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Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Facebook migliora la gestione del suo aldilà digitale con il Legacy Contact

13 de Fevereiro de 2015, 8:09, por Desconhecido

Credit: Facebook
Non è un problema che si affronta volentieri, ma va preso nella giusta considerazione: che succede ai profili nei social network quando muore il titolare? In una popolazione vasta come quella attuale di Facebook (circa 1380 milioni di utenti) è una questione che tocca direttamente circa quattro milioni di iscritti ogni anno.

Finora i familiari di un utente Facebook deceduto non avevano un procedimento semplice per avere accesso alla gestione dell'account e trasformarlo in un account commemorativo se non ne conoscevano la password. Nel 2009 il social network aveva introdotto una serie di funzioni che impedivano che l'utente scomparso comparisse accanto alle pubblicità e che gli amici ricevessero promemoria del suo compleanno, ma ora Facebook ha annunciato il Legacy contact, una funzione che sarà disponibile inizialmente soltanto negli Stati Uniti ma verrà presumibilmente estesa al resto del mondo.

Nella sezione Sicurezza delle Impostazioni, l'utente potrà indicare a Facebook un altro utente, che sarà curatore del suo account in caso di decesso e potrà pubblicare un post di annuncio che comparirà in cima ai post dell'account, potrà rispondere alle richieste di amicizia provenienti dagli amici e dai familiari che non erano ancora connessi su Facebook e aggiornare l'immagine del profilo e la foto di copertina. Il curatore non potrà fare login assumendo l'identità del defunto e non ne potrà leggere i messaggi privati. In alternativa, l'utente può dare a Facebook l'ordine di cancellare permanentemente l'account dopo la propria morte.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



L’intervento di Samantha Cristoforetti a Sanremo non era in diretta; bello comunque

12 de Fevereiro de 2015, 21:25, por Desconhecido

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L'intervento di Samantha Cristoforetti dalla Stazione Spaziale Internazionale al Festival di Sanremo è stato bello, come consueto (Sam ci ha abituato bene), ma permettetemi una pignoleria: non era in diretta come la Rai ha fatto sembrare.

Il video della sua apparizione al Festival era infatti già online su Youtube da oggi pomeriggio, come segnalato per esempio da Scientificast.it:

Scientificast
Ecco l'intervista fatta poco fa ad @astrosamantha Cristoforetti, su NASA TV. Stasera, ripulita e renderizzata a... http://t.co/FR3gTP3vvK
12/02/15 18:15

Alle 18:15 di oggi, ben tre ore prima di quando l'abbiamo vista stasera a Raiuno, Scientificast aveva già indicato il link dell'intervista sul canale Youtube della NASA.

Questo è il video:



Lo screenshot qui sotto, che ho catturato poco fa, indica che il video era già online cinque ore fa:



C'è anche questo tweet che mostra Sam già in posizione per l'intervento e linka un articolo pubblicato prima dell'intervento stesso:

Space_Station
Busy #ISS traffic. @ESA #ATV5 leaves Saturday Russian spacecraft preps for Tuesday launch... http://t.co/VjnFnkx3Y0 http://t.co/IcRtn11W5a
12/02/15 21:39


C'è infine la scaletta di NASA TV di oggi, che alle 10:35 am (ora della costa est degli Stati Uniti, le 16:35 italiane) aveva in programma l'intervista di Sam per Sanremo (grazie a ForumAstronautico per la segnalazione).



La Rai ha insomma inscenato una finta diretta, lasciando intatti anche i ritardi di trasmissione e contando sul fatto che la stragrande maggioranza delle persone che segue Sanremo non sa dove andare a reperire i video della NASA dalla Stazione o la scaletta degli eventi di trasmissione; un trucco che ha tratto in inganno (o al quale ha partecipato) anche l'ESA, che ha scritto che Samantha era “in diretta”:

ESA_Italia
@AstroSamantha in collegamento ora con #Sanremo2015 racconta della vita in microgravita' in diretta dalla #ISS
12/02/15 21:58

