei principi di base dell'informatica. Chiedigli anche solo cos'è un tag HTML e ti guardano come comparse prelevate di peso da Idiocracy.

Nativi dei miei stivali. Non che gli adulti siano molto meglio, s'intende; ma almeno non vengono etichettati coniando espressioni tanto trendy quanto vuote di significato.

L'unica accezione decente di “nativo digitale” sarebbe “persona che è nata quando le tecnologie digitali già erano capillarmente diffuse”, con la precisazione “ma non per questo ci capisce automaticamente qualcosa”. Ma è raro sentirla usata così. Mamme e papà adoranti contemplano il loro pargoletto che tocca iconcine sullo schermo touch e credono che questo faccia di lui un informatico provetto. Più in là gli faranno vedere Rocco invades Poland e penseranno che questo lo renderà un ginecologo sensibile e premuroso.

Fine del pistolotto da vecchietto. Passiamo alle cose concrete.

Prendiamo il caso di Snapchat, l'app che promette di mandare delle foto che scompaiono dal telefonino del destinatario entro un certo numero di secondi senza che sia possibile salvarle. Questi “nativi digitali” si bevono la promessa e si mandano foto stra-intime con Snapchat pensando che vengano cancellate poco dopo e che sia impossibile salvarle. Che gonzi.

Se avessero un briciolo di conoscenza dell'informatica, saprebbero che un dato digitale è fatto apposta per essere duplicato facilmente e che una volta arrivato su un dispositivo che è al di fuori del loro controllo non ha alcuna garanzia di cancellazione. I bit son fatti così, e non c'è promessa di venditore che tenga.

E puntualmente, infatti, arriva l'app che permette di salvare le foto che non dovevano essere salvabili. Stavolta si chiama Snaphack. La trovate, almeno per ora, sull'App Store di Apple, accompagnata da un bel “ve l'avevamo detto” cantato dal Coro dei Nativi Analogici.

Maggiori info: Business Insider, Heavy, BBC.





Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Le foto "temporanee" di Snapchat non sono temporanee. Ma che sorpresa

October 15, 2013 11:14, by Unknown - 0no comments yet

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “multijog”.

Sarebbe anche ora di piantarla di chiamarli “nativi digitali”, questi giovani d'oggi. Come se avessero chissà quale naturale, istintiva dimestichezza con il funzionamento degli aggeggi digitali. Certo, cliccano icone colorate e pigiano bottoni, ma con pochissime eccezioni non sanno un bel nulla dei principi di base dell'informatica. Chiedigli anche solo cos'è un tag HTML e ti guardano come comparse prelevate di peso da Idiocracy.

Nativi dei miei stivali. Non che gli adulti siano molto meglio, s'intende; ma almeno non vengono etichettati coniando espressioni tanto trendy quanto vuote di significato.

L'unica accezione decente di “nativo digitale” sarebbe “persona che è nata quando le tecnologie digitali già erano capillarmente diffuse”, con la precisazione “ma non per questo ci capisce automaticamente qualcosa”. Ma è raro sentirla usata così. Mamme e papà adoranti contemplano il loro pargoletto che tocca iconcine sullo schermo touch e credono che questo faccia di lui un informatico provetto. Più in là gli faranno vedere Rocco invades Poland e penseranno che questo lo renderà un ginecologo sensibile e premuroso.

Fine del pistolotto da vecchietto. Passiamo alle cose concrete.

Prendiamo il caso di Snapchat, l'app che promette di mandare delle foto che scompaiono dal telefonino del destinatario entro un certo numero di secondi senza che sia possibile salvarle. Questi “nativi digitali” si bevono la promessa e si mandano foto stra-intime con Snapchat pensando che vengano cancellate poco dopo e che sia impossibile salvarle. Che gonzi.

Se avessero un briciolo di conoscenza dell'informatica, saprebbero che un dato digitale è fatto apposta per essere duplicato facilmente e che una volta arrivato su un dispositivo che è al di fuori del loro controllo non ha alcuna garanzia di cancellazione. I bit son fatti così, e non c'è promessa di venditore che tenga.

