Blog di "Il Disinformatico"
Le Iene ci ricascano: dopo Stamina, ora propongono dieta vegana anticancro. È ora di piantarla
Maggio 16, 2014 17:11 - no comments yetUno sbaglio può capitare a tutti, ma essere recidivi significa soltanto due cose: o si è stupidi, o si è in malafede. Non so ancora in quale delle due categorie abbia scelto di piazzarsi la redazione de Le Iene, che dopo anni di denunce fatte come si deve e con coraggio si è lanciata a testa bassa nel filone delle pseudomedicine.Dopo il disastro irresponsabile della sua propaganda al “metodo Stamina”, che di metodico aveva soltanto la passione per fare soldi sulla pelle dei malati disperati, ora Le Iene ci riprova proponendo un altro rimedio miracoloso, sostenendo un libro, The China Study, che afferma che per sconfiggere il cancro non serve la chemioterapia: basta mangiare vegano. La tesi è di una stupidità abissale, priva di qualunque sostegno scientifico, e non mancherà di causare morti che si potevano evitare semplicemente facendo informazione corretta invece di prostituirsi al sensazionalismo.
Non scrivo altro perché di fronte a questa nuova prova d'incoscienza la mia rabbia monta e temo di cadere nell'invettiva. Ospito invece queste parole equilibrate di Giulia Corsini, che con Pro-Test Italia ha organizzato l'11 maggio scorso un sit-in pacifico davanti alla redazione Mediaset di Cologno Monzese per protestare contro la disinformazione scientifica de Le Iene.
#Ladisinformazioneuccide
di Giulia Corsini
Tutti noi conosciamo l’opera di denuncia e di informazione fatta dal programma negli anni passati, grazie a cui è diventato famoso e grazie a cui si è costruita la sua credibilità. Tuttavia il timone degli autori ha virato dalla parte diametralmente opposta nei servizi dedicati alla salute e questo lo riteniamo estremamente grave.
Troppa disinformazione e allarmismo vengono usati nel trattare un argomento estremamente delicato e importante.
Dopo il caso del "veleno di scorpione omeopatico" che avrebbe curato il cancro, dopo il caso Stamina, definita da Le Iene come cura miracolosa per le malattie neurodegenerative, hanno deciso (purtroppo) di dedicarsi di nuovo alla salute e alla scienza.
Il ciclo di puntate Alimentazione e Cancro condotto dalla Iena Matteo Viviani affronta l'argomento in modo scorretto e superficiale, creando un vero e proprio allarmismo negli spettatori che non hanno un'infarinatura scientifica di base per comprendere che si tratta della solita ricerca di audience. Conta solo il sensazionalismo della notizia; la sicurezza, la serenità e la salute degli ascoltatori passano in secondo piano.
Il servizio di mercoledì 7 maggio 2014 intitolato Alimentazione, tumore e altre malattie spacciava il libro The China Study come straordinaria rivelazione della cura per il cancro. Si mostra un elenco di malattie che verrebbero curate attraverso un cambio di alimentazione. E queste malattie includono il cancro. Il messaggio che passa è: “a questo punto, perché devo fare la chemio, che comporta dolore, quando posso guarire semplicemente mangiando vegetale?”. Purtroppo per tutti, dal punto di vista scientifico tutto ciò non vale di più di un romanzo rosa. La pecca (grave per chi vuole fare giornalismo) è stata di non cercare e analizzare i giudizi critici. Eccone un esempio in cui le affermazioni critiche fanno riferimento alle relative fonti: ScienceBasedMedicine.org.
Qui c'è il debunking completo di The China Study in italiano: The China Study: fatti o fandonie?, traduzione di The China Study: Fact or Fallacy?, 31 pagine, formato PDF.
Ricordiamo che Steve Jobs è sempre stato vegano (anzi di più: fruttariano), ed è morto di cancro al pancreas, una delle forme più mortali di tumore.
Qui non si tratta di una guerra di vegani contro carnivori contro onnivori, si tratta semplicemente di mettere in guardia dal fatto che la dieta vegana non guarisce dal cancro. NON è un invito a mangiare carne.
