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Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Cina, il Grande Fratello ti osserva e lascia in giro i tuoi dati

7 de Maio de 2019, 4:06, por Il Disinformatico

Questo articolo è il testo del mio podcast settimanale La Rete in tre minuti su @RadioInblu, in onda ogni martedì alle 9:03 e alle 17:03.


C’è una vecchia battuta in informatica: sbagliare è umano, ma per combinare veri disastri ci vuole il computer.

È un concetto semiserio che viene confermato da una notizia che arriva dalla Cina, paese noto per la sua propensione a creare le cosiddette “smart city”, ossia città altamente informatizzate e sorvegliate da una rete di sensori.

L’idea di fondo delle smart city è allettante ed è condivisa da molti governi: sistemi informatici gestiscono il traffico ed evitano le code, trovano il parcheggio libero, avvisano sulla situazione dei trasporti pubblici e vigilano sulla sicurezza pubblica tramite telecamere che sorvegliano ogni punto della città, scoraggiando il crimine.

Le autorità cinesi hanno abbracciato quest’idea con particolare entusiasmo, soprattutto per la sorveglianza, arrivando a installare sistemi di riconoscimento facciale in alcuni passaggi pedonali per identificare e segnalare chi attraversa con il rosso e adottando un sistema di “punteggio sociale” che premia chi si comporta in modo accettabile per la collettività e punisce chi non rispetta le regole decise dal governo, per esempio togliendo l’accesso ai trasporti pubblici o ai mutui agevolati.

Presentata così, sembra una soluzione vincente per tutti: se ci si comporta bene, non si ha nulla da temere e si ha tutto da guadagnare. Fino al momento in cui la vecchia battuta torna a farsi valere.

Infatti creare una “smart city” significa accentrare un enorme numero di dati personali, e se questi dati non vengono tutelati adeguatamente si prestano ad abusi di ogni sorta e diventano un pericolo.

Lo ha dimostrato molto chiaramente un ricercatore di sicurezza informatica, John Wethington, che di recente ha trovato un archivio di dati riguardanti una porzione di una “smart city” cinese, specificamente un quartiere della capitale Pechino, che stava su Internet, accessibile a chiunque, senza neanche digitare una password, nel cloud di Alibaba.

In questo archivio c’era tutto quanto serviva per uno stalking di massa da parte di qualunque ficcanaso, molestatore, ladro, partner o ex partner geloso, oltre che da parte del governo o delle forze dell’ordine: i dati raccolti, infatti, includevano anche la localizzazione e identificazione delle persone in base al loro volto e anche in base a qualunque dispositivo Wi-Fi avessero addosso, come per esempio uno smartphone. Il sistema tracciava ed etichettava anche le etnie delle persone sulla base dei loro lineamenti, e lo faceva automaticamente, con tutte le conseguenze immaginabili.

Probabilmente questo Grande Fratello orwelliano è tuttora attivo, ma non lo si può più sapere, perché dopo la segnalazione del ricercatore l’archivio pechinese è stato protetto più adeguatamente. In ogni caso, l’incidente ha dimostrato quanto è facile mettere a rischio tante persone con un singolo errore informatico quando i dati sono accentrati e raccolti in enormi quantità indiscriminatamente ma al tempo stesso non si pensa abbastanza a proteggere questi dati.

Cosa più importante, questa scoperta ha mostrato quanto è dettagliata la raccolta di dati di questi sistemi, che sanno per esempio riconoscere chi sorride e chi no. Quindi se siete a favore delle smart city, preparatevi a sorridere tanto.



Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Per Il Messaggero e il Gazzettino,“RoyalbabyGINGERofsussex” è un account ufficiale

7 de Maio de 2019, 3:00, por Il Disinformatico

Anche oggi arriva una nuova conferma che il giornalismo italiano ha superato brillantemente il concetto di qualità e di verifica delle fonti con un sorpasso a destra e un dito medio alzato verso i lettori che continuano a foraggiarlo.

Il Messaggero e Il Gazzettino pubblicano un intero articolo (i link portano a copie su Archive.org) dedicato al royal baby, raccontando che “il neo papà Harry ha voluto dedicare un pensiero speciale alla amatissima principessa morta quando lui aveva solo 13 anni.”

Lo avrebbe fatto, secondo l’anonimo redattore, postandolo “sul profilo Instagram ufficiale Royalbabygingerofsussex”.

Sì, avete capito bene. Al Messaggero e al Gazzettino pensano che un account ufficiale della famiglia reale britannica possa chiamarsi Royalbabygingerofsussex. Ginger significa “coi capelli rossi”. Pensano che un account ufficiale non abbia il bollino di autenticazione per distinguerlo dai cloni e dalle parodie (quello vero, @sussexroyal, ce l’ha).

