Ir para o conteúdo

Blogoosfero verdebiancorosso

Tela cheia Sugerir um artigo

Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Podcast RSI - Cronaca di una truffa online “made in Switzerland”

19 de Setembro de 2023, 8:59, por Il Disinformatico
logo del Disinformatico

È disponibile subito il podcast di oggi de Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, scritto, montato e condotto dal sottoscritto: lo trovate qui sul sito della RSI (si apre in una finestra/scheda separata) e lo potete scaricare qui.

Le puntate del Disinformatico sono ascoltabili anche tramite iTunes, Google Podcasts, Spotify e feed RSS.

Buon ascolto, e se vi interessano il testo di accompagnamento e i link alle fonti di questa puntata, sono qui sotto.

2023/09/12: La RSI ha disabilitato gli embed e quindi quelli presenti nei miei articoli hanno smesso di funzionare. Li sto togliendo man mano, sostituendoli con i link diretti; portate pazienza.

---

[CLIP: Raffica di suoni di notifica di WhatsApp su iPhone]

Il truffatore mi sta tempestando di messaggi su WhatsApp. Ovviamente non sa che sta conversando con me: crede di avere a che fare con una delle sue vittime. Vittime che hanno perso decine di migliaia di dollari o euro, o franchi svizzeri nel caso che sto per raccontarvi, in un raggiro che parte da un’offerta di lavoro online e ha una particolarità che lo distingue dalle truffe online abituali: i criminali operano all’interno dello stesso paese in cui risiedono le loro vittime.

Di solito, invece, c’è di mezzo una frontiera, in modo da complicare le indagini, ma nel caso tuttora in corso che mi è stato segnalato tutto avviene in Svizzera, e per incompetenza o spavalderia i truffatori usano numeri di telefono locali, di cui è facile identificare i titolari. È una tecnica di inganno ben strutturata, che è meglio conoscere e far conoscere per evitare di finire nella sua complessa e costosa ragnatela.

Benvenuti alla puntata dell’8 settembre 2023 del Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie e alle storie strane dell’informatica. Io sono Paolo Attivissimo.

[SIGLA di apertura]

Tutta la vicenda prende il via alla fine di agosto 2023. Trattandosi di una storia che ha anche dei risvolti legali ancora aperti, nel raccontarla cambierò i nomi delle persone e di alcuni dei luoghi e siti coinvolti, lasciando comunque intatta la sostanza della tecnica della truffa.

[per la stessa ragione non posso pubblicare il nome del sito truffaldino e dell’agenzia]

La vittima, che chiamerò Mario e risiede in Svizzera, viene contattata su WhatsApp da una persona che si presenta come rappresentante di un’agenzia che gli offre un lavoro: una situazione frequente e assolutamente normale, soprattutto per una persona come Mario, che come tante altre ha un profilo professionale pubblico su LinkedIn proprio per ricevere offerte lavorative. L’agenzia, fra l’altro, è piuttosto ben conosciuta, e nei siti antitruffa come Scamadviser o Trustpilot gode di ottima reputazione fra le aziende che si occupano di recensire prodotti.

Il lavoro proposto consiste nell’aiutare altre aziende a migliorare i risultati di vendita facendo compravendite di prodotti in cambio di una provvigione. Per rassicurare Mario, l’agenzia gli propone di aprire un account di prova per una settimana e gli affianca una persona che non solo lo guida e lo assiste, ma deposita anche sull’account del denaro dell’agenzia, da usare per le compravendite. Mario esegue diligentemente i compiti che gli vengono assegnati e alla fine del periodo di prova risulta che ha guadagnato quasi mille dollari di provvigioni. Tutto si svolge online, sul sito dell’agenzia, che per ovvie ragioni non posso nominare qui, e via WhatsApp.

Mario vede che il meccanismo funziona e quindi apre un account effettivo, sul quale carica una piccola cifra in criptovaluta, che ogni sera gli viene effettivamente restituita, insieme alle provvigioni guadagnate, depositandola sul suo conto presso Binance.com, che è estranea al raggiro.