ESA_Italia
L'assenza di gravita' e' fastidiosa o divertente? @AstroSamantha in diretta a #Sanremo2015 ...e la gioia di poter fluttuare
12/02/15 22:01

Anche la Rai ha scritto che l'intervento era “in diretta”:

#Sanremo2015 @AstroSamantha in diretta dallo Spazio cita RaiNews SEGUI DIRETTA http://t.co/oeDW7XmxLr
— Rainews (@RaiNews) 12 Febbraio 2015

La scelta della finta diretta probabilmente spiega perché Samantha, durante il collegamento, non ha detto sopra quale punto della Terra si trovava e ha anzi cambiato discorso: correttamente non ha voluto dare un'informazione errata che chiunque avrebbe potuto controllare, grazie al tracciamento della Stazione fatto da siti come ISSTracker.com.

Qui sotto, fra l'altro, potete vedere e ascoltare l'intervista integrale, con le domande di Carlo Conti tagliate nella messa in onda della Rai e con l'applauso finale annunciato ma in realtà assente:


Dispiace un po' che sia stata inscenata una finta diretta proprio durante uno spettacolo come il Festival che si vanta di essere dal vivo, invece di dire apertamente che si trattava di una differita. D'altro canto, capisco benissimo che le difficoltà tecniche di una diretta vera dallo spazio, con rischi d'interruzioni e ritardi, abbiano fatto propendere per questa soluzione assai meno rischiosa. E comunque la finta diretta non toglie nulla al piacere di vedere Sam in TV dallo spazio, dove vive e lavora da novembre scorso e dove resterà fino a maggio.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Antibufala: l’America teme che la Russia pubblichi le proprie foto satellitari dell’11 settembre

11 de Fevereiro de 2015, 20:43, por Desconhecido

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È da un bel po' che non mi occupo di tesi complottiste sull'11 settembre, ma faccio uno strappo alla regola per raccontarvi un piccolo esempio delle cose che mi capitano e che solitamente sopporto in silenzio, dirigendole direttamente verso lo sciacquone virtuale del mio client di posta.

Oggi si è fatto avanti di nuovo un complottista, tale “marco marconi” (mmarconi93@gmail.com), che già aveva detto alcuni mesi fa, fra un insulto e l'altro, che ben presto mi avrebbe sbattuto in faccia le prove del complotto che mi avrebbero sbugiardato. Gli avevo risposto, come faccio sempre, augurandogli cordialmente buona fortuna, visto l'insuccesso di tutti quelli che ci hanno provato negli ultimi tredici anni.

Nella mail di oggi, “marco marconi” ha scritto trionfante, fra le altre cose, “leggi leggi [...] Stati Uniti temono pubblicazione Russa delle foto satellitari della tragedia di 9/11 [...] sto mandando centinaia di email e ho detto di divulgare il piu' possibile [...] Non hai nemmeno idea di quanto sarai RIDICOLIZZATO”.

Lo ha fatto linkando un articolo pubblicato il 7 febbraio 2015 su Pravda.ru, secondo il quale “Gli Stati Uniti temono la pubblicazione, da parte russa, delle fotografie satellitari della tragedia dell'11 settembre”. L'articolo afferma inoltre che “la Russia sta preparando la pubblicazione di prove del coinvolgimento del governo e dei servizi d'intelligence americana negli attacchi dell'11 settembre” e che “l'elenco di prove include immagini satellitari”.

Roba che scotta, insomma. Tuttavia andando a leggere la “notizia” salta fuori che è priva di qualunque documentazione che confermi questo asserito timore o la presunta intenzione russa di pubblicare le suddette fotografie. L'articolo non fa nomi di fonti, non descrive l'ipotetico contenuto delle immagini, non spiega in che modo delle foto satellitari potrebbero dimostrare che si trattò di un autoattentato e in sostanza non propone alcun dato concreto a supporto di quello che afferma. Aria fritta, insomma.

Non c'è da sorprendersi: Pravda.ru dice di aver preso la “notizia” da Secretsofthefed.com, sito complottista che pubblica qualunque fantasia attorniandola (guarda caso) di una quantità spettacolare di pubblicità. Saranno indefessi nella lotta contro il sistema per smascherare la verità, ma i soldi e i metodi del sistema decisamente non fanno loro schifo.

