Trovato un cucchiaio su Marte: stavolta non è un’illusione ottica
сентября 3, 2015 3:05Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alla gentile donazione di “newfil*”. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento).Questa è una foto reale, non ritoccata, proveniente da Marte, scattata dalla sonda Curiosity, è quello al centro è davvero un cucchiaio. Niente Photoshop, nessun inganno della prospettiva; l'ombra è vera e delinea le forme correttamente.
I fufologi si calmino, perché non c'entrano i marziani distratti: il cucchiaio è una struttura scolpita dal vento nella roccia marziana. Una spettacolare dimostrazione di quello che la natura sa fare quando ha tempo e ci si mette d'impegno.
L'immagine qui sopra è un dettaglio di questa foto originale, nella quale il “cucchiaio” si trova nella zona in basso e al centro insieme a moltissime altre rocce scolpite in forme lamellari dal sottile ma abrasivo vento di Marte nella zona esplorata dalla sonda, come si nota in queste foto.
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Image Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS |
La foto è stata scattata il 30 agosto scorso. Il “cucchiaio” misura una decina di centimetri, secondo questi calcoli di Emily Lakdawalla della Planetary Society.
Se siete capaci di vedere gli stereogrammi o avete un paio di occhialini 3D con i filtri rossi e blu potete anche vedere il “cucchiaio” in tre dimensioni grazie al lavoro di Atomoid su Unmanned Spaceflight, che ha combinato due immagini della stessa zona scattate da Curiosity, ottenendo risultati impressionanti: emerge perfettamente la complessità delle forme, che si perde completamente nella versione 2D.
Se qualcuno ha tempo di preparare una wiggle GIF, la pubblico volentieri.
Politico svizzero bandito da Facebook: un’occasione per ripassare le regole dei social network
сентября 2, 2015 7:47Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle gentili donazioni di “livio*” e “La.fabb*”. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento). Ultimo aggiornamento: 2015/09/02 12:45.In Svizzera ha suscitato notevole scalpore (Le Matin; RTS; Blick; Giornale del Popolo; Corriere del Ticino; 20min) l'eliminazione da Facebook dell'intero profilo personale del politico Christoph Mörgeli proprio durante la campagna elettorale. Il profilo personale è stato poi riattivato poco fa (quello ufficiale resta aperto). La rimozione, scrive la RSI, era avvenuta a causa dei “contenuti inadeguati” che erano stati “segnalati da diversi utenti”. In particolare ci sarebbe stato di mezzo un post di Möergeli contenente la foto di un barcone carico di migranti accompagnata dalla scritta “arriva la forza lavoro” (immagine qui accanto). Dopo la chiusura del suo profilo, Moergeli ha detto che la decisione di Facebook era “un segnale negativo per la libertà di espressione in Svizzera”. L'allarme è poi rientrato.
Tuttavia vanno ricordate le regole del gioco: non ha molto senso lamentarsi di problemi per la libertà di espressione in Svizzera se si viene censurati quando si scrive su un sito americano.

Facebook, insomma, è anfitrione, editore, legislatore, giudice, giuria e censore, tutto in uno. Non è una piazza pubblica, dove quello che si può dire o fare è governato dalle leggi dello stato, decise democraticamente: è grosso modo l'equivalente virtuale di un centro commerciale, dove la libertà è regolamentata arbitrariamente dal proprietario di quello spazio. Provate a manifestare o volantinare in un centro commerciale e ditemi quanto tempo ci mettono ad accompagnarvi alla porta e se avete il diritto legale di opporvi alla cacciata.
Questo è Facebook. Quando si dice che l'abitudine sempre più diffusa a comunicare esclusivamente via Facebook rischia di diventare un problema di democrazia e di libertà perché l'uso di Facebook crea dipendenza da una società privata, è proprio questo che si intende. Lo stesso vale anche per gli altri social network, ma in misura minore perché non sono così pervasivi come Facebook, che conta oltre un miliardo e 400 milioni di utenti attivi.