Fino a questo punto, insomma, Mario ha incassato più di quanto abbia investito. I suoi soldi sono rientrati sul suo conto Binance: non sono numeri fittizi di un conto altrettanto fittizio sul sito dei criminali, come avviene spesso. E su WhatsApp entra in contatto con altri collaboratori dell’agenzia, che è un nome di spicco nel suo settore, e tutti sono molto contenti dei guadagni che stanno ottenendo. Sono pareri rassicuranti, resi ancora più credibili dal fatto che i numeri di telefono visibili su WhatsApp di queste persone sono nazionali: hanno il prefisso locale 022, che corrisponde a Ginevra, non a qualche nazione lontana.

Ma se gli incassi di Mario sono maggiori dei suoi investimenti, allora dove sta la truffa?

La truffa del “retail rating boost”

I truffatori hanno costruito attentamente la propria trappola. In realtà non rappresentano affatto una nota agenzia affidabile, ma hanno creato un sito falso che replica il nome e la grafica di quell’agenzia e lo hanno reso quasi invisibile ai principali motori di ricerca per non attirare attenzioni indesiderate.

Vanno in giro su siti come LinkedIn e guardano i profili delle persone in cerca di lavoro, selezionando quelle che hanno maggiori probabilità di diventare vittime, in base alla situazione lavorativa, all’età e ad altri fattori. Da quei profili estraggono i numeri di telefono e poi contattano le persone via WhatsApp.

Se la persona contattata accetta la proposta e apre un account presso il sito dei truffatori, i criminali inizialmente la mettono a proprio agio e le fanno fare piccole compravendite che hanno successo [questo tipo di truffa viene a volte chiamato retail rating boost scam o boosting sales scam]. Come ulteriore rassicurazione, fanno fare alla vittima anche un certo guadagno. Tutto sembra andare per il meglio, e anzi arriva la grande occasione: una compravendita molto importante, che promette provvigioni altrettanto importanti.

Alla vittima viene quindi chiesto di procedere come al solito, ossia anticipando la cifra, qualche migliaio di dollari, e poi arriva un’occasione ancora più grande, per la quale va versato un altro anticipo, cosa che le vittime fanno spesso, perché hanno visto che il sistema funziona e le provvigioni promesse sono arrivate. È a questo punto che scatta la trappola: i criminali continuano a rilanciare, offrendo compravendite sempre più impegnative, finché la vittima non ha più soldi da inviare.

A quel punto i soldi inviati, decine di migliaia di dollari, euro o franchi, non tornano più indietro, e se la vittima contesta, i truffatori rispondono accusandola di non aver rispettato le regole del contratto, che prevedono un numero minimo di transazioni prima che vengano erogate le provvigioni. In realtà sono tutte scuse, il “contratto” è carta straccia e i criminali non hanno la minima intenzione di restituire il maltolto.

Il “contratto” (l’ho reso intenzionalmente illeggibile per non identificare il sito; l’importante è la sua brevità, decisamente sospetta).

A Mario è andata esattamente così: ha eseguito gli acquisti iniziali come richiesto, e tutto è andato liscio. Ma poi gli è arrivato un cosiddetto “package”, una serie di tre acquisti di importo superiore a quello presente sul suo account ma con provvigioni promesse molto elevate. Ha versato qualche migliaio di dollari in criptovaluta per colmare la differenza e ha completato le prime due transazioni. Poi ne è arrivata un’altra, che richiedeva circa diecimila dollari di versamento, li ha racimolati e li ha inviati. Ma a quel punto è arrivato un altro “package”, che avrebbe richiesto un anticipo di altri quindicimila; Mario ha protestato e i truffatori gli hanno risposto che senza questo ulteriore versamento non avrebbe ricevuto le sue spettanze, come previsto dal contratto.

Mario non ha più rivisto il proprio denaro e ha sporto denuncia alla polizia, raccontando tutti i dettagli della vicenda, che poi ha raccontato a me, sperando che la storia di quello che è successo a lui possa essere di aiuto, e di monito, a qualcun altro.

