Blog di "Il Disinformatico"
Se uno scettico vive un’esperienza paranormale
Gennaio 5, 2015 13:43Ho aspettato due anni a scrivere l'articolo che trovate nel numero 557 di Le Scienze che trovate in edicola e online: l'argomento mi toccava troppo da vicino. Dopo la perdita di una persona molto cara ho avuto quella che molti chiamerebbero senza esitazioni un'esperienza paranormale: i miei sensi mi hanno fatto percepire ancora la sua presenza.L'esperienza è stata emotivamente intensissima e mi ha fatto indagare e conoscere un aspetto della mente umana che ignoravo e che descrivo nell'articolo. Cosa più importante, mi ha insegnato con forza che è giusto essere scettici e investigare, ma che bisogna capire che le esperienze paranormali, per chi le vive, sono potenti e reali e vanno trattate con rispetto e non con scherno. Lo considero l'ultimo regalo di un amico. Di nuovo grazie, Alberto.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.
“Voyager” e la “base aliena” sulla cometa
Gennaio 3, 2015 15:18Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “belmer*” e “rincewin*”.
A 1:37:20 viene mostrata l''immagine che vedete qui accanto. La voce fuori campo dice testualmente che “Il 25 novembre 2014 è stata diffusa dal Washington Post una strana fotografia. Il fotografo in questione è la sonda Rosetta, in una missione spaziale sviluppata dall'Agenzia Spaziale Europea, l'ESA. A dieci anni dalla sua partenza dal nostro pianeta, Rosetta avrebbe fotografato sulla cometa 67P Churyumov-Gerasimenko i resti di una base aliena. La notizia sarebbe stata rubata alla NASA da un hacker, che l'avrebbe poi diffusa.”
Notate che Voyager attribuisce inequivocabilmente la notizia a una fonte seria e autorevole come il Washington Post, dandole quindi un'autenticità al di sopra di ogni dubbio. Il resto della notizia viene presentato con una vera e propria insalata dubitativa di sarebbe e di avrebbe, ma l'attribuzione al Post è presentata come un dato di fatto assoluto e indubbio.
Ma si tratta di una bufala: il Washington Post non ha affatto pubblicato quell'immagine, che è un fotomontaggio proveniente non dal Post, ma da una pagina Facebook che si spaccia per il Post e si chiama in realtà Breakingnews99. Inoltre la “base aliena” è in realtà semplicemente la pianta del parco del palazzo di Sanssouci, in Germania:
Credit: Wikipedia. |
Ci ho messo meno di cinque minuti a trovare la fonte della foto taroccata e la corrispondenza con il parco di Sanssouci, anche perché la storia era già sbufalata parzialmente in Rete sin dal 25 novembre scorso sul sito satirico Rebubblica, oltretutto in italiano. E io sono semplicemente un giornalista che lavora da solo, senza accesso a risorse particolari: mentre Voyager, non dimentichiamolo, è una trasmissione della RAI, pagata dal canone e dotata di una redazione di stipendiati.
Non chiedetemi come è possibile che una redazione della RAI arrivi a mandare in onda una bufala così palese. Chiedetelo a Giacobbo. Educatamente, ma chiedetelo. I soldi del canone che gli pagano lo stipendio (a lui e alla sua redazione) sono i vostri.
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Se la piazza libera viene sostituita dal giardino cintato: distopia dei social network
Gennaio 3, 2015 10:42Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “leandrodae*”.
Come segnalano Wired e BoingBoing, l'immagine è il simbolo perfetto di dove stiamo andando senza rendercene conto granché. Stiamo sostituendo la libera piazza con il recinto controllato, nel mondo fisico e anche su Internet.
Nel mondo fisico, stiamo sostituendo un luogo d'incontro e di discussione su suolo pubblico, regolato soltanto dalle leggi dello stato e dalle norme di democrazia e nel quale vale il diritto di esprimere la propria opinione e di manifestare, con un ambiente privato, il cui proprietario può decidere a suo totale piacimento cosa consentire e cosa vietare: può vietare di fare fotografie, anche soltanto per prendere nota dell'aspetto o dei dati tecnici di un prodotto (è successo anche a me in Svizzera), e può proibire un incontro pacifico di persone, definendolo addirittura una “sommossa” (riot). Guardate questa foto e ditemi se corrisponde alla vostra definizione di sommossa:
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Credit: John Autey/Pioneer Press |
Tenete presente che è scattata in un paese nel quale, in molti stati, esiste il diritto automatico di girare armati anche in un centro commerciale (così un bambino di due anni può sparare alla madre e ucciderla). Cosa vi fa sentire più minacciati, un gruppo di manifestanti come questo o la consapevolezza che un tizio qualunque può avere addosso abbastanza munizioni da fare una strage?
Certo, il centro commerciale è proprietà privata e quindi il proprietario ha il diritto legale di imporre le regole che desidera. Ma è interessante notare quanti centri commerciali vietano di entrare armati e quanti invece vietano di fare fotografie.
Su Internet sta succedendo la stessa cosa. Stiamo rapidamente sostituendo mezzi di comunicazione liberi e regolati soltanto dalle norme di democrazia (mail, mailing list, IRC, newsgroup, forum distribuiti e decentrati), con ambienti chiusi commerciali, di proprietà privata (i social network), nei quali il proprietario decide arbitrariamente cosa abbiamo il diritto di dire o di fare.
