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сентября 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Chicca per Trekker: l’animazione dell’equipaggio nella sigla di The Next Generation

февраля 6, 2019 22:31, by Il Disinformatico

Avvertenza: Se non siete appassionati totali di Star Trek, non leggete oltre. Non dite che non vi ho avvisato :-)

Quando debuttò Star Trek: The Next Generation, troppi anni fa, vantava ottimi effetti speciali (analogici) creati dalla Industrial Light and Magic, quella di Star Wars e tanti altri film visivamente straordinari. C’era chi giurava di aver intravisto, nella sigla di testa, che in un’inquadratura del modello dell’Enterprise (quella a 1:25 nel video qui sotto) c’erano addirittura le persone che si muovevano: una cosa che non si vedeva dai tempi di 2001: Odissea nello Spazio.


Io all’epoca guardavo TNG nell’unico modo possibile, ossia in videocassetta su un TV a tubo catodico, e quindi non vedevo dettagli così minuscoli. Soltanto anni dopo, quando uscì l’edizione in DVD e poi in Blu-ray, quell’avvistamento ormai diventato mitico tra i fan fu confermato.



Oggi TrekCore ha pubblicato l’animazione originale usata per creare l’effetto: una semplice sequenza di disegni a matita che mostrano membri dell’equipaggio. Fra l’altro, la visione dell’animazione originale chiarisce che non si tratta del ponte di comando, come avevano pensato in tanti, bensì nella sala conferenze (conference lounge o observation lounge) dell’astronave.


The original pencil animation used to create the illusion of people moving inside the Enterprise-D's conference lounge, as seen in the #StarTrek TNG opening credits sequence. pic.twitter.com/ucYUObirAL
— TrekCore 🖖 (@TrekCore) December 30, 2018



La vicenda è raccontata qui su Startrek.com. La pubblico qui per il puro piacere di condividere una chicca che mi ha fatto sorridere.


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Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Falla di FaceTime permetteva di ascoltare attraverso gli iPhone, iPad e Mac altrui

февраля 5, 2019 6:42, by Il Disinformatico

Per settimane, qualunque dispositivo Apple recente, dagli iPhone agli iPad ai computer Mac, poteva essere trasformato in una perfetta “cimice” per ascoltare di nascosto le conversazioni altrui e anche spiare tramite la telecamerina incorporata. Era sufficiente usare in maniera particolare (ma non troppo complicata) FaceTime, l’app di videochat di Apple, chiamando la persona da spiare. Anche se la persona non rispondeva alla chiamata, il suo dispositivo apriva il microfono e attivava la telecamera.

Una falla imbarazzante, risolta provvisoriamente da Apple in maniera drastica, ossia bloccando il servizio FaceTime in attesa di realizzare e distribuire un aggiornamento correttivo.

La schermata di stato dei sistemi e servizi Apple, consultabile qui.


L’imbarazzo è stato acuito dal fatto che Apple sta puntando molto, in termini di immagine aziendale, sulla sua attenzione alla sicurezza e alla privacy, e dal dettaglio non trascurabile che il difetto non è stato scoperto dai suoi esperti di controllo qualità ma da un ragazzo quattordicenne, Grant Thompson, a metà gennaio scorso.

Grant stava giocando a Fortnite e stava attivando una chat di gruppo con FaceTime quando si è accorto che poteva sentire anche le voci degli amici che non avevano ancora risposto all’invito a partecipare alla chat.

Come se non bastasse, Apple non ha risposto alle ripetute segnalazioni del problema fatte dalla madre del ragazzo ed ha reagito solo alcuni giorni dopo che la falla è stata rivelata pubblicamente.

L’azienda si è scusata e ha promesso di distribuire un aggiornamento di sicurezza entro questa settimana. Se avete un iPhone o un iPad, quindi, ogni tanto andate nelle Impostazioni e cercate la voce Generali e poi Aggiornamento software per vedere se l’aggiornamento è disponibile. Se avete un Mac, usate l’app dell’App Store e cliccate sulla sezione Aggiornamenti.

Imbarazzi a parte, però, la falla aveva una limitazione importante: lasciava sul dispositivo della vittima una chiara indicazione dell’identità dello spione o ficcanaso. Era quindi poco sfruttabile da intrusi professionisti o governativi, che preferiscono non lasciare tracce, ma era una pacchia per stalker ossessivi e partner gelosi che non avevano problemi a far sapere di stare origliando le proprie vittime.Vittime che spesso non sapevano come impedire questa persecuzione.

