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Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Huffington Post italiano “scrive” gli articoli usando traduttori automatici. Ecco il nuovo giornalismo

26 de Março de 2014, 13:06, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “surp1*” e con il contributo di @timendum, @salaros, @roundmidnight e @3volteM.

Questo, secondo l'Huffington Post italiano, realizzato in collaborazione con l'Espresso, sarebbe giornalismo: prendere un articolo inglese, darlo in pasto a un traduttore automatico e pubblicarlo senza neppure rileggerlo.


La coppia si sposò nel 2003 e hanno due figli insieme. Negli ultimi mesi ci sono state voci che presunti affari di Paltrow con vari uomini di grossa cilindrata è stato impostato per essere oggetto di un profilo di Vanity Fair che è stato poi a spillo a causa della sua campagna contro la rivista.

La fonte di queste perle è questo articolo di HuffingtonPost.it. Ora è stato corretto, senza una parola di scuse o un'indicazione della correzione, ma la cache di Google non dimentica. E non lo fanno neanche i miei screenshot.

Prendendo questo articolo dell'Huffington Post inglese e dandolo in pasto a Google Translate si ottiene lo stesso testo delirante.


Se siete incuriositi di come possa generarsi una porcata come “uomini di grossa cilindrata” o "è stato poi a spillo”, ecco il paragrafo originale:

The pair married in 2003 and have two children together. In recent months there were rumors that Paltrow's alleged affairs with various high-powered men was set to be the subject of a Vanity Fair profile that was then spiked due to her campaign against the magazine.

Non c'è che dire, è proprio un bel modo per dimostrare quanta considerazione si ha dei propri lettori.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Il podcast del Disinformatico di venerdì

25 de Março de 2014, 7:52, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

La puntata di venerdì scorso del Disinformatico radiofonico che ho condotto in diretta per la Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera è scaricabile qui. Nella puntata ho trattato i seguenti temi, con i rispettivi articoli d'accompagnamento:

Le parole di Internet: morphing

Occhio ai siti che usano Google per rubare password

L'App Store di Apple non è infallibile: il caso Tor Browser

Aggiornate Firefox: turate al volo quattro falle appena scoperte

Otto anni di Twitter: aggirate il blocco in Turchia, scoprite il primo tweet di chiunque

Buon ascolto!

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Io no spik svizzerano: Burger King

24 de Março de 2014, 10:42, por Desconhecido - 0sem comentários ainda


“I BURGER DIVENTANO DI NUOVO PIÙ LUNGO!”. Poster di Burger King a Lugano, fotografato oggi da Rodri e pubblicato per sua gentile concessione.

Ma davvero è così difficile far controllare un poster da qualcuno che parli davvero italiano, prima di mandarli in stampa e in giro facendo figure barbine?
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Le parole di Internet: morphing

21 de Março de 2014, 7:53, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

morphing. Effetto speciale visivo, generato tramite computer, che trasforma progressivamente un'immagine in un'altra senza stacchi visibili. Fu utilizzato in dettaglio per la prima volta al cinema nel film Willow (1988; video), anche se era già comparso, in forma molto grezza e non fotorealistica, ne Il Bambino d'Oro e in Rotta verso la Terra (entrambi del 1986).

Il morphing divenne popolare in particolare grazie al film Terminator 2 (1991), che lo usò massicciamente per animare il cyborg T-1000, interpretato da Robert Patrick: la sua capacità di assumere qualunque forma, con trasformazioni mostrate appunto tramite morphing, divenne uno degli aspetti centrali del film.

Questo effetto digitale, tuttavia, ha radici ben più remote: compie quarant'anni. Infatti risale al 1974 il cortometraggio d'animazione canadese Hunger/La Faim, che divenne il primo film animato al computer a ricevere una candidatura all'Oscar come miglior corto e un premio della Giuria al Festival di Cannes. Oggi questo film è visionabile online su Vimeo.

La tecnica del morphing usata in Hunger/La Faim fu concepita e realizzata da Nestor Burtnyk e Marceli Wein ispirandosi al lavoro degli animatori tradizionali: in un cartone animato disegnato a mano, l'animatore capo disegna le immagini principali (keyframe) che descrivono il movimento di un personaggio e una squadra di assistenti crea i disegni intermedi. Un procedimento manuale molto costoso e lento, che il sistema di Burtnyk e Wein rendeva automatico, consentendo animazioni e transizioni prima impossibili. Nel morphing moderno, un animatore capo segna e abbina i punti salienti nell'immagine iniziale e in quella finale e il computer provvede a generare le immagini fotorealistiche intermedie.


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Occhio ai siti che usano Google per rubare password

21 de Março de 2014, 7:43, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

La falsa schermata di login
(credit: Symantec)
Una delle tecniche più diffuse e classiche per rubare le password è il cosiddetto phishing: la vittima riceve una mail, proveniente da un mittente apparentemente credibile, che contiene un invito a cliccare su un link allo scopo di aggiornare i propri dati o recuperare un account bloccato o altre scuse analoghe. Il link porta in realtà a un sito falso, gestito dai ladri di password, che assomiglia visivamente al sito autentico relativo all'account: immettendovi la password, la vittima la regala ai ladri.

La difesa è altrettanto classica: guardare la destinazione del link, per esempio lasciando fermo il puntatore del mouse sopra il link per qualche istante oppure (soluzione meno preferibile) cliccando sul link e guardando se nella barra dell'indirizzo compare un lucchetto chiuso insieme all'indicazione “https” e al nome esatto del sito di cui è stata chiesta la password.

Questo di solito è sufficiente, ma di recente è stato segnalato da Symantec un caso di phishing per il quale questa difesa non basta. Infatti è in circolazione un tentativo di rubare le password degli account Google che arriva, come consueto, sotto forma di una mail proveniente apparentemente da Google e contenente il solito link-trappola, con la differenza che stavolta il link ingannevole porta a Google.

I ladri di password, infatti, hanno creato in Google Drive una pagina che imita l'aspetto della schermata di login di Google, che è quello che l'utente tipicamente si aspetta di vedere. Essendo ospitata su Google, la pagina visualizza il lucchetto chiuso e l'https che solitamente garantiscono l'autenticità del sito visitato. Se l'utente abbocca e immette la propria password, viene poi portato a un documento Google normalissimo, per cui è possibile che non si accorga neanche di essere stato ingannato dai ladri.

Qualunque buon antivirus dovrebbe proteggere contro questo genere di trappola, ma è meglio comunque essere vigili: diffidate sempre delle mail che vi chiedono di cliccare su un link per accedere a un account per qualunque ragione e usano un testo molto generico. Se le ricevete, cestinatele e accedete manualmente al sito citato nella mail (digitandone il nome o cliccando sui Preferiti se l'avete incluso fra i Preferiti) per vedere se c'è davvero una comunicazione da parte del sito. Se non c'è, vi siete appena salvati da un tentativo di furto di password.
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