Noi non stiamo manifestando contro la libertà di informazione, ma per il rispetto del codice deontologico. La verifica delle fonti è importantissima, soprattutto quando si parla di scienza e salute. C'è la vita delle persone in ballo. Ricordiamo inoltre che nel campo scientifico non tutte le opinioni hanno pari valore: ciò che conta sono le evidenze. Se le evidenze sperimentali mancano, si tratta di aria fritta, da qualunque parte provenga.
Creare allarmismo, sfiducia nel sistema sanitario, nella scienza, nei ricercatori e nei medici, dando valore a presunti inventori di cure miracolose, significa mettere in pericolo la salute delle persone.
Il fattore psicologico gioca un ruolo importantissimo: una persona può rifiutarsi di curarsi quando è ancora in tempo. Una persona può essere spacciata solo per avere ricevuto delle informazioni sbagliate.
Qui non è questione di darwinismo. Non si tratta di selezione naturale meritata. Le persone si fidano di programmi che si sono fatti rispettare condannando le truffe, e Le Iene ce lo ricordiamo tutti così. Vorremmo che tornasse a essere quel che era: un programma al servizio del cittadino. Purtroppo non tutte le persone hanno gli strumenti per identificare la bufala, ci vuole un'infarinatura scientifica di base, un briciolo di scetticismo, l'attitudine ad analizzare ciò che si recepisce e anche l’essere in condizioni non critiche (avere una persona cara in gravi condizioni porta automaticamente ad abbassare le difese di fronte a promesse di guarigione).
Guaritori e ciarlatani si vendono bene. Il loro lavoro non è curare le persone, ma arricchirsi di soldi e/o di popolarità. Vivono di conferenze, di chiacchiere, di libri. Ingannare è la loro professione.
L'informazione è una cosa seria, soprattutto quando si parla di salute, e deve essere trattata con consapevolezza e responsabilità.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.
Con Popcorn Time è facile piratare senza rendersene conto
Maggio 16, 2014 6:58 - no comments yetUn ascoltatore del Disinformatico, Fabio, mi ha chiesto se è legale l'uso del sito Time4popcorn.eu, che consente di guardare quasi istantaneamente film e telefilm recenti e classici su smartphone e tablet Android e su computer Windows, Mac OS X e Linux.La risposta breve è no: qualunque sito che offra musica, film o telefilm senza il consenso esplicito dei titolari dei diritti di questi prodotti sta commettendo una violazione del diritto d'autore. Il problema di questo sito è che è realizzato in maniera estremamente professionale ed elegante, imitando la grafica di siti legali come Netflix e nascondendo tutte le complicazioni tecniche, per cui può trarre facilmente in inganno l'utente inesperto.
In realtà Time4popcorn.eu è un esemplare di una galassia di siti che si basano sul software Popcorn Time, oggi non più disponibile sul sito ufficiale ma facilmente reperibile altrove in Rete. Questo software si basa sul protocollo BitTorrent e crea un'illusione particolarmente pericolosa. L'utente ha la sensazione di ricevere il film o telefilm in streaming passivo, cosa che in alcuni stati (per esempio la Svizzera) è legale perché la legge punisce soltanto chi dissemina e condivide, ma non chi si limita a ricevere un file (anche se il file è vincolato dal diritto d'autore e non c'è il consenso del titolare dei diritti).
Ma i siti che usano Popcorn Time stanno usando, dietro le quinte, un sistema (BitTorrent) nel quale chi riceve si trova anche inconsapevolmente a ritrasmettere e condividere: in gergo tecnico, chi usa Popcorn Time sta facendo seeding. Quindi chi usa questi siti sta violando la legge anche nei paesi nei quali lo streaming puro di opere vincolate è consentito.
Districarsi fra siti legali e non legali in questo campo non è facile, e siti come Time4popcorn rendono ancora più sfumata la differenza visiva e pratica fra pirati e onesti. Nel dubbio è meglio non fidarsi di siti che non hanno una reputazione commerciale solida e rivolgersi invece a nomi conosciuti e garantiti che hanno il permesso esplicito dei titolari dei diritti su musica, film e telefilm e che chiedono un compenso o visualizzano spot pubblicitari.