Specificamente, l'articolo di Secretsofthefed.com è questo, che però a sua volta cita come fonte Conspiracyclub.co, altro sito che pubblica qualunque tesi complottista (esempi: “La Russia ordina a Obama: racconta al mondo degli alieni o lo faremo noi”; “demonio fotografato in ospedale mentre aleggia sopra un paziente moribondo”). L'articolo specifico di Conspiracyclub.co è questo.

Ma a sua volta, l'articolo di Conspiracyclub dichiara di essere la traduzione di un altro articolo: quello di Pravda.ru dal quale è partita tutta la faccenda.

In sintesi, l'articolo di Pravda.ru cita come fonte Secretsofthefed, che cita Conspiracyclub, che cita l'articolo di Pravda.ru. E il cerchio si chiude su se stesso, in un perfetto esempio del modo in cui il cospirazionismo costruisce le proprie “verità”.

Potrei sbagliarmi, ma ho l'impressione che quello che è stato ridicolizzato oggi non sono io.

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Chiedimi se fare l’astronauta è cool. Dai, chiedimelo

11 de Fevereiro de 2015, 10:31, por Desconhecido


Samantha Cristoforetti e Terry Virts ieri durante le attività per il rilascio della capsula spaziale Dragon. Non ho parole.
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Navicelle spaziali? C'è anche l'Europa (e l'Italia) con IXV

11 de Fevereiro de 2015, 6:36, por Desconhecido

di Paolo G. Calisse, 10 febbraio 2015 (con successivi aggiornamenti)

Interpretazione artistica dell'Intermediate eXperimental Vehicle (Credit: ESA)

Straordinaria settimana per tutti gli appassionati di spazio, soprattutto se italiani: oggi alle 14:00 ora italiana avverrà il lancio e rientro controllato dell'IXV (Intermediate eXperimental Vehicle), la navetta spaziale sperimentale realizzata in prevalenza dall'Italia per conto di ESA.

Schema di volo della missione (Credit: ESA)


Credit: SpaceX
Oltre a questo, nel giro di poche ore si sono svolti il tentativo di lancio del satellite DSCOVR con rientro controllato in piattaforma marina del primo stadio del vettore Falcon 9 (annullato per vento eccessivo in quota) e il rientro di una capsula Dragon dall'ISS (completato con successo, come mostrato dall'immagine qui accanto).

Ma occupiamoci in particolare della Missione IXV. Al contrario di altre navette come lo Space Shuttle o l'X-37B, IXV è un vero lifting-body totalmente privo di ali. Questa soluzione impedisce un atterraggio come un aliante, ma alleggerisce il disegno, delegando il controllo di assetto in atmosfera a due flap (alette) posteriori. La navetta, che pesa un po' meno di due tonnellate ed è lunga 5 metri, quindi poco più di un'autovettura, è protetta al rientro da un pannello di fibra di carbonio in grado di sopportare temperature fino a 1.700°C.

Il lancio – la cui preparazione è descritta in questo timelapse – avverrà dalla base di Kouru in Guyana Francese a bordo di un vettore Vega, Vettore Europeo di Generazione Avanzata, anch'esso sviluppato in gran parte nel nostro paese. Sarebbe dovuto avvenire a novembre dello scorso anno, ma ESA aveva improvvisamente avanzato alcune preoccupazioni aggiuntive legate al sorvolo da parte del vettore di alcune zone abitate immediatamente dopo il lancio. Il rinvio aveva fatto infuriare i tecnici della Thales Alenia, in gran parte responsabili per la costruzione della navicella. Una leggera modifica della traiettoria ha permesso in seguito di risolvere il problema.