In chat con i truffatori

Quello che colpisce in questa truffa, oltre al danno economico ingente subìto dalla vittima, è l’uso di numeri di telefono nazionali, ai quali corrispondono persone reali, non bot. Me ne sono accorto perché esaminando il codice HTML pubblico del sito dei truffatori ho trovato il link al loro “servizio clienti”, che in teoria sarebbe appunto accessibile solo a chi ha un account, ossia alle vittime, e ho iniziato una conversazione via WhatsApp con uno degli “agenti” del sito truffaldino, che ha dato risposte decisamente umane e non preprogrammate alle mie domande, intenzionalmente molto differenti da quelle gestibili da un eventuale sistema automatico.

Queste persone reali, con numeri di telefono di rete fissa nella zona di Ginevra, sono tutte complici? Oppure nel gruppo WhatsApp dei collaboratori ci sono anche altre vittime che ancora non si sono accorte di essere finite in una truffa? Lo appureranno, si spera, le indagini delle autorità, che non dovrebbero avere particolari difficoltà a rintracciare gli intestatari di quei numeri. Se non altro, qui non c’è l’ostacolo abituale di doversi rivolgere a forze di polizia di altri paesi.

Nel frattempo, ho segnalato il nome del sito dei truffatori a Google, a Microsoft e ad altri servizi di protezione degli utenti, come Netcraft e Antiphishing.ch, in modo che chi usa Chrome, Firefox, Edge e altri browser riceva automaticamente un vistoso avviso se cerca di collegarsi a quel sito.

Poche ore dopo la mia segnalazione, il sito dei truffatori è stato etichettato da Google come pericoloso e ora mostra questa schermata a chi usa Google Chrome e i vari servizi di protezione che si appoggiano a Google. La voce si è sparsa in fretta.

Ho poi contattato il registrar, ossia la società che gestisce il nome di dominio usato dai truffatori, per avvisarla della situazione. I criminali probabilmente riapriranno un altro sito entro pochi giorni, ma nel frattempo qualche vittima, forse, avrà evitato la trappola.

[aggiornamento: guardando l’HTML del sito dei truffatori ho anche trovato un link a un servizio di chat commerciale, contenente quello che sembrava un identificativo numero di cliente. Ho contattato i gestori del servizio di chat, spiegando la situazione, e hanno detto che si tratta effettivamente di un ID di un ex cliente, di cui hanno ancora i dati; hanno aggiunto che sono disposti a fornire tutti i dati dell’ex cliente dietro richiesta formale delle autorità]

[altro aggiornamento (2023/09/08 14:40): i criminali hanno riaperto con un altro nome di dominio. Ho segnalato anche quello]

Sono piccoli gesti di contrasto che ogni utente di Internet può fare e che collettivamente rendono un po’ più difficile la vita ai criminali. Trovate i link per fare queste segnalazioni presso Disinformatico.info.

Ma c’è anche un altro gesto di contrasto utile che chiunque può fare: raccontare agli amici, ai familiari e ai colleghi truffe come questa, come raccomanda anche il sito della Prevenzione Svizzera della Criminalità, per mettere in guardia chi potrebbe incapparvi perché comprensibilmente fa fatica a immaginare che ci possano essere criminali dall’aria così rispettabile, così premurosi e pazienti, con numeri di telefono nazionali e addirittura disposti a dare dei soldi inizialmente alla vittima per poi rubargliene molti di più in seguito. E non c’è da vergognarsi o da sentirsi stupidi: questi truffatori sono professionisti e sanno esattamente come mettere sotto pressione le persone e approfittare della loro fiducia.

E non hanno pietà: mentre registro questo podcast, stanno ancora tormentando Mario dicendogli che i suoi soldi sono ancora lì, e che se li rivuole deve racimolare altri soldi da versare per completare il contratto, facendo se necessario una colletta fra amici e parenti o chiedendoli anche a uno strozzino. Quando Mario li ha avvisati che si sarebbe rivolto alla polizia, hanno risposto che questo avrebbe violato la clausola di confidenzialità del contratto e hanno minacciato di citare lui, la vittima, in giudizio.

