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Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Curiosity, megapanoramica da Marte; viene in Italia il suo pilota

27 de Março de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “attiliomarc*”.

Che meraviglia. Pochi minuti fa ho potuto seguire in diretta via Internet il lancio della missione spaziale Expedition 35 su un vettore Soyuz, che porterà tre astronauti (Chris Cassidy, Pavel Vinogradov e Alexander Misurkin, un americano e due russi) alla Stazione Spaziale Internazionale nel tempo record di sei ore invece dei soliti due giorni. Considerato quanto è stretta la capsula Soyuz, la differenza è notevole.

Expedition 35 Launch (201303290002HQ)

Magari per chi non ha i miei anni sulle spalle questo può sembrare banale e scontato, ma pensateci un attimo. Russi e americani, acerrimi nemici pochi decenni fa, ora volano nello spazio insieme; i russi, che vivevano le proprie missioni spaziali nel segreto più assoluto, oggi le trasmettono in diretta; e grazie a Internet non dobbiamo dipendere dagli umori di qualche direttore di rete televisiva, ma possiamo seguire queste imprese, riceverne immediatamente le foto (come quella qui sopra) e addirittura vedere gli astronauti in diretta dentro la capsula. Ne abbiamo fatta di strada.

Prossimamente ci saranno, a bordo dello stesso tipo di veicolo, Luca Parmitano e poi Samantha Cristoforetti. Speriamo che per quelle occasioni qualcuno nei media tradizionali si dia una svegliata.

In aggiunta a queste belle dimostrazioni di come Internet ha cambiato le cose, c'è questa panoramica incredibile in gigapixel di Andrew Bodrov che ci arriva da Marte: questo è quello che vede la sonda Curiosity. Zoomate e notate che risoluzione riusciamo ad avere da un altro pianeta. Sembra di essere lì. Non accontentatevi della versione mini che vedete in fondo a questo post: guardate l'originale a tutto schermo.

A proposito: se volete parlare di persona, dal vivo, con uno dei piloti di Curiosity, l'italiano Paolo Bellutta, sarà in Italia dai primi di aprile. Queste sono le date annunciate:

3 aprile: Gruppo Astrofili, Tesero (TN)

4 aprile: Liceo Rosmini, Rovereto (TN), e Fondazione Bruno Kessler, Povo (TN)

6 aprile: Planetario Hoepli, Milano 7 aprile: Museo delle Scienze, Milano

8 aprile: Istituto Italiano di Tecnologia, Torino

9 aprile: Istituto d'Istruzione Alcide Degasperi, Borgo Valsugana (TN)

10 aprile: Liceo Rainerum, Bolzano

11 aprile: Fondazione Bruno Kessler, Povo (TN), e Liceo Galilei, Trento

12 aprile: Università di Padova e Liceo Copernico, Bologna

14 aprile: Museo Caproni, Trento

16 aprile: Agenzia Spaziale Italiana, Roma







“Attacco a Internet”: servono dati, non titoloni da panico

27 de Março de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “cavalieremita” e “f.momoni”.

Ho letto ieri sulla BBC che Internet sta subendo “il più grande attacco della storia”. Ars Technica parla di un attacco “grande abbastanza da minacciare Internet”. Ma qui al Maniero Digitale non si sente nessun effetto, nessun rallentamento, niente. Nessuno dei servizi che uso online ha mostrato problemi.

Poi noto un fatto curioso: nessuno degli articoli catastrofisti fornisce dati precisi sui rallentamenti causati dall'attacco, che durerebbe da "ben oltre una settimana" (Steve Linford di Spamhaus su BBC). Solo frasi generiche e un riferimento a un picco di 300 Gb/s di traffico. Ma dati concreti, zero. Altre fonti, come Wired e La Stampa, attingono semplicemente alla BBC o al New York Times, senza verifiche.

La vicenda è legata, a quanto pare, a un attacco DDOS rivolto all'olandese Spamhaus, società che si occupa di elencare gli spammer e offre liste nere di siti da bloccare per arginare lo spam, da parte di Cyberbunker, società olandese di hosting un po' controversa.

Poi trovo un articolo su Gizmodo che fa le mie stesse domande, nota che tutte le dichiarazioni d'Apocalisse partono da Spamhaus e da Cloudflare (società specializzata, guarda caso, nella difesa contro i DDOS) e va a cercare un po' di dati concreti. L'Internet Traffic Report segnala traffico stabile negli ultimi trenta giorni. L'articolo di Gizmodo include anche una smentita da parte di Renesys, altra società che si occupa di monitoraggio della Rete. L'enorme infrastruttura di Amazon non mostra problemi. Al MIX-it tutto tranquillo da giorni.

