Blog di "Il Disinformatico"
Computer degli allunaggi modificato per generare bitcoin
Luglio 12, 2019 12:15Ars Technica segnala che un esemplare di AGC, il computer che portò gli astronauti delle missioni Apollo sulla Luna, è stato modificato per generare bitcoin.Gli AGC erano il top della tecnologia informatica dell’epoca. Negli anni Sessanta, infatti, i computer erano grandi come frigoriferi o intere stanze, ma l’AGC pesava soltanto una trentina di chili. Fu anche uno dei primi ad adottare i circuiti integrati, che per quegli anni erano una novità sperimentale.
Generare bitcoin richiede calcoli matematici estremamente onerosi, che oggi vengono svolti usando hardware specializzato, capace di generare trilioni di hash al secondo (un hash, semplificando, è una delle fasi di calcolo per tentativi necessarie per ottenere un bitcoin). Un AGC ci mette dieci secondi per calcolarne uno. Secondo i ricercatori, è così lento che generare un blocco di bitcoin richiederebbe circa un miliardo di volte l’età dell’universo. Ma l’AGC, insieme all’intelligenza degli astronauti e dei tecnici sulla Terra e alla potenza di calcolo installata nei grandi centri di elaborazione della NASA, fu sufficiente a realizzare gli allunaggi.
Ne abbiamo fatta, di strada, da allora. Perlomeno in termini di prestazioni tecniche: cosa ci facciamo, con tutta questa potenza di calcolo, a volte è meglio non chiederselo.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.
Antibufala: aggiornamento NASA sui “nastri perduti” del primo allunaggio
Luglio 12, 2019 12:13In occasione del cinquantenario del primo allunaggio, la NASA ha pubblicato una pagina di chiarimento su uno dei tormentoni dei dubbiosi: i cosiddetti “nastri perduti”.La traduco qui pari pari, visto che riassume egregiamente la situazione e chiarisce anche la natura dei nastri ritrovati che sono stati messi all’asta recentemente.
Con l’approssimarsi del cinquantesimo anniversario dell’allunaggio di Apollo 11 sono riemerse notizie riguardanti lo smarrimento, da parte della NASA, di alcune preziose riprese video di quella prima escursione sulla Luna.
Prima di approfondire i dettagli di due eventi separati che sembrano essersi mescolati, vale la pena di sottolineare tre concetti chiave:Ulteriori spiegazioni comportano l’approfondimento di come Apollo inviò i dati verso la Terra e di come la NASA li ricevette.
- La NASA ha cercato, ma non è stata in grado di localizzare, alcuni dei nastri di dati originali di Apollo 11 – “originali” nel senso che su di essi erano stati registrati direttamente dati trasmessi dalla Luna. Una ricerca approfondita negli archivi e nei registri ha concluso che lo scenario più probabile è che i dirigenti del programma decisero che non c’era più motivo di conservare i nastri, dato che tutta la parte video era registrata altrove, e furono cancellati e riutilizzati.
- I dati su quei nastri, compresi i dati video, furono trasmessi al Manned Spacecraft Center (oggi Johnson Space Center) durante la missione e il contenuto video fu registrato al momento lì e altrove: non ci sono riprese video mancanti dell‘escursione lunare di Apollo 11.
- La ricerca svolta ha scoperto delle versioni broadcast di alta qualità delle riprese. La NASA ha lavoraro con la Lowry Digital, azienda di punta nel restauro di film, per elaborare questi video usando tecniche che non erano disponibili nel 1969. Il video restaurato è stato distribuito in HD nell’ambito del quarantesimo anniversario di Apollo 11.
I dati dalla missione Apollo 11 furono inviati dal veicolo spaziale a tre stazioni riceventi sulla Terra, una in California e due in Australia, che li ritrasmisero al Manned Space Flight Center a Houston. Queste stazioni, inoltre, registrarono i dati su nastri speciali da un pollice con 14 tracce; una di queste tracce era riservata al video. Le riprese video furono registrate in slow scan (videolento), ossia a 10 fotogrammi al secondo, e questo comportò che non potesse essere trasmesso direttamente sulla televisione commerciale. Il video fu convertito per la trasmissione, trasmesso verso un satellite e poi fu ricevuto a Houston, da dove fu diffuso in tutto il mondo.
All’inizio del 2005, in risposta alle richieste di veterani NASA e di altri, la NASA iniziò una ricerca per trovare questi nastri di dati a 14 tracce. Alla fine l’agenzia non fu in grado di trovare i nastri e appurò che molto probabilmente erano stati cancellati e riutilizzati, secondo la prassi standard dell’epoca. La ricerca, condotta dall’ingegnere della NASA Dick Nafzger, si concentrò sul reperimento dei nastri specifici, sapendo che i dati erano stati tutti registrati e salvati altrove.