In attesa di un intervento delle autorità, si può solo fare prevenzione. Se un’offerta online sembra un po’ troppo remunerativa, se non richiede competenze professionali specifiche, e soprattutto se esige che il lavoratore paghi il presunto datore di lavoro invece del contrario, è fondamentale mantenere i nervi saldi e non cedere alla pressione psicologica e alla speranza di aver trovato la soluzione per i propri problemi finanziari o lavorativi. Tutte cose facili da dire quando si esaminano queste situazioni dall’esterno, ma molto meno facili da fare quando ci si è in mezzo, e l’emozione è un macigno. Siate prudenti.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


Foto del Pranzo dei Disinformatici, beneficenza e avventuretta elettrica

18 de Setembro de 2023, 6:26, por Il Disinformatico

Ultimo aggiornamento: 2023/09/18 11:25. 

Come è ormai tradizione felicemente consolidata, pubblico la foto ufficiale (scattata da Qarboz) del Pranzo dei Disinformatici tenutosi ieri in Località Segreta, dotando ogni partecipante (quadrupedi esclusi) dei notissimi Censurex® 3000, i sofisticati dispositivi anti-stalking complottista.

Grazie a tutti per le chiacchiere, le parole (anche scritte) di sostegno, il bel regalo (che adesso dovrò farmi firmare almeno da “Lewis Coates”); è sempre bello stare in vostra compagnia, conoscervi meglio e parlare di cose che magari non è possibile raccontare online. Grazie anche per la fantastica adesione all’asta di beneficenza, che ha fruttato ben 500 euro, che ho devoluto oggi a Medici senza Frontiere (il cambio sarebbe stato 478 CHF e spicci, ma ho arrotondato). 

---

Aggiungo una breve annotazione dell’avventuretta in auto elettrica legata a questo Pranzo; non è particolarmente drammatica, ma la includo per completezza e per ricordare che per ora non è sempre possibile ottimizzare e sfruttare le pause naturali di un viaggio, come riesco a fare di solito, perché a volte capita di andare per due volte di fila in posti dove non ci sono colonnine locali o a distanze ragionevoli. E quando non si possono sfruttare quelle pause naturali, i tempi di ricarica incidono, e questo non va nascosto.

La Dama del Maniero e io siamo partiti da Lugano alle 10:45 con il 100% di carica e siamo arrivati alla Località Segreta (alla periferia di Milano) alle 12:42 (c’era una fila interminabile in dogana e dopo la dogana per i soliti cantieri). L’ideale sarebbe stato ricaricare durante il Pranzo, ma la colonnina più vicina era ben oltre la distanza percorribile a piedi in tempi accettabili (una ventina di minuti a piedi, zero trasporti), per cui TESS è rimasta semplicemente parcheggiata fino alle 17:06, quando siamo ripartiti alla volta di un’altra Località Segreta nella quale si teneva un Raduno Segreto di altro tipo al quale non potevamo mancare (c’erano anche i Men in Black, e non sto scherzando).

Abbiamo scelto di percorrere la A7, in modo da sfruttare il comodissimo Supercharger di Dorno, che è uno dei pochissimi punti di ricarica Tesla italiani situati lungo un’autostrada invece che fuori da qualche casello. Il pianificatore di bordo ci ha permesso di ottimizzare le soste di ricarica, per cui ci sono bastati pochi minuti a Dorno (18:06-18.20) per essere sicuri di arrivare alla destinazione torinese, procedendo alla massima velocità consentita dai limiti. Diluviava, per cui mi sono infradiciato per collegare il cavo all’auto (ma una tettoia proprio no?), ma se non altro ho dimostrato concretamente che si può maneggiare tranquillamente un cavo di ricarica anche sotto la pioggia più intensa. Non sono sicuro di aver riconosciuto i Teslari che erano anche loro sotto carica a Dorno e che ci hanno salutati (e noi abbiamo ricambiato). Se leggete questo blog, fatevi vivi :-) [Aggiornamento: si sono fatti vivi :-)]

Siamo arrivati a Torino alle 19.45, con il 13% di carica residua, come previsto, dopo 290 km, con una deviazione non prevista perché abbiamo sbagliato strada (il Luogo Segreto era molto ben nascosto). Anche qui, niente colonnina nelle vicinanze, per cui è stato di nuovo impossibile ottimizzare caricando durante la Riunione Segreta. A fine Riunione (00:20 circa) siamo ripartiti e dopo una ventina di km siamo arrivati al Supercharger di Moncalieri con un risicato ma previsto 3% di carica residua, alle 00:43, e abbiamo caricato per 32 minuti (fino alle 1:16).