Non solo: è chiaro che ormai rileggere è un residuo inutile del passato che le redazioni hanno abbandonato. Perché c’è un errore persino nel titolo ( “tua braccia”).


Sarebbe interessante, a questo punto, capire come è nata questa bufala: Il Messaggero ha copiato dal Gazzettino (compreso l’erroraccio nel titolo) o viceversa? Oppure entrambi hanno attinto alla stessa fonte, che magari pagano pure per questo ciarpame?


Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Estrarre le immagini ad alta risoluzione da un post Instagram. Anche dai post privati eliminati

4 de Maio de 2019, 9:17, por Il DisinformaticoUltimo aggiornamento: 2019/05/04 14:15.

1. Prendete il post Instagram che vi interessa: per esempio questo, per i fan di Battlestar Galactica. La seconda immagine del post mostra un Cylon Numero 6 che forse non tutti conoscono, risalente al 1993.


2. Attivate l’Inspector di Firefox (Tools - Web Developer - Inspector oppure Ctrl-Shift-C).

3. Nella casella di ricerca HTML, immettete srcset. Vengono evidenziati dei blocchi di codice che contengono due cose interessanti: la descrizione auto-generata dell’immagine (in questo caso, "Image may contain: 1 person, text") e, subito dopo srcset=", l’URL dell’immagine ad alta risoluzione originale.


4. Un doppio clic sull’URL fa espandere l’HTML, rivelando una serie di URL a varie risoluzioni. Quello che vi serve è quello con la risoluzione massima disponibile, che è facilmente riconoscibile esaminando la struttura dell’URL stesso: in questo caso, spicca un 1080x1080 (in altri casi basta cercare l’immagine JPG il cui nome termina con “_n”). L’URL è insomma questo, nel caso specifico:

https://scontent-frx5-1.cdninstagram.com/vp/de7b4900d552188908a47b3782af3589/5D534299/t51.2885-15/e35/p1080x1080/52474748_300866893935728_5397041778026138900_n.jpg?_nc_ht=scontent-frx5-1.cdninstagram.com

È necessario includere anche la parte dopo il punto interrogativo, altrimenti si ottiene un errore URL signature mismatch.

5. Aprendo questo URL ottenete l’immagine alla massima risoluzione, decisamente più nitida di un semplice screenshot e ottimale per analisi di fotoritocco o per ricerche di datazione in Tineye e simili.



Dai commenti mi segnalano che è possibile anche fare un semplice clic destro per salvare l’intero post e poi sfogliare i suoi vari file per estrarre l‘immagine e buttar via tutto il resto. Non è elegante, ma funziona. C’è anche Instantgram, un bookmarklet che consente di scaricare le immagini di Instagram (nel caso di post con immagini multiple, si visualizza l’immagine desiderata e poi si attiva Instantgram).

Tuttavia questi metodi non consentono di recuperare immagini da post eliminati. L’URL che estraggo con il metodo lungo che ho descritto sopra, infatti, rimane attivo anche dopo che è stato cancellato il post.

Per esempio, ho fatto e poi eliminato questo post nel mio account Instagram:


Estraendo l’immagine ad alta risoluzione prima di eliminare il post ho ottenuto questo URL:

https://scontent-frx5-1.cdninstagram.com/vp/4b79b5c6dc5343dc851143f7f03f94ce/5D6DD814/t51.2885-15/e35/58689490_502499683825881_6184082361658028207_n.jpg?_nc_ht=scontent-frx5-1.cdninstagram.com 

Quest’URL è tuttora attivo, nonostante io abbia eliminato il post alcune ore fa. Questo indica che le foto eliminate da Instagram non vengono realmente eliminate e persistono, almeno temporaneamente, nel CDN di Instagram anche dopo l’eliminazione del post che le contiene.

Questo può essere utile per esempio per dimostrare che una foto è stata davvero postata su Instagram anche dopo che è stata eliminata. Sospetto inoltre che anche le foto “private” su Instagram abbiano un URL accessibile a chiunque. Qualcuno vuole provare?


2019/05/04 14:15. Un lettore, Manuel, ha provato e conferma che le foto degli account privati sono accessibili:

Account privato > https://t.co/w87fEk90sa

URL prima foto > https://t.co/xEDlH6TVnJ pic.twitter.com/LuItWxk4hf

— Manuel Babolin (@manuelbabolin) May 4, 2019



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Estrarre le immagini ad alta risoluzione da un post Instagram. Anche dai post eliminati

4 de Maio de 2019, 6:56, por Il Disinformatico

Ultimo aggiornamento: 2019/05/04 11:45.

