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Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Ci vediamo venerdì sera a Omegna per parlar di Luna e aurore con foto rare?

17 de Janeiro de 2019, 6:28, por Il Disinformatico

Questo venerdì (18 gennaio) alle 21 sarò a Omegna (VB), ospite di Un venerdì tra le stelle, al Teatro Oratorio Sacro Cuore di via De Amicis 8, per una conferenza intitolata Un piccolo passo: l‘avventura della Luna.

Oltre a raccontare la storia ormai un po' dimenticata dei primi passi dell’umanità sulla Luna e presentare alcuni retroscena poco conosciuti e spesso bizzarri, porterò alcune immagini in altissima risoluzione, recuperate dagli originali e restaurate.

Vi consiglio però di arrivare presto, perché prima di me, alle 20:40, c’è Alberto Villa, presidente e responsabile delle Sezioni Spettrografia, Eclissi e Astroturismo, e Pianeti Extrasolari della Associazione Astrofili Alta Valdera, che racconterà il suo viaggio in Lapponia a caccia delle luci del Nord.

Trovate maggiori dettagli presso Verbania Notizie, Osservatorio Galilei, Comune di Omegna.

A domani sera! 
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



The First: una grande mostra dedicata a Neil Armstrong in Italia

16 de Janeiro de 2019, 6:40, por Il Disinformatico

Da marzo a ottobre ci sarà in Italia, in diverse città italiane, la mostra Neil Armstrong - The First. Questo è il trailer: trovate tutti i dettagli sul sito www.neilarmstrongthefirst.it.

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Se riesci a “hackerare” una Tesla, è tua: le regole della sfida

16 de Janeiro de 2019, 6:27, por Il Disinformatico

Tesla offre da già qualche tempo (dal 2014) premi a chi scopre e comunica in modo responsabile le falle di sicurezza informatica nei suoi prodotti: le regole di questo bug bounty sono qui. Ha già erogato numerose ricompense e distribuito gli aggiornamenti correttivi alle proprie auto.

Ora ha alzato la posta: parteciperà alla gara di hacking Pwn2Own, in Canada, portandovi una Model 3 Mid Range (circa 44.000 dollari di listino) che verrà messa a disposizione di chi vorrà tentare di penetrarne le difese informatiche. Considerata la dipendenza fortissima delle Tesla dal software, la sicurezza di queste difese è un’esigenza fondamentale, e sfide come questa hanno già portato a migliorie importanti.

Tesla sarà l’unica casa automobilistica a partecipare a Pwn2Own. I premi per chi riesce a superare le difese della Model 3 variano da 35.000 dollari a 250.000. Il premio più basso è per chi riesce ad attaccare con successo il sistema di infotainment dell’auto; quello più alto andrà a chi avrà successo nel penetrare in uno dei tre sistemi chiave dell’auto, ossia il Gateway (gestore dei flussi di traffico interno di dati), l’Autopilot (sistema di guida assistita) e il VCSEC (sistema di sicurezza, allarme e antifurto).

Ci sono inoltre in palio 100.000 dollari per chi riesce a sbloccare le portiere scardinando le difese della chiave elettronica o dell’app di controllo dell’auto e per chi riesce ad avviare l’auto senza usarne la chiave.

Chi totalizzerà il punteggio più alto si porterà a casa non solo la ricompensa in denaro ma anche l’auto.


Fonti aggiuntive: Teslarati, Forbes, Electrek.


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Per quelli che insistono che dire “lato oscuro della Luna” non disinforma

15 de Janeiro de 2019, 20:36, por Il Disinformatico

Il Corriere della Sera, oggi, a proposito delle piante portate sulla faccia nascosta della Luna dalla sonda cinese Chang’e-4 (evidenziazione mia):

La coltura non è stata semplice: le temperature sulla superficie lunare possono superare i 100 gradi Celsius durante il giorno e scendere fino a 100 gradi sotto lo zero durante la notte, oltre al fatto che su quel lato non c'è radiazione solare e c'è minore gravitazione terrestre.

Screenshot della perla:



Screenshot del contesto:


Copia permanente su Archive.org qui.

A tutti quelli che me l’hanno menata per la mia semplice richiesta di usare il termine corretto, ossia lato nascosto, al posto dell’ingannevolissimo lato oscuro, e mi hanno rimproverato di fare “polemica inutile” perché tanto lo sanno tutti che si intende oscuro nel senso di sconosciuto e che non c’entra l’illuminazione: questa scempiaggine totale del Corriere ve la siete proprio meritata.


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Ricerca USA su Facebook: più si è vecchi, più si condividono notizie false

15 de Janeiro de 2019, 10:01, por Il Disinformatico

Se siete fra i tanti che pensano che i giovani d’oggi e il loro uso smodato di Internet siano i principali colpevoli della diffusione delle notizie false intenzionali, le cosiddette fake news, c’è una nuova ricerca che potrebbe interessarvi e che sostiene che la colpa maggiore spetta invece a chi ha da 65 anni in su.

La ricerca è stata svolta da esperti della New York University e della Princeton University su un campione di 1300 americani studiando le loro condivisioni su Facebook fra aprile e novembre 2016, quindi in un momento elettoralmente molto delicato negli Stati Uniti, per cui non è detto che i risultati abbiano valore universale e si applichino anche al di fuori dei social network, ma sono decisamente interessanti.

In media, gli utenti oltre i 65 anni hanno condiviso sette volte più articoli di fake news rispetto al gruppo più giovane preso in considerazione, che è quello fra 18 e 29 anni.

La tendenza generale che emerge da questa ricerca è che più sale l’età, più aumenta la propensione per la condivisione di notizie false sui social. Questa tendenza vale a prescindere dall’orientamento politico della persona.

Ma allora è tutta colpa dei nonni se le fake news spopolano in Rete? Non è detto. Innanzi tutto, la ricerca evidenzia un altro dato importante: oltre il 90% degli utenti esaminati non ha abboccato alle notizie false e non le ha condivise. Il professor Andrew Guess, autore principale della ricerca, nota che la condivisione di notizie false è opera di un gruppo piuttosto piccolo di persone, per cui è difficile dire che abbia un grande impatto a livello generale. Altre ricerche indicano inoltre che il grosso della disseminazione di fake news è opera di sistemi automatici che fingono di essere utenti di social network.

Un altro aspetto che scagiona in parte chi ha più di 65 anni è che questa stessa fascia d’età condivide sui social network anche le smentite, e lo fa più di quanto condivida le notizie false.

Va anche detto che i ricercatori, a scanso di equivoci e polemiche, hanno evitato di includere nei siti di notizie false le testate giornalistiche note per la loro propensione a fabbricare notizie in modo fazioso e si sono concentrati sui siti più estremi, quelli che usano sistematicamente tutti i trucchi acchiappaclic del repertorio tecnico per far diventare virali delle notizie oggettivamente false.

Ma come mai gli ultrasessantacinquenni sono così tanto più inclini a condividere fake news? Di preciso non si sa ancora. Il professor Joshua Tucker, uno dei coautori della ricerca, sospetta che sia una questione di alfabetizzazione digitale: forse le persone anziane hanno meno familiarità con i social media e quindi fanno più fatica a immaginare che le notizie false possano essere visivamente simili a quelle vere quando vengono presentate su Facebook.

Una cosa comunque sembra certa: gli utenti più giovani sono meglio equipaggiati per difendersi dalle notizie false. Forse c’è ancora speranza per il futuro.
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