Ne abbiamo approfittato per un power nap e per arrivare ad avere carica sufficiente per una tappa successiva al Supercharger di Dorno, dove arriviamo alle 2:25 dopo 125 km con il 12% di carica residua. Alle 2:53 siamo arrivati al 56% di carica (e ci siamo intanto rimpinzati di focaccia, grazie a chi l’ha portata al Pranzo!), e l’auto ci ha detto che era sufficiente per tornare a casa, e così siamo ripartiti e arrivati a casa alle 4.22 con il 16% residuo, dopo 242 km e una simpatica deviazione in giro per Como perché l’autostrada a cavallo del confine è stata completamente chiusa per lavori.

Avremmo potuto fermarci per la notte in albergo (era una delle opzioni previste, con valigia pronta in auto), ma alla fine abbiamo preferito tornare a casa. Abbiamo usato solo i Supercharger perché lì abbiamo la carica gratuita, ma non sarebbe cambiato nulla neanche se avessimo usato le colonnine rapide lungo l’autostrada: avremmo dovuto fermarci comunque. 

Abbiamo inoltre spezzato il viaggio con due tappe di ricarica invece di farne una sola lunga a Moncalieri, perché man mano che la batteria si avvicina al “pieno” la potenza di carica si riduce e quindi due soste fatte quando la batteria è molto scarica durano meno di una sosta lunga che la carichi quasi completamente: è la strategia di carica nota come “biberonaggio” (che però conviene solo quando le colonnine sono lungo il percorso e quindi non si perde tempo in deviazioni per raggiungerle e rimettersi in strada). Infatti TESS, arrivando così scarica, inizia la carica con un picco di 114 kW che per lei è molto raro (le auto più recenti caricano anche a 300 kW di picco). Infatti portare la batteria al 100% necessario per fare Moncalieri-Lugano avrebbe richiesto un’ora e mezza, mentre due ricariche fatte quando la batteria era molto scarica e portandola solo al 50-60% hanno richiesto un’ora in tutto.

In sintesi: un viaggio di 540 km, fatto con un’auto che ha 350 km di autonomia, nelle condizioni di ricarica meno favorevoli, ha richiesto tre soste: due di mezz’ora e una di 15 minuti. Mezz’ora vola quando ci si gode focaccia, si risponde a qualche mail e si chiacchiera. Considerato che abbiamo perso 45 minuti in coda per via dei cantieri, forse i tempi di ricarica non sono tutto sommato un dramma. E se qualcuno osserva che ho perso un’ora e un quarto di tempo, posso sempre rispondere che quel tempo è la somma di tutti gli “esco cinque minuti a far benzina” che non ho fatto in questi anni, e che inganno il tempo di ricarica pensando agli oltre 5000 euro che ho risparmiato fin qui in carburante (anche questi 540 km mi sono costati esattamente zero, visto che l’indomani ho caricato gratuitamente al Supercharger vicino al Maniero). E che mezz’ora in compagnia della Dama e di una dose di focaccia stracciano cinque minuti passati ad aspirare benzene svenandosi.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


Il Delirio del Giorno: “Spero che quei 2500 angeli che sono morti, un giorno morderanno il suo culaccio mentre dorme”

17 de Setembro de 2023, 6:46, por Il Disinformatico

Antefatto: il signor S.F. mi ha scritto una lunga mail il 12 settembre scorso e non gli ho risposto subito. La sua mail era questa:

Buonasera dottore.

Ho seguito con molta attenzione gli eventi inerenti le torri gemelle, memorizzando ogni particolare ed eventi verificatosi in quei giorni.

