Go to the content

Blogoosfero verdebiancorosso

Full screen Suggest an article

Disinformatico

Settembre 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Podcast del Disinformatico del 2015/07/10

Luglio 10, 2015 11:46, by Il Disinformatico

È disponibile per lo scaricamento il podcast della puntata di oggi del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera. Buon ascolto!

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Facebook è cambiato. Riuscite a notare la differenza?

Luglio 10, 2015 6:58, by Il Disinformatico

Quand'è stata l'ultima volta che avete visto la schermata iniziale di Facebook? È passato tanto tempo perché non vi scollegate mai o usate l'app sul telefonino? Provate a guardarla. Notate niente di diverso?

Niente da fare? Eppure la differenza c'è. Facebook ha cambiato logo. Guardate in particolare la A, che ora è tonda invece di essere quella “a due piani” che c'era prima. E le lettere sono più arrotondate e spaziate.

Si tratta di un restyling per svecchiare uno dei loghi più visti al mondo, rimasto invariato dal 2005, e ottimizzarlo per l'uso sui dispositivi mobili da parte del miliardo e mezzo di utenti di questo social network, secondo quanto scrive il Wall Street Journal. Ma se non ve l'avessi fatto notare, ve ne sareste accorti? Di queste piccole grandi differenze, però, vive il marketing.

Prima che corriate a far vedere agli amici quanto siete osservatori, c'è un altro cambiamento sottile ma forse più importante da notare: l'icona delle richieste di amicizia non mette più l'uomo davanti, ma la donna, ed entrambe le silhouette sono state ridisegnate: ora la donna è grande quanto l'uomo.

Lo si nota soprattutto nella versione per dispositivi mobili; in quella per computer c'è ancora un misto di icone vecchie e nuove. La comunicazione dell'uguaglianza passa anche da queste piccole cose.


Fonti aggiuntive: Business Insider, Gizmodo.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



A cosa serve realmente la rimozione sicura dei dispositivi?

Luglio 10, 2015 6:42, by Il Disinformatico

È una di quelle domande che tutti si pongono mentalmente ma che molti non osano formulare pubblicamente per paura di fare brutta figura: ma la manfrina della rimozione sicura delle chiavette USB e dei dischi rigidi esterni è davvero necessaria?

Capita spesso, infatti, di rimuovere fisicamente di fretta uno di questi dispositivi dal computer senza passare dall'icona di rimozione sicura, eppure non succede nulla di male. Allora come stanno le cose?

La rimozione sicura è una compagna degli informatici sin dalla preistoria dei computer. Per tradizione, i sistemi operativi gestiscono i dispositivi di memoria di massa (all'epoca principalmente dischi e dischetti) presumendo che non spariscano di botto mentre è in corso una lettura o scrittura di dati su di essi. Ai vecchi tempi c'era addirittura un sensore meccanico che rilevava la presenza del disco o dischetto e alcuni computer, per esempio i Mac, bloccavano meccanicamente la rimozione del disco se non veniva dato un apposito comando.

Ma i dischi e le chiavette USB di oggi non hanno nessun meccanismo di blocco e l'utente può quindi toglierli da sotto il naso del sistema operativo. Che succede in questo caso? Se è in corso una scrittura o una lettura, ovviamente non verrà completata. A questo punto dipende da quanto è furbo il sistema operativo o il programma che stava leggendo o scrivendo: a volte va tutto bene, ma a volte si perdono dati in modo irrecuperabile.

Sembrerebbe abbastanza facile capire quando è in corso una lettura o scrittura, ma c'è il problema che molti sistemi operativi fanno di norma scrittura differita per migliorare le prestazioni, per cui quando si dà il comando di salvare un file molto grande, per esempio, in realtà il salvataggio viene scritto su disco più tardi, un po' per volta. Inoltre è sempre più diffusa la prassi di indicizzare (catalogare) il contenuto del disco rimovibile, approfittando dei tempi morti del computer e dell'utente per scrivere su di esso dei dati di gestione, per cui può capitare che sia in corso una scrittura anche se l'utente non sta facendo nulla.

La rimozione sicura dice al computer di finire tutte le operazioni di scrittura in corso, senza differirle, e avvisa tutte le applicazioni del fatto che il disco sta per essere rimosso e che quindi devono concludere le proprie attività sul quel supporto.

Il risultato di tutto questo è che se state soltanto leggendo file probabilmente potete fare a meno della rimozione sicura, mentre se state scrivendo su un dispositivo esterno non è il caso di rischiare e conviene passare da questa procedura, tenendo d'occhio la spia luminosa del dispositivo che indica tramite lampeggiamento che è ancora in corso dell'attività di scrittura o lettura.


Fonti:  Microsoft, Il Software.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Antibufala: a settembre un asteroide colpirà la Terra!

Luglio 10, 2015 6:09, by Il Disinformatico


“A settembre un asteroide colpirà la terra. E l’umanità si estinguerà” titola Libero Quotidiano. Lo ribadisce Affaritaliani: “Asteroide colpirà la Terra a settembre. Gli esperti: tsunami e migliaia di morti”. Ci aspetta dunque un brutto rientro dalle vacanze? Possiamo dar fondo ai nostri risparmi perché tanto a settembre moriremo tutti?

