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Disinformatico

Settembre 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Geek Quiz: come si può scriptare un livetweet per replicarlo?

Aprile 4, 2015 13:49, by Unknown

Si avvicina la ricorrenza del drammatico volo di Apollo 13 e sto pensando di fare un livetweet della missione, come ho fatto per Apollo 11 e (in parte) per Apollo 12. Visto l'impegno necessario, tuttavia, mi piacerebbe poter conservare i tweet per replicarli a richiesta e magari pubblicarli come libro, sulla falsariga di #Houston 70 di Philip Gibson. Conoscete qualche metodo per replicare un livetweet?


Mi spiego in dettaglio. Ho già tutto il materiale di riferimento e la cronologia della missione. Ho già previsto di preparare in anticipo tutti i tweet della missione e schedularli affinché vengano postati automaticamente in tempo reale con Tweetdeck.  Quello che vorrei è la possibilità di creare i tweet in un file unico, con un timecode associato a ciascun tweet. Questo file verrebbe poi dato in pasto a un software che lo leggerebbe e posterebbe i tweet man mano in base al loro rispettivo timecode.

In pratica si tratterebbe di una sorta di script che all'ora X del giorno Y posta il tweet corrispondente a quell'ora.

Esiste già qualcosa del genere?
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Poteva cancellare tutti i video di Youtube e non l’ha fatto: lo ricompensano con 5000 dollari

Aprile 3, 2015 6:51, by Unknown

Giusto un paio di settimane fa vi ho raccontato la vicenda di Laxman Muthiyah, un ricercatore di sicurezza informatica che aveva scoperto che era possibile cancellare qualunque album di foto su Facebook con un semplice comando, lo aveva segnalato ai responsabili del social network ed era stato ricompensato con 12.500 dollari. Adesso arriva un nuovo episodio che dimostra quanto sono fragili i servizi informatici che usiamo sempre più spesso come deposito delle nostre foto, dei nostri contatti e dei nostri video.

Stavolta la falla è emersa in Youtube: l'ha scoperta Kamil Hismatullin, un informatico russo, che si è reso conto che bastava inviare a Youtube una sequenza di caratteri appositamente confezionata per cancellare qualunque video esattamente come se l'avesse cancellato il titolare dell'account Youtube. Prima di spiegarla e illustrarla pubblicamente con un video (mostrato qui sotto), ha informato Google, proprietaria di Youtube, che ha risolto la vulnerabilità e ha ricompensato Kamil con il premio massimo previsto da Google per la scoperta di difetti di questo genere: cinquemila dollari.


Complimenti a Hismatullin per la scoperta del baco, ma soprattutto per la sua capacità di trattenersi dall'usare il suo straordinario potere per cancellare i video che gli stanno antipatici o per compiere estorsioni: per esempio, avrebbe potuto cancellare Gangnam Style e i suoi due miliardi di visualizzazioni come se niente fosse. In effetti l'informatico russo ha ammesso che delle 6-7 ore spese a indagare questa falla, almeno un paio le ha trascorse a lottare contro la tentazione di cancellare tutti i video di Justin Bieber, ma alla fine “nessun video di Justin Bieber è stato maltrattato”.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



WhatsApp attiva le chiamate vocali, ma solo per Android e BlackBerry

Aprile 3, 2015 6:45, by Unknown

Se usate WhatsApp su Android o BlackBerry, provate ad aggiornarla e a vedere se ora include l'icona delle chiamate vocali: dovrebbe farlo dalla versione 2.12.19 in poi.

L'agognata funzione, promessa mesi fa, è stata disponibile finora soltanto usando tecniche piuttosto complesse ed è stata oggetto di truffe che promettevano fraudolentemente l'attivazione anticipata delle chiamate: ora viene attivata automaticamente in modo progressivo, con grande gioia degli utenti, come annunciato da WhatsApp stessa.

Restano esclusi dalla festa per ora coloro che usano dispositivi non Android (per esempio iPhone o Windows Phone): dovranno aspettare ancora qualche settimana, stando alle dichiarazioni di Brian Acton, cofondatore di WhatsApp, a meno che se la sentano di affrontare le acrobazie di un jailbreak.