Questa sera, ho ritenuto rispondere con stupore e sdegno, alle affermazioni di un professore che pubblica video su YouTube, precisamente sul canale denominato Geopop.

Non le nascondo, la mia rabbia per il fatto che tutti i filmati e testimonianze su l'11 settembre, sono sparite dalla rete.

Decine di testimonianze autorevoli si sono volatilizzate nel nulla, ad oggi sono presenti solo video menzionieri "finti" che parlano di tutt'altro.

Non le nascondo, che quando sento parlare attraverso le reti nazionali e attraverso altre forme di comunicazione, giornalisti TV, o come in questo caso professori e altri soggetti più o meno qualificati, ho un senso di riggetto e non mi capacito come tutto questo possa avvenire.

Sembra che chi la pensa in modo diverso, possa rischiare come minimo forti e invisibili pressioni, tali da fare desistere chiunque.

Ho notato, che anche le sue testimonianze e video che lei ha pubblicato sono irreperibili.

Sono veramente addolorato e sconcertato da queste cose.

Non riesco dopo tanti anni, ad accettare affermazioni fumose e vomitevoli da personaggi che approfittano mediante i social, cambiando come se niente fosse le carte in tavola.

So tutto quello che è accaduto in quel giorno maledetto, ho nella mia mente memorizzato eventi e particolari inconfutabili.

Sebbene non sono stato colpito direttamente, non ho perso uno dei miei cari in quella tragedia, soffro al pensiero di tutti quegli innocenti che non ci sono più, e non le nascondo che ho tanta rabbia.....

Ho svolto la mia professione presso la Polizia di Stato, precisamente alla D.I.G.O.S, da tempo in pensione.

Può verificare attraverso YouTube sul canale Geopop, la mia risposta nei confronti di questo personaggio, che farneticando, espone il NULLA!

[nome e cognome]

[numero di telefonino]

La saluto cordialmente.

Oggi (15 settembre), tre giorni dopo la sua prima mail, S.F. mi ha inviato questa:

Buongiorno.

 Non avendo ricevuto una sua risposta, devo dedurre che oltre la fulminea sparizione dei video sulle torri gemelle, anche lei, che per altro ne ha fatti diversi, è stato "imbavagliato"

Mi domando: 

lei è un giornalista che a suo tempo ha denunciato e spiattellato fatti concreti mostrando prove documentate.

Dunque lei è sparito insieme ai video, COMPLIMENTI!

Mi scusi se l'ho disturbata.....

W l'Italia!!!!!

Oggi gli ho risposto:

Buongiorno Sig. [omissis],

non le ho risposto semplicemente perché non rispondo subito a tutta la posta che ricevo e la sua mail meritava una risposta dettagliata.

Non sono "sparito": continuo tuttora a denunciare i complottismi (proprio pochi giorni fa qui, per esempio https://www.cdt.ch/news/l11-settembre-e-quellombra-lunga-22-anni-di-cospirazioni-327111).

Inoltre i video sono ancora perfettamente disponibili, insieme a gigabyte di dati processuali. Un esempio:

https://www.vaed.uscourts.gov/101cr00455-trial-exhibits

Infine trova centinaia di pagine di informazione presso Undicisettembre.info. Buona lettura, e la invito a non saltare a conclusioni offensive quando qualcuno non le risponde immediatamente.


Cordiali saluti

La sua risposta di poco fa:

Buonasera, stavo rivedendo dopo tanti anni un video:

 "11 settembre come Pearl Harbor"

Ho il vomito per quello che lei ha affermato!

Spero che quei 2500 angeli che sono morti, un giorno morderanno il suo culaccio mentre dorme.

Lei è veramente una persona inqualificabile!

Non ha nessun rimorso per quello che ha affermato nei suoi video inguardabili?

Pensare che un essere umano, possa ignorare la realtà ben documentata attraverso ore ed ore di video, con una volgare superficialità!

Spero in una giustizia divina!

Lei è il NULLA!