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TicinoCuore, l'app che trova i defibrillatori e aiuta i soccorsi
Maggio 16, 2014 6:49 - no comments yetQuasi ogni giorno, da qualche parte in Canton Ticino, qualcuno subisce un arresto cardiaco. L'intervento rapido è essenziale (i primi dieci minuti sono decisivi) e i defibrillatori dislocati sul territorio sono uno strumento di soccorso fondamentale. Oggi i soccorritori volontari, ma anche i comuni cittadini, hanno a disposizione un'app specifica che aiuta a ridurre i tempi d'intervento e offre informazioni utili per gestire l'emergenza. Si chiama Ticino Cuore ed è disponibile gratuitamente per Android e iOS.L'app usa il GPS dello smartphone per indicare sulla mappa la posizione dettagliata dei defibrillatori più vicini: informazione utile da sapere preventivamente, anche per aiutare i soccorritori esperti che si trovano casualmente nelle vicinanze ma magari non conoscono l'ubicazione dei 950 defibrillatori presenti sul territorio del Cantone (di cui 150 sono di pubblico accesso).
L'app Ticino Cuore offre anche un pratico metronomo per dare il tempo giusto per il massaggio cardiaco e consente a chi ha un certificato valido di abilitazione alla rianimazione e alla defibrillazione di entrare a far parte della rete di First Responder, volontari addestrati che affiancano gli altri servizi d'emergenza. Un First Responder può ricevere le richieste di soccorso e poi, se la geolocalizzazione gli indica che è una distanza tale per cui può arrivare sul posto prima dell'ambulanza, può decidere liberamente se intervenire.
C'è chi potrebbe pensare che usare un'app e uno smartphone per servizi d'emergenza sia un po' frivolo e rischioso perché si tratta di un sistema complicato, ma in realtà il metodo preesistente, basato sull'invio di SMS, aveva costi molto elevati, non riusciva a far pervenire le segnalazioni a tutti i soccorritori volontari e impegnava a lungo gli operatori telefonici dei servizi di soccorso a dare informazioni e aggiornamenti per guidare e coordinare i soccorritori. Oggi è l'app a fornire automaticamente tutte queste informazioni e molto altro a costi più bassi, perché usa la rete cellulare di trasmissione dati invece degli SMS. Maggiori dettagli, anche su come diventare soccorritori, sono su Ticinocuore.ch.
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Come si recuperano i file cancellati?
Maggio 16, 2014 6:25 - no comments yetRecenti fatti di cronaca in campo bancario hanno stuzzicato la curiosità di molti utenti: come è possibile recuperare file cancellati da un computer o da un dispositivo di archiviazione come una penna USB o un disco rigido?La materia è complessa, ma ci sono alcuni concetti di base che è meglio conoscere. È abbastanza noto che trascinare un documento nel Cestino del computer non lo cancella: basta andare nel Cestino stesso a riprenderselo. Ma è meno noto che anche dopo che il Cestino è stato vuotato, il file è ancora recuperabile.
Nella maggior parte dei sistemi operativi, infatti, un file “cancellato” in realtà rimane ancora presente: semplicemente lo spazio occupato da quel file viene etichettato come libero e riutilizzabile. Questo vuol dire che fino al momento in cui viene riutilizzato quello spazio, i dati sono ancora leggibili. Esistono molte applicazioni, gratuite e a pagamento, che permettono questo genere di recupero (per esempio Undelete360 o Recuva).
Anche la formattazione rapida di un disco solitamente non cancella il suo contenuto ma fondamentalmente si limita a segnare come libero tutto lo spazio contenente i dati. Di conseguenza, ci sono applicazioni capaci di effettuare anche il recupero di dati da dischi formattati (per esempio OnTrack). Ci sono tecniche ancora più sofisticate, come il carving, che ricostruiscono i file partendo dai loro frammenti residui (Foremost è un'applicazione gratuita che fa carving). Inoltre le aziende specializzate sono in grado di estrarre dati anche da dischi fisicamente danneggiati o difettosi.