E puntualmente, infatti, arriva l'app che permette di salvare le foto che non dovevano essere salvabili. Stavolta si chiama Snaphack. La trovate, almeno per ora, sull'App Store di Apple, accompagnata da un bel “ve l'avevamo detto” cantato dal Coro dei Nativi Analogici.

Maggiori info: Business Insider, Heavy, BBC.





Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Come non far comparire il vostro nome nelle inserzioni di Google

October 15, 2013 8:01, by Unknown - 0no comments yet

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “maurizio.rond*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Se siete allarmati all'idea che prossimamente (dall'11 novembre) Google potrà usare il vostro nome e la vostra foto del profilo Google nelle proprie inserzioni, niente panico. Basta andare a questa sezione delle impostazioni dell'account, disattivare la casella di spunta A seconda della mia attività, Google può mostrare il nome e la foto del mio profilo nei consigli condivisi che vengono visualizzate [sic] negli annunci e poi cliccare su Salva. Così:


In ogni caso il vostro nome e la vostra foto possono essere usati soltanto in relazione a contenuti sui quali avete cliccato “+1” (l'equivalente in Google+ del “Mi piace” di Facebook) o avete fatto un commento o che avete deciso di seguire. Inoltre foto e nome verrebbero mostrati soltanto ai vostri amici e contatti in Google+.

Anche disattivando quest'impostazione, il nome e la foto possono essere usati altrove da Google, per esempio in Google Play, secondo l'annuncio di Google.

C'è chi sta protestando la novità usando un metodo originale: sostituire la propria foto con quella di Eric Schmidt (executive chairman di Google).

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Ecco il libro sui cosmonauti perduti (ed ecco le copertine)

October 15, 2013 6:27, by Unknown - 0no comments yet

È stata lunga (in parte anche per colpa mia), ma alla fine ce l'abbiamo fatta: il libro di Luca Boschini che finalmente chiarisce le teorie e le dicerie sui presunti “cosmonauti perduti” (comprese quelle dei fratelli Judica-Cordiglia) è ora disponibile sia in forma cartacea, sia come e-book.

S'intitola Il mistero dei cosmonauti perduti – Leggende, bugie e segreti della cosmonautica sovietica e lo trovate da ordinare via Internet qui su Cicap.org rispettivamente a 14,90€ e 4,99€.

Quella che vedete qui accanto è la copertina finale, scelta fra tutte quelle pervenute a Luca e realizzate per passione dai lettori del Disinformatico, come raccontato qui. Le altre copertine proposte (quelle i cui autori hanno dato il permesso) sono pubblicate qui.

Buona lettura!

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



No, il blog “il Re della Bufala” non è mio

October 14, 2013 6:42, by Unknown - 0no comments yet

Da anni ricevo segnalazioni di lettori che cercano informazioni su Google usando il mio cognome come una delle parole chiave, in modo da trovare eventuali articoli scritti da me sull'argomento cercato, e incappano in un sito fake:

http://attivissimo-bufala.blogspot.it

che usa il titolo “Paolo Attivissimo il Re della Bufala”, imita la grafica del Disinformatico, usa la stessa piattaforma di blogging e pubblica una marea di scempiaggini complottiste (screenshot qui accanto).

Il blog ingannevole giace privo di aggiornamenti da novembre 2009 ma continua a confondere molti utenti, anche se i commenti in coda ai post sono piuttosto eloquenti.

Ho segnalato la questione a Google/Blogger come possibile furto d'identità, ma non c'è stato alcun risultato concreto, nonostante il fatto che il gestore del blog usi il mio vero nome e cognome nel proprio profilo e il fatto che il nome del blog causi confusione nei lettori. Forse rientra nel caso di “parodia o satira di persone” previsto dalle condizioni di Google.

Sia come sia, scrivo questo post per chiarire a chi mi segnala quel blog che:
  • sono al corrente della sua esistenza
  • non è roba mia
  • l'ho già segnalato a Google come possibile abuso, ma senza risultato
  • non ho tempo per insistere sulla questione
  • Internet è fatta così
  • una risata lo seppellirà
Grazie a tutti, comunque, per l'interessamento!
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



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