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


Chi c’è nello spazio? Aggiornamento 2023/09/15: 13 persone

16 de Setembro de 2023, 3:30, por Il Disinformatico

Il 15 settembre sono partiti dal cosmodromo russo di Baikonur, in Kazakistan, l’astronauta NASA Loral O’Hara e i due cosmonauti russi Oleg Kononenko e Nikolai Chub, a bordo di un vettore Soyuz, e sono arrivati alla Stazione Spaziale Internazionale. Gli occupanti della Stazione salgono così a dieci per qualche giorno. Intanto l’astronauta statunitense Frank Rubio ha battuto il record nazionale di durata di una singola missione spaziale, che era stato stabilito da Mark Vande Hei con 355 giorni. Rubio, al suo primo volo spaziale, è già arrivato a 359 giorni consecutivi, e quando atterrerà il 27 settembre avrà trascorso nello spazio 371 giorni di seguito.

Questo è il consueto comunicato stampa della NASA:

September 15, 2023 
RELEASE 23-107
NASA Astronaut, Crewmates Reach Space Station for Science Expedition

The Soyuz rocket is launched with Expedition 70 NASA astronaut Loral O'Hara, and Roscosmos cosmonauts Oleg Kononenko and Nikolai Chub, Friday, Sept. 15, 2023, at the Baikonur Cosmodrome in Kazakhstan.
The Soyuz rocket is launched with Expedition 70 NASA astronaut Loral O'Hara, and Roscosmos cosmonauts Oleg Kononenko and Nikolai Chub, Friday, Sept. 15, 2023, at the Baikonur Cosmodrome in Kazakhstan.
Credits: NASA

NASA astronaut Loral O’Hara and two cosmonauts safely arrived at the International Space Station Friday, Sept. 15, bringing its number of residents to 10 for the coming week.

The Soyuz MS-24 spacecraft carrying O’Hara, as well as Oleg Kononenko and Nikolai Chub of Roscosmos, docked to the station’s Rassvet module at 2:53 p.m. EDT. Docking occurred about three hours after the crew’s 11:44 a.m. launch from the Baikonur Cosmodrome in Kazakhstan.

O’Hara, Kononenko, and Chub will join the Expedition 69 crew when hatches open at 5:10 p.m. O’Hara, who is beginning a six-month stay aboard the orbital outpost, and Kononenko and Chub, who will both spend a year on the orbital outpost will work on science and research in technology development, Earth science, biology, and human research for the benefit of all. This marks the first spaceflight for O’Hara, the fifth for Kononenko, and the first for Chub.

Expedition 70 will begin Wednesday, Sept. 27, following the departure of record-breaking NASA astronaut Frank Rubio and Roscosmos cosmonauts Sergey Prokopyev, and Dmitri Petelin. Rubio recently broke the record for longest single spaceflight by an American. Following a yearlong stay aboard the orbiting laboratory, the trio will land in Kazakhstan on Sept. 27, at which point Rubio will have spent a total of 371 days in space—the longest single spaceflight by a U.S. astronaut.

Stazione Spaziale Internazionale (10)

Jasmin Moghbeli (NASA) (dal 2023/08/26)

Andreas Mogensen (ESA) (dal 2023/08/26)

Satoshi Furukawa (JAXA) (dal 2023/08/26)

Konstantin Borisov (Roscosmos) (dal 2023/08/26)

Francisco Rubio (NASA) (dal 2022/09/21)

Sergei Prokopyev (Roscosmos) (dal 2022/09/21, attuale comandante della Stazione)

Dmitri Petelin (Roscosmos) (dal 2022/09/21)

Loral O’Hara (NASA) (dal 2023/09/15)

Oleg Kononenko (Roscosmos) (dal 2023/09/15)

Nikolai Chub (Roscosmos) (dal 2023/09/15)

Stazione Nazionale Cinese (3)

Jing Haipeng (dal 2023/05/30)

Zhu Yangzhu (dal 2023/05/30)

Gui Haichao (dal 2023/05/30)

Fonte aggiuntiva: Whoisinspace.com.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


Il governo svizzero sbarca su Mastodon, con una propria istanza: social.admin.ch

13 de Setembro de 2023, 5:33, por Il Disinformatico
Pubblicazione iniziale: 2023/09/12 21:46. Ultimo aggiornamento: 2023/09/13 10:30.