"Non ci furono riprese video ricevute in slow scan che non furono convertite in diretta e inviate in diretta a Houston e diffuse in diretta al mondo," disse Nafzger in una conferenza stampa che presentò parte delle riprese restaurate nel 2009. "Quindi se qualcuno pensa che ci siano dei video mai visti, non è così."
Video: 16 luglio 2009, conferenza stampa sulla rierca e sul restauro dei video di Apollo 11.
Tuttavia, durante la ricerca il gruppo coordinato da Nafzger si imbatté in video convertiti per la trasmissione televisiva che erano di qualità molto superiore a quella che avevano visto prima.
“Il gruppo di persone con il quale ho lavorato, e io stesso ovviamente, volevamo disperatamente fare qualcosa per la storia, se possibile,” disse Nafzger. “Durante la ricerca ci imbattemmo in nastri convertiti per la trasmissione televisiva che erano molto migliori di quelli che avevamo visto... abbiamo trovato nastri registrati a Sydney, in Australia, durante la missione, e trovato dei telecinema [kinescope] presso i National Archives che non erano stati guardati da 36 anni ed erano stati realizzati a Houston. Andammo agli archivi della CBS e trovammo nastri che erano stati trasmessi direttamente da Houston alla CBS... i dati grezzi, così come erano stati registrati e archiviati.”
Lavorando insieme a un’azienda californiana, la NASA restaurò parti del video e le elaborò per la visione in alta definizione, rilasciando i video HD Apollo 11 a luglio del 2009.
Nel 2019, un ex stagista della NASA ha messo in vendita quelli che descrive come videonastri dell’escursione lunare di Apollo 11 che aveva acquistato in un’asta di materiale governativo in eccedenza. Se i nastri corrispondono a quanto descritto nella documentazione di vendita, si tratta di nastri video da 2 pollici, registrati a Houston dal segnale video che era stato convertito a un formato trasmissibile sulla televisione commerciale e non contengono materiale che non sia stato archiviato presso la NASA.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.
Antibufala: aggiornamento sui “nastri perduti” del primo allunaggio
Luglio 12, 2019 4:09In occasione del cinquantenario del primo allunaggio, la NASA ha pubblicato una pagina di chiarimento su uno dei tormentoni dei dubbiosi: i cosiddetti “nastri perduti”. La traduco qui pari pari, visto che riassume egregiamente la situazione e chiarisce anche la natura dei nastri ritrovati che sono stati messi all’asta recentemente.Con l’approssimarsi del cinquantesimo anniversario dell’allunaggio di Apollo 11 sono riemerse notizie riguardanti lo smarrimento, da parte della NASA, di alcune preziose riprese video di quella prima escursione sulla Luna.
Prima di approfondire i dettagli di due eventi separati che sembrano essersi mescolati, vale la pena di sottolineare tre concetti chiave:Ulteriori spiegazioni comportano l’approfondimento di come Apollo inviò i dati verso la Terra e di come la NASA li ricevette.
- La NASA ha cercato, ma non è stata in grado di localizzare, alcuni dei nastri di dati originali di Apollo 11 – “originali” nel senso che su di essi erano stati registrati direttamente dati trasmessi dalla Luna. Una ricerca approfondita negli archivi e nei registri ha concluso che lo scenario più probabile è che i dirigenti del programma decisero che non c’era più motivo di conservare i nastri, dato che tutta la parte video era registrata altrove, e furono cancellati e riutilizzati.
- I dati su quei nastri, compresi i dati video, furono trasmessi al Manned Spacecraft Center (oggi Johnson Space Center) durante la missione e il contenuto video fu registrato al momento lì e altrove: non ci sono riprese video mancanti dell‘escursione lunare di Apollo 11.
- La ricerca svolta ha scoperto delle versioni broadcast di alta qualità delle riprese. La NASA ha lavoraro con la Lowry Digital, azienda di punta nel restauro di film, per elaborare questi video usando tecniche che non erano disponibili nel 1969. Il video restaurato è stato distribuito in HD nell’ambito del quarantesimo anniversario di Apollo 11.
I dati dalla missione Apollo 11 furono inviati dal veicolo spaziale a tre stazioni riceventi sulla Terra, una in California e due in Australia, che li ritrasmisero al Manned Space Flight Center a Houston. Queste stazioni, inoltre, registrarono i dati su nastri speciali da un pollice con 14 tracce; una di queste tracce era riservata al video. Le riprese video furono registrate in slow scan (videolento), ossia a 10 fotogrammi al secondo, e questo comportò che non potesse essere trasmesso direttamente sulla televisione commerciale. Il video fu convertito per la trasmissione, trasmesso verso un satellite e poi fu ricevuto a Houston, da dove fu diffuso in tutto il mondo.
All’inizio del 2005, in risposta alle richieste di veterani NASA e di altri, la NASA iniziò una ricerca per trovare questi nastri di dati a 14 tracce. Alla fine l’agenzia non fu in grado di trovare i nastri e appurò che molto probabilmente erano stati cancellati e riutilizzati, secondo la prassi standard dell’epoca. La ricerca, condotta dall’ingegnere della NASA Dick Nafzger, si concentrò sul reperimento dei nastri specifici, sapendo che i dati erano stati tutti registrati e salvati altrove.