Molto spesso, però, il trucco per recuperare un file cancellato è assai più semplice: basta ricordarsi che quasi tutte le applicazioni generano copie temporanee dei documenti sui quali stanno lavorando e le salvano in vari posti. Inviare un documento via mail, per esempio, solitamente crea una copia del documento nell'archivio dell'applicazione di mail. Una ricerca nella documentazione dell'applicazione o in Google di solito rivela quali sono questi posti e archivi e permette di andare a cercare le copie temporanee non cancellate. Inoltre, se usate servizi online come Dropbox, tenete presente che spesso archiviano anche i documenti cancellati e ne permettono il recupero.
Come si fa a cancellare in modo definitivo un documento? Non è facile. Si può cominciare ordinando al computer di sovrascrivere i dati dei file cancellati, per esempio usando la modalità sicura per vuotare il Cestino o formattare il disco: ci vuole più tempo, ma è un buon passo avanti. Un metodo davvero sicuro è distruggere fisicamente il disco o la penna USB bucandolo con un trapano (questo è il metodo usato dalle aziende specializzate), ma è un po' dispendioso. Restano inoltre le copie salvate altrove, nei backup e sul disco principale, che bisogna snidare e sottoporre allo stesso trattamento.
Morale della favola: se un dato è stato scritto da qualche parte, è meglio presumere che sarà recuperabile se ne vale la pena. La soluzione migliore, per chi ha esigenze serie di riservatezza, è usare la crittografia forte invece di fare affidamento sulla semplice cancellazione.
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Snapchat ha ufficialmente ingannato i consumatori con false promesse di cancellazione
Maggio 16, 2014 6:11 - no comments yetLa Federal Trade Commission, ente federale statunitense di tutela dei consumatori, ha pubblicato un dettagliato resoconto d'accusa nei confronti di Snapchat, l'azienda creatrice di una popolarissima app omonima che promette ai propri utenti un modo per scambiare video, fotografie e messaggi che si autocancellano dopo pochi secondi. La promessa è falsa e ingannevole e per questo Snapchat verrà messa sotto sorveglianza federale per vent'anni.Come segnalato da tempo da molti esperti di sicurezza, le istantanee di Snapchat sono infatti facilmente catturabili in vari modi: per esempio usando app realizzate da altri produttori o facendo uno screenshot (cattura del contenuto dello schermo).
Snapchat prometteva anche che se il destinatario avesse fatto uno screenshot il mittente sarebbe stato avvisato immediatamente, ma in realtà c'erano vari metodi per catturare le schermate manualmente senza che Snapchat se ne accorgesse e avvisasse il mittente (per esempio premere due volte Home sui dispositivi che usano versioni di iOS inferiori alla 7).
Snapchat ha ingannato gli utenti anche a proposito della geolocalizzazione: prometteva di non raccogliere informazioni sulla posizione degli utenti, ma nella versione Android queste informazioni venivano raccolte e inviate ad agenzie specializzate in analisi a scopi di marketing, creando un database riguardante oltre quattro milioni di persone.
Un altro inganno riguarda la funzione di ricerca amici: Snapchat si leggeva di nascosto tutti i nomi e i numeri delle persone presenti nella rubrica dello smartphone. Cosa peggiore, chiedeva all'utente di immettere il proprio numero di telefonino ma non faceva alcun controllo di autenticità del numero immesso, per cui chiunque poteva creare un profilo Snapchat usando il numero di qualcun altro e ricevere immagini destinate ad altri oppure disseminare immagini imbarazzanti o offensive spacciandosi per un'altra persona.
Di recente Snapchat ha corretto alcune di queste falle, ma rimane tuttora il problema di fondo: le immagini, i messaggi e i video trasmessi con quest'app non sono affatto temporanei e possono essere sempre salvati e ritrasmessi. Non è solo un problema di Snapchat, ma di tutte le app che promettono di inviare messaggi effimeri che si autocancellano: c'è sempre il modo di salvarli. Non fidatevi.
Fonti: FTC, New York Times.
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