Oggi (12 settembre) è stata annunciata ufficialmente l’apertura di un’istanza Mastodon della Cancelleria federale svizzera: social.admin.ch. Qui sotto trovate il testo del comunicato stampa in italiano.

Notate le osservazioni sull’indipendenza da singole imprese e sulla protezione dei dati personali, ossia tutto il contrario dei social network commerciali, che creano dipendenza da un singolo fornitore e raccolgono dati personali come parte essenziale del loro modello commerciale. L’apertura su Mastodon è un passo molto interessante del governo per offrire informazioni ai cittadini senza costringerli a iscriversi a social network ficcanaso.

La Confederazione dà avvio a un esperimento pilota su Mastodon

Berna, 12.09.2023 - La Cancelleria federale ha aperto un’istanza su Mastodon. Nell’ambito della comunicazione governativa intende così sperimentare un media sociale organizzato in modo decentralizzato. Su questa istanza, Consiglio federale e dipartimenti possono gestire dei conti ufficiali (account). La durata dell’esperimento pilota è limitata a un anno.

Da molti anni il Consiglio federale e l’Amministrazione federale utilizzano i media sociali per comunicare. Questi ultimi li supportano nell’adempimento del mandato legale d’informazione permettendo loro di raggiungere parti di popolazione, soprattutto i più giovani, che sarebbero difficilmente raggiungibili su altri canali.

Nell’ambito di un esperimento pilota, la Cancelleria federale ha deciso di aprire un’istanza su Mastodon. Denominata «social.admin.ch», tale istanza è a disposizione del Consiglio federale e dei dipartimenti affinché possano registrare i loro conti ufficiali. Gli utenti che dispongono di un conto presso un’altra istanza possono seguire i conti registrati sull’istanza social.admin.ch e leggere i relativi contenuti, conformemente alla logica e agli usi di Mastodon.

Attualmente il DFAE, il DFI e il DEFR prevedono di gestire uno o più conti ufficiali sull’istanza social.admin.ch. La Cancelleria federale stessa ne gestisce uno per il portavoce del Consiglio federale.

Mastodon presenta alcune caratteristiche allettanti per la comunicazione a livello governativo. La piattaforma è organizzata in modo decentralizzato e non lavora su un server centrale. Per questo essa si sottrae al controllo sia di una singola impresa sia delle autorità statali di censura. Mastodon rispetta la protezione dei dati. La sorte dei dati degli utenti è decisa dai gestori delle istanze. Molti di loro sono trasparenti; nel rilevare i dati si limitano a quanto strettamente necessario per la gestione dell’istanza ed escludono esplicitamente la vendita e il commercio di dati. Anche l’istanza della Cancelleria federale sarà gestita nel rispetto della protezione dei dati.

I media sociali sono in rapida evoluzione. La Confederazione segue costantemente questi sviluppi anche per verificare se prendere in considerazione nuove piattaforme o piattaforme esistenti non ancora utilizzate dall’Amministrazione federale quali canali d’informazione. L’esperimento pilota con Mastodon va visto in questo contesto. Non ha ripercussioni sull’utilizzo di altre piattaforme di media sociali da parte del Consiglio federale o dell’Amministrazione federale. La durata dell’esperimento è limitata a un anno. L’ulteriore modo di procedere sarà deciso alla luce delle esperienze acquisite.

Per i non svizzeri: DFAE è il Dipartimento federale degli affari esteri; DFI è il Dipartimento federale dell’interno (@EDI_DFI@social.admin.ch); DEFR è il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca.

L’account Mastodon del portavoce del Consiglio federale, André Simonazzi, è @gov@social.admin.ch.

Per chi volesse iscriversi a Mastodon (gratuitamente e senza dare dati personali a nessuna azienda, ottimo sostituto dell’ormai impresentabile e inutilizzabile Twitter/X), ho preparato una miniguida facile facile.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


Tags deste artigo: disinformatico attivissimo