Se usate Facebook per la vostra vita sociale, per la vostra azienda o per gestire la vostra immagine pubblica o la vostra campagna elettorale, dovreste ricordarvi tutte queste cose, prima di assumere atteggiamenti da martiri e lamentarvi di attentati alla libertà d'espressione. Se non vi piace, aprite un vostro sito Web: lì risponderete direttamente alle leggi dello stato, non agli umori mutevoli del californianissimo Galateo di Zuckerberg.
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Crolli dell’11 settembre, la parola a un professore d’ingegneria strutturale
сентября 2, 2015 4:20![]() |
New York, 8 ottobre 2001. Credit: Andrea Booher/FEMA News |
Si avvicina un altro anniversario degli attentati dell'11 settembre 2001 che causarono il crollo delle Torri Gemelle e di altri edifici a New York e danneggiarono il Pentagono usando quattro aerei di linea dirottati pieni di passeggeri. Ci sono ancora, naturalmente, i male informati, gli ottusi e i cercatori di vanagloria che insistono con le tesi di complotto. Invece di proporre l'ennesimo scontro fra opinionisti e teste parlanti, potremmo provare a fare una cosa poco spettacolare ma molto concreta: far parlare gli esperti.
È quello che ha fatto Undicisettembre, il gruppo d'indagine del quale ho l'onore di far parte, intervistando Asif Usmani, professore di ingegneria strutturale alla University of Edinburgh e autore di vari articoli tecnici sul crollo delle Torri Gemelle. Articoli che sono stati pubblicati da riviste tecniche qualificate: cosa che dopo tutti questi anni i complottisti non sono ancora riusciti a fare. Chissà perché. In compenso hanno partorito un fiume di video che attirano clic e introiti e creano solo confusione.
L'intervista a Usmani non solo spiega i crolli di New York e perché non possono essere stati causati da demolizioni controllate di alcun tipo, ma mostra anche che nonostante non via siano dubbi tra gli specialisti riguardo al fatto che si sia trattato di crolli spontanei c'è tuttora un vivo dibattito sui dettagli dei crolli. Per esempio, fra gli esperti si discute ancora di quale sia stato il ruolo preciso del danno strutturale causato dagli aerei e quali elementi del WTC7 abbiano ceduto per primi. Tutto questo dimostra, fra l'altro, che non esiste affatto una "versione ufficiale" accettata passivamente dalla comunità scientifica, come invece insistono a sostenere i complottisti.
L'intervista è disponibile in originale inglese e in traduzione italiana.
Per approfondire l'argomento dell'11/9 c'è tutto il blog Undicisettembre.info, del quale invito a leggere almeno le FAQ prima di fare domande o commenti.
Da oggi Chrome e Amazon bloccano Flash negli spot. È ora di dirgli addio
сентября 1, 2015 9:29Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle gentili donazioni di “davide.rich*” e “motog*”. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento).Un altro chiodo nella bara di Adobe Flash: da oggi, come preannunciato a giugno, Google Chrome comincerà a bloccare automaticamente i contenuti Web non essenziali (tipicamente pubblicità) che usano Flash: per sbloccarli sarà necessario cliccarvi sopra. Questo ridurrà fortemente i rischi comportati dall'uso di Flash, rivelatosi un vero colabrodo di sicurezza, e anche i consumi energetici e di potenza di calcolo legati a questa tecnologia.
I contenuti Flash ritenuti importanti (per esempio i player video nei siti dedicati ai video) non verranno bloccati, ma ci sarà un'ecatombe di spot pubblicitari basati su Flash. Per noi utenti è un sollievo oltre che un miglioramento della sicurezza, visto che Flash viene usato spesso per veicolare infezioni, ma per i pubblicitari e per i siti che si mantengono tramite gli introiti della pubblicità potrebbe esserci qualche problema.