Qui in Svizzera, Melani non ha segnalazioni in merito. L'Internet Storm Center ha poche righe ben poco preoccupate. L'unica segnalazione vagamente interessante è un breve calo presso LINX il 23 marzo. Akamai segnala, in questo momento, un calo del traffico del 2% a livello mondiale. Un po' misero, come effetto di un “attacco nucleare”.

Internet Traffic report del 28/3


Amazon stamattina (28/3)


Akamai stamattina (28/3)


Viene il forte dubbio, a questo punto, che siamo di fronte a una notizia montata perché offriva lo spunto per titoli sensazionali e chi l'ha alimentata non s'è reso conto di essere incappato nel Principio di Belzebù del giornalismo: mai fidarsi di notizie che provengono da una fonte interessata (fra l'altro, noto che online questo principio comincia a essere attribuito a me, ma non è mio, anche se non ricordo la fonte originale). Cloudflare ha molto interesse a dimostrare di saper resistere ad attacchi DDOS massicci e spettacolari (con strilli come “il DDOS che ha quasi spezzato Internet”) e Spamhaus ha molto interesse a far notare la propria indubbia utilità nella lotta allo spam.

Certo, 300Gb/s di DDOS sono un attacco da record e dimostrano l'aggressività dei criminali informatici, ma prima di gridare all'attacco nucleare che ammazza tutta Internet magari è meglio guardarsi intorno e vedere se davvero stanno piovendo bombe.

Maggiori info: Cloudflare, NY Times, Mashable, ZDNet.


Potete aiutare a sostenere questo blog guardando il video qui sotto.

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La “suora-fantasma” sul campanile a Palermo

26 de Março de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “gpanzica” e alle segnalazioni di @andrea_massaro, @giorgio79 e @r73lio

A Palermo, sul campanile della chiesa di Santa Maria della Mercede, è stata vista ripetutamente la figura spettrale di una suora che si affaccia in gesto di preghiera (foto qui accanto). Il fenomeno si ripete verso sera da circa tre settimane e ha attirato molti curiosi e fedeli e naturalmente l'attenzione della stampa locale (SiciliaInformazioni).

Se ne occupa anche LiveSicilia, con ben nove minuti di video che riescono a evitare la considerazione più semplice: ma non si può puntare sul campanile un buon teleobiettivo e vedere meglio cos'è questa presunta figura? Magari inquadrandola da angolazioni differenti? E viste le dimensioni della cella campanaria, non è un po' troppo gigante quella suora-fantasma?

Finalmente arriva Roberto Villino, che in un minuto e quarantatré secondi smonta tutta la faccenda.


I credenti non s'offendano. Qui non si tratta di essere credenti, ma di essere creduli: a mio avviso, venerando un banale gioco di luci sminuiscono la propria fede.




Disinformatico radio del 2013/03/22

22 de Março de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

La Radiotelevisione Svizzera ha caricato il podcast della puntata di ieri del Disinformatico radiofonico, nella quale ho parlato dei seguenti temi (con i rispettivi articoli di approfondimento):



Voyager 1 ha lasciato o no il sistema solare? No

20 de Março de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Disegno digitale della Voyager. Credit: NASA/JPL-Caltech
Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “nisalvato”.

Ieri è circolata la notizia che la sonda automatica Voyager 1 della NASA, lanciata nel 1977, avrebbe lasciato il sistema solare, diventando il primo oggetto creato dall'umanità a raggiungere lo spazio interstellare dopo trentacinque anni di odissea nello spazio. Non è esatto. O meglio, tutto dipende da cosa scegliamo come confine del sistema solare.

La NASA ha pubblicato prontamente un comunicato stampa nel quale smentisce la notizia, perché l'uscita formale dal sistema solare e l'entrata nello spazio interstellare comporta un cambiamento nella direzione del campo magnetico. Questo cambiamento è l'ultimo indicatore critico del raggiungimento dello spazio interstellare e non è ancora avvenuto.

La Voyager 1 si trova ora a circa 18 miliardi di chilometri dal Sole, ben oltre l'orbita dei pianeti del Sistema Solare, ma ancora all'interno dell'eliosfera, che comunque non ha una linea di demarcazione netta ma sfuma gradualmente.

L'equivoco è nato da un comunicato stampa dell'American Geophysical Union, riferito a questo articolo, il cui titolo (“Voyager 1 has left the Solar System, sudden changes in cosmic rays indicate”) si prestava a un'interpretazione un po' troppo sensazionale. L'AGU ha chiarito la propria posizione.

Maggiori dettagli sono su Slate, Universe Today, Time. Anche se la tappa non è ancora stata raggiunta, resta comunque degno di meraviglia il fatto che una sonda lanciata trentacinque anni fa (quando Guerre Stellari era una novità) stia ancora funzionando e trasmettendo dati scientifici preziosi.



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