L'IXV durante un test (Credit: ESA) 
Qualche minuto dopo il decollo, la navetta si separerà dal quarto e ultimo stadio del lanciatore, a circa 340 km di quota. Una volta raggiunta in volo balistico (cioè senza propulsione) la quota di 412 km, il veicolo comincerà a scendere fino a raggiungere l'interfaccia con l'atmosfera terrestre ad una quota di 120 km e ad una velocità di 26.800 km/h (7,5 km/s). L'enorme energia cinetica verrà dissipata con una serie di roll, una manovra impiegata anche dallo Space Shuttle, simile allo zigzagare degli sciatori alla fine delle discese per rallentare e fermarsi. Una volta raggiunti 1.600 km/h a 26 km di quota, una serie di paracadute si aprirà in sequenza prima dell'ammaraggio nel Pacifico. La nave Nos Aries è già posizionata in zona per il recupero e il trasporto in Europa.

Il volo sarà governato autonomamente dalla navetta. Inoltre verrà anche testato il quarto ed ultimo stadio del vettore Vega, l'AVUM, che sarà avviato tre volte per verificarne il funzionamento. Questo stadio, dotato di un propulsore principale prodotto in Ucraina derivato da missili balistici intercontinentali SS-18, è in grado di garantire sia la propulsione che il controllo d'assetto del carico pagante, consentendo un'inserzione in orbita più precisa.

La durata prevista del volo è di un'ora e 42 minuti. Il lancio potrà essere seguito in diretta dal sito ESA.

Qui la scaletta della missione:


T-0 (14:00 CET)
Decollo
+1m 52s
Separazione del Primo Stadio (P80)
+3m 35s
Separazione del Secondo Stadio (Zefiro-23)
+4m 02s
Espulsione della protezione  (Vega è ora nello spazio)
+6m 37s
Separazione del Terzo Stadio (Zefiro-9)
+8m 00s
Prima accensione del Quarto Stadio AVUM
+13m 49s
Spegnimento AVUM
+20m 34s
IXV: Verifica del Sistema di controllo di assetto in volo
+1h 22m
Termine del blackout causato dal surriscaldamento al rientro; i dati della navetta vengono di nuovo ricevuti a terra
+1h 25m
Espulsione del pannello di protezione dei paracadute
+1h 29m
Espulsione del paracadute principale
+1h 31m
Preparazione dell’IXV all’impatto
+1h 42m
Ammaraggio (previsione)


(trad. in italiano dell'autore dall'originale disponibile sul sito ESA)


La missione IXV, rinviata più volte anche per ragioni di sicurezza (qui in una chiarissima animazione, che però mostra una traiettoria non aggiornata), servirà a comprendere meglio le caratteristiche termiche e aerodinamiche di un veicolo lifting body e la funzionalità dei due flap usati per i controlli d'assetto. Non è previsto un impiego futuro del veicolo per il lancio nello spazio di carico pagante o astronauti, ma i dati di cui si disporrà saranno essenziali per l'eventuale prossimo passo: lo sviluppo di una navetta riutilizzabile in grado di rendere l'Europa indipendente nell'accesso di equipaggi allo spazio.


Sono in atto infatti grandi cambiamenti nella tecnologia spaziale. Arianespace, nonostante il numero record di 11 lanci del 2014, comincia a sentire il terreno scottare sotto i piedi, visto che il nuovo corso USA, soprattutto dovuto a SpaceX e alla possibilità sempre più realistica di voli spaziali a costi decisamente più bassi, potrebbe mettere fuori mercato vettori come gli Ariane. Senza contare l'impatto della concorrenza di paesi come Cina e India, entrambi in crescita netta nel settore aerospaziale.

Quale sarà la strategia europea per battere la concorrenza? Non è molto chiaro. Almeno sulla carta, nel caso di un pieno successo della missione, esiste un seguito, l'ISV (Innovative Space Vehicle), ma non ci sono al momento programmi definitivi né fondi per la realizzazione di una vera navetta spaziale europea. La politica europea, alle prese con altre priorità e con una drammatica carenza di volontà politica, non ha saputo ancora identificare direzioni precise.

Le tante novità di questa settimana confermano tuttavia che la tecnologia spaziale sta entrando in una fase nuova, nella quale ci auguriamo che l'Italia sappia rivestire un ruolo sempre più importante.

Forza ESA quindi, forza IXV, e forza... nostro Paese!
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