Per esempio, su Facebook non potete pubblicare una foto di un seno di cui s'intraveda l'areola, neppure per mostrare un allattamento (norma revocata solo di recente), neppure per un body painting (anche qui), e fino a poco tempo fa neppure in un'opera d'arte presentata da un museo, ma una testa spiaccicata (“crushed heads are OK”), un cane trascinato a sangue dietro un'auto o la decapitazione di una donna vanno benissimo.
Leggete le norme interne di Facebook e guardate gli esempi qui sotto: è chiaro che qualcuno, da qualche parte, s'è messo in testa che mostrare specificamente i capezzoli femminili (e solo quelli; il resto del seno non causa turbe), anche soltanto disegnati, diffonde Ebola, causa pazzia, porta alla perdizione o istiga ad atti di terrorismo. Qualcuno deve pensare ai bambini che verranno scioccati da cotanta visione. Siamo in piena Guerra al Capezzolo.
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Immagine non accettabile secondo Facebook. Credit: Laure Albin Guillot, 1940 circa, Museo Jeu de Paume. |
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Vignetta bandita da Facebook. Credit: New Yorker/Robert Mankoff. |
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Immagine bandita da Facebook. Credit: Gregory Colbert. |
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Immagine accettabile per Facebook. |
Nei social network non abbiamo diritti. Pensiamoci, prima di dimenticarci come si manda una mail.
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Antibufala: no, il 4 gennaio non resteremo senza gravità per alcuni minuti
Gennaio 2, 2015 6:18Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “lori10*”.
Ne parlano siti come Retenews24.it, con tanto di immagine del tweet ufficiale della NASA e citazione dell'astronomo inglese Patrick Moore, che avrebbe detto che “esattamente alle ore 09:47 PST del mattino del prossimo 4 gennaio, Plutone passerà direttamente dietro Giove, determinando un raro allineamento in relazione alla Terra. Questo allineamento raro porterà ad un effetto ma [sic] visto in passato. La forza gravitazionale combinata dei due pianeti, secondo il Dr. Patrick Moore, eserciterà una trazione di marea più forte, contrastando temporaneamente la stessa gravità della Terra e rendere [sic] le persone praticamente senza peso per 5 minuti”.
In realtà il tweet è un falso piuttosto ben fatto e la storia è una vecchia bufala, tant'è vero che Patrick Moore, celeberrimo nel Regno Unito, è morto nel 2012. Oltretutto Plutone non sarà affatto allineato con Giove: anzi, dalla Terra i due pianeti saranno in zone opposte del cielo.
Ma c'è un fondo di verità nella notizia: ovviamente non ci sarà nessuna pausa nella gravità terrestre, ma Patrick Moore aveva davvero fatto le dichiarazioni che gli vengono attribuite. Le aveva fatte per un pesce d'aprile radiofonico nel 1976. Il bello è che all'epoca ci fu gente che chiamò Moore dicendogli che aveva percepito l'effetto preannunciato.
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Il falso tweet attribuito alla NASA |
Se per caso vi imbattete in qualcuno che crede a questa notizia o che (peggio ancora) la pubblica, osservate con attenzione che effetto fa non sapere nemmeno i rudimenti della scienza e dare per buono tutto quello che viene scritto: fa fare la figura del cretino. Buon Natale.
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Adorabile “papera” di fine anno dallo spazio
Gennaio 1, 2015 9:48![]() |
“Poco dopo la mezzanotte di Mosca” (@AstroSamantha) |
Infatti a un certo punto il silenzio dello streaming (che in quel momento mostrava magnifiche nuvole con ombre lunghissime) è stato interrotto dalle note piuttosto distorte di un brano musicale (“Happy New Year” degli ABBA).
Dopo circa mezzo minuto è intervenuta la voce del Controllo Missione a Houston, con un tono appena accennato di divertimento: “Station, Houston, on Space-to-Ground 1 we have an open link, a hot mike, on Space-to-Ground 1.” (“Stazione, qui Houston sul canale Spazio-verso-Terra 1 abbiamo un collegamento aperto, un microfono aperto, sul canale Spazio-verso-Terra 1”).
La musica si è interrotta di botto e c'è stata una lunga pausa. Poi una voce con accento russo ha risposto con un leggero imbarazzo. “Houston, go ahead.” (“Houston, parlate pure”).
Da Terra hanno risposto: “Station, we were just calling to tell you that we had an open mike on Space-to-Ground 1. Sounds like you're enjoying some music up there today.” (“Stazione, stavamo semplicemente chiamando per dirvi che avevamo un microfono aperto su Spazio-verso-Terra 1. Si direbbe che vi stiate godendo un po' di musica lassù oggi”).
Risate in sottofondo dallo spazio. La voce del cosmonauta prosegue. “Enjoying. Please. Thank you.” (“Godendo. Per favore. Grazie”).
Da Houston, divertiti, augurano buon anno ad astronauti e cosmonauti: “Happy New Year to you guys”.
Laconica risposta dalla Stazione: “You too.” (“Anche a voi”).
Potete riascoltare il tutto qui, oppure qui sotto, da 1:35:45 in avanti, o nell'audio su Tindeck, sempre qui sotto (l'audio comincia circa 25 secondi dopo l'inizio dello spezzone; scusatemi ma non ho avuto tempo di tagliarlo meglio).
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