Convertirsi (da Flash a HTML5) o perire, insomma; ma dietro tanto altruismo e amore del risparmio energetico c'è anche un vantaggio non banale per Google. Le pubblicità Flash diffuse tramite i canali pubblicitari gestiti da Google, infatti, verranno convertite automaticamente in HTML e quindi verranno visualizzate senza problemi, mentre gli spot veicolati da altri operatori pubblicitari verranno sostituiti da una simpatica casellina grigia. Chi controlla il browser controlla la Rete, come ha ben insegnato la vertenza antitrust contro Microsoft ai tempi in cui Internet Explorer dominava il mercato dei browser.
Tuttavia Google non è sola nel boicottare Flash: anche Amazon da oggi non accetta più pubblicità Flash sulla propria rete. Per non parlare dei dispositivi iOS (iPhone, iPad e simili), che non hanno mai supportato Flash. La tecnologia Adobe è ormai accerchiata e destinata all'oblio: webmaster che insistete a fare i siti che richiedono Flash perché è facile e figo, prendete nota.
Antibufala: la foto delle “tre albe” sulla Luna, sulla Terra e su Marte
августа 31, 2015 13:43Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle gentili donazioni di “roberto.rb*” e “giulia.sp*”. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento). Ultimo aggiornamento: 2015/08/31 18:40.
Sta girando in Rete da tempo (per esempio su Tumblr, Imgur e Twitter) quest'immagine che ritrarrebbe tre albe (o tre tramonti), fotografati rispettivamente sulla Luna, sulla Terra e su Marte.
Normalmente non scriverei un post per questo genere di minibufala, però è già la seconda volta che incontro quest'immagine e l'inganno ha colpito anche l'agenzia spaziale canadese qualche mese fa, per cui ne prendo nota pubblicamente qui una volta per tutte. La foto è un falso, o perlomeno lo è la parte lunare (quella di sinistra). Infatti ingrandendo l'immagine si nota che le ombre delle rocce sono a sinistra delle rocce stesse, mentre se il Sole fosse di fronte dovrebbero essere dirette verso l'osservatore.
Inoltre l'immagine contiene un profilo montuoso inconfondibile per chi è appassionato di Luna: quello della zona di Taurus-Littrow, visitata dalla missione Apollo 17 nel dicembre 1972 (quella di cui ho avuto l'onore di portare in giro uno dei campioni di roccia lunare, insieme a Luigi Pizzimenti, per la conferenza-spettacolo Ti Porto la Luna). E nell'angolo inferiore sinistro mostra lo gnomone con la tabella colori, usato dagli astronauti per indicare le direzioni delle ombre e fornire un riferimento di colore per lo sviluppo delle fotografie.
L'immagine è un montaggio di due foto della missione Apollo 17: AS17-134-20428 e AS17-134-20429. La linea di giunzione è grosso modo la mezzeria verticale dell'immagine (si nota vicino all'orizzonte un cratere che fa un vistoso gradino) ed è stata aggiunta una bella fetta di cielo insieme a un finto Sole e a una finta stella. Ho provato a ricreare rapidamente l'effetto (tralasciando Sole e stella) partendo dalle foto originali e l'ho messo a confronto con l'immagine-bufala (a sinistra):
Le altre due immagini, quella terrestre e quella marziana, sono reali: quella terrestre è qui in versione più ampia (trovata con la ricerca per immagini di Google) e quella marziana è stata effettivamente scattata su Marte dalla sonda mobile Spirit della NASA nel 2005. La probabile origine dell'immagine è un utente di DeviantArt (trovata con Tineye). Perché rovinare un trittico reale molto suggestivo usando un falso? Forse per licenza artistica, o forse perché in questo modo i vari account Twitter che non fanno altro che pubblicare immagini riescono ad attirare un maggior numero di follower, ai quali poi rifilano a tradimento dei tweet pubblicitari.