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Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Cantare con i Barenaked Ladies: cool. Dalla Stazione Spaziale: FANTASTICO

8 de Fevereiro de 2013, 22:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “infinity999”.

Ed Robertson dei Barenaked Ladies si fa accompagnare da una voce molto speciale: quella dell'astronauta Chris Hadfield, che sta sulla Stazione Spaziale Internazionale. Se guardare Chris che canta e suona la chitarra mentre contempla la Terra dallo spazio attraverso i finestrini panoramici della Cupola non vi emoziona, mi arrendo.


Ecco le parole di I.S.S. (Is Somebody Singing), scritta insieme da Robertson e Hadfield durante l'addestramento di Hadfield in Russia per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale, di cui sarà tra poco comandante.

Credit and © 2012 Treat Baker Music / Warner Chappell Music / Chris Hadfield Inc. 

On solid fuel and wires
Turn the key and light the fires
We're leaving Earth today

This rocket's burning bright
We'll soon be out of sight
And orbiting in space

Pushed back in my seat
Look out my window
There goes home

That ball of shiny blue
Houses everybody anybody ever knew

So sing your song
I'm listening
Out where stars are glistening
I can hear your voices bouncing off the Moon

If you could see our nation
From the International Space Station
You'd know why I want to get back soon

Eighteen thousand miles an hour
Fueled by science and solar power
The oceans racing past
At half a thousand tons
Ninety minutes Moon to Sun
A bullet can't go half this fast

Floating from my seat
Look out my window
There goes Home
That brilliant ball of blue
Is where I'm from and also where I'm going to

So sing your song
I'm listening
Out where stars are glistening
I can hear your voices bouncing off the Moon

If you could see our nation
From the International Space Station
You'd know why I want to get back soon

All black and white just fades to grey
Where the sun rises sixteen times a day
You can't make out borders from up here
Just a spinning ball within a tiny atmosphere

Pushed back in my seat
Look out my window
Here comes home
What once was fueled by fear
Now has fifteen nations orbiting together here

So sing your song
I'm listening
Out where stars are glistening
I can hear your voices bouncing off the Moon

If you could see our nation
From the International Space Station
You'd know why I want to get back soon
You'd know why I want to get back soon
You'd know why I want to get back soon
You'd know why I want to get back soon
You'd know why I want to get back soon

Lo spartito della canzone e il racconto della genesi della canzone sono qui e qui, mentre qui su Space.com potete vedere Hadfield alle prese con la sfida di trovare una chitarra adatta per essere portata nello spazio e suonarla in assenza di peso. A causa degli inevitabili ritardi di trasmissione dalla ISS, è stato necessario registrare prima la parte cantata e suonata di Hadfield.

Chris Hadfield, fra l'altro, manda quotidianamente dallo spazio delle fotografie meravigliose del nostro mondo e della vita nella Stazione. Seguitelo su Twitter (), non ve ne pentirete.

L'iniziativa potrà sembrare frivola e uno spreco di soldi del contribuente, ma testimonia la differenza fondamentale fra l'esperienza della ISS e i viaggi spaziali del passato: se i primi erano delle imprese estreme, la Stazione Spaziale Internazionale è un posto dove vivere nello spazio invece di fare un eroico mordi e fuggi. Se vogliamo andare su Marte, dobbiamo imparare a vivere a lungo (per anni) in ambienti isolati, totalmente autosufficienti e in assenza di peso, nei quali tutto è riciclato e le possibilità di rifornimento o soccorso sono limitatissime o nulle e i problemi psicologici non si possono ignorare facendo i duri. La ISS è insomma una palestra indispensabile per andare oltre la Luna.

Se Chris Hadfield accetta richieste, ne avrei una: la sigla di Firefly.