"Non ci furono riprese video ricevute in slow scan che non furono convertite in diretta e inviate in diretta a Houston e diffuse in diretta al mondo," disse Nafzger in una conferenza stampa che presentò parte delle riprese restaurate nel 2009. "Quindi se qualcuno pensa che ci siano dei video mai visti, non è così."
Video: 16 luglio 2009, conferenza stampa sulla rierca e sul restauro dei video di Apollo 11.
Tuttavia, durante la ricerca il gruppo coordinato da Nafzger si imbatté in video convertiti per la trasmissione televisiva che erano di qualità molto superiore a quella che avevano visto prima.
“Il gruppo di persone con il quale ho lavorato, e io stesso ovviamente, volevamo disperatamente fare qualcosa per la storia, se possibile,” disse Nafzger. “Durante la ricerca ci imbattemmo in nastri convertiti per la trasmissione televisiva che erano molto migliori di quelli che avevamo visto... abbiamo trovato nastri registrati a Sydney, in Australia, durante la missione, e trovato dei telecinema [kinescope] presso i National Archives che non erano stati guardati da 36 anni ed erano stati realizzati a Houston. Andammo agli archivi della CBS e trovammo nastri che erano stati trasmessi direttamente da Houston alla CBS... i dati grezzi, così come erano stati registrati e archiviati.”
Lavorando insieme a un’azienda californiana, la NASA restaurò parti del video e le elaborò per la visione in alta definizione, rilasciando i video HD Apollo 11 a luglio del 2009.
Nel 2019, un ex stagista della NASA ha messo in vendita quelli che descrive come videonastri dell’escursione lunare di Apollo 11 che aveva acquistato in un’asta di materiale governativo in eccedenza. Se i nastri corrispondono a quanto descritto nella documentazione di vendita, si tratta di nastri video da 2 pollici, registrati a Houston dal segnale video che era stato convertito a un formato trasmissibile sulla televisione commerciale e non contengono materiale che non sia stato archiviato presso la NASA.
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InVID, strumento di verifica per immagini e video
Luglio 12, 2019 3:48Capita spesso, nelle indagini giornalistiche, di aver bisogno di verificare la provenienza o la datazione di un video per capire se è vero o falso. Ora c’è uno strumento che semplifica e potenzia molto questo lavoro: InVID.Si tratta di una serie di soluzioni software sviluppate nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea e disponibili presso www.invid-project.eu.
La principale di queste soluzioni è un’estensione per Firefox e Chrome che permette di ottenere rapidamente informazioni contestuali sui video di Facebook, Twitter e YouTube, di effettuare ricerche per immagini in Google, Yandex, Bing, Tineye, Baidu o Karmadecay (per Reddit), di estrarre ed elaborare fotogrammi dai video di Facebook, Instagram, Youtube, Twitter e Dailymotion, di svolgere ricerche più efficienti in Twitter, di leggere i metadati di video e immagini, controllare i copyright e applicare filtri di analisi forense alle immagini per rivelare manipolazioni.
Questo è un tutorial video di InVID:
Sto iniziando a esplorare le varie funzioni di InVID e sembra davvero potente. Provatelo anche voi: mi sa che sarà molto utile e che ne sentiremo parlare spesso da parte di chi fa giornalismo usando strumenti informatici.
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Computer usato per gli allunaggi modificato per generare bitcoin
Luglio 12, 2019 3:43Ars Technica segnala che un esemplare di AGC, il computer che portò gli astronauti delle missioni Apollo sulla Luna, è stato modificato per generare bitcoin.Gli AGC erano il top della tecnologia informatica dell’epoca. Negli anni Sessanta, infatti, i computer erano grandi come frigoriferi o intere stanze, ma l’AGC pesava soltanto una trentina di chili. Fu anche uno dei primi ad adottare i circuiti integrati, che per queli anni erano una novità sperimentale.
Generare bitcoin richiede calcoli matematici estremamente complessi, che oggi vengono svolti usando hardware specializzato, capace di generare trilioni di hash al secondo (un hash, semplificando, è una delle fasi di calcolo per tentativi necessarie per ottenere un bitcoin). Un AGC ci mette dieci secondi per calcolarne uno. Secondo i ricercatori, è così lento che generare un blocco di bitcoin richiederebbe circa un miliardo di volte l’età dell’universo. Ma l’AGC, insieme all’intelligenza degli astronauti e dei tecnici sulla Terra e alla potenza di calcolo installata nei grandi centri di elaborazione della NASA, fu sufficiente a realizzare gli allunaggi.
Ne abbiamo fatta, di strada, da allora. Perlomeno in termini di prestazioni tecniche: cosa ci facciamo, con tutta questa potenza di calcolo, a volte è meglio non chiederselo.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.