Come per qualunque app di messaggistica, va ricordato che i servizi di WhatsApp sono gratuiti soltanto se ci si collega a Internet tramite Wi-Fi o se si ha un contratto che include la trasmissione dati a forfait; inoltre, se si è all'estero o comunque in roaming, valgono le costose tariffe di roaming dati. Controllate bene le vostre condizioni di contratto prima di scatenarvi a sperimentare le chiamate vocali.
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Carcerato manda via mail un falso ordine di scarcerazione: lo rilasciano

Aprile 3, 2015 3:33, by Unknown

Credit: Wikipedia.
È abbastanza normale che una mail sbagliata o truffaldina porti in carcere il suo mittente; è un po' meno normale che una mail fraudolenta faccia uscire di prigione chi è già dentro. Ma è quello che è successo incredibilmente a Neil Moore, detenuto per truffa nel carcere britannico di Wandsworth.

Secondo quanto racconta la BBC, il ventottenne ha usato un telefonino, che si era procurato illegalmente, per creare un nome di dominio molto simile a quello usato dal tribunale per la corrispondenza ufficiale. Come intestatario del dominio ha usato il nome di un vero funzionario del tribunale.

Fatto questo, ha creato una casella di mail su quel dominio e l'ha usata per inviare al servizio di gestione dei carcerati una mail falsa nella quale ordinava la propria scarcerazione. I dipendenti del carcere hanno eseguito l'ordine senza batter ciglio e Moore è stato rilasciato dal carcere.

La sua libertà ottenuta via mail è durata poco: l'uomo si è costituito tre giorni più tardi. Secondo le autorità inquirenti, la sua impresa è un caso di “inventiva criminale straordinaria, doppiezza e creatività”. Ma sembra che nessuno si sia chiesto perché il carcere accetti ingenuamente ordini di scarcerazione inviati tramite semplici mail non autenticate.

Moore, fra l'altro, non era nuovo a questo genere di tecnica: aveva già usato quattro identità differenti per fingersi membro del personale di varie banche per convincere alcune grandi organizzazioni a mandargli ingenti quantità di denaro, riuscendo a intascare quasi due milioni di sterline (circa 2,8 milioni di franchi svizzeri o 2,7 milioni di euro). Come sempre, per una truffa di successo non basta che ci sia un dritto: serve anche che dall'altra parte ci sia un pollo.
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Come scaricare e stampare in 3D un attrezzo davvero spaziale

Aprile 2, 2015 21:53, by Unknown

Avete una stampante 3D e un po' di tempo libero per Pasqua, ma non sapete cosa stampare? Potreste stampare un attrezzo che ha volato nello spazio: anzi, più precisamente un attrezzo che è stato creato nello spazio.

Si tratta di una chiave a cricchetto, come quella mostrata qui accanto: è il primo attrezzo al mondo a essere stato teletrasmesso dalla Terra verso la Stazione Spaziale Internazionale, dove è stato stampato.

A bordo della Stazione c'è infatti una stampante 3D, che ha già stampato degli oggetti di prova per capire come l'assenza di peso influenza la loro formazione; ma i file di stampa di questi oggetti erano già a bordo ed erano già stati provati a terra sulla medesima stampante che ora è nello spazio, mentre questa chiave è stata progettata dopo il lancio della stampante: anzi, è stata progettata, qualificata, collaudata e stampata nello spazio in meno di una settimana.

La stampa 3D è una risorsa importante per i viaggi spaziali, soprattutto quelli verso lo spazio profondo, perché permette di creare sul momento i pezzi che servono e che non possono essere spediti da Terra. Ma stampare nello spazio comporta sfide inedite: per esempio, la chiave a cricchetto deve essere completamente chiusa in modo da non avere parti mobili che possano fluttuare.

La chiave misura 11,4 cm per 3,3, è costituita da 104 strati di plastica ABS ed è stata stampata in quattro ore, ma non è stata usata a bordo: è stata riportata a terra per un esame dettagliato e per il confronto con un esemplare stampato sulla Terra. Potete comunque vederne una copia in azione in questo video. La NASA ha reso disponibile per lo scaricamento il suo file di stampa, per cui potete replicarla sulla vostra stampante 3D.


Fonti: 3Ders.org, NASA, MadeInSpace, TechRepublic.
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