Disinformatico radio, pronto il podcast di oggi

7 de Fevereiro de 2013, 22:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Potete scaricare il podcast della puntata di stamattina del Disinformatico radiofonico che ho condotto per la Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. Questi i temi con i rispettivi link di approfondimento: 7 milioni di PC infetti salvati da Microsoft e Symantec, il debutto di LibreOffice 4, gli otto caratteri che crashano le applicazioni sui Mac e le istruzioni per il jailbreak di iPhone, iPad e iPod touch con iOS6. La parola di Internet di questa settimana è appunto jailbreak.



Curiosity inizia a trapanare le rocce di Marte

7 de Fevereiro de 2013, 22:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “michele.gel*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

La sonda robotica Curiosity ha usato per la prima volta un trapano su Marte, scavando un foro di prova profondo un paio di centimetri e largo un centimetro e mezzo in una roccia per estrarne l'interno ed esaminarlo. I dettagli tecnici della prova e le ragioni della scelta di questa roccia specifica sono qui su Nasa.gov.

Una visuale più ampia della roccia presa di mira è disponibile in questa foto:


Potete riconoscere la zona trapanata in basso a sinistra in questo autoritratto, disponibile anche come panoramica ad altissima risoluzione:


Se volete sapere come fa Curiosity a farsi questi autoscatti senza includere il braccio che regge la fotocamera, c'è un video esplicativo delle manovre necessarie e un bell'articolo con le singole foto prima dell'elaborazione per combinarle in una panoramica.

Tutto questo, non dimentichiamolo, sta succedendo adesso su Marte. Su un mondo alieno a 345 milioni di chilometri dalla Terra c'è un robot che oggi ha iniziato a trapanare le rocce alla ricerca di tracce di vita. Ce lo abbiamo messo noi umani. E possiamo vedere le immagini del suo lavoro, scattate poche ore fa su un altro pianeta, senza aspettare che qualche emittente televisiva decida se siano più degne d'attenzione dell'ennesima stronzata detta dall'ennesima starlette o dall'ennesimo politico megalomane.

Ciliegina sulla torta, questo è Curiosity visto dallo spazio, in un'inquadratura che include il punto di atterraggio (la chiazza chiara circondata da un alone scuro, in basso) e le tracce delle ruote del robot. Se neanche questo v'incanta, mi arrendo!




Bad Pharma: il libro che documenta il grande inganno delle case farmaceutiche

6 de Fevereiro de 2013, 22:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “robertotom*”.

Le case farmaceutiche truccano i risultati dei test dei propri farmaci, usando metodi paradossalmente legali per farli sembrare ben più efficaci e necessari di quel che sono in realtà. No, non avete sbagliato blog. Non siete finiti per errore su Luogocomune o qualche altra bettola di complottisti.

L'accusa non è un delirio campato per aria, ma è il documentatissimo risultato dell'indagine di uno dei più popolari debunker britannici, Ben Goldacre, che dopo aver messo in luce con Bad Science gli inganni usati dai ciarlatani e dai giornalisti cialtroni per sdoganare le pseudoscienze si è ora dedicato, con gli stessi strumenti inesorabili, a chiarire come funziona la ricerca farmaceutica moderna. Risultato: funziona male, inganna i medici e danneggia i pazienti.

Goldacre ha scritto un libro, Bad Pharma, che invito tutti a leggere (spero ne esca presto una buona traduzione in italiano), specialmente i complottisti, per capire come si fa a fare e presentare la vera ricerca e come si distingue una tesi di complotto farlocca da un'accusa seria. La differenza sta in una singola parola: fatti.

Goldacre esamina anche il caso Tamiflu, emblematico di un modo di procedere in cui i test vengono svolti dalle case farmaceutiche, che poi pubblicano soltanto quelli favorevoli e insabbiano gli altri. È lo stesso metodo dei cartomanti e dei sensitivi: mettere in evidenza i successi e seppellire i fallimenti, per sembrare straordinari. Non è il solo trucchetto che viene usato, ma il resto va letto nel libro.