La notizia non è pubblicata da blogger catastrofisti anonimi: Affaritaliani e Libero Quotidiano sono testate giornalistiche regolari e registrate, con tanto di direttori responsabili, con tutti i doveri che questo comporta. Questo fatto ha messo parecchio in allarme chi s'informa tramite Internet, anche perché vengono specificate le fonti scientifiche dell'imminente fine del mondo e vengono fatte delle date precise: “L'allarme è dei ricercatori dell'Università di Southampton, Inghilterra” scrive infatti Affaritaliani, aggiungendo che “Secondo alcuni scienziati tra il 22 e il 28 settembre di quest'anno un asteroide enorme colpirà la Terra. Paura sui social, anche se la Nasa tenta di smentire”.

Niente panico. Libero Quotidiano dice che la sua fonte è “il sito leggo.it che riprende il periodico ‘Metro’” (notizia di terza mano, insomma) e che comunque la fonte originale è “un gruppo di teorici del complotto... a seguito di alcuni studi sulla Bibbia”. Non c'è nessun avvistamento astronomico, insomma: solo le congetture di un gruppetto di persone che usa impropriamente la Bibbia come se fosse un manuale d'astronomia e tenta di prevedere la data della fine del mondo con calcoli astrusi. Ricordate com'è andata all'ultimo che ci ha provato, il reverendo americano Harold Camping? Milioni di dollari spesi per annunciare la fine del mondo per il 21 maggio 2011, che poi non è arrivata? Appunto.

La pseudonotizia è riportata anche da altri giornali, come il britannico Mirror, che però mette in chiaro subito nel titolo che si tratta di congetture di complottisti.

Ma che c'entrano i ricercatori dell'Università di Southampton? Di uno viene fatto persino il nome: Clemens Rumpf. Non è un nome inventato c'è davvero un Clemens Rumpf a quell'Università. Ma non ha affatto previsto un impatto di un asteroide per settembre: ha semplicemente pubblicato un articolo tecnico nel quale evidenzia quali sono le zone del mondo che, in caso di un eventuale impatto, subirebbero le maggiori conseguenze. Fra queste zone ci sono quelle costiere, che subirebbero l'effetto devastante di uno tsunami. Ma non c'è alcuna previsione scientifica per il 22 o 28 settembre o per i giorni fra queste due date (notate che Affaritaliani attribuisce la data ad “alcuni scienziati”, senza farne i nomi; un classico sintomo di poca attendibilità). I giornalisti a caccia di titoli attira-clic hanno usato questo articolo tecnico come spunto per imbastire un annuncio da paura. Perché, si sa, la paura fa novanta. E fa fare novantamila clic che portano incassi pubblicitari.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



A cosa serve realmente l’espulsione sicura dei dispositivi?

Luglio 10, 2015 5:48, by Il Disinformatico

È una di quelle domande che tutti si pongono mentalmente ma che molti non osano formulare pubblicamente per paura di fare brutta figura: ma la manfrina della rimozione sicura delle chiavette USB e dei dischi rigidi esterni è davvero necessaria?

Capita spesso, infatti, di rimuovere fisicamente di fretta uno di questi dispositivi dal computer senza passare dall'icona di rimozione sicura, eppure non succede nulla di male. Allora come stanno le cose?

La rimozione sicura è una compagna degli informatici sin dalla preistoria dei computer. Per tradizione, i sistemi operativi gestiscono i dispositivi di memoria di massa (all'epoca principalmente dischi e dischetti) presumendo che non spariscano di botto mentre è in corso una lettura o scrittura di dati su di essi. Ai vecchi tempi c'era addirittura un sensore meccanico che rilevava la presenza del disco o dischetto e alcuni computer, per esempio i Mac, bloccavano meccanicamente la rimozione del disco se non veniva dato un apposito comando.

Ma i dischi e le chiavette USB di oggi non hanno nessun meccanismo di blocco e l'utente può quindi toglierli da sotto il naso del sistema operativo. Che succede in questo caso? Se è in corso una scrittura o una lettura, ovviamente non verrà completata. A questo punto dipende da quanto è furbo il sistema operativo o il programma che stava leggendo o scrivendo: a volte va tutto bene, ma a volte si perdono dati in modo irrecuperabile.

Sembrerebbe abbastanza facile capire quando è in corso una lettura o scrittura, ma c'è il problema che molti sistemi operativi fanno di norma scrittura differita per migliorare le prestazioni, per cui quando si dà il comando di salvare un file molto grande, per esempio, in realtà il salvataggio viene scritto su disco più tardi, un po' per volta. Inoltre è sempre più diffusa la prassi di indicizzare (catalogare) il contenuto del disco rimovibile, approfittando dei tempi morti del computer e dell'utente per scrivere su di esso dei dati di gestione, per cui può capitare che sia in corso una scrittura anche se l'utente non sta facendo nulla.


La rimozione sicura dice al computer di finire tutte le operazioni di scrittura in corso, senza differirle, e avvisa tutte le applicazioni del fatto che il disco sta per essere rimosso e che quindi devono concludere le proprie attività sul quel supporto.

Il risultato di tutto questo è che se state soltanto leggendo file probabilmente potete fare a meno della rimozione sicura, mentre se state scrivendo su un dispositivo esterno non è il caso di rischiare e conviene passare da questa procedura, tenendo d'occhio la spia luminosa del dispositivo che indica tramite lampeggiamento che è ancora in corso dell'attività di scrittura o lettura.


Fonti:  Microsoft, Il Software.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



This article's tags: disinformatico attivissimo