Incidenti come questo sono un promemoria molto chiaro del fatto che circoliamo tenendo in tasca, in ufficio e sul comodino un microfono che può essere attivato a distanza ed è gestito da un software molto complesso che a volte non funziona esattamente come vorrebbero i suoi creatori e utenti.

Le raccomandazioni apparentemente paranoiche degli esperti di sicurezza e privacy, che invitano a spegnere i telefonini o lasciarli fuori dalla stanza per qualunque conversazione o attività privata, sono insomma giustificate. Lo sa bene Larry Williams, un avvocato di Houston, che ha fatto causa ad Apple sostenendo che la falla di FaceTime ha consentito a qualcuno di origliare durante una delicatissima deposizione giurata di un suo cliente. Pensateci la prossima volta che andate dal medico o dal vostro avvocato o vi trovate in altre situazioni nelle quali fate confessioni molto personali.


Fonti aggiuntive: Graham Cluley, New York Times, The Inquirer, New York Times, CNet.
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Quindici anni di Facebook

февраля 4, 2019 19:03, by Il Disinformatico

Stasera sono stato ospite del telegiornale della Radiotelevisione Svizzera per qualche minuto dedicato al quindicesimo compleanno di Facebook.


Vi segnalo due ottimi articoli di Wired che fanno bene il punto della cronologia di Facebook e della sua situazione attuale.
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Antibufala mini: Di Maio e la citazione di Einstein. Che non è di Einstein

февраля 4, 2019 14:59, by Il Disinformatico

Mi segnalano che Luigi Di Maio, attualmente Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro in Italia nonché Capo politico del MoVimento 5 Stelle (riporto dal suo account Twitter), ha pubblicato questa citazione attribuendola ad Albert Einstein: “Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo”.

Lasciando stare ogni polemica politica, la citazione non è di Einstein, anche se gli viene spesso attribuita. Altri padri ricorrenti sono Confucio e George Bernard Shaw.

Ma secondo Quote Investigator, l’originale è “People who say it cannot be done should not interrupt those who are doing it” e la prima versione è opera della rivista Puck a dicembre del 1902. La frase ebbe un notevole successo e fu ripresa, citando la fonte, da molte altre testate.

La falsa citazione è popolarissima fra coloro che sentono il bisogno di appoggiarsi a una mente di indubbia reputazione per giustificare le azioni della propria. Lo ha fatto, di recente, anche Ivanka Trump.


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Repubblica copia da Wikipedia e lo spaccia per giornalismo

февраля 4, 2019 6:33, by Il Disinformatico

“La Repubblica si fonda sui lettori come te, che ogni mattina ci comprano in edicola, guardano il sito o si abbonano a Rep:. È con il vostro contributo che ogni giorno facciamo sentire più forte la voce del giornalismo e la voce di Repubblica”. Questo messaggio, firmato dal direttore Mario Calabresi, compare in calce agli articoli del sito di Repubblica, e si conclude con un appello: “Sostieni il giornalismo! Abbonati a Repubblica”.

Beh, io il giornalismo lo sosterrei anche volentieri. Ma quando salta fuori che le parole sussurrate dalla “voce del giornalismo” sono “me ne fotto di te e ti rifilo la prima porcheria che riesco a mettere insieme copiando a caso, però voglio che mi paghi”, la voglia di sostenere questo genere di giornalismo passa in fretta.

Prendete l’articolo di Repubblica “Usa, arrestato il rapper 21 Savage, "eroe underground di Atlanta". L'accusa: "È britannico"” (link intenzionalmente alterato; copia permanente su Archive.is), segnalatomi da @cheremone: già insospettisce la sequenza di parole in libertà “l'isola di Dominica, giugno stato sovrano dei Caraibi”, ma proprio appena prima di quello struggente appello del direttore Calabresi arriva questo:


Avete notato anche voi quel malandrino numero 14 fra parentesi quadre? Vi ricorda nulla? Proviamo a guardare Wikipedia:


Copiato parola per parola, senza neanche eliminare il numero della nota di Wikipedia. E schiaffandoci pure su la dicitura “© Riproduzione riservata”.

Questo è quello che Repubblica spaccia per giornalismo. Mi scusi, direttore Calabresi, ma con che faccia tosta mi chiede di sostenere questo tipo di “voce del giornalismo”?

La conclusione di @cheremone è amarissima: “ora vado a scuola, dove di solito provo ad insegnare agli studenti a non copiare, ma mi sembra tempo perso, no?”.

ora vado a scuola, dove di solito provo ad insegnare agli studenti a non copiare, ma mi sembra tempo perso, no? @repubblica @disinformatico @lucasofri https://t.co/LjWdPAurpV
— cheremone (@cheremone) February 4, 2019



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