A differenza di tante tesi di complotto che lanciano accuse generiche, qui ci sono nomi e cognomi e ci sono anche soluzioni, come per esempio rendere obbligatoria la pubblicazione di tutti i metodi e risultati di tutti i test. La campagna di Goldacre sta già ottenendo risultati: la pressione dell'opinione pubblica ha già convinto GSK (GlaxoSmithKline) a promettere la pubblicazione integrale dei test, e la petizione su Alltrials.net (traduzione italiana qui) sta già riscuotendo successo in termini di pubblico e di politica.

Se vi interessa saperne di più, il CICAP ha pubblicato una serie di articoli su Bad Pharma. Sì, il CICAP, quello accusato di essere al soldo delle case farmaceutiche, va contro le case farmaceutiche. Perché i fatti e il metodo d'indagine scientifico non guardano in faccia nessuno.

Intervista a Ben Goldacre

Le aziende farmaceutiche britanniche contro Goldacre

Bad Pharma: quando la medicina è malata

Sia ben chiaro: tutto questo non vuol dire che la medicina e i farmaci non funzionano e che è meglio tornare agli stregoni o alla pranoterapia o ai sassolini magici. I rimedi alternativi non funzionano per niente (salvo un congruo effetto placebo): le medicine, invece, di solito funzionano. Ma per farle funzionare meglio e non farsi imbrogliare bisogna controllare e sorvegliare chi le fa e chi le vende. Senza eccezioni.







Difendersi dai ricattatori sessuali su Internet

6 de Fevereiro de 2013, 22:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “angelagabri*”.

Ieri, proprio mentre ero in una scuola di Locarno a raccontare agli studenti come riconoscere i tentativi d'inganno, di attacco e di molestia via Internet, è arrivata la notizia del fermo di un uomo di 47 anni, residente nella zona di Berna, per molestie sessuali, atti sessuali con fanciulli e ricatto.

I reati sono stati compiuti selezionando via Internet le vittime (adolescenti maschi fra i 15 e i 17 anni) con una tecnica micidiale: per due anni, sui social network (in particolare Facebook), l'uomo fingeva impunemente di essere una ragazzina (usando foto raccolte in Rete) e offriva materiale pornografico ai ragazzi presi di mira. Difficile resistere alle lusinghe di una ragazzina disinibita: i giovani venivano così convinti a ricambiare l'offerta esibendosi davanti alla webcam. Le loro attività venivano registrate e poi usate come arma di ricatto da parte del pedofilo, sfociando in incontri di persona.

I ragazzi hanno esitato a lungo prima di denunciare i fatti: come avviene spesso in questi terribili casi, la vittima si vergogna di essere caduta nella trappola, teme di essere ulteriormente umiliata se il suo comportamento viene reso pubblico e quindi non ne parla con nessuno, men che meno con i genitori. Il pedofilo crea insomma una situazione dalla quale la vittima non vede alcuna via d'uscita e questo consente alle molestie di protrarsi.

Ma quando questi crimini avvengono via Internet lasciano delle tracce digitali molto chiare, che gli esperti sanno analizzare, non solo per identificare i colpevoli ma anche per confermare, in prima istanza, le accuse dei minorenni coinvolti, che spesso temono di non essere presi sul serio. Internet aiuta i molestati a dimostrare i fatti terribili che raccontano, come ho suggerito in un'intervista per il telegiornale della RSI.

Vale, come sempre, la regola di fondo: mai fare davanti a una webcam o a qualunque fotocamera o telecamera nulla che non si farebbe sulla pubblica piazza, neanche quando si crede di conoscere l'interlocutore. Purtroppo molti utenti, non solo giovani, non sanno quanto è facile creare false identità in Rete, si fidano troppo, credono spesso di essere abbastanza furbi da riconoscere un impostore e non immaginano che qualcuno possa essere così vile da circuirli per settimane e anche mesi prima di far scattare la trappola del ricatto.

E se la trappola scatta, l'unico modo per uscirne è parlarne ai genitori e alle autorità, con il conforto di essere creduti grazie alle tracce lasciate inevitabilmente in Rete dai tormentatori.



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