1. Prendete il post Instagram che vi interessa: per esempio questo, per i fan di Battlestar Galactica. La seconda immagine del post mostra un Cylon Numero 6 che forse non tutti conoscono, risalente al 1993.


2. Attivate l’Inspector di Firefox (Tools - Web Developer - Inspector oppure Ctrl-Shift-C).

3. Nella casella di ricerca HTML, immettete srcset. Vengono evidenziati dei blocchi di codice che contengono due cose interessanti: la descrizione auto-generata dell’immagine (in questo caso, "Image may contain: 1 person, text") e, subito dopo srcset=", l’URL dell’immagine ad alta risoluzione originale.


4. Un doppio clic sull’URL fa espandere l’HTML, rivelando una serie di URL a varie risoluzioni. Quello che vi serve è quello con la risoluzione massima disponibile, che è facilmente riconoscibile esaminando la struttura dell’URL stesso: in questo caso, spicca un 1080x1080 (in altri casi basta cercare l’immagine JPG il cui nome termina con “_n”). L’URL è insomma questo, nel caso specifico:

https://scontent-frx5-1.cdninstagram.com/vp/de7b4900d552188908a47b3782af3589/5D534299/t51.2885-15/e35/p1080x1080/52474748_300866893935728_5397041778026138900_n.jpg?_nc_ht=scontent-frx5-1.cdninstagram.com

È necessario includere anche la parte dopo il punto interrogativo, altrimenti si ottiene un errore URL signature mismatch.

5. Aprendo questo URL ottenete l’immagine alla massima risoluzione, decisamente più nitida di un semplice screenshot e ottimale per analisi di fotoritocco o per ricerche di datazione in Tineye e simili.



Dai commenti mi segnalano che è possibile anche fare un semplice clic destro per salvare l’intero post e poi sfogliare i suoi vari file per estrarre l‘immagine e buttar via tutto il resto. Non è elegante, ma funziona. Tuttavia non consente di recuperare immagini da post eliminati.

L’URL che estraggo con il metodo lungo che ho descritto sopra, infatti, rimane attivo anche dopo che è stato cancellato il post.

Per esempio, ho fatto e poi eliminato questo post nel mio account Instagram:


Estraendo l’immagine ad alta risoluzione prima di eliminare il post ho ottenuto questo URL:

https://scontent-frx5-1.cdninstagram.com/vp/4b79b5c6dc5343dc851143f7f03f94ce/5D6DD814/t51.2885-15/e35/58689490_502499683825881_6184082361658028207_n.jpg?_nc_ht=scontent-frx5-1.cdninstagram.com 

Quest’URL è tuttora attivo, nonostante io abbia eliminato il post vari minuti fa. Questo indica che le foto eliminate da Instagram non vengono realmente eliminate e persistono, almeno temporaneamente, nel CDN di Instagram anche dopo l’eliminazione del post che le contiene.

Questo può essere utile per esempio per dimostrare che una foto è stata davvero postata su Instagram anche dopo che è stata eliminata. Sospetto inoltre che anche le foto “private” su Instagram abbiano un URL accessibile a chiunque. Qualcuno vuole provare?


Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
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Google offrirà la cancellazione automatica di geolocalizzazione e attività

4 de Maio de 2019, 6:14, por Il Disinformatico

Gif showing how to choose how long to keep your web and app activity. gifNelle prossime settimane Google attiverà un’opzione che consentirà di cancellare automaticamente i dati di geolocalizzazione e delle attività online ogni 3 o 18 mesi.

L’annuncio di Google spiega che è già possibile ora fare pulizia manuale di questi dati, andando nel proprio account su myaccount.google.com e scegliendo Gestione Attività, ma attualmente si può solo scegliere se attivare o disattivare queste forme di tracciamento commerciale e cancellare manualmente singole voci.

Per esempio, per la geolocalizzazione si può andare nell’app Google Maps, scegliere il menu in alto a sinistra e poi Cronologia, e poi scegliere una singola voce e cancellarla toccando Modifica e poi Rimuovi sosta dal giorno.

Da computer, invece, si può andare a Maps (www.google.com/maps), cliccare sul menu in alto a sinistra e poi su Cronologia (oppure andare direttamente a www.google.com/maps/timeline) e scegliere una voce da eliminare cliccando sui tre puntini e poi su Rimuovi sosta dal giorno.

Il limite di questo sistema è che bisogna ricordarsi di fare questa pulizia: invece con questa novità di Google sarà possibile chiedere l’eliminazione automatica di tutti i dati vecchi più di tre mesi oppure di un anno e mezzo.

Secondo TechCrunch, la cancellazione includerà la cronologia di navigazione in Chrome, i dati raccolti dalle app e quelli raccolti da Google Discover per Android.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



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